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Nicola D’Altri – CRALB
CRALB: una serie di venti dipinti a due mani di Alberto Stambazzi e Cristiano Pinna
Nicola D’Altri Qualcosa di mezzo: Acquerelli, disegni, polaroid, altro
Comunicato stampa
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CRALB
una serie di venti dipinti a due mani di Alberto Stambazzi e Cristiano Pinna
Proprio un mestiere solitario come la pittura, quando c’è modo di lavorare a più mani, è un divertimento in più.
Ho iniziato a dipingere alla fine degli anni ottanta acquerelli e tecniche miste della grandezza di un block note; poi ho usato formati più grandi; poi, frequentando una bottega di una ceramista, mi sono cimentato con la maiolica; dopo sono venute le mostre e l’incontro con amici artisti. (Alberto Stambazzi)
Cristiano Pinna utilizza vari mezzi espressivi (pittura, filmati, rumori). Racconta storie senza confine di luoghi aperti, di forme di vita animale, umana e vegetale, ingrandite, rimpicciolite, deformate. È cofondatore del piccolo museo Can Dischi di Forlì.
CRALB potrebbe – certo – stare per la crasi dei nomi dei pittori Cristiano e Alberto, ma potrebbe anche suggerire un “Cresci Albero”, dal momento che osservando le opere si notano verzure di colore in crescita, elementi biomorfi che si nascondono dietro a verticali piante, funghi, ortaggi, esistenze di rosso e blu.
La vita è preponderante nelle opere di CRALB, così come lo è l’ironia: ci si sente beffati insieme all’arte stessa: c’è l’idea di un naif che naif non è, c’è una semplicità che semplicità non è, ci sono titoli che conducono al sorriso e danno una chiave di lettura all’opera ma deviandoci dal primo pensiero logico.
Quel CRALB però ci suggerisce anche un “Crogiolati (all’)Alba” perché dietro al divertimento di quelle linee curve in esplosione, c’è anche un’ode alla natura nella sua semplicità in cui ancora crediamo: una art ancora più nouveau dal momento che le tinte si accarezzano o lottano tra di loro come succede al crepuscolo. Non è sempre facile comprendere il caos del mondo, per cui ordiniamolo appena attraverso l’intersecarsi di obliqui segmenti luminosi e poi godiamone così come è, poiché non ha senso crogiolarsi nel tragico della vita (che pur permane in certi tratti) quando attraverso il colore possiamo sentirci in un luogo sicuro.
Dipinti come “Accumulazòn mucchiòn” e “agliolòn azzurrin” la- sciano riposare le nostre amigdale: nessuna tigre – computer – ci attacca, la vita ci è amica. I due artisti, dallo stile riconoscibile eppure qui così armonicamente fuso, si divertono a dipingere per il dipingere, a gustare il colore per il colore, a giocare con lo spettatore perché si diverta assieme loro a vedere l’invisibile e a cogliere il possibile. (Carla Mezzomonaco)
Il signor X un giorno, dopo aver pranzato abbondantemente in quanto domenica ed in quanto niente e nessuno aveva da soddisfare né tantomeno da attrarre, pensò bene che al mondo si sta così, quasi per caso. Questo mise in moto un tale subbuglio fra quei peperoni ed il vitellino imbizzarrito sotto forma d’arrosto che il signor X dovette prendere un bel Brioschi, porzione doppia. Per le stesse motivazioni di cui sopra non si trattenne dall’esibirsi in un sonoro rutto, con cui dichiarò finito il piccolo maremoto esistenziale. A mente vuota, diradata dalle nubi, impugnò un pennello e cominciò a dipingere, forse per la prima volta in vita sua: questo non ci è dato sapere (dopo tentativi di accordi con l’autore si è deciso, vista la cocciutaggine, di lasciar perdere e di rimanere col dubbio). Fatto sta che da sempre nella testa del signor X stava assisa la FORMA: precisa, perfetta, assoluta. Ma quel giorno la mano la pensava diversamente e dopo un pomeriggio furioso di schizzi, ghirigogoli, turbini, si ritrovò ansante di fronte a tanti piccoli quadretti. E colpito dal caos e dal tumulto che traspiravano da quei lavori arrivò a pensare che anche la non forma è, infine, una FORMA. Capì che era meglio, per quella domenica, chiuderla lì, prese un sonnifero ed andò a letto. Senza cena. (Francesco Selvi)
NICOLA D'ALTRI QUALCOSA DI MEZZO
Acquerelli, disegni, polaroid, altro
Non frequento spesso le arti visive. Mi capita però ogni tanto di porre la mia attenzione su una forma specifica, che tendo a esplorare (magari anche intensamente) fino a quando non sento che il mio interesse verso di essa si è esaurito.
