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Nigra sum sed formosa
Per la prima volta in Italia una grande, innovativa mostra sull’Etiopia Cristiana con materiali in gran parte inediti.
Comunicato stampa
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E' la prima grande mostra che l'Italia dedichi all'arte più che millenaria di dell'Etiopia. Ad ospitarla non poteva che essere Venezia che già nel '400 instaurò con il regno che dominava il Corno d'Africa legami economici, religiosi e culturali molto stretti. Tanto da inviare laggiù, su richiesta dell'Impero del Leone, propri pittori che per secoli influenzarono ogni espressione artistica di quelle terre.
Fondamentale nella realizzazione dell'iniziativa il ruolo di collegamento tra i vari soggetti coinvolti e il supporto progettuale fornito all'Università Ca' Foscari e alla Regione Veneto da parte di un'azienda di credito, Banca Popolare FriulAdria, che ha inteso in questo modo connotare con un grande evento culturale il progetto di rafforzamento della propria presenza in territorio veneto.
Curatori della mostra, che verrà allestita dal 13 marzo al 10 maggio nella sede espositiva dell'Università Ca' Foscari lungo il Canal Grande, sono Giuseppe Barbieri, Gianfranco Fiaccadori e Mario Di Salvo coadiuvati da un amplissimo comitato scientifico internazionale.
Il titolo della mostra "Nigra sum sed formosa" rinvia al celebre versetto del Cantico dei Cantici e alla Regina di Saba. E' stato scelto per ricordare l'antichità dell'esperienza religiosa prima giudaica e poi cristiana in terra etiopica. Qui sussiste ancora oggi una sorta di chiesa delle Origini, degli Apostoli, che ha saputo conservare, nei riti e nelle rappresentazioni artistiche, lo spirito della prima età evangelica. Un unicum cui non è estraneo il fatto che l'Etiopia cristiana sia venuto rapidamente a trovarsi circondata da popoli islamici. Il forte radicamento di una tradizione cristiana nell'impero del Leone coincise dunque con l'affermazione di una identità di razza, lingua, costumi, che in buona misura, pur attraverso molte fasi critiche, è giunta sino a noi.
Venezia è stata, almeno già dall'epoca del grande re Zar'a Ya'qob (1434-58), uno dei partner più significativi, tra gli stati europei, dell'impero etiope, a ribadire così la sua funzione di porta di collegamento tra Oriente e Occidente. Questo dato segna l'assoluta pertinenza della città di San Marco, che è sede di uno dei più importanti e antichi patriarcati d'Occidente, come luogo e scenario della mostra.
L'esposizione si presenta come un organico e affascinante "racconto", imperniato su riconoscibili personaggi: la Regina di Saba; il Re Lâlibalâ (XII-XIII sec.), da cui prende nome la città santa costruita sulle montagne del Lasta, la "Nuova Gerusalemme" a beneficio dei pellegrini Etiopi, impediti a recarsi in Terra Santa dalla presenza islamica, al modo in cui nell'Europa medievale si realizzavano le varie copie del Santo Sepolcro; il re Zar'a Ya'qob, sotto di cui, nel XV sec., il Paese si aprì decisamente alle presenze occidentali; il pittore veneziano Nicolò Brancaleon, detto Marcoreo, documentato alla corte del re Eskender nell'ultimo scorcio del XV sec.
A Ca' Foscari saranno in mostra materiali di straordinaria importanza storica ed artistica, testimonianze preziose e per la più parte inedite: icone, croci, rotoli magici, codici miniati, incisioni, capolavori cartografici, come il Mappamondo di Fra Mauro, rari libri di modelli. A concederle, spesso per la prima volta, sono raccolte private e pubblici musei, nazionali e internazionali. Ad affiancare questi eccezionali reperti originali numerosi contributi a visualizzazione multimediale (musiche, filmati, fotografie opportunamente trattate...) della civiltà religiosa e della grandezza estetica dell'impero del Leone.
Suggestione e rigorosa documentazione saranno, quindi, le cifre di questa affascinante mostra.
Ad accompagnare i visitatori nelle diverse sezioni sarà il prof. Stanislaw Chojnacki, patriarca degli studi moderni sull'arte etiopica. Sarà uno dei molti interventi di multimedialità messi a punto da Ca' Foscari. Così come a un gruppo di lavoro interno, quello affidato al professor Augusto Celentano, si deve un prototipo fortemente innovativo di guida multimediale mobile, realizzata in ambiente iPod. In questo modo la mostra diventa un prestigioso laboratorio per gli studenti dell'Ateneo, impegnati a declinare anche nelle più innovative forme dell' edutainment un itinerario denso di reperti e temi di rara suggestione.
Questa importante componente multimediale è messa a servizio della comprensione e della contestualizzazione delle meraviglie originali proposte dall'esposizione. Consentendo di entrare fin dentro lo spazio e lo spirito di monumenti, luoghi e di cerimonie sacre che hanno contribuito a tenere vivissimo un credo bimillenario in terra d'Africa.
