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Nine
Il Convento ospita le opere di nove artiste che hanno allestito le sale di questo spazio duecentesco
Comunicato stampa
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Da domenica 26 ottobre 2008 il Convento di Santa Croce a S.Anatolia di Narco, Perugia, ospita le opere di nove artiste che hanno allestito le sale di questo spazio duecentesco e non privo di un' affascinante atmosfera mistica ereditata da secoli di storia. 'Nine', 9 appunto, sono Antonella Avataneo, Arianna Bonamore, Finalba Di Pietro, Sara Forte, Maria Rosa Frigieri, Katy Laudicina, Federica Mancini, Daniela Nasoni e Raffaella Simone. La mostra curata da Barbara Pavan per Studio7.it è patrocinata dal Comune di S.Anatolia di Narco.
Antonella Avataneo è nata a Pinerolo nel 1961. Catapultarsi nel proprio animo, viaggiare nelle profondità della propria essenza, questa la sensazione che si prova di fronte alle opere di Antonella Avataneo. Sensibile, versatile ed eclettica, la spinta creativa di questa artista si è sviluppata dall'incontro con due Maestri, Carena e Pontecorvo, per crescere attraverso una lunga ricerca e sperimentazione fino a raggiungere uno stile proprio inconfondibile. Le opere della Avataneo nascono tutte nel mondo dell'interiorità, nel profondo della propria essenza, nei meandri dell'animo umano riconducendo lo spettatore nei 'luoghi della propria anima'.
Arianna Bonamore, romana, intreccia nelle sue opere il femminile misterioso e affascinante con archetipi arcaici, antiche fiabe, leggende e miti. Tele ricche di rimandi simbolici resi attraverso una tavolozza dai toni caldi ed accesi, da una tecnica impeccabile ed uno stile originalissimo.
Finalba Di Pietro, abruzzese, si è formata artisticamente con il maestro Giuseppe Caporossi a Roma alla fine degli anni '60. In Toscana, dove vive, ha insegnato progettazione grafica per la ceramica e la moda, ha operato nel settore della grafica pubblicitaria, arredamento di interni, creazione di gioielli. Da anni si dedica esclusivamente alla sua arte, acquerelli su carta, tecniche miste su cartoni e legno, sculture in ceramica. Ha partecipato a numerose collettive in Italia ed all'estero, a premi e concorsi. Altrettanto numerose le mostre personali a Roma, Firenze, Viterbo, Livorno, Marsiglia, Milano, Chicago.
Sara Forte, novarese, è un'artista che ha dentro di sé, senza che appaia, un fuoco che si placa soltanto in parte, quando si attarda a dar vitalità ad un'opera. E' un'artista padrona del colore, che sceglie di arrivare ad un equilibrio nel quale preparazione, esperienza e fantasia, condite da doti istintive, fa emergere sempre in modo indelebile, l'impronta dell'artista creatore. Si tratta di tele sempre più espressive, soffici come velluti, fatte di pennellate quasi impalpabili. Nonostante la giovane età ha già esposto in Italia, in Austria e a breve in Francia.
Le opere di Maria Rosa Frigieri, scrive Cinzia Minuti Innocenti, 'nascono da studi ottici riconducibili a matrici di Arte Visuale e Op Art, analizzate dall'artista nella loro componente cromatica che insieme alla percezione determinano la genesi del lavoro. La Frigieri non propone tuttavia moduli ripetitivi e programmati tipici dell'Arte ottica, ma si concentra su un unico elemento e lo amplifica fino a renderlo l'unico protagonista dell'opera. Ritorna spesso la tematica del fiore che emerge da contorni e da sfondi sfumati, quasi ad indicare un'immagine fotografica sfuocata, che proprio nell'indeterminatezza della forma trova la forza dell'impatto visivo'.
Katy Laudicina, marchigiana di nascita, umbra di adozione, appassionata ed originale interprete della tradizione naif di queste zone del Centro Italia, racconta nelle sue opere un mondo femminile antico e contemporaneo allo stesso tempo.