Quindi nel tempo ho accumulato diverse serie di esperimenti eseguiti su diversi supporti, fra cui appunto fotografie, disegni, acquerelli etc.
In questa mostra è esposta una selezione di opere da ciascuna serie, tutte risalenti al periodo fra il 2016 e il 2020. Sono le prove che trovo meglio riuscite o più rappresentative. Fra di esse ho inserito anche alcuni oggetti, raccolti negli anni perché ritenuti per qualche ragione significativi.
Non so se sia per una mia particolare predilezione verso questo tema, ma a posteriori ho notato un’attenzione ricorrente verso il “piccolo”, il microscopico, e in certi casi anche verso la relazione fra esso e il suo opposto, ovvero il gigantesco e il colossale.
In uno dei suoi Pensieri Blaise Pascal riflette proprio su queste categorie, rilevando quanto siano speculari, e soprattutto la condizione di sproporzione dell’uomo rispetto ad esse.
“Infine, che cos’e l’uomo nella natura? Un nulla in confronto con l’infinito, un tutto in confronto al nulla, qualcosa di mezzo tra il nulla e il tutto.” (Nicola D’Altri)
Nicola D’Altri in un antro scuro dispone oggetti e disegni, fogli segnati e indizi raccolti. Con un po’ di attenzione e di immedesimazione ci si accorge di essere dentro un racconto. Un invito a raccogliere gli spunti che prendono forma e movimento. L’osservatore-ascoltatore diventa parte ma non con il solito aspetto dello specchio. Senza fare troppo chiasso. (Cristiano Pinna)
una serie di venti dipinti a due mani di Alberto Stambazzi e Cristiano Pinna
Proprio un mestiere solitario come la pittura, quando c’è modo di lavorare a più mani, è un divertimento in più.
Ho iniziato a dipingere alla fine degli anni ottanta acquerelli e tecniche miste della grandezza di un block note; poi ho usato formati più grandi; poi, frequentando una bottega di una ceramista, mi sono cimentato con la maiolica; dopo sono venute le mostre e l’incontro con amici artisti. (Alberto Stambazzi)
Cristiano Pinna utilizza vari mezzi espressivi (pittura, filmati, rumori). Racconta storie senza confine di luoghi aperti, di forme di vita animale, umana e vegetale, ingrandite, rimpicciolite, deformate. È cofondatore del piccolo museo Can Dischi di Forlì.
CRALB potrebbe – certo – stare per la crasi dei nomi dei pittori Cristiano e Alberto, ma potrebbe anche suggerire un “Cresci Albero”, dal momento che osservando le opere si notano verzure di colore in crescita, elementi biomorfi che si nascondono dietro a verticali piante, funghi, ortaggi, esistenze di rosso e blu.
La vita è preponderante nelle opere di CRALB, così come lo è l’ironia: ci si sente beffati insieme all’arte stessa: c’è l’idea di un naif che naif non è, c’è una semplicità che semplicità non è, ci sono titoli che conducono al sorriso e danno una chiave di lettura all’opera ma deviandoci dal primo pensiero logico.
Quel CRALB però ci suggerisce anche un “Crogiolati (all’)Alba” perché dietro al divertimento di quelle linee curve in esplosione, c’è anche un’ode alla natura nella sua semplicità in cui ancora crediamo: una art ancora più nouveau dal momento che le tinte si accarezzano o lottano tra di loro come succede al crepuscolo. Non è sempre facile comprendere il caos del mondo, per cui ordiniamolo appena attraverso l’intersecarsi di obliqui segmenti luminosi e poi godiamone così come è, poiché non ha senso crogiolarsi nel tragico della vita (che pur permane in certi tratti) quando attraverso il colore possiamo sentirci in un luogo sicuro.
