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Nino La Barbera – La grande compassione antica come le montagne
Nino La Barbera è un artista di quelli che costruiscono opere, non di quelli che vendono pensate. Riesce a essere assolutamente figurativo e assolutamente non fotografico.
Comunicato stampa
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Nino La Barbera è un artista di quelli che costruiscono opere, non di quelli che vendono pensate. Riesce a essere assolutamente figurativo e assolutamente non fotografico. La sua bravura è talmente palese che la si accerta direi come un fatto, più che argomentarla come un valore. E’ un fatto, che le sue opere sono vere opere e opere di bravura e di intuizione visionaria.
Tra i contenuti, tra le narrazioni di questo Trittico mi ha colpito – ha colpito il mio cuore, più profondo che la mia curiosità intellettuale – la presentazione del Minotauro non come mostro divoratore ma come vittima: un occhio spalancato di vitello, interrogante, un braccio proteso di uomo, invocante. Nel quadro centrale l’uno e l’altro sono intrisi di sangue.
La Barbera mi ha detto che la trasformazione del mostro in vittima è nata dal suo essersi imbattuto, su internet, nell’immagine di un vitello trascinato al mattatoio; nel suo sguardo. Ineludibile. Più serio, più interpellante del mito.
Io ritengo, come filosofo, che l’ahimsa, la nonviolenza, la “grande compassione”, quella che Gandhi chiamava antica come le montagne, non sia più soltanto una dimensione immancabile della spiritualità ascetica, ma sia diventata anche un’esigenza razionale comune se l’umanità vuole difendere il proprio onore etico nel rapporto con gli altri esseri senzienti e la propria armonia di vita su un pianeta non devastato. Nel Minotauro vittima, nella bestia dal braccio invocante, vedo una immedesimazione umana non antropocentrica nella sorte dei miliardi di nostre vittime innocenti che ogni anno prima schiavizziamo e poi massacriamo. Forse la minacciosa figura rossa del quadro di sinistra può evocare la disgrazia taciuta che la mancanza di consapevolezza e di compassione accumula sull’uomo dominatore.
Testo del Prof. Luigi Lombardi Vallauri
Ordinario di Filosofia del Diritto dell'Università di Firenze
Tra i contenuti, tra le narrazioni di questo Trittico mi ha colpito – ha colpito il mio cuore, più profondo che la mia curiosità intellettuale – la presentazione del Minotauro non come mostro divoratore ma come vittima: un occhio spalancato di vitello, interrogante, un braccio proteso di uomo, invocante. Nel quadro centrale l’uno e l’altro sono intrisi di sangue.
La Barbera mi ha detto che la trasformazione del mostro in vittima è nata dal suo essersi imbattuto, su internet, nell’immagine di un vitello trascinato al mattatoio; nel suo sguardo. Ineludibile. Più serio, più interpellante del mito.
Io ritengo, come filosofo, che l’ahimsa, la nonviolenza, la “grande compassione”, quella che Gandhi chiamava antica come le montagne, non sia più soltanto una dimensione immancabile della spiritualità ascetica, ma sia diventata anche un’esigenza razionale comune se l’umanità vuole difendere il proprio onore etico nel rapporto con gli altri esseri senzienti e la propria armonia di vita su un pianeta non devastato. Nel Minotauro vittima, nella bestia dal braccio invocante, vedo una immedesimazione umana non antropocentrica nella sorte dei miliardi di nostre vittime innocenti che ogni anno prima schiavizziamo e poi massacriamo. Forse la minacciosa figura rossa del quadro di sinistra può evocare la disgrazia taciuta che la mancanza di consapevolezza e di compassione accumula sull’uomo dominatore.
Testo del Prof. Luigi Lombardi Vallauri
Ordinario di Filosofia del Diritto dell'Università di Firenze
08
luglio 2015
Nino La Barbera – La grande compassione antica come le montagne
Dall'otto al 31 luglio 2015
arte moderna e contemporanea
Location
BIBLIOTHE’ CONTEMPORARY ART GALLERY
Roma, Via Celsa, 4/5, (ROMA)
Roma, Via Celsa, 4/5, (ROMA)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato: 11.00/23.00
Vernissage
8 Luglio 2015, h 19
Autore