Federica Mancini è una giovanissima artista reatina. Nelle sue opere, scrive S.Luzzi, 'la dimensione onirica non è quella unica e troppo spesso abusata dell'evanescenza. Qui il segno si agglutina, la struttura compositiva suggella come un marchio una felice ambivalenza, un contesto estremamente fecondo che, nella migliore tradizione non solo pittorica, riesce a trovare ricchezza nell'accostamento degli opposti, nell'adiacenza di ciò che, in apparenza, sembra distante. Questo è il dilemma che pone la lettura dell'arte di Federica Mancini: la vita indagata nelle sue estreme condizioni, nella sua realtà e nella sua irrealtà, nel suo essere e nel suo non essere, nella sua fugacità e nella sua pienezza.'
Daniela Nasoni, nata a Varese nel 1975, questa giovane pittrice già largamente affermata, presenta un anteprima del progetto espositivo 'Eredità e progresso' che trova nella ricerca, nella rilettura e nella storicizzazione di un anno recente, il 2007, attraverso l'opera d'arte un interessante intreccio tra cronaca/media/arte e riporta l'osservatore a profonde e consapevoli riflessioni sul tempo in cui viviamo.
Raffaella Simone, abruzzese, nella sua migliore tradizione, espone una serie di lavori in cui arte, poesia, lettura e soprattutto scrittura, elemento fondamentale e ricorrente nell'opera dell'artista, si intrecciano, si contaminano. La Simone trascrive versi di poesie su piccoli frammenti di carta, come appunti o ricordi e utilizza pagine di libri strappati, simili a preziosi reperti, inserendoli nel disegno o nel dipinto. Scrive di lei Augusta Venanzi: 'L'arte per Raffaella è una pratica alchemica. La superficie del quadro il luogo della sua alchimia. Nei suoi lavori emerge il valore dell'immagine come simbolo e della scrittura come corpo, fisicità materia dell'opera. La scrittura è la sua pittura. Le opere si scrivono e per scriverle l'artista mette insieme frammenti di altre storie…'
Antonella Avataneo è nata a Pinerolo nel 1961. Catapultarsi nel proprio animo, viaggiare nelle profondità della propria essenza, questa la sensazione che si prova di fronte alle opere di Antonella Avataneo. Sensibile, versatile ed eclettica, la spinta creativa di questa artista si è sviluppata dall'incontro con due Maestri, Carena e Pontecorvo, per crescere attraverso una lunga ricerca e sperimentazione fino a raggiungere uno stile proprio inconfondibile. Le opere della Avataneo nascono tutte nel mondo dell'interiorità, nel profondo della propria essenza, nei meandri dell'animo umano riconducendo lo spettatore nei 'luoghi della propria anima'.
Arianna Bonamore, romana, intreccia nelle sue opere il femminile misterioso e affascinante con archetipi arcaici, antiche fiabe, leggende e miti. Tele ricche di rimandi simbolici resi attraverso una tavolozza dai toni caldi ed accesi, da una tecnica impeccabile ed uno stile originalissimo.
Finalba Di Pietro, abruzzese, si è formata artisticamente con il maestro Giuseppe Caporossi a Roma alla fine degli anni '60. In Toscana, dove vive, ha insegnato progettazione grafica per la ceramica e la moda, ha operato nel settore della grafica pubblicitaria, arredamento di interni, creazione di gioielli. Da anni si dedica esclusivamente alla sua arte, acquerelli su carta, tecniche miste su cartoni e legno, sculture in ceramica. Ha partecipato a numerose collettive in Italia ed all'estero, a premi e concorsi. Altrettanto numerose le mostre personali a Roma, Firenze, Viterbo, Livorno, Marsiglia, Milano, Chicago.
