Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Nino Tirinnanzi – Metafisica della Bellezza
L’esposizione, a sette mesi di distanza dalla grande rassegna tenutasi al Chiostro del Bramante di Roma, ordina quaranta opere del Maestro, fra capolavori noti, ritrovamenti recenti e alcuni significativi inediti, che consentono di riconsiderare la complessa figura di Tirinnanzi sotto una luce nuova
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Firenze rende omaggio a Nino Tirinnanzi, uno degli artisti più significativi del
secondo Novecento. Il 10 maggio 2015, nelle sale dell’Andito degli Angiolini della
Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, si apre la mostra Nino Tirinnanzi Metafisica
della Bellezza, curata da Giovanni Faccenda. L’esposizione, a sette mesi di distanza
dalla grande rassegna tenutasi al Chiostro del Bramante di Roma, ordina quaranta
opere del Maestro, fra capolavori noti, ritrovamenti recenti e alcuni significativi
inediti, che consentono di riconsiderare la complessa figura di Tirinnanzi sotto una
luce nuova: non più l’allievo prediletto di Rosai, come è stato spesso, ma
erroneamente, definito in passato, bensì un artista originalissimo, “esclusivo e
geniale, al punto da diventare anomalo in qualunque ambito lo si collochi”, come
scrive Faccenda nel bel saggio che apre il primo volume del Catalogo Generale delle
Opere di Nino Tirinnanzi (Editoriale Giorgio Mondadori), in uscita in tutte le librerie in
coincidenza dell’inaugurazione della grande rassegna presso Palazzo Pitti.
La mostra rivisita l’intero arco cronologico della pittura di Nino Tirinnanzi, artista nato a
Greve nel 1923. Sostenuto da Domenico Giuliotti, suo padrino, e da Rosai, che rimase
incantato al cospetto di alcuni disegni da lui realizzati a soli undici anni, entrò a far parte
dell’ambiente delle Giubbe Rosse come un enfant-prodige: Palazzeschi, fra gli altri,
riconobbe in lui “una sensazione nuova di pittura”. Sin da ragazzo palesò le sue predilezioni
per la pittura di Carrà e di Morandi, vivissima nei suoi paesaggi, per Chardin, cui si
richiamano le sue nature morte, e per i grandi maestri rinascimentali e manieristi, evocati
invece nei suoi straordinari ritratti. E con la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma,
a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, fu consacrato come uno dei protagonisti di
maggior interesse della sua generazione.
L’esposizione fiorentina approfondisce tutti gli ambiti che hanno contraddistinto il suo lavoro
– dagli amati paesaggi del Chianti, agli interni urbani fiorentini e romani, dalle splendide
nature morte (composte d’estate nella sua residenza in Versilia) ai ritratti, tanto amati da
Eugenio Montale. In un suo soggiorno in Marocco, nei primissimi anni Settanta, ritrasse una
serie di ragazzi maghrebini, immersi nei colori e nella luce del luogo che tanto lo avevano
colpito, dei quali Montale ebbe a dire: “E’ piuttosto raro che un pittore d’oggi faccia riflettere
sulla condizione umana; e che lo faccia senza sollecitare deduzioni sedicenti sociali o
sociologiche. Il pensiero di Tirinnanzi è tutto nel suo disegno e nei suoi colori”.
Altro aspetto peculiare dell’esposizione è l’approfondimento dei vari orizzonti sentimentali in
cui ebbe a manifestarsi l’indomita disposizione verso la “metafisica della bellezza” che
animò Nino Tirinnanzi in ogni frangente della sua storia espressiva, costellata
dall’ammirazione di famosi poeti, come Ungaretti, Luzi, Betocchi, Pasolini e lo stesso
Montale, e di illustri scrittori e intellettuali, quali Gadda, Tobino, Bo, Pratolini, Palazzeschi,
Zurlini e Zeffirelli.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, sabato 9 maggio alle ore 18, verrà presentato
il primo volume del Catalogo Generale delle Opere di Nino Tirinnanzi (Editoriale Giorgio
Mondadori), curato da Giovanni Faccenda. Il volume, fortemente voluto dall’associazione
Amici di Nino Tirinnanzi, è il frutto di anni di catalogazione delle opere del maestro.
L’artista
Nino Tirinnanzi è nato a Greve in Chianti l’11 agosto 1923. Di famiglia benestante, fin dalla
prima infanzia ebbe come guida umana e culturale Domenico Giuliotti. Iscritto all’Istituto
d’Arte di Firenze, vi studiò fino all’ottobre del 1936, anno in cui conobbe Ottone Rosai, che
rimase subito colpito dal suo lavoro artistico. Insieme a lui, ancora adolescente, frequentò
celebri ritrovi di poeti, scrittori ed intellettuali come “Le Giubbe Rosse”, dove conobbe, fra gli
altri, Montale, Gadda, Landolfi, Luzi, Vittorini, Gatto, Parronchi, Pratolini, Tobino.
