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Nicholas Tolosa – Dall’altro lato del libero arbitrio
Gian Battista Vico, filosofo napoletano vissuto a cavallo dei due secoli ‘600 e ‘700, fu fautore, fra i tanti studi, di quella teoria a noi nota come “teoria dei corsi e ricorsi storici”. La mostra è ispirata a lui.
Comunicato stampa
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Gian Battista Vico, filosofo napoletano vissuto a cavallo dei due secoli ‘600 e ‘700, fu fautore, fra i tanti studi, di quella teoria a noi nota come “teoria dei corsi e ricorsi storici”.
Semplificando le parole del filosofo, la teoria sosteneva che determinati accadimenti vengono ripetuti, nel corso della storia per l’appunto, in egual modo, anche a distanza di tempo, senza un preciso ordine, ma grazie a un disegno provvidenziale.
Mettendo da parte la divina provvidenza, siamo quasi tutti pronti ad affermare che una, magari casuale, ciclicità sia sempre stata presente nella storia dell’umanità.
E la storia dell’arte non pare esser da meno. L’oscillazione ciclica tra le ricerche figurative e tutte quelle che ricercano e vanno oltre la semplice figurazione è sempre stata una costante, e accade spesso, quando scattano eccessivi attacchi al tradizionale gesto pittorico, che lei, la pittura, scende in guerra per resistere, cercando di tornare concorrenziale.
Il gesto pittorico di Nicholas Tolosa rientra, a mio avviso, tra le altre accezioni relative alla sua opera, in questa resistenza concorrenziale della pittura.
La solida formazione accademica, conseguita all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dell’artista, dà alle sue opere quel carattere tradizionale, ma con altrettanta modernità, lo sguardo di Tolosa ne conferisce estrema attualità.
In un’epoca dove artisticamente sembra essere stato sperimentato già tutto, dove sembra si punti esclusivamente a un’effimera provocazione, il più delle volte vacua da significati, la produzione artistica di Nicholas Tolosa ha l’ambizione di caricare di senso il fare arte, il fare pittura.
È tangibile nei suoi quadri l’impeto caratteriale di chi vuole dare voce a chi voce non ce l’ha. Ha più volte dichiarato: Non so se il mio lavoro interessa agli altri e non mi pongo il problema. Io dipingo per necessità e per trasmettere un messaggio, per dare voce a chi non ce l’ ha, voce alle mie periferie umane, coloro che quotidianamente vengono messi da parte.
La mostra di Nicholas Tolosa raccoglie una selezione di opere, tra le più recenti dell’artista, scelte con lo scopo di metterci di fronte alle conseguenze generate dal libero arbitrio, l’ancestrale scelta a cui siamo chiamati a rispondere, la scelta tra il bene e il male.
Ecco dispiegate qui di fronte ai nostri occhi le conseguenze di chi ha scelto il male o subito il male. Scene presentate con drammaticità, grazie all’utilizzo sapiente del bianco e nero e le sue relative scale tonali dei grigi, quasi ad indicare metaforicamente quanto labile sia la linea di demarcazione tra il bene e il male, e quanto facile sia pendere verso l’uno o l’altro.
Se nel nero identifichiamo il male e nel bianco il bene, nei grigi, negli innumerevoli e mutevoli grigi, possiamo identificare noi stessi, gli spettatori inermi, a volte passivi, di fronte al male, rassegnati dalla sua presenza, che da sempre ci accompagna.
Il punto di vista Tolosiano può essere racchiuso emblematicamente nell’opera Dormi, una personale rappresentazione pittorica del celeberrimo Cristo velato, opera scultorea conservata nella Cappella san Severo di Napoli. Un cristo dormiente che veglia l’umanità, nel tentativo salvifico di estirpare tutta quella meschinità, dall’uomo stesso creata.
Una ricerca che inizia e prosegue con il fine ultimo della presa di coscienza, del sapere. Una ricca, solida e coerente ricerca quella di Tolosa, che coinvolge anche l’interazione emotiva dello stesso artista con i personaggi messi in scena.
L’arte è emozione afferma l’artista e questo è anche l’invito primo della mostra, emozionarsi, perché dall’emozione nascono le scelte.