Sara Forte, novarese, è un'artista che ha dentro di sé, senza che appaia, un fuoco che si placa soltanto in parte, quando si attarda a dar vitalità ad un'opera. E' un'artista padrona del colore, che sceglie di arrivare ad un equilibrio nel quale preparazione, esperienza e fantasia, condite da doti istintive, fa emergere sempre in modo indelebile, l'impronta dell'artista creatore. Si tratta di tele sempre più espressive, soffici come velluti, fatte di pennellate quasi impalpabili. Nonostante la giovane età ha già esposto in Italia, in Austria e a breve in Francia.
Le opere di Maria Rosa Frigieri, scrive Cinzia Minuti Innocenti, 'nascono da studi ottici riconducibili a matrici di Arte Visuale e Op Art, analizzate dall'artista nella loro componente cromatica che insieme alla percezione determinano la genesi del lavoro. La Frigieri non propone tuttavia moduli ripetitivi e programmati tipici dell'Arte ottica, ma si concentra su un unico elemento e lo amplifica fino a renderlo l'unico protagonista dell'opera. Ritorna spesso la tematica del fiore che emerge da contorni e da sfondi sfumati, quasi ad indicare un'immagine fotografica sfuocata, che proprio nell'indeterminatezza della forma trova la forza dell'impatto visivo'.
Katy Laudicina, marchigiana di nascita, umbra di adozione, appassionata ed originale interprete della tradizione naif di queste zone del Centro Italia, racconta nelle sue opere un mondo femminile antico e contemporaneo allo stesso tempo.
Federica Mancini è una giovanissima artista reatina. Nelle sue opere, scrive S.Luzzi, 'la dimensione onirica non è quella unica e troppo spesso abusata dell'evanescenza. Qui il segno si agglutina, la struttura compositiva suggella come un marchio una felice ambivalenza, un contesto estremamente fecondo che, nella migliore tradizione non solo pittorica, riesce a trovare ricchezza nell'accostamento degli opposti, nell'adiacenza di ciò che, in apparenza, sembra distante. Questo è il dilemma che pone la lettura dell'arte di Federica Mancini: la vita indagata nelle sue estreme condizioni, nella sua realtà e nella sua irrealtà, nel suo essere e nel suo non essere, nella sua fugacità e nella sua pienezza.'
Daniela Nasoni, nata a Varese nel 1975, questa giovane pittrice già largamente affermata, presenta un anteprima del progetto espositivo 'Eredità e progresso' che trova nella ricerca, nella rilettura e nella storicizzazione di un anno recente, il 2007, attraverso l'opera d'arte un interessante intreccio tra cronaca/media/arte e riporta l'osservatore a profonde e consapevoli riflessioni sul tempo in cui viviamo.
Raffaella Simone, abruzzese, nella sua migliore tradizione, espone una serie di lavori in cui arte, poesia, lettura e soprattutto scrittura, elemento fondamentale e ricorrente nell'opera dell'artista, si intrecciano, si contaminano. La Simone trascrive versi di poesie su piccoli frammenti di carta, come appunti o ricordi e utilizza pagine di libri strappati, simili a preziosi reperti, inserendoli nel disegno o nel dipinto. Scrive di lei Augusta Venanzi: 'L'arte per Raffaella è una pratica alchemica. La superficie del quadro il luogo della sua alchimia. Nei suoi lavori emerge il valore dell'immagine come simbolo e della scrittura come corpo, fisicità materia dell'opera. La scrittura è la sua pittura. Le opere si scrivono e per scriverle l'artista mette insieme frammenti di altre storie…'
26
ottobre 2008
Nine
Dal 26 ottobre al 30 novembre 2008
arte contemporanea
Location
CONVENTO DI SANTA CROCE
Sant'anatolia Di Narco, Piazza Del Convento, 4, (Perugia)
Sant'anatolia Di Narco, Piazza Del Convento, 4, (Perugia)
Orario di apertura
Dalle 11 alle 23. Mercoledì chiuso
Autore
Curatore