Con lo scoppio della seconda Guerra Mondiale, venne chiamato alle armi e inviato a Rodi;
durante l’occupazione tedesca dell’isola fuggì in Turchia, passò successivamente in Siria,
Libano, Palestina, fermandosi in Egitto, dove poté finalmente riprendere il lavoro sospeso
per un lungo tempo prima di rimpatriare nel 1946.
Da allora, i successi nel campo della pittura e del disegno si sono susseguiti ininterrotti.
Tirinnanzi, infatti, è stato invitato a tutte le più importanti rassegne pubbliche svoltesi in
Italia nel secondo Novecento. Ricordiamo le sue partecipazioni alla Biennale di Venezia e
alla Quadriennale di Roma.
Del suo soggiorno romano, fra gli anni Sessanta e i primi Settanta, sono le amicizie con
Sandro Penna e Pier Paolo Pasolini, nonché la frequentazione dei molti pittori ed
intellettuali riuniti al “Caffè Greco”. Per molte estati, presso la sua residenza al forte dei
Marmi, ebbe come amico Eugenio Montale. Ad un suo viaggio a Londra si deve invece
l’incontro con Francis Bacon.
Tirinnanzi è morto a Greve in Chianti il 9 dicembre 2002.
Numerose ed importanti raccolte pubbliche e private, sia in Italia che all’estero, ospitano le
sue opere. L’ultima esposizione di rilievo si è tenuta a Firenze, in Palazzo Vecchio, nel
maggio del 2006. Intitolata “Tirinnanzi, Sessant’anni di pittura 1940-2000”, la mostra fu
fortemente voluta dall’allora presidente della Provincia Matteo Renzi.
Nel giugno del 2003, nel rispetto delle volontà del maestro, Maria Luisa e Maria Chiara
Tirinnanzi, nipoti ed eredi dell’artista, hanno dato mandato per la vendita alla Casa d’Aste
Galleria Pananti delle sedici grandi opere eseguite da Tirinnanzi in Marocco. Il ricavato è
stato interamente devoluto a favore dell’opera di Madre Teresa di Calcutta.
Info: Andito degli Angiolini, Galleria d’arte moderna, Palazzo Pitti
Tel. 055 2388601
Orario: da martedì a domenica, ore 10.00 – 19.00, chiusura lunedì
Ingresso libero
Ufficio stampa mostra: Davis & Franceschini – Lea Codognato/Caterina Briganti
Tel. +39 055 2347273 – @mail: info@davisefranceschini.it - www.davisefranceschini.it
secondo Novecento. Il 10 maggio 2015, nelle sale dell’Andito degli Angiolini della
Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, si apre la mostra Nino Tirinnanzi Metafisica
della Bellezza, curata da Giovanni Faccenda. L’esposizione, a sette mesi di distanza
dalla grande rassegna tenutasi al Chiostro del Bramante di Roma, ordina quaranta
opere del Maestro, fra capolavori noti, ritrovamenti recenti e alcuni significativi
inediti, che consentono di riconsiderare la complessa figura di Tirinnanzi sotto una
luce nuova: non più l’allievo prediletto di Rosai, come è stato spesso, ma
erroneamente, definito in passato, bensì un artista originalissimo, “esclusivo e
geniale, al punto da diventare anomalo in qualunque ambito lo si collochi”, come
scrive Faccenda nel bel saggio che apre il primo volume del Catalogo Generale delle
Opere di Nino Tirinnanzi (Editoriale Giorgio Mondadori), in uscita in tutte le librerie in
coincidenza dell’inaugurazione della grande rassegna presso Palazzo Pitti.
La mostra rivisita l’intero arco cronologico della pittura di Nino Tirinnanzi, artista nato a
Greve nel 1923. Sostenuto da Domenico Giuliotti, suo padrino, e da Rosai, che rimase
incantato al cospetto di alcuni disegni da lui realizzati a soli undici anni, entrò a far parte
dell’ambiente delle Giubbe Rosse come un enfant-prodige: Palazzeschi, fra gli altri,
riconobbe in lui “una sensazione nuova di pittura”. Sin da ragazzo palesò le sue predilezioni
per la pittura di Carrà e di Morandi, vivissima nei suoi paesaggi, per Chardin, cui si
richiamano le sue nature morte, e per i grandi maestri rinascimentali e manieristi, evocati
invece nei suoi straordinari ritratti. E con la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma,
a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, fu consacrato come uno dei protagonisti di
maggior interesse della sua generazione.
L’esposizione fiorentina approfondisce tutti gli ambiti che hanno contraddistinto il suo lavoro
– dagli amati paesaggi del Chianti, agli interni urbani fiorentini e romani, dalle splendide
nature morte (composte d’estate nella sua residenza in Versilia) ai ritratti, tanto amati da
Eugenio Montale. In un suo soggiorno in Marocco, nei primissimi anni Settanta, ritrasse una
serie di ragazzi maghrebini, immersi nei colori e nella luce del luogo che tanto lo avevano
colpito, dei quali Montale ebbe a dire: “E’ piuttosto raro che un pittore d’oggi faccia riflettere
sulla condizione umana; e che lo faccia senza sollecitare deduzioni sedicenti sociali o
sociologiche. Il pensiero di Tirinnanzi è tutto nel suo disegno e nei suoi colori”.
