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Netsuke: sculture in palmo di mano
Sono piccoli, sono sculture in miniatura, sono opere d’arte. Sono i netsuke. Con oltre 400 oggetti, esposti nella mostra Netsuke: sculture in palmo di mano, il Museo Poldi Pezzoli racconta storie, leggende e tradizioni della cultura giapponese.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
NETSUKE: SCULTURE IN PALMO DI MANO
La raccolta Lanfranchi e opere da prestigiose collezioni internazionali
14 novembre 2008 – 15 marzo 2009
COMUNICATO STAMPA
Milano, 13 novembre 2008
ANTEPRIMA PER LA STAMPA
giovedì 13 novembre ore 11.30
Museo Poldi Pezzoli - Via Manzoni 12 Milano
Sono piccoli, sono sculture in miniatura, sono opere d’arte. Sono i netsuke. Con oltre 400 oggetti, esposti
nella mostra NETSUKE: SCULTURE IN PALMO DI MANO, il Museo Poldi Pezzoli, dal 14 novembre al 15 marzo
2009, racconta storie, leggende e tradizioni della cultura giapponese.
Una prestigiosa esposizione che presenta al pubblico per la prima volta i netsuke provenienti dalla collezione
di Giacinto Ubaldo Lanfranchi (1889-1971), giunta al Museo per legato testamentario nel 2005. Appartenuto
a un’importante famiglia di industriali di Palazzolo sull’Oglio (Bs), che ha fondato un bottonificio
successivamente riconvertito nella produzione di cerniere lampo, Lanfranchi si è distinto per il suo impegno
sociale, professionale e sportivo oltre che per i molteplici interessi culturali. Accanto alle piccole sculture,
raccolte dall’inizio degli anni Cinquanta, l’industriale lombardo, scomparso a soli 49 anni, ha dedicato un
intenso impegno verso gli studi storici e la bibliofilia e ha coltivato una passione collezionistica per i dipinti e
le arti decorative.
La mostra accresce il prestigio e la sua dimensione internazionale grazie alla presenza di circa settanta pezzi
di eccezionale qualità provenienti da collezioni private italiane e dal Linden-Museum di Stoccarda. La
nuova donazione al Museo Poldi Pezzoli arricchisce le molteplici raccolte che appartengono alla casa museo
milanese, nel segno di una continuità del gusto e degli interessi manifestati dal suo fondatore. Gian Giacomo
Poldi Pezzoli (1822-1879) infatti, acquistò numerose opere d’arte (in particolare porcellane e armi) realizzate
in Estremo Oriente, secondo la moda dell’Orientalismo, molto in voga in Europa anche nella seconda metà
del XIX secolo.
Il netsuke, oggi considerato una piccola opera d’arte, quasi sempre unica e per
certi versi irripetibile, in origine era concepito per far fronte a esigenze di ordine
pratico. Poiché il kimono giapponese era privo di tasche, gli uomini alla moda lo
utilizzavano come “aggancio” per fermare alcuni tipi di contenitori trattenuti alla
fascia del kimono (obi) grazie ad un laccio stretto da un anello. Potevano così
portare con sé oggetti personali come sigilli, medicine, profumi, spezie, tabacco
e monete. Una sorta di “bottone”, quindi, un accessorio dallo stile raffinato e
dall’elevata qualità artistica. Il netsuke, generalmente realizzato in legno o in
avorio, si è diffuso in Giappone nel XVII secolo durante l’epoca Edo (1615-
1868). Nella seconda metà dell’Ottocento, con l’arrivo degli occidentali, i
giapponesi rinunciarono a molti dei loro costumi tradizionali per adottare quelli
stranieri. I netsuke quindi persero la loro funzione originaria, per diventare oggetto di attenzione di
collezionisti europei e statunitensi i quali hanno dato vita a importantissime raccolte.
Al centro della mostra un vero e proprio mondo in miniatura, composto da autentici capolavori scolpiti, che
offre un osservatorio speciale per intravedere e conoscere la millenaria cultura giapponese.
Il percorso espositivo si articola in base a due grandi filoni tematici – e le loro innumerevoli sottocategorie -
a cui sono riconducibili i temi raffigurati nei netsuke: la Figura Umana e la Natura. Le piccole sculture, infatti,
si susseguono in una sorprendente varietà di soggetti che rappresentano creature fantastiche, esseri
sovrumani, divinità dagli straordinari poteri magici, ma anche personaggi ispirati alla mitologia, alla storia, ai
racconti popolari, alla letteratura, al teatro, alla vita quotidiana a cui si uniscono animali viventi e fantastici,
animali dello zodiaco, fiori, piante, frutti o ortaggi (e molto altro!).
