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Nino Quartana – Palermo Manila A/R
Un’inedita selezione di opere che l’artista palermitano ha realizzato nel corso di dieci anni di produzione artistica nelle Filippine che fanno parte di diversi cicli pittorici. All’interno dell’esposizione verrà presentato il libro Le Cosmicoppie che trae spunto dallo scritto di Italo Calvino
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Presso lo Spazio espositivo Agorà verrà inaugurata la mostra personale Palermo Manila A/R, Dieci anni nelle Filippine dell'artista Nino Quartana.
L’esposizione curata da Stefania Giacchino, presenta un’inedita selezione di opere che l'artista palermitano ha realizzato nel corso di dieci anni di produzione artistica nelle Filippine che fanno parte di diversi cicli pittorici: I giorni e la notte (2007), Vulcano (2012), Periodo quantistico (2014), Paesaggi del Terzo Millennio (2015)…
Nino quartana si ri-presenta al pubblico della sua città supportato da un grosso bagaglio di esperienza e dai molti successi ottenuti.
All'interno dell'esposizione verrà presentato il libro Le Cosmicoppie Edizioni Quanat che trae spunto dallo scritto di Italo Calvino, interverrà l'editore Tony Saetta. Presenterà il console Antonino Di Liberto.
Verranno letti brani tratti dal testo originale de Le Cosmicomiche.
Con questa personale Quartana, intende raccontare al fruitore la sua storia, la varietà dei temi trattati sottolinea la natura del suo percorso artistico fortemente influenzato dal luogo in cui si è ritrovato a vivere per dieci anni e dalla molteplicità delle esperienze vissute.
Di lui scrive ancora Abbate nel suo testo 'Calvino raccontato da Nino': Illustrare un testo significa soprattutto interpretarlo, o comunque dare la sensazione al lettore del libro in questione (nel caso nostro si tratta delle “Cosmicomiche” di Italo Calvino), giunto in un secondo momento alla contemplazione pittorica delle “tavole esplicative”, d’avere colto il segno, la sostanza, il nucleo visivo, d’essere insomma riuscito a trasmettere la polpa pronta essenziale della cosa scritta, del teatro letterario. L’immagine è un’altra cosa, come dire, dovrebbe raccontare il profondo dell’occhio.
Domanda ulteriore: siamo tuttavia davvero sicuri che il pittore debba restare fedele alla strada intrapresa dallo scrittore, eh, ditemi?
Mi vengono in mente, in proposito, le illustrazioni realizzate da Salvador Dalí nell’anno di grazia 1964 per il “Don Chisciotte” di Miguel de Cervantes, un’opera apparsa allora in edicola a fascicoli, un’opera, aggiungo, nella quale il paese della Manca veniva trasfigurato a sua volta, con nuovi mulini a vento pronti a contraddire gli stessi mulini a vento dell’autore, fino al ritratto del “cavaliere triste”, composto dal pittore pazzo con una sinfonia di numeri, dall’1 all’8, un autentico capolavoro di fantasia visionaria e gestuale.
Il ricordo di quelle tavole mi è tornato in mente adesso facendo caso al modo in cui Nino Quartana ha affrontato la sua sfida con Calvino, con il suo cosmo, con i suoi pianeti dai nomi colmi di consonanti: numeri contro lettere, insomma. D’altronde, lo stesso Nino Q., provando a motivare la ragione del proprio sguardo sull’universo del testo prescelto cita Italo C., che a sua volta elencava le suggestioni che l’avevano nutrito nell’elaborare le “Cosmicomiche”, da Giacomo Leopardi a Braccio di Ferro, da Samuel Beckett a Giordano Bruno e Levis Carroll, e ancora, è sempre Calvino a parlare, “la pittura di Matta, e in certi casi Landolfi, Immanuel Kant, Borges, le incisioni di Grandville”.
Quanto invece alla genealogia da affiancare alla selezione dello stesso Calvino, Nino Quartana si orienta tra Moebius, “2001 Odissea nello spazio”, Thelonious Monk, You Porn, I graffiti dell'Addaura e molto altro ancora…
Ai nostri occhi invece il mondo di Calvino rivisitato dagli occhi di Nino mostra piuttosto lo splendore visionario che appartiene agli artisti che riescono a ravvisare una forma di vita perfino in una macchia, una sorta di universo popolato da batteri poeticamente adeguati a penetrare e così vincere le difese immunitarie dello sguardo. E qui, parlando di pan-biologismo, ossia ovunque-c’è-una-forma-di-vita-figurale, potremmo citare pittori come Wols o lo stesso Mirò che riusciva a trasmutare un puntino d’inchiostro in una stella, in un pianeta remoto nel cosmo della tela. O, pensandoci ancora un po’ su, lo stesso Piero Manzoni degli esordi, lui che iniziò piazzando “ultracorpi” sul foglio bianco. Volti, macchie, segni, parvenze di figure come forme primarie della rivelazione del racconto pittorico, dove lo spunto letterario alla fine si spegne nel buio dell’universo per lasciare spazio e luce soltanto alla volontà espressiva interiore dell’autore, nel nostro caso di Nino Quartana. Il suo mondo, il suo modo di penetrare nel tuorlo ideale della pittura, delle cose.
