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Nicola Andreace
Qui, in quell’affascinante «impasto di bizantinologia, arte programmata, poesia visiva», mentre il IV centro siderurgico d’Italia,l’Italsider di Taranto,spalancava le sue bocche di fuoco a fumi inquinanti ed assicurava sviluppo socio-economico ed occupazionale,mentre decadeva la civiltà contadina…
Comunicato stampa
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Nicola Andreace
Antropologia e tecnicismo/Arte e impegno civile.
1968-1981
(dalla presentazione in catalogo di Melania Longo)
Quando nella monografia "Immagini alternative" Michele Perfetti scriveva «nella regione pugliese, esiste oggi una forza artistica che conta» molte cose erano avvenute sul territorio regionale nei venticinque anni successivi al secondo conflitto mondiale. Da Taranto, a Massafra, a Bari, a Lecce, stimolanti e non poche manifestazioni nel campo delle arti visuali, erano state congeniate da un gruppo di operatori estetici e culturali che, con indiscutibile determinatezza ma non senza fatica, avevano favorito l'aggiornamento e l'innalzamento del dibattito critico sull'arte d'avanguardia in Puglia. Negli anni '60, tra i centri più vitali di questa nuova forza culturale che riportò dinamica vita dentro quell'immobilismo provinciale e retrogrado cui era soggetta la nostra cultura e che ostacolava, rallentando, la naturale evoluzione delle ricerche artistiche, influenzate dalle trasformazioni in atto nel tessuto sociale, vi era Massafra e la sua «setta potentissima, "i criptarchi"». Qui, in quell'affascinante «impasto di bizantinologia, arte programmata, poesia visiva», mentre il IV centro siderurgico d'Italia, l'Italsider di Taranto, spalancava le sue bocche di fuoco a fumi inquinanti ed assicurava sviluppo socio-economico ed occupazionale, mentre decadeva la civiltà contadina, e con essa chiudevano le botteghe degli artigiani in piazza Garibaldi, il cemento e i primi mostri edilizi cominciavano a sacrificare l'elegante e dimensionata veste tardo Ottocentesca del tessuto urbanistico del borgo antico di Massafra, Nicola Andreace era tra quegli operatori culturali che, dalla cittadina jonica, alimentava il fertile terreno di quell'arte pugliese militante così disponibile per un'azione di totale rinnovamento. La sua ricerca artistica e quindi la sua azione di promozione sugli avamposti del "Premio Massafra" che, dal 1967 si sarebbe proposto, a livello extra regionale quale «momento di rilevanza nazionale, dando vita ad esposizioni che tenteranno un approfondimento critico settoriale, una coraggiosa esplorazione sistematica tra le tendenze e i gruppi di ricerca operanti nel campo dell'arte pugliese, nazionale ed internazionale», deve pertanto essere letta ed indagata guardando alla finalità di voler ricostruire, attraverso i suoi protagonisti, la storia dell'arte pugliese dell'ultimo cinquantennio. Un passato recente, in fin dei conti, complesso nella pluralità degli aspetti sociali, politici, economici e culturali, che ha portato decisi cambiamenti nel Mezzogiorno d'Italia. Mai come in quegli anni, in Puglia, un movimento artistico e culturale era stato coinvolto da un processo di rinnovamento tanto ampio e radicale come è avvenuto nello spazio temporale che va dall'immediato dopoguerra agli albori degli anni 70. Un arco di tempo già apparentemente passato la cui ricostruzione non è un semplice elenco di eventi storici ma sì fa esplorazione critica per la conoscenza e la valorizzazione degli atti artistici del Novecento[...].
In tale contesto si pone la mostra che l'associazione culturale di Massafra "Il Serraglio” ha voluto dedicare allo storico ed energico grafico massafrese. Riportare l'attenzione sulla sua produzione di serigrafie e tele emulsionate, quando, nelle tre province, barese, tarantina e salentina, tra incontri, dibattiti, mostre-premio, occupazioni di spazi urbani, esperimenti dì poesia visiva, atti moltiplicati, si vennero a creare tutte le condizioni di una vera e propria guerriglia artistica, significa avere la possibilità di rileggere ed approfondire uno spaccato decisivo per le sorti dell'arte pugliese più recente. Si tratta del periodo compreso tra il 1968 e il 1981 all'insegna della pittura "oltre" con significazione metalinguistica che definisce la sua poetica come denuncia e reportages dalle implicazioni antropologiche [...]. Pur essendo trascorsi quarant'anni queste opere serigrafiche di Andreace rivelano ancora la loro forze espressiva, la pregnanza e la lucidità dei contenuti. Ed è anche per questo che vengono riproposte oggi in uno spazio storico della Massafra di una volta, la Galleria della Società Operaia, questa piccola realtà che grazie all'operato di Espedito Jacovelli, dal 1947 in poi divenne il centro della rinascita culturale della città.
Attraverso queste immagini alternative che tutt'oggi tendono a porre in crisi la pseudo felicità dell'uomo in gabbia del nostro tempo, rifuggendo gli ultra-concettualismi di così difficile frequentazione che spesso connotano il moderno sistema delle arti, Andreace determina il flusso della sua produzione con la volontà di comunicare, educare, incontrare il fruitore [...].