Straordinaria, nella nuova collezione del Poldi Pezzoli, la presenza di un pezzo rarissimo, se non unico. Si
tratta probabilmente del più antico katabori netsuke (netsuke intagliato a tutto tondo) conosciuto al mondo.
Databile tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, l'opera raffigura una Pietà. Testimonianza preziosissima
della diffusione in Giappone del Cristianesimo dalla metà del Cinquecento, poi bandito ufficialmente dal
governo nipponico verso la metà del Seicento.
Notevole è anche la presenza di sei splendidi netsuke realizzati da artisti appartenenti alla “Scuola di
Asakusa” cosiddetta dal nome di un quartiere di Tokyo. Tra questi capolavori, intagliati in avorio oppure in
corno di cervo, e caratterizzati da una grandissima potenza espressiva, almeno tre sono firmati dal più
grande esponente di questo gruppo, il notissimo Kokusai, autore di meravigliosi netsuke, oggi desiderati da
tutti i collezionisti e i musei del mondo.
Nell’ambito dei temi legati alla Figura Umana ben rappresentato nella raccolta è il tema dello straniero.
Portoghesi, olandesi, cinesi, abitanti delle isole dell’Oceano Pacifico erano per i giapponesi del tempo
creature esotiche che solo pochi potevano aver visto dal vero. Gli intagliatori li raffigurarono allora con
grandi nasi, occhi strabuzzati, capelli lunghi e ricci, pelle scura e gambe pelose oppure con abbigliamenti
stravaganti.
Nell’affollato mondo dei netsuke dedicati alla Natura, uno dei temi che ha dato vita a pezzi spettacolari è
quello della flora: le singole specie di vegetali rimandavano a significati simbolici, spesso riguardanti delle
stagioni e il fluire dei ritmi naturali nell’arco dei dodici mesi.
La mostra è curata da Francesco Morena, studioso di arte dell’Estremo Oriente, e coordinata da Andrea Di
Lorenzo, conservatore del Museo Poldi Pezzoli. Il comitato scientifico è costituito da alcuni dei principali
esperti del settore sia in Italia che all’estero.
La raccolta Lanfranchi e opere da prestigiose collezioni internazionali
14 novembre 2008 – 15 marzo 2009
COMUNICATO STAMPA
Milano, 13 novembre 2008
ANTEPRIMA PER LA STAMPA
giovedì 13 novembre ore 11.30
Museo Poldi Pezzoli - Via Manzoni 12 Milano
Sono piccoli, sono sculture in miniatura, sono opere d’arte. Sono i netsuke. Con oltre 400 oggetti, esposti
nella mostra NETSUKE: SCULTURE IN PALMO DI MANO, il Museo Poldi Pezzoli, dal 14 novembre al 15 marzo
2009, racconta storie, leggende e tradizioni della cultura giapponese.
Una prestigiosa esposizione che presenta al pubblico per la prima volta i netsuke provenienti dalla collezione
di Giacinto Ubaldo Lanfranchi (1889-1971), giunta al Museo per legato testamentario nel 2005. Appartenuto
a un’importante famiglia di industriali di Palazzolo sull’Oglio (Bs), che ha fondato un bottonificio
successivamente riconvertito nella produzione di cerniere lampo, Lanfranchi si è distinto per il suo impegno
sociale, professionale e sportivo oltre che per i molteplici interessi culturali. Accanto alle piccole sculture,
raccolte dall’inizio degli anni Cinquanta, l’industriale lombardo, scomparso a soli 49 anni, ha dedicato un
intenso impegno verso gli studi storici e la bibliofilia e ha coltivato una passione collezionistica per i dipinti e
le arti decorative.
La mostra accresce il prestigio e la sua dimensione internazionale grazie alla presenza di circa settanta pezzi
di eccezionale qualità provenienti da collezioni private italiane e dal Linden-Museum di Stoccarda. La
nuova donazione al Museo Poldi Pezzoli arricchisce le molteplici raccolte che appartengono alla casa museo
milanese, nel segno di una continuità del gusto e degli interessi manifestati dal suo fondatore. Gian Giacomo
Poldi Pezzoli (1822-1879) infatti, acquistò numerose opere d’arte (in particolare porcellane e armi) realizzate
in Estremo Oriente, secondo la moda dell’Orientalismo, molto in voga in Europa anche nella seconda metà
del XIX secolo.