Altro aspetto peculiare dell’esposizione è l’approfondimento dei vari orizzonti sentimentali in
cui ebbe a manifestarsi l’indomita disposizione verso la “metafisica della bellezza” che
animò Nino Tirinnanzi in ogni frangente della sua storia espressiva, costellata
dall’ammirazione di famosi poeti, come Ungaretti, Luzi, Betocchi, Pasolini e lo stesso
Montale, e di illustri scrittori e intellettuali, quali Gadda, Tobino, Bo, Pratolini, Palazzeschi,
Zurlini e Zeffirelli.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, sabato 9 maggio alle ore 18, verrà presentato
il primo volume del Catalogo Generale delle Opere di Nino Tirinnanzi (Editoriale Giorgio
Mondadori), curato da Giovanni Faccenda. Il volume, fortemente voluto dall’associazione
Amici di Nino Tirinnanzi, è il frutto di anni di catalogazione delle opere del maestro.
L’artista
Nino Tirinnanzi è nato a Greve in Chianti l’11 agosto 1923. Di famiglia benestante, fin dalla
prima infanzia ebbe come guida umana e culturale Domenico Giuliotti. Iscritto all’Istituto
d’Arte di Firenze, vi studiò fino all’ottobre del 1936, anno in cui conobbe Ottone Rosai, che
rimase subito colpito dal suo lavoro artistico. Insieme a lui, ancora adolescente, frequentò
celebri ritrovi di poeti, scrittori ed intellettuali come “Le Giubbe Rosse”, dove conobbe, fra gli
altri, Montale, Gadda, Landolfi, Luzi, Vittorini, Gatto, Parronchi, Pratolini, Tobino.
Con lo scoppio della seconda Guerra Mondiale, venne chiamato alle armi e inviato a Rodi;
durante l’occupazione tedesca dell’isola fuggì in Turchia, passò successivamente in Siria,
Libano, Palestina, fermandosi in Egitto, dove poté finalmente riprendere il lavoro sospeso
per un lungo tempo prima di rimpatriare nel 1946.
Da allora, i successi nel campo della pittura e del disegno si sono susseguiti ininterrotti.
Tirinnanzi, infatti, è stato invitato a tutte le più importanti rassegne pubbliche svoltesi in
Italia nel secondo Novecento. Ricordiamo le sue partecipazioni alla Biennale di Venezia e
alla Quadriennale di Roma.
Del suo soggiorno romano, fra gli anni Sessanta e i primi Settanta, sono le amicizie con
Sandro Penna e Pier Paolo Pasolini, nonché la frequentazione dei molti pittori ed
intellettuali riuniti al “Caffè Greco”. Per molte estati, presso la sua residenza al forte dei
Marmi, ebbe come amico Eugenio Montale. Ad un suo viaggio a Londra si deve invece
l’incontro con Francis Bacon.
Tirinnanzi è morto a Greve in Chianti il 9 dicembre 2002.
Numerose ed importanti raccolte pubbliche e private, sia in Italia che all’estero, ospitano le
sue opere. L’ultima esposizione di rilievo si è tenuta a Firenze, in Palazzo Vecchio, nel
maggio del 2006. Intitolata “Tirinnanzi, Sessant’anni di pittura 1940-2000”, la mostra fu
fortemente voluta dall’allora presidente della Provincia Matteo Renzi.
Nel giugno del 2003, nel rispetto delle volontà del maestro, Maria Luisa e Maria Chiara
Tirinnanzi, nipoti ed eredi dell’artista, hanno dato mandato per la vendita alla Casa d’Aste
Galleria Pananti delle sedici grandi opere eseguite da Tirinnanzi in Marocco. Il ricavato è
stato interamente devoluto a favore dell’opera di Madre Teresa di Calcutta.
Info: Andito degli Angiolini, Galleria d’arte moderna, Palazzo Pitti
Tel. 055 2388601
Orario: da martedì a domenica, ore 10.00 – 19.00, chiusura lunedì
Ingresso libero
Ufficio stampa mostra: Davis & Franceschini – Lea Codognato/Caterina Briganti
Tel. +39 055 2347273 – @mail: info@davisefranceschini.it - www.davisefranceschini.it
09
maggio 2015
Nino Tirinnanzi – Metafisica della Bellezza
Dal 09 maggio al 07 giugno 2015
arte contemporanea
Location
PALAZZO PITTI – GALLERIA D’ARTE MODERNA E GALLERIA DEL COSTUME
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a domenica, ore 10.00 – 19.00, chiusura lunedì
Vernissage
9 Maggio 2015, ore 18
Ufficio stampa
DAVIS & CO.
Autore
Curatore