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Nino Aimone – Gestualità e colore di un maestro del ‘900
Sono esposti gli ultimi sviluppi delle opere pittoriche e dei disegni di un grande artista piemontese , Nino AImone, che ha attraversato la modernità del secolo scorso con lo slancio di un cavallo in corsa.
Comunicato stampa
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Sono esposti gli ultimi sviluppi delle opere pittoriche e dei disegni di un grande artista piemontese , Nino AImone, che ha attraversato la modernità del secolo scorso con lo slancio di un cavallo in corsa.
Dimostra fin da subito la dote principe di disegnatore impareggiabile cui si aggiungono la perizia tecnica, la prontezza mentale e la disposizione umana necessarie per affrontare il rigore artistico e morale del suo primo importante insegnante Felice Casorati. Di primo acchito appaiono due creativi troppo diversi ma paradossalmente sarà lo stesso Casorati a dire che Aimone rappresenta il più anarchico ed ortodosso dei suoi figli d'arte e la sua lungimiranza sarà confermata dallo stesso viaggio artistico del suo esuberante allievo.
Sino all'attuale esposizione, dopo un labirintico ma attento percorso fra grovigli e ricchezze novecentesche, l'artista-alunno irrequieto, non tradisce l'intransigenza appresa sul piano formale e compositivo dal suo maestro.
Nonostante ciò sviluppa in piena e faticosa libertà la sua natura estrosa e camaleontica, si permette di vivere nell'Inconciliabile e inclina verso un cromatismo acceso, spigliato, emozionale ed un segno che padroneggia alla grande e che interloquisce e intriga luce e colore.
Lavora verso la semplificazione della forma e al caso la deforma straziandola durante la temperie della guerra con allusioni baconiane. Aimone attraversa, inoltre, lo sconvolgimento scomposto e In parte disgregante dei piani, vale a dire attua una versione postcubista tutta sua.
Anche il neodada che dilaga un po' ovunque con la sua poetica del "tutto bello quello che piace" è sfiorata senza sviluppare appartenenza e così pure l'area pop la cui vicinanza è superficiale (anche se sarebbe presuntuoso definire i confini dei reciproci contatti).
Si può dire ad oggi che le influenze più disparate, come la marcatura del contorno, tipico del sintetismo e di Gauguin, si ritrova nelle sue esperienze pop ma anche in diversi quadri in mostra e questi ultimi spesso vanno già oltre facendo del segno nero una libera costante che stringe, allarga, fa scorrere o blocca la forma e interagisce con le cromie fredde, calde, sapientemente o spontaneamente accostate.
Nino Aimone non è un concettuale ne’un improvvisatore. Il suo espressionismo più tortuoso e tragico, il geometrismo che strizza l'occhio all'optical, ora si spianano, in parte ironici e in parte visionari, mai dediti al sogno quanto piuttosto vissuti come intensi lavori che, sottotraccia, non hanno mai spezzato il sottile filo che li tiene legati al reale.
C'è una ricerca riflessiva, dietro i totem, le architetture, l'uccello notturno, le sembianze, etc.
A volte i titoli e i quadri sono inconciliabili ( il rettangolo bianco), le piccole forme geometriche sono spiazzanti, Il molteplice forse si carica di nessi, strutturalmente febbrili e materici.
Questa vasta libertà espressiva sotto vigile controllo fa pensare alla sua appassionata esplorazione, continua, da interprete-attore, fino alla fine. "Il quadro è finito quando riesco a staccarmene, a passare dalla parte del fruitore"
(Nino Aimone)
Dimostra fin da subito la dote principe di disegnatore impareggiabile cui si aggiungono la perizia tecnica, la prontezza mentale e la disposizione umana necessarie per affrontare il rigore artistico e morale del suo primo importante insegnante Felice Casorati. Di primo acchito appaiono due creativi troppo diversi ma paradossalmente sarà lo stesso Casorati a dire che Aimone rappresenta il più anarchico ed ortodosso dei suoi figli d'arte e la sua lungimiranza sarà confermata dallo stesso viaggio artistico del suo esuberante allievo.
Sino all'attuale esposizione, dopo un labirintico ma attento percorso fra grovigli e ricchezze novecentesche, l'artista-alunno irrequieto, non tradisce l'intransigenza appresa sul piano formale e compositivo dal suo maestro.
Nonostante ciò sviluppa in piena e faticosa libertà la sua natura estrosa e camaleontica, si permette di vivere nell'Inconciliabile e inclina verso un cromatismo acceso, spigliato, emozionale ed un segno che padroneggia alla grande e che interloquisce e intriga luce e colore.
Lavora verso la semplificazione della forma e al caso la deforma straziandola durante la temperie della guerra con allusioni baconiane. Aimone attraversa, inoltre, lo sconvolgimento scomposto e In parte disgregante dei piani, vale a dire attua una versione postcubista tutta sua.
Anche il neodada che dilaga un po' ovunque con la sua poetica del "tutto bello quello che piace" è sfiorata senza sviluppare appartenenza e così pure l'area pop la cui vicinanza è superficiale (anche se sarebbe presuntuoso definire i confini dei reciproci contatti).
Si può dire ad oggi che le influenze più disparate, come la marcatura del contorno, tipico del sintetismo e di Gauguin, si ritrova nelle sue esperienze pop ma anche in diversi quadri in mostra e questi ultimi spesso vanno già oltre facendo del segno nero una libera costante che stringe, allarga, fa scorrere o blocca la forma e interagisce con le cromie fredde, calde, sapientemente o spontaneamente accostate.
Nino Aimone non è un concettuale ne’un improvvisatore. Il suo espressionismo più tortuoso e tragico, il geometrismo che strizza l'occhio all'optical, ora si spianano, in parte ironici e in parte visionari, mai dediti al sogno quanto piuttosto vissuti come intensi lavori che, sottotraccia, non hanno mai spezzato il sottile filo che li tiene legati al reale.
C'è una ricerca riflessiva, dietro i totem, le architetture, l'uccello notturno, le sembianze, etc.
A volte i titoli e i quadri sono inconciliabili ( il rettangolo bianco), le piccole forme geometriche sono spiazzanti, Il molteplice forse si carica di nessi, strutturalmente febbrili e materici.
Questa vasta libertà espressiva sotto vigile controllo fa pensare alla sua appassionata esplorazione, continua, da interprete-attore, fino alla fine. "Il quadro è finito quando riesco a staccarmene, a passare dalla parte del fruitore"
(Nino Aimone)
16
marzo 2013
Nino Aimone – Gestualità e colore di un maestro del ‘900
Dal 16 al 30 marzo 2013
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIELE
Torino, Via Lauro Rossi, 9 c, (Torino)
Torino, Via Lauro Rossi, 9 c, (Torino)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 16 - 19,30
Vernissage
16 Marzo 2013, ore 18,00
Autore