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Nicola Gobbetto – Ice Dream
Verde chiaro, rosa pallido, bianco.
Questi sono i colori che predominano nel mondo immaginario e favolistico di Nicola Gobbetto. Lui, che negli anni ’80, quando imperversavano i colori fluorescenti delle discoteche e i toni accesi del design, era poco più che un bambino, opta per delle tinte morbide, per dei colori chiari.
Comunicato stampa
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Non a caso vive in una casa tutta bianca. Bianche le pareti, il divano, la cucina, il bagno.
Il suo immaginario dilata la tranquillità e serenità delle favole che ha conosciuto da bambino, proiettando sui personaggi e le loro storie, la cronaca nera contemporanea dove i bambini si uccidono tra loro o subiscono inaudite violenze.
Ecco allora che il tenero volto di Biancaneve si congela in un freddo specchio (Selfportrait, 2003), il bosco incantato diventa una selva senza via d'uscita (Far into the forest, 2004) la piccola casa di Hansel e Gretel diventa una grottesca scatola di nauseante zucchero indurito (La casetta di marzapane, 2001). Il mondo di Nicola Gobbetto è uno scenario grottesco in cui proiettare l'ambiguità di un'adolescenza villana e maleducata, quando non spietata e omicida. Forse in lui è ancora presente l'età acerba di 'mezzo', dove gli adulti sono da contestare e i bambini da deridere. C'è molta crudeltà sotto questi colori pallidi e aquerellati. Colori che ritroviamo nei piccoli disegni a pastello, nei fantastici castelli o negli uccellini in gabbia che non cantano mai.
Nicola Gobbetto per certi versi richiama alle memoria Antoine Watteau. Come il pittore francese settecentesco che dipingeva con raffinato cromatismo il mondo delle damine nelle fêtes galantes o le figure della commedia dell'arte lasciando trasparire sotto l'apparente naturalezza e gioiosità un senso di ambigua inquietudine, così anche nel lavoro di Nicola sotto i temi leggeri delle fiabe si coglie una lato oscuro e spesso macabro. Nel lavoro 'Ice dream' Gobbetto parte da una sua esperienza onirica cercando di ricreare quello che i sogni per loro natura non rivelano: il profumo. L'installazione diventa una via d'uscita e di passaggio, anticamera tra il sogno e la realtà.
Elena Bordignon
Il suo immaginario dilata la tranquillità e serenità delle favole che ha conosciuto da bambino, proiettando sui personaggi e le loro storie, la cronaca nera contemporanea dove i bambini si uccidono tra loro o subiscono inaudite violenze.
Ecco allora che il tenero volto di Biancaneve si congela in un freddo specchio (Selfportrait, 2003), il bosco incantato diventa una selva senza via d'uscita (Far into the forest, 2004) la piccola casa di Hansel e Gretel diventa una grottesca scatola di nauseante zucchero indurito (La casetta di marzapane, 2001). Il mondo di Nicola Gobbetto è uno scenario grottesco in cui proiettare l'ambiguità di un'adolescenza villana e maleducata, quando non spietata e omicida. Forse in lui è ancora presente l'età acerba di 'mezzo', dove gli adulti sono da contestare e i bambini da deridere. C'è molta crudeltà sotto questi colori pallidi e aquerellati. Colori che ritroviamo nei piccoli disegni a pastello, nei fantastici castelli o negli uccellini in gabbia che non cantano mai.
Nicola Gobbetto per certi versi richiama alle memoria Antoine Watteau. Come il pittore francese settecentesco che dipingeva con raffinato cromatismo il mondo delle damine nelle fêtes galantes o le figure della commedia dell'arte lasciando trasparire sotto l'apparente naturalezza e gioiosità un senso di ambigua inquietudine, così anche nel lavoro di Nicola sotto i temi leggeri delle fiabe si coglie una lato oscuro e spesso macabro. Nel lavoro 'Ice dream' Gobbetto parte da una sua esperienza onirica cercando di ricreare quello che i sogni per loro natura non rivelano: il profumo. L'installazione diventa una via d'uscita e di passaggio, anticamera tra il sogno e la realtà.
Elena Bordignon
22
giugno 2004
Nicola Gobbetto – Ice Dream
Dal 22 al 29 giugno 2004
arte contemporanea
Location
NEONPROJECTBOX
Milano, Corso Giuseppe Garibaldi, 42, (Milano)
Milano, Corso Giuseppe Garibaldi, 42, (Milano)
Orario di apertura
mar_ven > 17.00_19.00
Vernissage
22 Giugno 2004, ore 19.00