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Nicola Gobbetto – I shouldn’t have eaten those caterpillars
Nel progetto per Edicola Radetzky, Nicola Gobbetto fa riferimento alle farfalle nello stomaco, metafora popolare che descrive la percezione fisica dell’innamoramento tra svuotamento e confusione, per analizzare lo stato d’animo di chi entra in una dimensione di novità, trasformazione e cambiamento.
Comunicato stampa
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All’interno della cultura popolare, spesso gli stati emotivi si trasformano in simboli e metafore socialmente condivise. La narrativa fantastica, partendo dal mito e la fiaba per arrivare alle nuove mitologie del cinema, della pubblicità e della comunicazione digitale, formalizza la complessità della dimensione interiore attraverso flussi narrativi che fanno da ponte con la sfera razionale, agevolando attraverso l'immaginazione la coscienza dell'Io nei suoi aspetti più viscerali.
Nella propria ricerca, Nicola Gobbetto trae ispirazione delle metafore dell'immaginario collettivo per sondarne la vitalità semantica attraverso una continua sperimentazione formale. Materiali eterogenei sono fusi in narrazioni che uniscono riferimenti a diversi ambiti, come la storia dell'arte, la mitologia, le fiabe, l'immaginario sportivo, la sessualità e la dimensione emotiva.
Come in All you can eat, progetto presentato a Dimora Artica nel 2017, in cui lo stato d'animo che precede l'impulso creativo era rapportato all'ipertrofia del desiderio e ad un metabolismo portato all'eccesso, anche nell'installazione pensata per Edicola Radetzky il sentimento è descritto attraverso la dimensione corporea, trasformando lo spazio espositivo in una sorta di apparato digerente in cui il mondo esterno viene assimilato e trasformato nella dimensione psichica, in attesa di essere rigettato all’esterno attraverso nuove azioni feconde.
In I shouldn't have eaten those caterpillars, Gobbetto fa riferimento alle “farfalle nello stomaco”, metafora popolare che descrive la percezione fisica dell’innamoramento tra svuotamento e confusione, per analizzare lo stato d’animo di chi entra in una dimensione di novità, trasformazione e cambiamento. Lo spazio dell’Edicola diviene contenitore di forme indefinite che fluttuano caoticamente, fornendo un’immagine della turbolenza emotiva che si sviluppa nei “momenti di passaggio”, in cui la vita prende strade inedite. Gli elementi che si agitano all’interno dello spazio chiuso traducono visivamente il tornado di sensazioni che agita la vita psichica di fronte ai cambiamenti che, come nella metamorfosi dei bruchi in farfalle, sono dolorosi ma necessari per il raggiungimento di una nuova e più completa forma dell’Io.
Nella propria ricerca, Nicola Gobbetto trae ispirazione delle metafore dell'immaginario collettivo per sondarne la vitalità semantica attraverso una continua sperimentazione formale. Materiali eterogenei sono fusi in narrazioni che uniscono riferimenti a diversi ambiti, come la storia dell'arte, la mitologia, le fiabe, l'immaginario sportivo, la sessualità e la dimensione emotiva.
Come in All you can eat, progetto presentato a Dimora Artica nel 2017, in cui lo stato d'animo che precede l'impulso creativo era rapportato all'ipertrofia del desiderio e ad un metabolismo portato all'eccesso, anche nell'installazione pensata per Edicola Radetzky il sentimento è descritto attraverso la dimensione corporea, trasformando lo spazio espositivo in una sorta di apparato digerente in cui il mondo esterno viene assimilato e trasformato nella dimensione psichica, in attesa di essere rigettato all’esterno attraverso nuove azioni feconde.
In I shouldn't have eaten those caterpillars, Gobbetto fa riferimento alle “farfalle nello stomaco”, metafora popolare che descrive la percezione fisica dell’innamoramento tra svuotamento e confusione, per analizzare lo stato d’animo di chi entra in una dimensione di novità, trasformazione e cambiamento. Lo spazio dell’Edicola diviene contenitore di forme indefinite che fluttuano caoticamente, fornendo un’immagine della turbolenza emotiva che si sviluppa nei “momenti di passaggio”, in cui la vita prende strade inedite. Gli elementi che si agitano all’interno dello spazio chiuso traducono visivamente il tornado di sensazioni che agita la vita psichica di fronte ai cambiamenti che, come nella metamorfosi dei bruchi in farfalle, sono dolorosi ma necessari per il raggiungimento di una nuova e più completa forma dell’Io.
27
aprile 2018
Nicola Gobbetto – I shouldn’t have eaten those caterpillars
Dal 27 aprile al 25 maggio 2018
arte contemporanea
Location
EDICOLA RADETZKY
Milano, Viale Gorizia, (Milano)
Milano, Viale Gorizia, (Milano)
Orario di apertura
24 ore su 24
Vernissage
27 Aprile 2018, ore 19.00
Autore
Curatore