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Nicholas Tolosa – Nero a metà
La produzione artistica di Nicholas Tolosa è un appello morale a riflettere su temi sociali cui si sente particolarmente sensibile, come i soprusi dell’uomo sull’uomo che provocano violenze, sofferenze, povertà, come le avversità del destino e il disincanto dei bambini.
I soggetti dipinti…
Comunicato stampa
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La produzione artistica di Nicholas Tolosa è un appello morale a riflettere su temi sociali cui si sente particolarmente sensibile, come i soprusi dell’uomo sull’uomo che provocano violenze, sofferenze, povertà, come le avversità del destino e il disincanto dei bambini.
I soggetti dipinti denunciano lo smarrimento umano del proprio senso civico, spirituale e intellettivo.
Nei suoi quadri nulla è sottinteso, tutto si manifesta attraverso gli occhi dei personaggi raffigurati, che arrivano allo spettatore incisivi, intensi, vibranti, capaci di rapirlo e di trasportarlo nel proprio dolore, nella propria ineluttabile condizione d’infelicità e di sconfitta.
I suoi uomini vinti, le cui vite sono state rubate, hanno perso la speranza e si rifugiano nella nostalgia, vagando come anime smarrite in paesaggi altrettanto desolati e malinconici, senza tuttavia rinunciare alla loro dignità.
Queste figure spigolose, “incise” sulla tela, sembrano atemporali e sospese, come frammenti di ieri e di domani, perché raccontano un male universale, quello che l’uomo ha fatto al suo prossimo, e che continuerà a fare, perché figlio di un odio distruttore della vita.
Di fronte al quadro “Non guardare”, in cui una bambina copre ingenuamente gli occhi alla sua bambola per nasconderle ciò che a lei provoca dolore e tristezza, lo spettatore si lascia accompagnare dal suo sguardo, e da quel gesto commovente, che diventa la stella cometa da seguire perché qualunque realtà lei stia vedendo, oltrepassa il quadro ed entra nel suo stesso presente.
La sensibilità di Tolosa si esprime emblematicamente sui temi della Shoah, più volte ripresi, in “Treblinka”, “Nelle mani nulla” e “Ultimo istante”, che non si limitano alla semplice rappresentazione storica, ma vogliono racchiudere tutta la storia, anche quell’ancora da scrivere, poiché le ingiustizie sociali e le guerre di religione non finiranno mai.
Fortemente introspettivo è anche il contributo dato dal pittore su Napoli di cui raffigura uno degli aspetti più rappresentativi, quello “drammaticamente” ironico. Per raccontare, infatti, il senso della mediocrità con cui il popolo napoletano vive i disagi sociali e culturali della propria città, Tolosa sceglie la maschera di Pulcinella, in “Napoletanità” e in “Maschera quotidiana”, quale icona della risposta beffarda ai problemi e ai disagi del vivere contemporaneo.
La scelta stilistica di utilizzare solo i colori acrilici bianco e nero, sfumati all’infinito dal grigio, che rispecchia le sensazioni personali del pittore rispetto a essi, diventa lo strumento per esaltare il contenuto drammatico dei temi trattati. Nelle sue composizioni i due colori sono complementari e il nero diventa un “nero a metà” perché illuminato dall’immortale speranza del bianco.
Fanno parte del medesimo “gioco pittorico” gli sfondi scenografici che rievocano quinte teatrali e presentano all’osservatore una sorta di reportage fotografico che cerca un dialogo oltre il tempo.
Lo spettatore coglie le provocazioni del pittore, che attraverso una sintesi espressiva di assoluta potenza, sostituisce la visione pessimista con quel senso di realismo, forse crudo, amaro ma necessariamente vero che contraddistingue il suo stile.
I soggetti dipinti denunciano lo smarrimento umano del proprio senso civico, spirituale e intellettivo.
Nei suoi quadri nulla è sottinteso, tutto si manifesta attraverso gli occhi dei personaggi raffigurati, che arrivano allo spettatore incisivi, intensi, vibranti, capaci di rapirlo e di trasportarlo nel proprio dolore, nella propria ineluttabile condizione d’infelicità e di sconfitta.
I suoi uomini vinti, le cui vite sono state rubate, hanno perso la speranza e si rifugiano nella nostalgia, vagando come anime smarrite in paesaggi altrettanto desolati e malinconici, senza tuttavia rinunciare alla loro dignità.
Queste figure spigolose, “incise” sulla tela, sembrano atemporali e sospese, come frammenti di ieri e di domani, perché raccontano un male universale, quello che l’uomo ha fatto al suo prossimo, e che continuerà a fare, perché figlio di un odio distruttore della vita.
Di fronte al quadro “Non guardare”, in cui una bambina copre ingenuamente gli occhi alla sua bambola per nasconderle ciò che a lei provoca dolore e tristezza, lo spettatore si lascia accompagnare dal suo sguardo, e da quel gesto commovente, che diventa la stella cometa da seguire perché qualunque realtà lei stia vedendo, oltrepassa il quadro ed entra nel suo stesso presente.
La sensibilità di Tolosa si esprime emblematicamente sui temi della Shoah, più volte ripresi, in “Treblinka”, “Nelle mani nulla” e “Ultimo istante”, che non si limitano alla semplice rappresentazione storica, ma vogliono racchiudere tutta la storia, anche quell’ancora da scrivere, poiché le ingiustizie sociali e le guerre di religione non finiranno mai.
Fortemente introspettivo è anche il contributo dato dal pittore su Napoli di cui raffigura uno degli aspetti più rappresentativi, quello “drammaticamente” ironico. Per raccontare, infatti, il senso della mediocrità con cui il popolo napoletano vive i disagi sociali e culturali della propria città, Tolosa sceglie la maschera di Pulcinella, in “Napoletanità” e in “Maschera quotidiana”, quale icona della risposta beffarda ai problemi e ai disagi del vivere contemporaneo.
La scelta stilistica di utilizzare solo i colori acrilici bianco e nero, sfumati all’infinito dal grigio, che rispecchia le sensazioni personali del pittore rispetto a essi, diventa lo strumento per esaltare il contenuto drammatico dei temi trattati. Nelle sue composizioni i due colori sono complementari e il nero diventa un “nero a metà” perché illuminato dall’immortale speranza del bianco.
Fanno parte del medesimo “gioco pittorico” gli sfondi scenografici che rievocano quinte teatrali e presentano all’osservatore una sorta di reportage fotografico che cerca un dialogo oltre il tempo.
Lo spettatore coglie le provocazioni del pittore, che attraverso una sintesi espressiva di assoluta potenza, sostituisce la visione pessimista con quel senso di realismo, forse crudo, amaro ma necessariamente vero che contraddistingue il suo stile.
07
maggio 2016
Nicholas Tolosa – Nero a metà
Dal 07 all'otto maggio 2016
arte contemporanea
Location
CHIESA DI SAN TOMMASO A CAPUANA
Napoli, Via Dei Tribunali, 216, (Napoli)
Napoli, Via Dei Tribunali, 216, (Napoli)
Orario di apertura
sabato 17-19;
domenica 10:30-13 / 17-19
Vernissage
7 Maggio 2016, 17.00
Sito web
nicholastolosa.jimdo.com
Autore
Curatore