Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Nick Darmstaedter – T2MamaTambien
Con il titolo ‘T2MamaTambien’, il progetto prende ispirazione dalle diverse manifestazioni di mascolinità che hanno contraddistinto la produzione culturale americana dell’ultimo quarto del 20esimo secolo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
T293 è lieta di presentare la prima mostra personale in Italia dell’artista americano Nick Darmstaedter. Con il titolo 'T2MamaTambien', il progetto prende ispirazione dalle diverse manifestazioni di mascolinità che hanno contraddistinto la produzione culturale americana dell’ultimo quarto del 20esimo secolo. Come punto focale per una più ampia esplorazione delle divergenti e spesso contrastanti associazioni e aspettative riguardanti il genere maschile, Damstaedter ha scelto il 1972, non solo in quanto anno decisivo per lo sviluppo storico, economico e politico dell’America, ma anche anno più lungo della storia secondo il Coordinated Universal Time (UTC).
Mentre durante l’anno bisestile 1972 la comunità scientifica si apprestava ad aggiungere due secondi intercalari alla classica misurazione del tempo per compensare il progressivo rallentamento della rotazione terrestre, gli uomini iniziavano a ripensarsi criticamente essendo costretti a fronteggiare una nuova serie di influenze da parte dei media, ed anche una più accelerata diffusione della cultura di massa. Posti a confronto con una sempre più ampia disponibilità di prodotti e gusti, si trovarono ad essere spinti da più lati verso una definizione ideale di mascolinità. Raccogliendo e filtrando fonti da pubblicità, musica popolare, film e magazines del 1972, Darmstaedter attinge da tutta una serie di archetipi al fine di analizzare una più profonda, soggettiva e intima idea di ‘machismo’.
Una serie di cinque quadri a olio, tutti ispirati alle copertine di album di musicisti rivoluzionari come Al Green, Black Sabbath, Can, Lou Reed, e Neu!, sottolineano l’impatto che questi artisti con le loro straordinarie personalità hanno avuto su un’intera generazione di uomini. Ognuno di questi album usciti nel 1972, ha contribuito, con i rispettivi autori, a un momento epocale in musica, la forma d’arte più diffusa, e giocato un ruolo fondamentale nel cambiamento delle attitudini e dei comportamenti dell'audience maschile.
Il cinema del 1972 ha avuto un impatto altrettanto significativo sulla psiche maschile, in quegli anni così come oggi. Darmstaedter prende in prestito citazioni da classici della mascolinità come 'Il Padrino' e 'Un Tranquillo Weekend da Paura', e li trasforma in titoli per alcune delle opere in mostra. La sua scultura, 'I Could Dance Forever…Oh My Hemorrhoid!', composta da 72 bastoncini di marmo italiano realizzati in loco e rivestiti da involucri di carta da burro in cera, rende omaggio a una scena leggendaria di Ultimo Tango a Parigi, in cui il celebre Marlon Brando sodomizza una giovane donna usando del burro come lubrificante, in un gesto altamente teatrale, al contempo brutale e virile.
Nel frattempo, una serie di serigrafie che riprendono i bei paesaggi universalmente riconosciuti usati come sfondo nelle pubblicità delle sigarette KOOL del 1972, analizzano sagacemente le strategie di marketing del brand nel suo palese tentativo di sedurre i propri consumatori uomini, e farli indulgere nei loro desideri inappagabili. L’idea di indipendenza e di libertà, associata al carattere selvaggio di questi luoghi, riflette la stereotipata predisposizione maschile verso l’esplorazione e l’ingenuità. Che questi valori possano spesso tramutarsi in autoreferenzialità è invece reso manifesto dalla serie di stampe ad inchiostro con raggi ultravioletti su cemento, le cui immagini sono state estrapolate da articoli riguardanti invenzioni artigianali e immagini di uomini e donne nati nel 1972 stereotipicamente desiderabili. Nell’isolare questi soggetti, Darmstaedter mette in risalto in modo sardonico il precario equilibrio maschile, in bilico tra piacere personale e senso di responsabilità verso la propria famiglia.
Il 1972 ha visto anche una delle più grandi tragedie della storia dello sport ai giochi Olimpici svoltisi a Monaco in quell’anno, con undici atleti israeliani rapiti e infine uccisi da terroristi palestinesi. Commuting All Death Sentences to Life in Prison è composta dall’autentica torcia olimpica usata a Monaco nel 1972, e da un’edizione originale del fumetto del supereroe Ghost Rider. I giochi olimpici, essi stessi luogo usurato di conquiste atletiche e vigore maschile, si sono tenuti lo stesso anno in cui la Suprema Corte della California ha dichiarato la pena di morte crudele, e costituzionalmente ingiustificabile. In questo nuovo contesto, la torcia diviene un toccante emblema dei trionfi dell’uomo, dei suoi desideri per un qualcosa di ideale, ma anche dei suoi incommensurabili fallimenti, e la rinascita di una visione di perfezione che, come Darmstaedter suggerisce, ogni uomo deve determinare da sé.
