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Nicholas Tolosa – Sic volvere parcas
È dalla mitologia classica che nascono Cloto –filatrice di vita-, Lachesi –fissatrice di sorte- e Atropo –irremovibilità della morte-: le tre Parche.
Le superbe tessitrici di vita regolano il destino dell’uomo, dalla nascita fino all’ultimo istante di vita, come in un complesso e intricato…
Comunicato stampa
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È dalla mitologia classica che nascono Cloto –filatrice di vita-, Lachesi –fissatrice di sorte- e Atropo –irremovibilità della morte-: le tre Parche.
Le superbe tessitrici di vita regolano il destino dell’uomo, dalla nascita fino all’ultimo istante di vita, come in un complesso e intricato disegno che cattura e imprigiona. Il silenzioso ed inesorabile filare delle Dee, è l’espressione della fissità delle leggi morali e fisiche che regolano il divenire universale e rende immutabile, nonché costante, l’equilibrio sociale.
L’espressione virgiliana “Sic volvere Parcas” può essere attualizzata con “così ha voluto il destino”: un melanconico racconto che l’artista Nicholas Tolosa dispiega in una galleria di frammenti umani, in cui i vinti della società moderna sono silenziosi protagonisti di uno status quo imposto dal destino. Queste “periferie umane”, come le definisce l’artista, nient’altro sono che un urlo muto di eroi quotidiani che, attraverso l’accettazione della loro ineluttabile sorte, criticano una società che si fonda sui pilastri dei valori materiali, rappresentanti una vuota umanità.
Nicholas Tolosa comunica in modo eloquente questa realtà ignorata attraverso la scelta di uno stile figurativo dal taglio preciso, caratterizzato da linee spezzate e dure, che vanno a costituire il primo piano di una scenografia studiata nei minimi dettagli. Per la scelta della materia, si predilige l’uso acrilico del bianco e nero su tela: “Il bianco e il nero- così dice l’artista, spiegando il suo rapporto con la materia cromatica- sono colore vivo, il colore della denuncia, della verità. Gli altri colori mi emozionano ma non ho la necessità di utilizzarli”. Questa filosofica scelta dell’uso dei, cosiddetti, non colori, permette l’accesso alla scala cromatica del “grigio drammatico”, in grado di accentuare l’estrema sintesi formale, aumentando la partecipazione appassionata del fruitore dell’opera, nei riguardi di una sofferenza umana universale, frutto della barbarie del mondo.
Definisco le opere di Nicholas Tolosa come schegge di vita, uno squarcio sul mondo, che sono la coinvolgente e appassionata condivisione dell’artista delle furenti vicende collettive. Le atmosfere sospese dei suoi dipinti, il silenzio delle scene ci narrano una perdita di speranza ma sono, comunque, trionfanti, un inno al proseguo della vita: nei germogli di una nuova esistenza umana si cela la vittoria sul dolore e sul fato, apparentemente non controllabile.
Le superbe tessitrici di vita regolano il destino dell’uomo, dalla nascita fino all’ultimo istante di vita, come in un complesso e intricato disegno che cattura e imprigiona. Il silenzioso ed inesorabile filare delle Dee, è l’espressione della fissità delle leggi morali e fisiche che regolano il divenire universale e rende immutabile, nonché costante, l’equilibrio sociale.
L’espressione virgiliana “Sic volvere Parcas” può essere attualizzata con “così ha voluto il destino”: un melanconico racconto che l’artista Nicholas Tolosa dispiega in una galleria di frammenti umani, in cui i vinti della società moderna sono silenziosi protagonisti di uno status quo imposto dal destino. Queste “periferie umane”, come le definisce l’artista, nient’altro sono che un urlo muto di eroi quotidiani che, attraverso l’accettazione della loro ineluttabile sorte, criticano una società che si fonda sui pilastri dei valori materiali, rappresentanti una vuota umanità.
Nicholas Tolosa comunica in modo eloquente questa realtà ignorata attraverso la scelta di uno stile figurativo dal taglio preciso, caratterizzato da linee spezzate e dure, che vanno a costituire il primo piano di una scenografia studiata nei minimi dettagli. Per la scelta della materia, si predilige l’uso acrilico del bianco e nero su tela: “Il bianco e il nero- così dice l’artista, spiegando il suo rapporto con la materia cromatica- sono colore vivo, il colore della denuncia, della verità. Gli altri colori mi emozionano ma non ho la necessità di utilizzarli”. Questa filosofica scelta dell’uso dei, cosiddetti, non colori, permette l’accesso alla scala cromatica del “grigio drammatico”, in grado di accentuare l’estrema sintesi formale, aumentando la partecipazione appassionata del fruitore dell’opera, nei riguardi di una sofferenza umana universale, frutto della barbarie del mondo.
Definisco le opere di Nicholas Tolosa come schegge di vita, uno squarcio sul mondo, che sono la coinvolgente e appassionata condivisione dell’artista delle furenti vicende collettive. Le atmosfere sospese dei suoi dipinti, il silenzio delle scene ci narrano una perdita di speranza ma sono, comunque, trionfanti, un inno al proseguo della vita: nei germogli di una nuova esistenza umana si cela la vittoria sul dolore e sul fato, apparentemente non controllabile.
26
gennaio 2016
Nicholas Tolosa – Sic volvere parcas
Dal 26 gennaio al 07 febbraio 2016
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE TECLA
Napoli, Via Toledo, 424, (Napoli)
Napoli, Via Toledo, 424, (Napoli)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
26 Gennaio 2016, h 20
Autore
Curatore