L’esposizione curata da Stefania Giacchino, presenta un’inedita selezione di opere che l'artista palermitano ha realizzato nel corso di dieci anni di produzione artistica nelle Filippine che fanno parte di diversi cicli pittorici: I giorni e la notte (2007), Vulcano (2012), Periodo quantistico (2014), Paesaggi del Terzo Millennio (2015)…
Nino quartana si ri-presenta al pubblico della sua città supportato da un grosso bagaglio di esperienza e dai molti successi ottenuti.
All'interno dell'esposizione verrà presentato il libro Le Cosmicoppie Edizioni Quanat che trae spunto dallo scritto di Italo Calvino, interverrà l'editore Tony Saetta. Presenterà il console Antonino Di Liberto.
Verranno letti brani tratti dal testo originale de Le Cosmicomiche.
Con questa personale Quartana, intende raccontare al fruitore la sua storia, la varietà dei temi trattati sottolinea la natura del suo percorso artistico fortemente influenzato dal luogo in cui si è ritrovato a vivere per dieci anni e dalla molteplicità delle esperienze vissute.
Di lui scrive ancora Abbate nel suo testo 'Calvino raccontato da Nino': Illustrare un testo significa soprattutto interpretarlo, o comunque dare la sensazione al lettore del libro in questione (nel caso nostro si tratta delle “Cosmicomiche” di Italo Calvino), giunto in un secondo momento alla contemplazione pittorica delle “tavole esplicative”, d’avere colto il segno, la sostanza, il nucleo visivo, d’essere insomma riuscito a trasmettere la polpa pronta essenziale della cosa scritta, del teatro letterario. L’immagine è un’altra cosa, come dire, dovrebbe raccontare il profondo dell’occhio.
Domanda ulteriore: siamo tuttavia davvero sicuri che il pittore debba restare fedele alla strada intrapresa dallo scrittore, eh, ditemi?
Mi vengono in mente, in proposito, le illustrazioni realizzate da Salvador Dalí nell’anno di grazia 1964 per il “Don Chisciotte” di Miguel de Cervantes, un’opera apparsa allora in edicola a fascicoli, un’opera, aggiungo, nella quale il paese della Manca veniva trasfigurato a sua volta, con nuovi mulini a vento pronti a contraddire gli stessi mulini a vento dell’autore, fino al ritratto del “cavaliere triste”, composto dal pittore pazzo con una sinfonia di numeri, dall’1 all’8, un autentico capolavoro di fantasia visionaria e gestuale.
Il ricordo di quelle tavole mi è tornato in mente adesso facendo caso al modo in cui Nino Quartana ha affrontato la sua sfida con Calvino, con il suo cosmo, con i suoi pianeti dai nomi colmi di consonanti: numeri contro lettere, insomma. D’altronde, lo stesso Nino Q., provando a motivare la ragione del proprio sguardo sull’universo del testo prescelto cita Italo C., che a sua volta elencava le suggestioni che l’avevano nutrito nell’elaborare le “Cosmicomiche”, da Giacomo Leopardi a Braccio di Ferro, da Samuel Beckett a Giordano Bruno e Levis Carroll, e ancora, è sempre Calvino a parlare, “la pittura di Matta, e in certi casi Landolfi, Immanuel Kant, Borges, le incisioni di Grandville”.
Quanto invece alla genealogia da affiancare alla selezione dello stesso Calvino, Nino Quartana si orienta tra Moebius, “2001 Odissea nello spazio”, Thelonious Monk, You Porn, I graffiti dell'Addaura e molto altro ancora…
Ai nostri occhi invece il mondo di Calvino rivisitato dagli occhi di Nino mostra piuttosto lo splendore visionario che appartiene agli artisti che riescono a ravvisare una forma di vita perfino in una macchia, una sorta di universo popolato da batteri poeticamente adeguati a penetrare e così vincere le difese immunitarie dello sguardo. E qui, parlando di pan-biologismo, ossia ovunque-c’è-una-forma-di-vita-figurale, potremmo citare pittori come Wols o lo stesso Mirò che riusciva a trasmutare un puntino d’inchiostro in una stella, in un pianeta remoto nel cosmo della tela. O, pensandoci ancora un po’ su, lo stesso Piero Manzoni degli esordi, lui che iniziò piazzando “ultracorpi” sul foglio bianco. Volti, macchie, segni, parvenze di figure come forme primarie della rivelazione del racconto pittorico, dove lo spunto letterario alla fine si spegne nel buio dell’universo per lasciare spazio e luce soltanto alla volontà espressiva interiore dell’autore, nel nostro caso di Nino Quartana. Il suo mondo, il suo modo di penetrare nel tuorlo ideale della pittura, delle cose.
18
dicembre 2015
Nino Quartana – Palermo Manila A/R
Dal 18 al 30 dicembre 2015
arte contemporanea
Location
SPAZIO CONTEMPORANEO AGORA’
Palermo, Via Xii Gennaio, 2, (Palermo)
Palermo, Via Xii Gennaio, 2, (Palermo)
Orario di apertura
da martedi a sabato ore 15.30-19.30
Vernissage
18 Dicembre 2015, ore 18:00
Autore