Dipinti come “Accumulazòn mucchiòn” e “agliolòn azzurrin” la- sciano riposare le nostre amigdale: nessuna tigre – computer – ci attacca, la vita ci è amica. I due artisti, dallo stile riconoscibile eppure qui così armonicamente fuso, si divertono a dipingere per il dipingere, a gustare il colore per il colore, a giocare con lo spettatore perché si diverta assieme loro a vedere l’invisibile e a cogliere il possibile. (Carla Mezzomonaco)
Il signor X un giorno, dopo aver pranzato abbondantemente in quanto domenica ed in quanto niente e nessuno aveva da soddisfare né tantomeno da attrarre, pensò bene che al mondo si sta così, quasi per caso. Questo mise in moto un tale subbuglio fra quei peperoni ed il vitellino imbizzarrito sotto forma d’arrosto che il signor X dovette prendere un bel Brioschi, porzione doppia. Per le stesse motivazioni di cui sopra non si trattenne dall’esibirsi in un sonoro rutto, con cui dichiarò finito il piccolo maremoto esistenziale. A mente vuota, diradata dalle nubi, impugnò un pennello e cominciò a dipingere, forse per la prima volta in vita sua: questo non ci è dato sapere (dopo tentativi di accordi con l’autore si è deciso, vista la cocciutaggine, di lasciar perdere e di rimanere col dubbio). Fatto sta che da sempre nella testa del signor X stava assisa la FORMA: precisa, perfetta, assoluta. Ma quel giorno la mano la pensava diversamente e dopo un pomeriggio furioso di schizzi, ghirigogoli, turbini, si ritrovò ansante di fronte a tanti piccoli quadretti. E colpito dal caos e dal tumulto che traspiravano da quei lavori arrivò a pensare che anche la non forma è, infine, una FORMA. Capì che era meglio, per quella domenica, chiuderla lì, prese un sonnifero ed andò a letto. Senza cena. (Francesco Selvi)
NICOLA D'ALTRI QUALCOSA DI MEZZO
Acquerelli, disegni, polaroid, altro
Non frequento spesso le arti visive. Mi capita però ogni tanto di porre la mia attenzione su una forma specifica, che tendo a esplorare (magari anche intensamente) fino a quando non sento che il mio interesse verso di essa si è esaurito.
Quindi nel tempo ho accumulato diverse serie di esperimenti eseguiti su diversi supporti, fra cui appunto fotografie, disegni, acquerelli etc.
In questa mostra è esposta una selezione di opere da ciascuna serie, tutte risalenti al periodo fra il 2016 e il 2020. Sono le prove che trovo meglio riuscite o più rappresentative. Fra di esse ho inserito anche alcuni oggetti, raccolti negli anni perché ritenuti per qualche ragione significativi.
Non so se sia per una mia particolare predilezione verso questo tema, ma a posteriori ho notato un’attenzione ricorrente verso il “piccolo”, il microscopico, e in certi casi anche verso la relazione fra esso e il suo opposto, ovvero il gigantesco e il colossale.
In uno dei suoi Pensieri Blaise Pascal riflette proprio su queste categorie, rilevando quanto siano speculari, e soprattutto la condizione di sproporzione dell’uomo rispetto ad esse.
“Infine, che cos’e l’uomo nella natura? Un nulla in confronto con l’infinito, un tutto in confronto al nulla, qualcosa di mezzo tra il nulla e il tutto.” (Nicola D’Altri)
Nicola D’Altri in un antro scuro dispone oggetti e disegni, fogli segnati e indizi raccolti. Con un po’ di attenzione e di immedesimazione ci si accorge di essere dentro un racconto. Un invito a raccogliere gli spunti che prendono forma e movimento. L’osservatore-ascoltatore diventa parte ma non con il solito aspetto dello specchio. Senza fare troppo chiasso. (Cristiano Pinna)
21
settembre 2023
Nicola D’Altri – CRALB
Dal 21 settembre al 03 ottobre 2023
arte contemporanea
Location
candischi
Forlì, Via Rolandini, (FC)
Forlì, Via Rolandini, (FC)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 16-19 solo su prenotazione e durante gli incontri del candischi
Sito web
Editore
candischi aps
Ufficio stampa
candischi aps
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
Progetto grafico
Produzione organizzazione