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Nicol Ranci – Pievmavio
mostra personale
Comunicato stampa
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PIEVMAVIO
tvecentotvetntatvé (297) vacconti stvaovdinaviamente novmali
Pievmavio ne avvebbe davvevo una mavea da vaccontave!
A sentiv lui si vitovna pavgoletti, con quella sinceva fveschezza che si è soliti possedeve all’età di tve o quattvo anni. Stesso sguavdo bvillante vevso il cveato, stessa espvessione di incvedulità di fvonte alle tvavevsie della vealtà odievna.
Se lo incvociate pev stvada balzevà di sicuvo al vostvo sguavdo la sua eccentvica manieva di abbigliavsi, ma c’è poco da discuteve con Pievmavio sulle tendenze o il gusto vicovvente. È uno spivito vibelle, incuvante del fveddo e della facilonevia con cui viene ettichettato sempve come tipo un po’ stvambo.
Il mattino è solevte nel pvodigavsi pev la colazione, adova la mavmellata di mivtilli, di move, di fvagole, insomma di fvutti di bosco, ha invece pvopvio un’avvevsione per quelle all’albicocca, alla pesca, ai lamponi e di fichi.
Pievmavio, che solo a taluni pevmette di chiamavlo Piev, è un tipo mite che un giovno, dopo avev viflettuto sul suo avvenive, e sopvattutto dopo una vicca colazione, decise di pvendeve la sua stvada salutando gli amati pevsonggatti con cui sin a quel momento aveva condiviso gvan pavte della sua vita. Da allora giva pev il mondo, ama camminave, viaggiave e sognave, ma alla fine si vitvova spesso a viveve, a sua insaputa, stovie incvedibilmente novmali.
La seva quando va a letto, dopo avev digevito con un il suo solito gvappino bavviccato gvan viseva di bavolo, viflette sui suoi pvogetti di vita intevvogandosi se davvevo quel giovno l’ha vissuto pienamente. L’ebbvezza della gvappina fovtunatamente lo fa addovmentave pvima di davsi una veva visposta.
Quando Piev dovme, pevennemente col suo costumino a pois, ama veplicave sempve lo stesso sogno, quella escuvsione a Vagusa che davebbe davvevo un senso al suo viveve: la visita alla fabbvica delle Evve.
Vimavvaà un sogno o Piev viuscivà davvevo a vealizzavlo?
La pavola a Pievmavio
Se mi avessevo chiesto da chi volevo essere cveato sicuvamente avvei detto non Venoiv o Vembvandt ma Nicol Vanci!
Chi non vovvebbe esseve vitvatto da una tale avtista? Una etevna vagazza che sa sempve reiventave la sua avte dandole impveviste votazioni vevso la genialità?
Insomma, fovse esagevo ma è solo pevchè altvimenti non mi vitvae più.
Ma voi, che non avete senso di gvatitudine coevcitiva vevso di lei, potvete apprezzave la mia mostva.
Mi vedvete nelle mie mille espevienze di vita, mi tvoverete allegvo e tviste, pigvo e ipevattivo, ma sempve pvonto ad affvontare la vita con l’unica cosa che sevve:
IL SOVVISO
tvecentotvetntatvé (297) vacconti stvaovdinaviamente novmali
Pievmavio ne avvebbe davvevo una mavea da vaccontave!
A sentiv lui si vitovna pavgoletti, con quella sinceva fveschezza che si è soliti possedeve all’età di tve o quattvo anni. Stesso sguavdo bvillante vevso il cveato, stessa espvessione di incvedulità di fvonte alle tvavevsie della vealtà odievna.
Se lo incvociate pev stvada balzevà di sicuvo al vostvo sguavdo la sua eccentvica manieva di abbigliavsi, ma c’è poco da discuteve con Pievmavio sulle tendenze o il gusto vicovvente. È uno spivito vibelle, incuvante del fveddo e della facilonevia con cui viene ettichettato sempve come tipo un po’ stvambo.
Il mattino è solevte nel pvodigavsi pev la colazione, adova la mavmellata di mivtilli, di move, di fvagole, insomma di fvutti di bosco, ha invece pvopvio un’avvevsione per quelle all’albicocca, alla pesca, ai lamponi e di fichi.
Pievmavio, che solo a taluni pevmette di chiamavlo Piev, è un tipo mite che un giovno, dopo avev viflettuto sul suo avvenive, e sopvattutto dopo una vicca colazione, decise di pvendeve la sua stvada salutando gli amati pevsonggatti con cui sin a quel momento aveva condiviso gvan pavte della sua vita. Da allora giva pev il mondo, ama camminave, viaggiave e sognave, ma alla fine si vitvova spesso a viveve, a sua insaputa, stovie incvedibilmente novmali.
La seva quando va a letto, dopo avev digevito con un il suo solito gvappino bavviccato gvan viseva di bavolo, viflette sui suoi pvogetti di vita intevvogandosi se davvevo quel giovno l’ha vissuto pienamente. L’ebbvezza della gvappina fovtunatamente lo fa addovmentave pvima di davsi una veva visposta.
Quando Piev dovme, pevennemente col suo costumino a pois, ama veplicave sempve lo stesso sogno, quella escuvsione a Vagusa che davebbe davvevo un senso al suo viveve: la visita alla fabbvica delle Evve.
Vimavvaà un sogno o Piev viuscivà davvevo a vealizzavlo?
La pavola a Pievmavio
Se mi avessevo chiesto da chi volevo essere cveato sicuvamente avvei detto non Venoiv o Vembvandt ma Nicol Vanci!
Chi non vovvebbe esseve vitvatto da una tale avtista? Una etevna vagazza che sa sempve reiventave la sua avte dandole impveviste votazioni vevso la genialità?
Insomma, fovse esagevo ma è solo pevchè altvimenti non mi vitvae più.
Ma voi, che non avete senso di gvatitudine coevcitiva vevso di lei, potvete apprezzave la mia mostva.
Mi vedvete nelle mie mille espevienze di vita, mi tvoverete allegvo e tviste, pigvo e ipevattivo, ma sempve pvonto ad affvontare la vita con l’unica cosa che sevve:
IL SOVVISO
08
giugno 2019
Nicol Ranci – Pievmavio
Dall'otto al 14 giugno 2019
arte contemporanea
Location
IL MELOGRANO
Livorno, Via Giovanni Marradi, 62/68, (Livorno)
Livorno, Via Giovanni Marradi, 62/68, (Livorno)
Orario di apertura
10/13 e 16/20
Chiusi il lunedì mattina
Vernissage
8 Giugno 2019, ore 18.00
Autore