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Nino Migliori – Sperimentazione e linguaggi
Nonsenso (2011), lavoro realizzato recentemente da Nino Migliori ed ora presentato da AR.RI.VI, è un’opera che si rivolge ad alcune delle teorie ed analisi che investivano la ricerca degli anni Sessanta/Settanta, ed allo stesso tempo rende omaggio a Duchamp, al ribaltamento di significato di opera che con la sua produzione ha provocato nell’ambito delle arti visive.
Comunicato stampa
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Nino Migliori ha iniziato a occuparsi di fotografia dalla fine degli anni Quaranta; inizialmente nella sua attività convivevano interessi diversi, quindi la necessità di sperimentazione è divenuta per lui sempre più importante, portandolo ad indagare materiali e modalità del «fare» fotografia, in stretto rapporto con le esperienze artistiche contemporanee. La sua attività spesso è stata caratterizzata da toni demistificanti nei confronti dei più diffusi mezzi di comunicazione. Numerose sono le sue mostre personali e collettive, frequenti le pubblicazioni di suoi lavori storici su riviste e quotidiani. Sue fotografie sono conservate presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna, il CSAC di Parma, il Museo di Praga, la Galleria d'Arte Moderna di Roma, la Bibliothéque Nationale de Paris, il Musée Reattu de Arles, il MOMA di New York, il Museum of Fine Arts di Houston, il Museum of Fine Arts di Boston, ed altri.
Nonsenso (2011), lavoro realizzato recentemente da Nino Migliori ed ora presentato da AR.RI.VI, è un'opera che si rivolge ad alcune delle teorie ed analisi che investivano la ricerca degli anni Sessanta/Settanta, ed allo stesso tempo rende omaggio a Duchamp, al ribaltamento di significato di opera che con la sua produzione ha provocato nell'ambito delle arti visive. Le immagini che costituiscono questo lavoro sono ingrandimenti di 6 polapressures che rappresentano foglie di un banano rinsecchito. La tecnica della polapressure, ideata da Migliori nei primi anni Ottanta, serve a rendere ancora più informale la raffigurazione di una materia che ha già smarrito il suo aspetto originale, quindi lontana da una proposizione realistica della realtà, presentante un messaggio ambiguo, cioè ricco di possibili interpretazioni. In primo luogo si riferisce al nonsense, apparentemente privo di significato, e invita il « fruitore» alla ricerca di un senso possibile all'interno delle migliaia di opportunità che la combinazione offre, proiettando così il lavoro in un perenne divenire. In questo modo viene portato all'estremo il concetto di opera aperta e della pluralità di interpretazioni che un testo, in questo caso iconico, può offrire sottolineando che l'opera d'arte è un farsi aleatorio sempre innovato. Ma ci vuole anche far riflettere sul fatto che il vedere è un atto creativo a tal punto che ognuno può effettivamente agire ed ognuno può procedere per un percorso che si può apparentare a quello dell'autore dell'opera durante la fase di invenzione. Si potrebbe parlare di « fruizione ( consenso ) concreta». Chi vorrà, potrà quindi mescolare i pannelli proponendo equilibri e forme personali che, invadendo lo spazio della stanza, proporranno la propria ambiguità interpretativa. Osserva Migliori: «Il consenso trasforma il senza senso in un nonsense-con senso».
Nonsenso (2011), lavoro realizzato recentemente da Nino Migliori ed ora presentato da AR.RI.VI, è un'opera che si rivolge ad alcune delle teorie ed analisi che investivano la ricerca degli anni Sessanta/Settanta, ed allo stesso tempo rende omaggio a Duchamp, al ribaltamento di significato di opera che con la sua produzione ha provocato nell'ambito delle arti visive. Le immagini che costituiscono questo lavoro sono ingrandimenti di 6 polapressures che rappresentano foglie di un banano rinsecchito. La tecnica della polapressure, ideata da Migliori nei primi anni Ottanta, serve a rendere ancora più informale la raffigurazione di una materia che ha già smarrito il suo aspetto originale, quindi lontana da una proposizione realistica della realtà, presentante un messaggio ambiguo, cioè ricco di possibili interpretazioni. In primo luogo si riferisce al nonsense, apparentemente privo di significato, e invita il « fruitore» alla ricerca di un senso possibile all'interno delle migliaia di opportunità che la combinazione offre, proiettando così il lavoro in un perenne divenire. In questo modo viene portato all'estremo il concetto di opera aperta e della pluralità di interpretazioni che un testo, in questo caso iconico, può offrire sottolineando che l'opera d'arte è un farsi aleatorio sempre innovato. Ma ci vuole anche far riflettere sul fatto che il vedere è un atto creativo a tal punto che ognuno può effettivamente agire ed ognuno può procedere per un percorso che si può apparentare a quello dell'autore dell'opera durante la fase di invenzione. Si potrebbe parlare di « fruizione ( consenso ) concreta». Chi vorrà, potrà quindi mescolare i pannelli proponendo equilibri e forme personali che, invadendo lo spazio della stanza, proporranno la propria ambiguità interpretativa. Osserva Migliori: «Il consenso trasforma il senza senso in un nonsense-con senso».
16
marzo 2011
Nino Migliori – Sperimentazione e linguaggi
Dal 16 marzo al 30 aprile 2011
fotografia
Location
AR.RI.VI. – ARCHIVIO RICERCA VISIVA
Milano, Via Sandro Botticelli, 8/a, (Milano)
Milano, Via Sandro Botticelli, 8/a, (Milano)
Vernissage
16 Marzo 2011, ore 18.30 con presentazione introduttiva di Silvia Paoli e Giorgio Zanchetti
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