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Nicholas Tolosa – Visitazione del dramma contemporaneo
Lineamenti duri e occhi sbarrati, visi lignei e sguardo malinconico, questi sono i volti dei dipinti di Nicholas Tolosa, giovane ed emergente artista del salernitano (Eboli), tra l’altro insegnante di disegno e storia dell’arte.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Domenica 5 Febbraio 2017, presso Le Scuderie di Villa Favorita, ad
Ercolano (Na), in Corso Resina 330, si inaugura alle 18,30 una
mostra personale d’Arte contemporanea di Nicholas Tolosa con con
il patrocinio morale del Comune di Ercolano, sotto il Matronato della
Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli e con
il patrocinio dell’ Osservatorio Comunicazione Partecipazione
Culture Giovanili (OCPG) dell’ Università di Salerno con il contributo
critico di Sabrina Pugliese, intitolata: “VISITAZIONE DEL DRAMMA
CONTEMPORANEO”.
Lineamenti duri e occhi sbarrati, visi lignei e sguardo malinconico,
questi sono i volti dei dipinti di Nicholas Tolosa, giovane ed
emergente artista del salernitano (Eboli), tra l’altro insegnante di
disegno e storia dell’arte. Questo è lo scenario della mostra in
allestimento che racchiude la produzione artistica di Tolosa dal
2009 al 2015. Un’apparente fotografia che deturpa i volti per poterli
rielaborare secondo una visione umana e non meccanica. Qui non
sono disegnati volti michelangioleschi, non c’è la perfezione
anatomica della Pietà vaticana eppure la drammaticità incombe
sonora sulle menti degli osservatori.
Visitare l’altro, prestargli ascolto ed attenzione, a questo ci invita
Tolosa. Nell’inarrestabile società di massa, la visitazione è ormai
l’unica forma di conoscenza, perché soltanto vis à vis non si può
evitare il confronto con l’altro, con il diverso, con l’ignoto. Perché
ciò che è misterioso ci mette alla prova e l’uomo moderno, così
fragile e smarrito, ha paura di perdere anche quei pochi punti di
riferimento a cui può ancora aggrapparsi. Eppure Tolosa,
acutamente, spinge l’occhio dell’osservatore verso lo sguardo altrui,
o meglio, è il soggetto ritratto che cattura l’attenzione dell’altro.
Non ci resta che la visitazione come forma di conoscenza, l’unica
possibile, l’unica che non può escludere l’ammirazione del volto
umano. Quindi, visitare vuol dire agire, porre il proprio segno nel
mondo, mediare tra me e l’altro. Tramite la diversità finora
ignorata, il soggetto pensante può ricollocarsi nel sistema della
società, ridefinire la sua identità, e, dunque, in sostanza,
autoriconoscersi così come fa Tolosa nel suo acrilico su tela del
2011, “Autoritratto”. Quest’opera non sarà esposta nella mostra di
riferimento ma è segno del profondo lavoro che l’artista ha fatto
innanzitutto su se stesso prima che sugli altri. Se non si è capaci
ma, soprattutto disposti, a guardare dentro se stessi, come si può
pretendere di entrare in confidenza con l’altro? Appunto, la con-
fidenza presuppone una fiducia condivisa che può avvenire solo
nell’ambito della collettività. L’uomo è un essere sociale. Questo
continua a ribadire Tolosa, perciò non può più tollerare le
aberrazioni e, ancor di più, le emarginazioni sociali nel XXI secolo.
Non possiamo fare a meno del contatto con l’altro, per questo qui
non si rinnega l’idea di collettività ma la formalità dei rapporti, le
convenzioni sociali, la mancanza di autenticità umana.
La percezione della realtà è intus, dentro di noi, quindi, intima.
Tolosa non sperimenta lo stato di trans tipico, ad esempio, di
Pollock ma fa in modo che lo shock sia riversato sull’osservatore. È
lui che deve rielaborare e riflettere. Questa non è un’arte di massa,
non la si può riprodurre in serie, meccanicamente, non rende
immediatamente il senso del bello, perché la bellezza è da ricercare
prima negli occhi del soggetto osservato e poi in quello osservante.
Il fil rouge di questa mostra è il nosce te ipsum, conosci te stesso
senza dimenticare l’altro, il diverso in rapporto anche al trascorrere
del tempo. Anche il mio Io passato è diverso rispetto all’Io
presente.
