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Nicholas Tolosa – Il paradiso spezzato
Le immagini presentate dall’artista napoletano Nicholas Tolosa sono indissolubili nel tempo, come del resto lo è la tecnica pittorica in acrilico delle sue tele in bianco e nero. Al centro delle sue composizioni vi è la figura umana. Erroneamente si è soliti pensare che l’arte contemporanea abbia…
Comunicato stampa
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Le immagini presentate dall’artista napoletano Nicholas Tolosa sono indissolubili nel tempo, come del resto lo è la tecnica pittorica in acrilico delle sue tele in bianco e nero. Al centro delle sue composizioni vi è la figura umana. Erroneamente si è soliti pensare che l’arte contemporanea abbia abbandonato la figurazione in virtù dell’astrazione. Al contrario, nella poetica di Nicholas Tolosa rimane vivo il concetto di figura umana anche se spesso incline alla deformazione dell’immagine. L’artista rappresenta una sorte di commedia umana, con soggetti distanti per geografia ma non lontani nello spirito. La scelta di mettere in primo piano l’individuo e il suo comportamento rende più efficace la diffusione di temi scottanti, quali l’incapacità dell’uomo di vivere dentro la propria esistenza e il degrado sociale.
L’attenzione al sentire interiore, al fare silenzioso e contemplativo, all’indagine introspettiva dell’artista, pone l’accento ancora una volta, sull’utilizzazione dell’arte come mezzo di comunicazione. L’atto del disegnare rappresenta per l’artista una soluzione terapeutica per dominare il senso di angoscia e si rivela un alfabeto astratto del sentire e del nevrotico bisogno di raccontare. Tolosa appartiene alla categoria che Marchall McLuhan nel suo libro Understanding Media del 1964, definisce come artisti in grado di vedere oltre l’occhio umano prevedendo i cambiamenti ai quali ci sottopone la società e con esso il mutare del nostro modo di vivere.
Sono le immagini, quasi tutte presentate in bianco e nero, a parlarci del significato intrinseco dell’opera che ho identificato con il termine “paradiso spezzato”. Il cammino dell’uomo sembra non condurre verso l’apoteosi ma rimane immobile nel limbo infernale dei propri peccati. Difatti, la domanda che viene da porsi è: Siamo consapevoli di esistere e per quale scopo? A tal proposito, appare suggestiva l’opera Urlo della pace dove in completa antitesi rispetto all’immagine di Cristo solitamente rappresentato dolorante, una vittima silenziosa delle proprie sofferenze, o indifeso, come vittima innocente dei peccati dell’uomo, il titolo si fa visivamente portavoce di tutti i dolori dell’umanità: un segnale forte quello che si vuole trasmettere, di denuncia ma soprattutto di opposizione a tutto ciò che ci rende ingiusti.
In maschera quotidiana affronta il tema dell’impossibilità della conoscenza umana, per dirla alla maniera pirandelliana: ogni persona si maschera dietro un’altra identità al di fuori di noi e si reinventa sotto mentite spoglie imposte dalla società e dai valori. Tolosa con pochi tratti riesce a presentare l’attitudine dell’uomo contemporaneo, attento più all’apparire che non all’essere unico nel proprio mondo. E' senz’altro indicativo il fatto che non si riesca a distinguere il soggetto rappresentato e questo rende evidente il messaggio dell’artista: l’importanza della vera essenza contro l’apparenza.
In Nelle mani nulla e in Incontro con il destino, l’artista tenta di comprendere le ragioni umane degli oppressori: non ci sono né vinti né vincitori. Nicholas Tolosa s’interessa soltanto a quello che l’uomo è capace di fare all’altro ed a come il caos della guerra trasformi le persone in carnefici.
Nell’opera intitolata Tempo, l’artista trasfigura in immagine il concetto di fugacità. Lo scorrere ossessivo del tempo che segna le tappe della nostra esistenza, simboleggiato dal volto scavato del vecchio, da un senso di vertigine come se le ore e i giorni a nostra disposizione non fossero mai abbastanza, ossessionati dal vivere a lungo, la terra sembra mancare continuamente sotto i nostri piedi. Per dirla come Ungaretti: “ Si sta come d’autunno sugli alberi e le foglie”.