Semplificando le parole del filosofo, la teoria sosteneva che determinati accadimenti vengono ripetuti, nel corso della storia per l’appunto, in egual modo, anche a distanza di tempo, senza un preciso ordine, ma grazie a un disegno provvidenziale.
Mettendo da parte la divina provvidenza, siamo quasi tutti pronti ad affermare che una, magari casuale, ciclicità sia sempre stata presente nella storia dell’umanità.
E la storia dell’arte non pare esser da meno. L’oscillazione ciclica tra le ricerche figurative e tutte quelle che ricercano e vanno oltre la semplice figurazione è sempre stata una costante, e accade spesso, quando scattano eccessivi attacchi al tradizionale gesto pittorico, che lei, la pittura, scende in guerra per resistere, cercando di tornare concorrenziale.
Il gesto pittorico di Nicholas Tolosa rientra, a mio avviso, tra le altre accezioni relative alla sua opera, in questa resistenza concorrenziale della pittura.
La solida formazione accademica, conseguita all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dell’artista, dà alle sue opere quel carattere tradizionale, ma con altrettanta modernità, lo sguardo di Tolosa ne conferisce estrema attualità.
In un’epoca dove artisticamente sembra essere stato sperimentato già tutto, dove sembra si punti esclusivamente a un’effimera provocazione, il più delle volte vacua da significati, la produzione artistica di Nicholas Tolosa ha l’ambizione di caricare di senso il fare arte, il fare pittura.
È tangibile nei suoi quadri l’impeto caratteriale di chi vuole dare voce a chi voce non ce l’ha. Ha più volte dichiarato: Non so se il mio lavoro interessa agli altri e non mi pongo il problema. Io dipingo per necessità e per trasmettere un messaggio, per dare voce a chi non ce l’ ha, voce alle mie periferie umane, coloro che quotidianamente vengono messi da parte.
La mostra di Nicholas Tolosa raccoglie una selezione di opere, tra le più recenti dell’artista, scelte con lo scopo di metterci di fronte alle conseguenze generate dal libero arbitrio, l’ancestrale scelta a cui siamo chiamati a rispondere, la scelta tra il bene e il male.
Ecco dispiegate qui di fronte ai nostri occhi le conseguenze di chi ha scelto il male o subito il male. Scene presentate con drammaticità, grazie all’utilizzo sapiente del bianco e nero e le sue relative scale tonali dei grigi, quasi ad indicare metaforicamente quanto labile sia la linea di demarcazione tra il bene e il male, e quanto facile sia pendere verso l’uno o l’altro.
Se nel nero identifichiamo il male e nel bianco il bene, nei grigi, negli innumerevoli e mutevoli grigi, possiamo identificare noi stessi, gli spettatori inermi, a volte passivi, di fronte al male, rassegnati dalla sua presenza, che da sempre ci accompagna.
Il punto di vista Tolosiano può essere racchiuso emblematicamente nell’opera Dormi, una personale rappresentazione pittorica del celeberrimo Cristo velato, opera scultorea conservata nella Cappella san Severo di Napoli. Un cristo dormiente che veglia l’umanità, nel tentativo salvifico di estirpare tutta quella meschinità, dall’uomo stesso creata.
Una ricerca che inizia e prosegue con il fine ultimo della presa di coscienza, del sapere. Una ricca, solida e coerente ricerca quella di Tolosa, che coinvolge anche l’interazione emotiva dello stesso artista con i personaggi messi in scena.
L’arte è emozione afferma l’artista e questo è anche l’invito primo della mostra, emozionarsi, perché dall’emozione nascono le scelte.
14
luglio 2016
Nicholas Tolosa – Dall’altro lato del libero arbitrio
Dal 14 al 31 luglio 2016
arte contemporanea
Location
PAN – PALAZZO DELLE ARTI DI NAPOLI
Napoli, Via Dei Mille, 60, (Napoli)
Napoli, Via Dei Mille, 60, (Napoli)
Orario di apertura
9:30 - 19:30; domenica 9:30 - 14:30
Vernissage
14 Luglio 2016, h 17.30
Autore
Curatore