L’analisi sulla realtà è però impietosa perché drammatica è
l’esistenza stessa. Tolosa non si limita a rappresentare ma desidera
ardentemente denunciare. Non è propriamente un artista militante
ma, con i suoi mezzi, vuol scuotere gli animi contemporanei. La
finalità non è far politica ma agire sul mondo e, innanzitutto, agire
nel proprio e sul proprio frangente esistenziale. Egli dipinge per
vivere. Un inno artistico non troppo diverso da quello ermetico di
Carlo Bo, “la letteratura come vita”. Una mente pensante non
discerne vita e arte ma le assembla in modo inestricabile. Pertanto,
quello messo in scena, allestito, non è soltanto un dramma fittizio
ma il dramma della vita. Etimologicamente il dramma significa
azione e non si può vivere senza incidere un segno sulla propria
epoca. Tolosa l’ha fatto, ha agito, ha sofferto, ha riflettuto insieme
alle sue stesse creazioni.
Il forte impatto creato dalla produzione tolosiana è reso soprattutto
da una scelta netta e coraggiosa, l’uso esclusivo del bianco e nero.
Una scelta stilistica necessaria per dare tatto alla sofferenza umana.
Si tratta della stessa gamma cromatica della “Guernica” picassiana,
uno scenario di guerra, di brandelli umani, di penitenze ingiuste. In
questi casi, più del rosso vivido del sangue, “l’apatia” dei colori-non
colori (il bianco e il nero) rende l’insensatezza delle azioni degli
uomini. L’alternanza tra bianco e nero è metafora della dicotomia
tra bene e male che sussistono per antitesi. Questa scelta stilistica
è quella che più si avvicina allo scatto fotografico per immortalare
pensieri e non soggetti, azioni e non immagini. Anziché scomporre
in figure geometriche quelle umane, Tolosa, a differenza di Picasso,
ha deciso di essenzializzare le forme, di sintetizzare i tratti del volto
per dare espressione soltanto ai sentimenti, per lo più sgomenti.
Sono le pulsazioni del cuore, le angosce umane a dipingere su tela
quelle linee che poi prendono forma nella complessità della mostra.
Una svariata gamma di colori pastello poteva essere più appropriata
per dare tocchi di vivacità alle scene del divertissement francese nei
dipinti impressionisti, invece, nelle immagini tolosiane, un terzo
colore potrebbe persino sembrare fuori luogo, superfluo.
La Mostra, resterà aperta fino al 19 Febbraio tutti i giorni dalle
10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00.
Ercolano (Na), in Corso Resina 330, si inaugura alle 18,30 una
mostra personale d’Arte contemporanea di Nicholas Tolosa con con
il patrocinio morale del Comune di Ercolano, sotto il Matronato della
Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli e con
il patrocinio dell’ Osservatorio Comunicazione Partecipazione
Culture Giovanili (OCPG) dell’ Università di Salerno con il contributo
critico di Sabrina Pugliese, intitolata: “VISITAZIONE DEL DRAMMA
CONTEMPORANEO”.
Lineamenti duri e occhi sbarrati, visi lignei e sguardo malinconico,
questi sono i volti dei dipinti di Nicholas Tolosa, giovane ed
emergente artista del salernitano (Eboli), tra l’altro insegnante di
disegno e storia dell’arte. Questo è lo scenario della mostra in
allestimento che racchiude la produzione artistica di Tolosa dal
2009 al 2015. Un’apparente fotografia che deturpa i volti per poterli
rielaborare secondo una visione umana e non meccanica. Qui non
sono disegnati volti michelangioleschi, non c’è la perfezione
anatomica della Pietà vaticana eppure la drammaticità incombe
sonora sulle menti degli osservatori.
Visitare l’altro, prestargli ascolto ed attenzione, a questo ci invita
Tolosa. Nell’inarrestabile società di massa, la visitazione è ormai
l’unica forma di conoscenza, perché soltanto vis à vis non si può
evitare il confronto con l’altro, con il diverso, con l’ignoto. Perché
ciò che è misterioso ci mette alla prova e l’uomo moderno, così
fragile e smarrito, ha paura di perdere anche quei pochi punti di
riferimento a cui può ancora aggrapparsi. Eppure Tolosa,
acutamente, spinge l’occhio dell’osservatore verso lo sguardo altrui,
o meglio, è il soggetto ritratto che cattura l’attenzione dell’altro.