Nelle opere Napoletanità’ e Da Salernum a Salerno, l’artista auspica un risveglio dell’operare comune per questioni quali identità ed etica. Oltre a sensibilizzare il pubblico sul problema della solitudine urbana, mostra la volontà di ripristinare quel necessario equilibrio tra il dare e l’avere che è alla base di ogni rapporto umano. Tolosa difende il ruolo dell’artista engagé, interviene in modo esplicito sulle questioni che riguardano la democrazia, l’uguaglianza, la costruzione di pace, la ricerca di libertà e giustizia. L’artista riporta nel quadro sia il vissuto che la realtà odierna della sua città.
E’ utile soffermarci sulla tecnica utilizzata da Tolosa all’interno delle sue opere, un insieme di immagini che sembrano trasposte in pellicola. Il doppio registro pittura-fotografia della composizione pone l’accento sulla linea sottile che intercorre tra immagine e immaginario. Quest’ultimo a differenza dell’immagine, non si limita a stimolare il solo senso della vista ma propone un’esperienza emotiva, di mediazione tra il soggetto e la realtà. L’artista pertanto guarda oltre l’esperienza visiva, non propone la realtà tale e quale ma una realtà abbellita, esteticamente intensificata, da sogno appunto.
Nelle opere di Tolosa, si elimina la distanza tra spettatore e artista: chi guarda l’opera non è solamente il destinatario ma anche l’artefice insieme all’artista stesso del processo creativo poichè l’intento è proprio quello di scuotere il pubblico. All’osservatore si lascia il compito di scegliere con quale sguardo percepire l’opera. L’artista fa propria la capacità evocativa di saper coinvolgere lo spettatore il quale, a sua volta, diventa testimone lui stesso della realtà in cui vive.
Da un lato vi è una ricerca del vero, dall’altro una ricerca dell’effimero: le immagini diventano simbolo sia di una realtà nuda e cruda sia di una realtà fatta di sogni e follia, che ho identificato con il termine paradiso spezzato.
Nicholas Tolosa scruta l’altro alla ricerca di se stesso, come un regista entra nell’inquadratura e disegna la scena come fosse un’azione di teatro. Per questo, molte immagini sono toccanti e sconcertanti allo stesso tempo e lasciano aperte a domande esistenziali cui non sappiamo dare risposta. Tolosa può essere definito un demiurgo contemporaneo, regista di cose, fatti, persone e luoghi, che guida immagini e attori. Difatti, i soggetti figurativi di Tolosa sono spesso persone, ossia i protagonisti della sua esistenza e, in generale, della nostra umana realtà.
I disegni presentano un linguaggio essenziale, le figure fortemente stilizzate sembrano presentare un taglio illustrativo. L’assenza dei corpi, elemento distintivo delle sue opere, simboleggia la morte epica e fisica del corpo verso una più consapevole ricerca spirituale. L’orientamento alla riduzione dell’opera ai suoi minimi termini è visibile ai nostri occhi attraverso la rappresentazione dei corpi spigolosi e sofferenti.
L’attenzione al sentire interiore, al fare silenzioso e contemplativo, all’indagine introspettiva dell’artista, pone l’accento ancora una volta, sull’utilizzazione dell’arte come mezzo di comunicazione. L’atto del disegnare rappresenta per l’artista una soluzione terapeutica per dominare il senso di angoscia e si rivela un alfabeto astratto del sentire e del nevrotico bisogno di raccontare. Tolosa appartiene alla categoria che Marchall McLuhan nel suo libro Understanding Media del 1964, definisce come artisti in grado di vedere oltre l’occhio umano prevedendo i cambiamenti ai quali ci sottopone la società e con esso il mutare del nostro modo di vivere.
Sono le immagini, quasi tutte presentate in bianco e nero, a parlarci del significato intrinseco dell’opera che ho identificato con il termine “paradiso spezzato”. Il cammino dell’uomo sembra non condurre verso l’apoteosi ma rimane immobile nel limbo infernale dei propri peccati. Difatti, la domanda che viene da porsi è: Siamo consapevoli di esistere e per quale scopo? A tal proposito, appare suggestiva l’opera Urlo della pace dove in completa antitesi rispetto all’immagine di Cristo solitamente rappresentato dolorante, una vittima silenziosa delle proprie sofferenze, o indifeso, come vittima innocente dei peccati dell’uomo, il titolo si fa visivamente portavoce di tutti i dolori dell’umanità: un segnale forte quello che si vuole trasmettere, di denuncia ma soprattutto di opposizione a tutto ciò che ci rende ingiusti.
