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NIGREDO, opera al nero
La mostra di Marco Filicio è un richiamo al passaggio alchemico della Nigredo, stadio di decomposizione necessario per la creazione e la vita. Le opere esplorano questa fase caotica, rappresentando creature ibride che emergono dal nero della china.
Comunicato stampa
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Il collettivo Ciccis presenta: "NIGREDO, opera al nero" mostra di Filicio, pseudonimo dell’artista Marco Marinangeli, che si terrà dalle ore 16:00 alle ore 22:00 negli spazi di Studio54, in via Serbelloni 54 a Roma. A partire dalle ore 17:00 djset di Heartdeath.
In alchimia la Nigredo è il momento in cui tutti gli elementi devono morire e tornare al nero; devono trasformarsi, divenire putrescenti, essere il caos primitivo da cui poi scaturisce la creazione, la vita. La Nigredo è il primo passaggio di distruzione e separazione per arrivare alla pietra filosofale, all’individuazione, all’immortalità, alla panacea di qualsiasi malattia.
Le opere di Filicio esplorano fino in fondo la Nigredo, cioè questo primo stadio caotico, dove però la decomposizione rimane incagliata su se stessa creando un ordine momentaneo, fatto di anatomie mostruose mai separate tra di loro. Gli animali, le piante e i minerali si uniscono, diventano nuovi esseri che emergono dal nero della china. Nonostante l’iperrealismo con cui sono definiti, la loro possibilità di esistere stabilmente sembra tuttavia improbabile. È come se l’artista avesse colto degli attimi durante il processo di corruzione e mescolanza degli elementi.
E così Nutriartun, titolo di una delle opere in mostra, è una creatura che, come il palindromo del suo nome, si rovescia su se stessa e si ibrida con il muso di un babbuino, le orecchie di un pipistrello, un grappolo di funghi ed elementi marini. Hexe è un demone di paglia con la bocca spalancata al suo mal di vivere e Patatoad è un mostro anfibio fatto di spine, rami di coralli e pezzi di conchiglia.
Le creature che compaiono sulle tele in esposizione sembrano essere il risultato di mutazioni alchemiche, allucinazioni del loro creatore e fantocci per scongiurare la morte.
Nei Simulakrum a fluttuare e a deformarsi, invece, sono gli aspetti più spaventosi dell’identità, che emergono dalle profondità dell’inconscio e trasfigurano l’immagine rassicurante del sé. Sebbene diversi tra loro, i quadri di Filicio mantengono le stesse atmosfere perturbanti e propongono un misticismo deforme all’enigma dell’esistenza.
Anche le piante all’apice del loro momento più rigoglioso di maturazione conservano il seme della distruzione. Basta una foglia secca, un colore più scuro del gambo, un fiore appassito per ritrovarci a dover fare i conti con il nulla. Ma è vero anche il contrario e cioè che il destino della vita è combattere il nero dell’oblio. Basta un ultimo seme, un piccolo virgulto, una semplice spora -seppur mostruosa- lanciata al vento prima di esalare l’ultimo respiro, affinché tutto si ricombini e nulla vada veramente perso o distrutto per sempre.
Bio
Marco Marinangeli, in arte Filicio, è un disegnatore e muralista.
La sua produzione spazia dall'albo illustrato alla pittura murale, dal disegno contemporaneo alla progettazione grafica. Usa tecniche miste, principalmente grafite, per creare chimere e figurazioni ibride, miscelando figure umane, naturali e animali.
Con cinque tavole de Il Santo, albo illustrato edito da Tabularasa Edizioni ottiene il Premio della Giuria nella selezione per BIBF Ananas Illustration Award di Pechino nel 2020.
Nel 2023 esce il suo ultimo libro illustrato per la collana Oscar Blink Mondadori Il richiamo di Cthulhu di H.P. Lovecraft. Attualmente vive e lavora a Bologna.
In alchimia la Nigredo è il momento in cui tutti gli elementi devono morire e tornare al nero; devono trasformarsi, divenire putrescenti, essere il caos primitivo da cui poi scaturisce la creazione, la vita. La Nigredo è il primo passaggio di distruzione e separazione per arrivare alla pietra filosofale, all’individuazione, all’immortalità, alla panacea di qualsiasi malattia.
Le opere di Filicio esplorano fino in fondo la Nigredo, cioè questo primo stadio caotico, dove però la decomposizione rimane incagliata su se stessa creando un ordine momentaneo, fatto di anatomie mostruose mai separate tra di loro. Gli animali, le piante e i minerali si uniscono, diventano nuovi esseri che emergono dal nero della china. Nonostante l’iperrealismo con cui sono definiti, la loro possibilità di esistere stabilmente sembra tuttavia improbabile. È come se l’artista avesse colto degli attimi durante il processo di corruzione e mescolanza degli elementi.
E così Nutriartun, titolo di una delle opere in mostra, è una creatura che, come il palindromo del suo nome, si rovescia su se stessa e si ibrida con il muso di un babbuino, le orecchie di un pipistrello, un grappolo di funghi ed elementi marini. Hexe è un demone di paglia con la bocca spalancata al suo mal di vivere e Patatoad è un mostro anfibio fatto di spine, rami di coralli e pezzi di conchiglia.
Le creature che compaiono sulle tele in esposizione sembrano essere il risultato di mutazioni alchemiche, allucinazioni del loro creatore e fantocci per scongiurare la morte.
Nei Simulakrum a fluttuare e a deformarsi, invece, sono gli aspetti più spaventosi dell’identità, che emergono dalle profondità dell’inconscio e trasfigurano l’immagine rassicurante del sé. Sebbene diversi tra loro, i quadri di Filicio mantengono le stesse atmosfere perturbanti e propongono un misticismo deforme all’enigma dell’esistenza.
Anche le piante all’apice del loro momento più rigoglioso di maturazione conservano il seme della distruzione. Basta una foglia secca, un colore più scuro del gambo, un fiore appassito per ritrovarci a dover fare i conti con il nulla. Ma è vero anche il contrario e cioè che il destino della vita è combattere il nero dell’oblio. Basta un ultimo seme, un piccolo virgulto, una semplice spora -seppur mostruosa- lanciata al vento prima di esalare l’ultimo respiro, affinché tutto si ricombini e nulla vada veramente perso o distrutto per sempre.
Bio
Marco Marinangeli, in arte Filicio, è un disegnatore e muralista.
La sua produzione spazia dall'albo illustrato alla pittura murale, dal disegno contemporaneo alla progettazione grafica. Usa tecniche miste, principalmente grafite, per creare chimere e figurazioni ibride, miscelando figure umane, naturali e animali.
Con cinque tavole de Il Santo, albo illustrato edito da Tabularasa Edizioni ottiene il Premio della Giuria nella selezione per BIBF Ananas Illustration Award di Pechino nel 2020.
Nel 2023 esce il suo ultimo libro illustrato per la collana Oscar Blink Mondadori Il richiamo di Cthulhu di H.P. Lovecraft. Attualmente vive e lavora a Bologna.
18
maggio 2024
NIGREDO, opera al nero
18 maggio 2024
personale
Location
STUDIO 54
Roma, Via Gabrio Serbelloni, (RM)
Roma, Via Gabrio Serbelloni, (RM)
Orario di apertura
Sabato 16-22
Vernissage
18 Maggio 2024, 16-22
Ufficio stampa
Eleonora Amianto
Autore
Produzione organizzazione