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Nicola Brindicci – Bianco effimero
Individuare l’astrazione segnica tra le ondulazioni del manto nevoso, una ricerca per sviluppare nuovi schemi mentali, sempre nel tentativo di raggiungere nuove possibilità creative
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nicola Brindicci inizia a fotografare a 18 anni, ma suo padre costruttore non vede di buon occhio questa
passione, smette così la fotografia e segue il lavoro paterno. Incontra alcuni dei più famosi progettisti
italiani dell’epoca e si appassiona al concetto di spazio. Si dedica allo studio della psicologia della
percezione e approfondisce la conoscenza dell’arte moderna. Sarà soltanto molti anni dopo che, ripresa
l’antica passione, ritorna a fotografare, grazie anche alla pratica dello sci alpinismo vissuto in meditativa
solitudine, che lo porta a rivolgere l’attenzione al paesaggio. In seguito, il suo sguardo si concentra sulla
natura che mette quasi sotto una lente di ingrandimento per coglierne i dettagli. Questo passaggio
fondamentale lo condurrà, finalmente, ad esprimere un mondo surreale, stanze dell’anima che evocano
sensazioni, emozioni, sentimenti profondi, attraverso i quali le immagini raccolte, gli studi fatti ed il
bisogno di empatia sono filtrati e condensati con naturale essenzialità in immagini fortemente emozionali.
Per Nicola Brindicci, tutta la materia che lo circonda è permeata di spirito, tutto ha significato, ogni traccia
ha un senso, ogni segno contiene una sua sacralità e le fotografie dedicate alla neve, oggetto di questa
mostra, lo dimostrano senza alcun dubbio. Le porzioni di spazio che Nicola propone nei suoi scatti, non
rappresentano soltanto un tratto di territorio in senso geografico, ma vogliono cogliere l’energia contenuta
nel sito stesso. L’artista diviene così un medium, qualcuno che sa riconoscere il senso profondo dei luoghi e,
come un conduttore di luce, lo mostra, lo porta a galla. Per questo alcune sue immagini possono essere
osservate da più direzioni, le direzioni della luce e della forza che emana da loro. Questa disposizione
dell’animo che somiglia a quella del bambino e che distingue il modo di fotografare di Nicola, è quanto di
più favorevole alla creazione artistica. Laconicità dei segni o esuberanza, si susseguono secondo la necessità
che spinge l’artista a riportare, non tanto immagini “perfette” graficamente, quanto potenti nel senso di
contenitori di forza del territorio e quindi d’anima. Sempre cercando di spiegare attraverso un’intima
soavità interiore, il senso delle contraddizioni che ci abitano.
Clara Bartolini
passione, smette così la fotografia e segue il lavoro paterno. Incontra alcuni dei più famosi progettisti
italiani dell’epoca e si appassiona al concetto di spazio. Si dedica allo studio della psicologia della
percezione e approfondisce la conoscenza dell’arte moderna. Sarà soltanto molti anni dopo che, ripresa
l’antica passione, ritorna a fotografare, grazie anche alla pratica dello sci alpinismo vissuto in meditativa
solitudine, che lo porta a rivolgere l’attenzione al paesaggio. In seguito, il suo sguardo si concentra sulla
natura che mette quasi sotto una lente di ingrandimento per coglierne i dettagli. Questo passaggio
fondamentale lo condurrà, finalmente, ad esprimere un mondo surreale, stanze dell’anima che evocano
sensazioni, emozioni, sentimenti profondi, attraverso i quali le immagini raccolte, gli studi fatti ed il
bisogno di empatia sono filtrati e condensati con naturale essenzialità in immagini fortemente emozionali.
Per Nicola Brindicci, tutta la materia che lo circonda è permeata di spirito, tutto ha significato, ogni traccia
ha un senso, ogni segno contiene una sua sacralità e le fotografie dedicate alla neve, oggetto di questa
mostra, lo dimostrano senza alcun dubbio. Le porzioni di spazio che Nicola propone nei suoi scatti, non
rappresentano soltanto un tratto di territorio in senso geografico, ma vogliono cogliere l’energia contenuta
nel sito stesso. L’artista diviene così un medium, qualcuno che sa riconoscere il senso profondo dei luoghi e,
come un conduttore di luce, lo mostra, lo porta a galla. Per questo alcune sue immagini possono essere
osservate da più direzioni, le direzioni della luce e della forza che emana da loro. Questa disposizione
dell’animo che somiglia a quella del bambino e che distingue il modo di fotografare di Nicola, è quanto di
più favorevole alla creazione artistica. Laconicità dei segni o esuberanza, si susseguono secondo la necessità
che spinge l’artista a riportare, non tanto immagini “perfette” graficamente, quanto potenti nel senso di
contenitori di forza del territorio e quindi d’anima. Sempre cercando di spiegare attraverso un’intima
soavità interiore, il senso delle contraddizioni che ci abitano.
Clara Bartolini
11
maggio 2011
Nicola Brindicci – Bianco effimero
Dall'undici maggio al 10 giugno 2011
fotografia
Location
GALLERIA MAZZOLENI
Milano, Via Gerolamo Morone, 6, (Milano)
Milano, Via Gerolamo Morone, 6, (Milano)
Orario di apertura
dal 12 al 15 maggio tutti i giorni
10 / 12.30 15 / 19.30
dal 17 maggio al 10 giugno da martedì a venerdì 10 / 12.30 15 / 19.30
Vernissage
11 Maggio 2011, ore 18.30
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