Il netsuke, oggi considerato una piccola opera d’arte, quasi sempre unica e per
certi versi irripetibile, in origine era concepito per far fronte a esigenze di ordine
pratico. Poiché il kimono giapponese era privo di tasche, gli uomini alla moda lo
utilizzavano come “aggancio” per fermare alcuni tipi di contenitori trattenuti alla
fascia del kimono (obi) grazie ad un laccio stretto da un anello. Potevano così
portare con sé oggetti personali come sigilli, medicine, profumi, spezie, tabacco
e monete. Una sorta di “bottone”, quindi, un accessorio dallo stile raffinato e
dall’elevata qualità artistica. Il netsuke, generalmente realizzato in legno o in
avorio, si è diffuso in Giappone nel XVII secolo durante l’epoca Edo (1615-
1868). Nella seconda metà dell’Ottocento, con l’arrivo degli occidentali, i
giapponesi rinunciarono a molti dei loro costumi tradizionali per adottare quelli
stranieri. I netsuke quindi persero la loro funzione originaria, per diventare oggetto di attenzione di
collezionisti europei e statunitensi i quali hanno dato vita a importantissime raccolte.
Al centro della mostra un vero e proprio mondo in miniatura, composto da autentici capolavori scolpiti, che
offre un osservatorio speciale per intravedere e conoscere la millenaria cultura giapponese.
Il percorso espositivo si articola in base a due grandi filoni tematici – e le loro innumerevoli sottocategorie -
a cui sono riconducibili i temi raffigurati nei netsuke: la Figura Umana e la Natura. Le piccole sculture, infatti,
si susseguono in una sorprendente varietà di soggetti che rappresentano creature fantastiche, esseri
sovrumani, divinità dagli straordinari poteri magici, ma anche personaggi ispirati alla mitologia, alla storia, ai
racconti popolari, alla letteratura, al teatro, alla vita quotidiana a cui si uniscono animali viventi e fantastici,
animali dello zodiaco, fiori, piante, frutti o ortaggi (e molto altro!).
Straordinaria, nella nuova collezione del Poldi Pezzoli, la presenza di un pezzo rarissimo, se non unico. Si
tratta probabilmente del più antico katabori netsuke (netsuke intagliato a tutto tondo) conosciuto al mondo.
Databile tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, l'opera raffigura una Pietà. Testimonianza preziosissima
della diffusione in Giappone del Cristianesimo dalla metà del Cinquecento, poi bandito ufficialmente dal
governo nipponico verso la metà del Seicento.
Notevole è anche la presenza di sei splendidi netsuke realizzati da artisti appartenenti alla “Scuola di
Asakusa” cosiddetta dal nome di un quartiere di Tokyo. Tra questi capolavori, intagliati in avorio oppure in
corno di cervo, e caratterizzati da una grandissima potenza espressiva, almeno tre sono firmati dal più
grande esponente di questo gruppo, il notissimo Kokusai, autore di meravigliosi netsuke, oggi desiderati da
tutti i collezionisti e i musei del mondo.
Nell’ambito dei temi legati alla Figura Umana ben rappresentato nella raccolta è il tema dello straniero.
Portoghesi, olandesi, cinesi, abitanti delle isole dell’Oceano Pacifico erano per i giapponesi del tempo
creature esotiche che solo pochi potevano aver visto dal vero. Gli intagliatori li raffigurarono allora con
grandi nasi, occhi strabuzzati, capelli lunghi e ricci, pelle scura e gambe pelose oppure con abbigliamenti
stravaganti.
Nell’affollato mondo dei netsuke dedicati alla Natura, uno dei temi che ha dato vita a pezzi spettacolari è
quello della flora: le singole specie di vegetali rimandavano a significati simbolici, spesso riguardanti delle
stagioni e il fluire dei ritmi naturali nell’arco dei dodici mesi.
La mostra è curata da Francesco Morena, studioso di arte dell’Estremo Oriente, e coordinata da Andrea Di
Lorenzo, conservatore del Museo Poldi Pezzoli. Il comitato scientifico è costituito da alcuni dei principali
esperti del settore sia in Italia che all’estero.
14
novembre 2008
Netsuke: sculture in palmo di mano
Dal 14 novembre 2008 al 19 aprile 2009
arti decorative e industriali
arte etnica
arte etnica
Location
MUSEO POLDI PEZZOLI
Milano, Via Alessandro Manzoni, 12, (Milano)
Milano, Via Alessandro Manzoni, 12, (Milano)
Biglietti
€ 8; ridotto: € 5,50, € 5.50 (invece di € 8.00) presentando il biglietto della mostra Samurai o il coupon.
Orario di apertura
Martedì –domenica h. 10.00 - 18.00 Lunedì chiuso
Editore
SILVANA EDITORIALE
Curatore