Non ci resta che la visitazione come forma di conoscenza, l’unica
possibile, l’unica che non può escludere l’ammirazione del volto
umano. Quindi, visitare vuol dire agire, porre il proprio segno nel
mondo, mediare tra me e l’altro. Tramite la diversità finora
ignorata, il soggetto pensante può ricollocarsi nel sistema della
società, ridefinire la sua identità, e, dunque, in sostanza,
autoriconoscersi così come fa Tolosa nel suo acrilico su tela del
2011, “Autoritratto”. Quest’opera non sarà esposta nella mostra di
riferimento ma è segno del profondo lavoro che l’artista ha fatto
innanzitutto su se stesso prima che sugli altri. Se non si è capaci
ma, soprattutto disposti, a guardare dentro se stessi, come si può
pretendere di entrare in confidenza con l’altro? Appunto, la con-
fidenza presuppone una fiducia condivisa che può avvenire solo
nell’ambito della collettività. L’uomo è un essere sociale. Questo
continua a ribadire Tolosa, perciò non può più tollerare le
aberrazioni e, ancor di più, le emarginazioni sociali nel XXI secolo.
Non possiamo fare a meno del contatto con l’altro, per questo qui
non si rinnega l’idea di collettività ma la formalità dei rapporti, le
convenzioni sociali, la mancanza di autenticità umana.
La percezione della realtà è intus, dentro di noi, quindi, intima.
Tolosa non sperimenta lo stato di trans tipico, ad esempio, di
Pollock ma fa in modo che lo shock sia riversato sull’osservatore. È
lui che deve rielaborare e riflettere. Questa non è un’arte di massa,
non la si può riprodurre in serie, meccanicamente, non rende
immediatamente il senso del bello, perché la bellezza è da ricercare
prima negli occhi del soggetto osservato e poi in quello osservante.
Il fil rouge di questa mostra è il nosce te ipsum, conosci te stesso
senza dimenticare l’altro, il diverso in rapporto anche al trascorrere
del tempo. Anche il mio Io passato è diverso rispetto all’Io
presente.
L’analisi sulla realtà è però impietosa perché drammatica è
l’esistenza stessa. Tolosa non si limita a rappresentare ma desidera
ardentemente denunciare. Non è propriamente un artista militante
ma, con i suoi mezzi, vuol scuotere gli animi contemporanei. La
finalità non è far politica ma agire sul mondo e, innanzitutto, agire
nel proprio e sul proprio frangente esistenziale. Egli dipinge per
vivere. Un inno artistico non troppo diverso da quello ermetico di
Carlo Bo, “la letteratura come vita”. Una mente pensante non
discerne vita e arte ma le assembla in modo inestricabile. Pertanto,
quello messo in scena, allestito, non è soltanto un dramma fittizio
ma il dramma della vita. Etimologicamente il dramma significa
azione e non si può vivere senza incidere un segno sulla propria
epoca. Tolosa l’ha fatto, ha agito, ha sofferto, ha riflettuto insieme
alle sue stesse creazioni.
Il forte impatto creato dalla produzione tolosiana è reso soprattutto
da una scelta netta e coraggiosa, l’uso esclusivo del bianco e nero.
Una scelta stilistica necessaria per dare tatto alla sofferenza umana.
Si tratta della stessa gamma cromatica della “Guernica” picassiana,
uno scenario di guerra, di brandelli umani, di penitenze ingiuste. In
questi casi, più del rosso vivido del sangue, “l’apatia” dei colori-non
colori (il bianco e il nero) rende l’insensatezza delle azioni degli
uomini. L’alternanza tra bianco e nero è metafora della dicotomia
tra bene e male che sussistono per antitesi. Questa scelta stilistica
è quella che più si avvicina allo scatto fotografico per immortalare
pensieri e non soggetti, azioni e non immagini. Anziché scomporre
in figure geometriche quelle umane, Tolosa, a differenza di Picasso,
ha deciso di essenzializzare le forme, di sintetizzare i tratti del volto
per dare espressione soltanto ai sentimenti, per lo più sgomenti.
Sono le pulsazioni del cuore, le angosce umane a dipingere su tela
quelle linee che poi prendono forma nella complessità della mostra.
Una svariata gamma di colori pastello poteva essere più appropriata
per dare tocchi di vivacità alle scene del divertissement francese nei
dipinti impressionisti, invece, nelle immagini tolosiane, un terzo
colore potrebbe persino sembrare fuori luogo, superfluo.
La Mostra, resterà aperta fino al 19 Febbraio tutti i giorni dalle
10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00.
05
febbraio 2017
Nicholas Tolosa – Visitazione del dramma contemporaneo
Dal 05 al 19 febbraio 2017
arte contemporanea
Location
SCUDERIE DI VILLA FAVORITA
Ercolano, Corso Resina, 300, (Napoli)
Ercolano, Corso Resina, 300, (Napoli)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10-13 e 16-20
Vernissage
5 Febbraio 2017, ore 18.30
Sito web
www.nicholastolosa.jimdo.com
Autore
Curatore