Mentre durante l’anno bisestile 1972 la comunità scientifica si apprestava ad aggiungere due secondi intercalari alla classica misurazione del tempo per compensare il progressivo rallentamento della rotazione terrestre, gli uomini iniziavano a ripensarsi criticamente essendo costretti a fronteggiare una nuova serie di influenze da parte dei media, ed anche una più accelerata diffusione della cultura di massa. Posti a confronto con una sempre più ampia disponibilità di prodotti e gusti, si trovarono ad essere spinti da più lati verso una definizione ideale di mascolinità. Raccogliendo e filtrando fonti da pubblicità, musica popolare, film e magazines del 1972, Darmstaedter attinge da tutta una serie di archetipi al fine di analizzare una più profonda, soggettiva e intima idea di ‘machismo’.
Una serie di cinque quadri a olio, tutti ispirati alle copertine di album di musicisti rivoluzionari come Al Green, Black Sabbath, Can, Lou Reed, e Neu!, sottolineano l’impatto che questi artisti con le loro straordinarie personalità hanno avuto su un’intera generazione di uomini. Ognuno di questi album usciti nel 1972, ha contribuito, con i rispettivi autori, a un momento epocale in musica, la forma d’arte più diffusa, e giocato un ruolo fondamentale nel cambiamento delle attitudini e dei comportamenti dell'audience maschile.
Il cinema del 1972 ha avuto un impatto altrettanto significativo sulla psiche maschile, in quegli anni così come oggi. Darmstaedter prende in prestito citazioni da classici della mascolinità come 'Il Padrino' e 'Un Tranquillo Weekend da Paura', e li trasforma in titoli per alcune delle opere in mostra. La sua scultura, 'I Could Dance Forever…Oh My Hemorrhoid!', composta da 72 bastoncini di marmo italiano realizzati in loco e rivestiti da involucri di carta da burro in cera, rende omaggio a una scena leggendaria di Ultimo Tango a Parigi, in cui il celebre Marlon Brando sodomizza una giovane donna usando del burro come lubrificante, in un gesto altamente teatrale, al contempo brutale e virile.
Nel frattempo, una serie di serigrafie che riprendono i bei paesaggi universalmente riconosciuti usati come sfondo nelle pubblicità delle sigarette KOOL del 1972, analizzano sagacemente le strategie di marketing del brand nel suo palese tentativo di sedurre i propri consumatori uomini, e farli indulgere nei loro desideri inappagabili. L’idea di indipendenza e di libertà, associata al carattere selvaggio di questi luoghi, riflette la stereotipata predisposizione maschile verso l’esplorazione e l’ingenuità. Che questi valori possano spesso tramutarsi in autoreferenzialità è invece reso manifesto dalla serie di stampe ad inchiostro con raggi ultravioletti su cemento, le cui immagini sono state estrapolate da articoli riguardanti invenzioni artigianali e immagini di uomini e donne nati nel 1972 stereotipicamente desiderabili. Nell’isolare questi soggetti, Darmstaedter mette in risalto in modo sardonico il precario equilibrio maschile, in bilico tra piacere personale e senso di responsabilità verso la propria famiglia.
Il 1972 ha visto anche una delle più grandi tragedie della storia dello sport ai giochi Olimpici svoltisi a Monaco in quell’anno, con undici atleti israeliani rapiti e infine uccisi da terroristi palestinesi. Commuting All Death Sentences to Life in Prison è composta dall’autentica torcia olimpica usata a Monaco nel 1972, e da un’edizione originale del fumetto del supereroe Ghost Rider. I giochi olimpici, essi stessi luogo usurato di conquiste atletiche e vigore maschile, si sono tenuti lo stesso anno in cui la Suprema Corte della California ha dichiarato la pena di morte crudele, e costituzionalmente ingiustificabile. In questo nuovo contesto, la torcia diviene un toccante emblema dei trionfi dell’uomo, dei suoi desideri per un qualcosa di ideale, ma anche dei suoi incommensurabili fallimenti, e la rinascita di una visione di perfezione che, come Darmstaedter suggerisce, ogni uomo deve determinare da sé.
16
dicembre 2014
Nick Darmstaedter – T2MamaTambien
Dal 16 dicembre 2014 al 31 gennaio 2015
arte contemporanea
Location
T293
Roma, Via Ripense, 6, (Roma)
Roma, Via Ripense, 6, (Roma)
Orario di apertura
Martedì - Venerdì, ore 12-19
Sabato, ore 15-19
Vernissage
16 Dicembre 2014, ore 19
Autore