Fondamentale nella realizzazione dell'iniziativa il ruolo di collegamento tra i vari soggetti coinvolti e il supporto progettuale fornito all'Università Ca' Foscari e alla Regione Veneto da parte di un'azienda di credito, Banca Popolare FriulAdria, che ha inteso in questo modo connotare con un grande evento culturale il progetto di rafforzamento della propria presenza in territorio veneto.
Curatori della mostra, che verrà allestita dal 13 marzo al 10 maggio nella sede espositiva dell'Università Ca' Foscari lungo il Canal Grande, sono Giuseppe Barbieri, Gianfranco Fiaccadori e Mario Di Salvo coadiuvati da un amplissimo comitato scientifico internazionale.
Il titolo della mostra "Nigra sum sed formosa" rinvia al celebre versetto del Cantico dei Cantici e alla Regina di Saba. E' stato scelto per ricordare l'antichità dell'esperienza religiosa prima giudaica e poi cristiana in terra etiopica. Qui sussiste ancora oggi una sorta di chiesa delle Origini, degli Apostoli, che ha saputo conservare, nei riti e nelle rappresentazioni artistiche, lo spirito della prima età evangelica. Un unicum cui non è estraneo il fatto che l'Etiopia cristiana sia venuto rapidamente a trovarsi circondata da popoli islamici. Il forte radicamento di una tradizione cristiana nell'impero del Leone coincise dunque con l'affermazione di una identità di razza, lingua, costumi, che in buona misura, pur attraverso molte fasi critiche, è giunta sino a noi.
Venezia è stata, almeno già dall'epoca del grande re Zar'a Ya'qob (1434-58), uno dei partner più significativi, tra gli stati europei, dell'impero etiope, a ribadire così la sua funzione di porta di collegamento tra Oriente e Occidente. Questo dato segna l'assoluta pertinenza della città di San Marco, che è sede di uno dei più importanti e antichi patriarcati d'Occidente, come luogo e scenario della mostra.
L'esposizione si presenta come un organico e affascinante "racconto", imperniato su riconoscibili personaggi: la Regina di Saba; il Re Lâlibalâ (XII-XIII sec.), da cui prende nome la città santa costruita sulle montagne del Lasta, la "Nuova Gerusalemme" a beneficio dei pellegrini Etiopi, impediti a recarsi in Terra Santa dalla presenza islamica, al modo in cui nell'Europa medievale si realizzavano le varie copie del Santo Sepolcro; il re Zar'a Ya'qob, sotto di cui, nel XV sec., il Paese si aprì decisamente alle presenze occidentali; il pittore veneziano Nicolò Brancaleon, detto Marcoreo, documentato alla corte del re Eskender nell'ultimo scorcio del XV sec.
A Ca' Foscari saranno in mostra materiali di straordinaria importanza storica ed artistica, testimonianze preziose e per la più parte inedite: icone, croci, rotoli magici, codici miniati, incisioni, capolavori cartografici, come il Mappamondo di Fra Mauro, rari libri di modelli. A concederle, spesso per la prima volta, sono raccolte private e pubblici musei, nazionali e internazionali. Ad affiancare questi eccezionali reperti originali numerosi contributi a visualizzazione multimediale (musiche, filmati, fotografie opportunamente trattate...) della civiltà religiosa e della grandezza estetica dell'impero del Leone.
Suggestione e rigorosa documentazione saranno, quindi, le cifre di questa affascinante mostra.
Ad accompagnare i visitatori nelle diverse sezioni sarà il prof. Stanislaw Chojnacki, patriarca degli studi moderni sull'arte etiopica. Sarà uno dei molti interventi di multimedialità messi a punto da Ca' Foscari. Così come a un gruppo di lavoro interno, quello affidato al professor Augusto Celentano, si deve un prototipo fortemente innovativo di guida multimediale mobile, realizzata in ambiente iPod. In questo modo la mostra diventa un prestigioso laboratorio per gli studenti dell'Ateneo, impegnati a declinare anche nelle più innovative forme dell' edutainment un itinerario denso di reperti e temi di rara suggestione.
Questa importante componente multimediale è messa a servizio della comprensione e della contestualizzazione delle meraviglie originali proposte dall'esposizione. Consentendo di entrare fin dentro lo spazio e lo spirito di monumenti, luoghi e di cerimonie sacre che hanno contribuito a tenere vivissimo un credo bimillenario in terra d'Africa.
13
marzo 2009
Nigra sum sed formosa
Dal 13 marzo al 10 maggio 2009
fotografia
arte etnica
arte etnica
Location
UNIVERSITA’ CA’ FOSCARI – PALAZZO CA’ GIUSTINIAN DEI VESCOVI
Venezia, Dorsoduro, 3246, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 3246, (Venezia)
Biglietti
intero 7 euro; ridotto 5 euro per
-minori di 15 e maggiori di 60 anni
Orario di apertura
ore 10-18, chiuso il martedì
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Curatore