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New Code
il tema della mostra è la galleria, o meglio, il futuro della galleria
Comunicato stampa
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Le mostre collettive hanno l'ambizione di rispondere a domande. Certe volte queste sono distanti dalla realtá politica, economica e sociale nella quale siamo scaraventati ogni giorno ma rivolgono il loro interesse a quella parte più intima e etica della nostra vita. “NEW CODE” si colloca perfettamente in questa ricerca anche se il tema della mostra è la galleria, o meglio, il futuro della galleria. Questa mostra è lo sviluppo della nostra presentazione a “Anteprima”, la sezione under 35 di MiArt alla quale abbiamo partecipato con lo slogan”+35-35”, giocando con l'età della galleria e quella degli artisti, tutti nati dopo l'apertura nel 1969; una sfida importante per una galleria affermata e un esercizio interessante per farsi delle domande sul futuro piuttosto che guardare indietro a storia e successi. Questa mostra scivola fuori dai rigidi limiti di età imposti dalla fiera e inserisce i lavori di altri artisti che la galleria ha incluso recentemente nel programma. Nello scenario complesso attuale dell'arte contemporanea è ancora possibile per una galleria seguire una linea di pensiero piuttosto che una linea di mercato? Questa linea può essere abbastanza solida da resistere il passare del tempo e determinare il programma della galleria lungo tutta la sua esistenza restando coerente sugli assunti e inaspettato nelle conclusioni?
Brian Alfred con questi paesaggi costruiti e poi dipinti tra l'analogico e il digitale, Eelco Brand con le sue ricreazioni della natura così virtuali fatti di video e immagini ferme, Arthur Duff con le sue istallazioni di fili e parole che giocano con vocabolario e prospettive, Michael Light fotografo di paesaggi reali che non lo sembrano per niente, Tracey Snelling riproduce una realtà Americana fatta di scenografie che mescolano souvenir, curiosità e voyeurismo, Thimothy Tompkins con la pittura di smalto su acciaio che percorre il sottile confine tra fotografia e pittura, Mikhael Subotsky con le sue fotografie a 360º del carcere di Città del Capo piene di ritratti fatti di umanità, conf! ronto e denuncia, Pablo Zuleta-Zahr con il suo continuo e infaticabile lavoro di riorganizzazione delle popolazioni umane.
Brian Alfred con questi paesaggi costruiti e poi dipinti tra l'analogico e il digitale, Eelco Brand con le sue ricreazioni della natura così virtuali fatti di video e immagini ferme, Arthur Duff con le sue istallazioni di fili e parole che giocano con vocabolario e prospettive, Michael Light fotografo di paesaggi reali che non lo sembrano per niente, Tracey Snelling riproduce una realtà Americana fatta di scenografie che mescolano souvenir, curiosità e voyeurismo, Thimothy Tompkins con la pittura di smalto su acciaio che percorre il sottile confine tra fotografia e pittura, Mikhael Subotsky con le sue fotografie a 360º del carcere di Città del Capo piene di ritratti fatti di umanità, conf! ronto e denuncia, Pablo Zuleta-Zahr con il suo continuo e infaticabile lavoro di riorganizzazione delle popolazioni umane.
20
maggio 2006
New Code
Dal 20 maggio al primo luglio 2006
arte contemporanea
Location
STUDIO LA CITTA’
Verona, Lungadige Galtarossa, 21, (Verona)
Verona, Lungadige Galtarossa, 21, (Verona)
Orario di apertura
dal martedi al sabato 9-13 e 15,30-19,30
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