In maschera quotidiana affronta il tema dell’impossibilità della conoscenza umana, per dirla alla maniera pirandelliana: ogni persona si maschera dietro un’altra identità al di fuori di noi e si reinventa sotto mentite spoglie imposte dalla società e dai valori. Tolosa con pochi tratti riesce a presentare l’attitudine dell’uomo contemporaneo, attento più all’apparire che non all’essere unico nel proprio mondo. E' senz’altro indicativo il fatto che non si riesca a distinguere il soggetto rappresentato e questo rende evidente il messaggio dell’artista: l’importanza della vera essenza contro l’apparenza.
In Nelle mani nulla e in Incontro con il destino, l’artista tenta di comprendere le ragioni umane degli oppressori: non ci sono né vinti né vincitori. Nicholas Tolosa s’interessa soltanto a quello che l’uomo è capace di fare all’altro ed a come il caos della guerra trasformi le persone in carnefici.
Nell’opera intitolata Tempo, l’artista trasfigura in immagine il concetto di fugacità. Lo scorrere ossessivo del tempo che segna le tappe della nostra esistenza, simboleggiato dal volto scavato del vecchio, da un senso di vertigine come se le ore e i giorni a nostra disposizione non fossero mai abbastanza, ossessionati dal vivere a lungo, la terra sembra mancare continuamente sotto i nostri piedi. Per dirla come Ungaretti: “ Si sta come d’autunno sugli alberi e le foglie”.
Nelle opere Napoletanità’ e Da Salernum a Salerno, l’artista auspica un risveglio dell’operare comune per questioni quali identità ed etica. Oltre a sensibilizzare il pubblico sul problema della solitudine urbana, mostra la volontà di ripristinare quel necessario equilibrio tra il dare e l’avere che è alla base di ogni rapporto umano. Tolosa difende il ruolo dell’artista engagé, interviene in modo esplicito sulle questioni che riguardano la democrazia, l’uguaglianza, la costruzione di pace, la ricerca di libertà e giustizia. L’artista riporta nel quadro sia il vissuto che la realtà odierna della sua città.
E’ utile soffermarci sulla tecnica utilizzata da Tolosa all’interno delle sue opere, un insieme di immagini che sembrano trasposte in pellicola. Il doppio registro pittura-fotografia della composizione pone l’accento sulla linea sottile che intercorre tra immagine e immaginario. Quest’ultimo a differenza dell’immagine, non si limita a stimolare il solo senso della vista ma propone un’esperienza emotiva, di mediazione tra il soggetto e la realtà. L’artista pertanto guarda oltre l’esperienza visiva, non propone la realtà tale e quale ma una realtà abbellita, esteticamente intensificata, da sogno appunto.
Nelle opere di Tolosa, si elimina la distanza tra spettatore e artista: chi guarda l’opera non è solamente il destinatario ma anche l’artefice insieme all’artista stesso del processo creativo poichè l’intento è proprio quello di scuotere il pubblico. All’osservatore si lascia il compito di scegliere con quale sguardo percepire l’opera. L’artista fa propria la capacità evocativa di saper coinvolgere lo spettatore il quale, a sua volta, diventa testimone lui stesso della realtà in cui vive.
Da un lato vi è una ricerca del vero, dall’altro una ricerca dell’effimero: le immagini diventano simbolo sia di una realtà nuda e cruda sia di una realtà fatta di sogni e follia, che ho identificato con il termine paradiso spezzato.
Nicholas Tolosa scruta l’altro alla ricerca di se stesso, come un regista entra nell’inquadratura e disegna la scena come fosse un’azione di teatro. Per questo, molte immagini sono toccanti e sconcertanti allo stesso tempo e lasciano aperte a domande esistenziali cui non sappiamo dare risposta. Tolosa può essere definito un demiurgo contemporaneo, regista di cose, fatti, persone e luoghi, che guida immagini e attori. Difatti, i soggetti figurativi di Tolosa sono spesso persone, ossia i protagonisti della sua esistenza e, in generale, della nostra umana realtà.
I disegni presentano un linguaggio essenziale, le figure fortemente stilizzate sembrano presentare un taglio illustrativo. L’assenza dei corpi, elemento distintivo delle sue opere, simboleggia la morte epica e fisica del corpo verso una più consapevole ricerca spirituale. L’orientamento alla riduzione dell’opera ai suoi minimi termini è visibile ai nostri occhi attraverso la rappresentazione dei corpi spigolosi e sofferenti.
14
ottobre 2016
Nicholas Tolosa – Il paradiso spezzato
Dal 14 al 21 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE TECLA
Napoli, Via Toledo, 424, (Napoli)
Napoli, Via Toledo, 424, (Napoli)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
14 Ottobre 2016, 15.00
Autore
Curatore