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Nicola Liberatore – Segni del tempo, tracce della memoria
Opere, estremamente raffinate, realizzate con impasti sapienti e velature leggere in cui sono incisi graffi, immagini, impronte, calchi a creare emblematiche presenze bloccate nel colore.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Martedì 1 febbraio 2005, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Nicola Liberatore. Segni del tempo, tracce della memoria, curata da Loredana Rea.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 18 febbraio, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.
La mostra, è il secondo appuntamento del ciclo Riflessioni sul contemporaneo, in cui i critici Ivana D’Agostino e Loredana Rea presentano nell’arco di tempo compreso tra gennaio e giugno sei artisti – oltre a Liberatore, Anna Dorsa, Guido Pecci, Cosimo Epicoco, Teresa Pollidori e Ada Impallara – differenti per formazione, scelte e, soprattutto, modalità espressive.
L’idea che sta alla base di questo nuovo ciclo non è un tentativo di ricognizione sistematica su quanto accade in un territorio vasto e multiforme qual’è quello della sperimentazione artistica, né tanto meno quello di una impossibile classificazione organica, l’intento è quello di riflettere criticamente sul presente, per cogliere le motivazioni vere delle pratiche espressive e le direzioni tangenti o divergenti dei criteri metodologici e progettuali e restituire, poi, uno spaccato, certamente incompleto, ma sicuramente vitale della contemporaneità.
Nicola Liberatore, artista foggiano che per oltre un ventennio è stato tra gli animatori del Laboratorio Artivisive, per questa personale presenta un gruppo di opere recentissime che si articolano intorno ad una riflessione sul tempo e alla sua inarrestabile ciclicità e, soprattutto, alla possibilità di visualizzarlo e tradurlo in segni, nel tentativo di esorcizzare la fragilità dell’essere umano rispetto all’incommensurabile assolutezza del divenire. Ha lavorato, infatti, sulla valenza complessa della dimensione temporale, rifiutandone decisamente l’univocità nel tentativo di trovare un rapporto tra il tempo delle cose e il tempo degli uomini, tra il passato e il presente.
Nascono così queste opere, estremamente raffinate, realizzate con impasti sapienti e velature leggere in cui sono incisi graffi, immagini, impronte, calchi a creare emblematiche presenze bloccate nel colore. Sono frammenti emersi dalle pieghe scure del tempo e quindi sempre sul punto di sparire, dopo aver lasciato segni di sé.
L’idea di partenza è quella del muro sulla cui superficie il tempo lascia le sue tracce, che si sedimentano nella vischiosità dell’intonaco grezzo e inglobano materie differenti a creare complesse stratificazioni materiche. A Liberatore il compito, come è scritto nel testo critico, “di far emergere dalle crepe profonde, dalle piccole pieghe, dagli impasti corrosi e dalle improvvise smagliature degli spessori i segni graffiti e le immagini lievemente tracciate con il colore per ritrovare il senso dell’eterno fluire.”
L’esposizione rimarrà aperta fino al 18 febbraio, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.
La mostra, è il secondo appuntamento del ciclo Riflessioni sul contemporaneo, in cui i critici Ivana D’Agostino e Loredana Rea presentano nell’arco di tempo compreso tra gennaio e giugno sei artisti – oltre a Liberatore, Anna Dorsa, Guido Pecci, Cosimo Epicoco, Teresa Pollidori e Ada Impallara – differenti per formazione, scelte e, soprattutto, modalità espressive.
L’idea che sta alla base di questo nuovo ciclo non è un tentativo di ricognizione sistematica su quanto accade in un territorio vasto e multiforme qual’è quello della sperimentazione artistica, né tanto meno quello di una impossibile classificazione organica, l’intento è quello di riflettere criticamente sul presente, per cogliere le motivazioni vere delle pratiche espressive e le direzioni tangenti o divergenti dei criteri metodologici e progettuali e restituire, poi, uno spaccato, certamente incompleto, ma sicuramente vitale della contemporaneità.
Nicola Liberatore, artista foggiano che per oltre un ventennio è stato tra gli animatori del Laboratorio Artivisive, per questa personale presenta un gruppo di opere recentissime che si articolano intorno ad una riflessione sul tempo e alla sua inarrestabile ciclicità e, soprattutto, alla possibilità di visualizzarlo e tradurlo in segni, nel tentativo di esorcizzare la fragilità dell’essere umano rispetto all’incommensurabile assolutezza del divenire. Ha lavorato, infatti, sulla valenza complessa della dimensione temporale, rifiutandone decisamente l’univocità nel tentativo di trovare un rapporto tra il tempo delle cose e il tempo degli uomini, tra il passato e il presente.
Nascono così queste opere, estremamente raffinate, realizzate con impasti sapienti e velature leggere in cui sono incisi graffi, immagini, impronte, calchi a creare emblematiche presenze bloccate nel colore. Sono frammenti emersi dalle pieghe scure del tempo e quindi sempre sul punto di sparire, dopo aver lasciato segni di sé.
L’idea di partenza è quella del muro sulla cui superficie il tempo lascia le sue tracce, che si sedimentano nella vischiosità dell’intonaco grezzo e inglobano materie differenti a creare complesse stratificazioni materiche. A Liberatore il compito, come è scritto nel testo critico, “di far emergere dalle crepe profonde, dalle piccole pieghe, dagli impasti corrosi e dalle improvvise smagliature degli spessori i segni graffiti e le immagini lievemente tracciate con il colore per ritrovare il senso dell’eterno fluire.”
01
febbraio 2005
Nicola Liberatore – Segni del tempo, tracce della memoria
Dal primo al 18 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 17-20
Vernissage
1 Febbraio 2005, ore 18
Autore
Curatore