Antropologia e tecnicismo/Arte e impegno civile.
1968-1981
(dalla presentazione in catalogo di Melania Longo)
Quando nella monografia "Immagini alternative" Michele Perfetti scriveva «nella regione pugliese, esiste oggi una forza artistica che conta» molte cose erano avvenute sul territorio regionale nei venticinque anni successivi al secondo conflitto mondiale. Da Taranto, a Massafra, a Bari, a Lecce, stimolanti e non poche manifestazioni nel campo delle arti visuali, erano state congeniate da un gruppo di operatori estetici e culturali che, con indiscutibile determinatezza ma non senza fatica, avevano favorito l'aggiornamento e l'innalzamento del dibattito critico sull'arte d'avanguardia in Puglia. Negli anni '60, tra i centri più vitali di questa nuova forza culturale che riportò dinamica vita dentro quell'immobilismo provinciale e retrogrado cui era soggetta la nostra cultura e che ostacolava, rallentando, la naturale evoluzione delle ricerche artistiche, influenzate dalle trasformazioni in atto nel tessuto sociale, vi era Massafra e la sua «setta potentissima, "i criptarchi"». Qui, in quell'affascinante «impasto di bizantinologia, arte programmata, poesia visiva», mentre il IV centro siderurgico d'Italia, l'Italsider di Taranto, spalancava le sue bocche di fuoco a fumi inquinanti ed assicurava sviluppo socio-economico ed occupazionale, mentre decadeva la civiltà contadina, e con essa chiudevano le botteghe degli artigiani in piazza Garibaldi, il cemento e i primi mostri edilizi cominciavano a sacrificare l'elegante e dimensionata veste tardo Ottocentesca del tessuto urbanistico del borgo antico di Massafra, Nicola Andreace era tra quegli operatori culturali che, dalla cittadina jonica, alimentava il fertile terreno di quell'arte pugliese militante così disponibile per un'azione di totale rinnovamento. La sua ricerca artistica e quindi la sua azione di promozione sugli avamposti del "Premio Massafra" che, dal 1967 si sarebbe proposto, a livello extra regionale quale «momento di rilevanza nazionale, dando vita ad esposizioni che tenteranno un approfondimento critico settoriale, una coraggiosa esplorazione sistematica tra le tendenze e i gruppi di ricerca operanti nel campo dell'arte pugliese, nazionale ed internazionale», deve pertanto essere letta ed indagata guardando alla finalità di voler ricostruire, attraverso i suoi protagonisti, la storia dell'arte pugliese dell'ultimo cinquantennio. Un passato recente, in fin dei conti, complesso nella pluralità degli aspetti sociali, politici, economici e culturali, che ha portato decisi cambiamenti nel Mezzogiorno d'Italia. Mai come in quegli anni, in Puglia, un movimento artistico e culturale era stato coinvolto da un processo di rinnovamento tanto ampio e radicale come è avvenuto nello spazio temporale che va dall'immediato dopoguerra agli albori degli anni 70. Un arco di tempo già apparentemente passato la cui ricostruzione non è un semplice elenco di eventi storici ma sì fa esplorazione critica per la conoscenza e la valorizzazione degli atti artistici del Novecento[...].
In tale contesto si pone la mostra che l'associazione culturale di Massafra "Il Serraglio” ha voluto dedicare allo storico ed energico grafico massafrese. Riportare l'attenzione sulla sua produzione di serigrafie e tele emulsionate, quando, nelle tre province, barese, tarantina e salentina, tra incontri, dibattiti, mostre-premio, occupazioni di spazi urbani, esperimenti dì poesia visiva, atti moltiplicati, si vennero a creare tutte le condizioni di una vera e propria guerriglia artistica, significa avere la possibilità di rileggere ed approfondire uno spaccato decisivo per le sorti dell'arte pugliese più recente. Si tratta del periodo compreso tra il 1968 e il 1981 all'insegna della pittura "oltre" con significazione metalinguistica che definisce la sua poetica come denuncia e reportages dalle implicazioni antropologiche [...]. Pur essendo trascorsi quarant'anni queste opere serigrafiche di Andreace rivelano ancora la loro forze espressiva, la pregnanza e la lucidità dei contenuti. Ed è anche per questo che vengono riproposte oggi in uno spazio storico della Massafra di una volta, la Galleria della Società Operaia, questa piccola realtà che grazie all'operato di Espedito Jacovelli, dal 1947 in poi divenne il centro della rinascita culturale della città.
Attraverso queste immagini alternative che tutt'oggi tendono a porre in crisi la pseudo felicità dell'uomo in gabbia del nostro tempo, rifuggendo gli ultra-concettualismi di così difficile frequentazione che spesso connotano il moderno sistema delle arti, Andreace determina il flusso della sua produzione con la volontà di comunicare, educare, incontrare il fruitore [...].
02
maggio 2009
Nicola Andreace
Dal 02 al 17 maggio 2009
design
arte contemporanea
disegno e grafica
arte contemporanea
disegno e grafica
Location
ENOTECA RISTORANTE FALSOPEPE
Massafra, Via Santi Ii Medici, 42, (Taranto)
Massafra, Via Santi Ii Medici, 42, (Taranto)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 16.30 - 21.00
Vernissage
2 Maggio 2009, ore 18.30
Autore