Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Nino Tricarico – Il silenzio ha il colore dell’acqua
In mostra la recente produzione di acquarelli della stagione felice a Maratea – 2015. Un omaggio al mare e ai paesaggi della Basilicata. Luoghi che confermano l’esistenza di spazi al di fuori del tempo e del rumore.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Domenica 25 ottobre, alle ore 18.00, sarà inaugurata la mostra : Il silenzio ha il colore dell'acqua – Acquerelli di Nino Tricarico.
Il vernissage, alla presenza dell'artista, prevede l'intervento del critico d'arte Rino Cardone, che ha curato il testo di presentazione in catalogo.
In esposizione trentacinque opere, acquerelli su carta, di recente produzione del Maestro potentino fondatore e protagonista del gruppo “Il nuovo lirismo italiano”, nonchè significativo esponente dell'arte contemporanea lucana e non solo.
Con la personale di Nino Tricarico si apre ufficialmente l'anno espositivo 2015/2016 in cui ricorre il ventennale dell'attività della Galleria Idearte che celebrerà la ricorrenza con una fitta programmazione di mostre ed eventi.
La mostra, a cura di Grazia Lo Re,sarà visitabile tutti i giorni fino al 20 novembre prossimo.
IL SILENZIO HA IL COLORE DELL’ACQUA:
ACQUERELLI DI NINO TRICARICO
“Il silenzio è come il colore dell'acqua:
non si vede ma è essenziale”.
Luca Englaro
Rino Cardone -
Hegel (il filosofo che può essere indicato come il rappresentante più significativo dell’”idealismo tedesco”) sostenne, nei suoi scritti, che qualsiasi forma sensibile si dimostra insufficiente, in natura, per esprimere, in maniera adeguata, l’intimità dello spirito. E fu lo stesso Hegel ad affermare che l’intuizione artistica, si rivela imperfetta e lacunosa di fronte ad una forma di conoscenza assoluta e totale, qual è la filosofia: che reca con sé - come affermava il filosofo - la “morte dell'arte”, che lo storico Giulio Carlo Argan ricondusse alla crisi irreversibile del sistema delle tecniche tradizionali della pittura, sorpassate da metodiche, estetiche e stilistiche, che possono essere ricondotte alla nascita e allo sviluppo della società industriale e capitalistica.
Le considerazioni di Hegel e di Argan hanno segnato, di fatto, un periodo storico dell’arte italiana e internazionale in cui l’espressione creativa, vuoi per il superamento delle diverse tecniche della pittura, vuoi per il crescere di un’arte di relativo “impegno sociale”, non fu più in grado di mostrare e di rappresentare - in maniera aulica com’era stato fino allora - il principio immateriale dell’universo, che è lo spirito. Questo non significa che in questa età di mezzo, tra Novecento e Terzo Millennio, non si è prodotta buona arte significa, invece, che una precisa scelta di campo, compiuta nel mondo dell’arte, portò a una parziale messa da parte della “fabulazione pittorica” a tutto vantaggio di una “fabulazione speculativa” in senso concettuale.
Con i suoi quadri, Nino Tricarico mette adesso, per intero, da parte il concetto della “morte dell’arte” e segna - con i suoi dipinti e con i suoi disegni - il riemergere e il rinnovarsi di una pittura e di un disegno fondati su modelli elevati di qualità. E lo fa percorrendo due vie estetiche e stilistiche. La prima è di una “manualità tecnica” (che passa dall’abilità tecnica dell’artista) che è in grado di evocare l’impalpabilità delle emozioni e dei sentimenti: i quali vivono dentro di ognuno, ma non si toccano; si avvertono, ma non appartengono alla dimensione materiale dell’esistere. La seconda via, percorsa da quest’artista, è di dimostrare che esistono (all’interno delle arti figurative e plastiche) dei percorsi di “affabulazione visiva” che portano l’artista (e di conseguenza il fruitore delle sue opere) a beneficiare di quei “processi creativi” che sono affini e adiacenti: alla “natura sapienziale” della gnosi, agli “elementi peculiari” dell’ingegno umano, alle “proprietà creative” dell’immaginazione e agli “attributi mistici” della spiritualità.
Tanto basta per affermare che l’arte di Nino Tricarico segna l’inizio di un nuovo Umanesimo artistico, fondato su un linguaggio della pittura e della scultura dove s’incontrano: armonia, simmetria e perfezione, requisiti, questi, indispensabili - per il cuore e per lo spirito - per trarre piacere e godimento sotto l’”ombrello tutelare” di quel “criterio di verità” che è rappresentato dalla bellezza, che come voleva il teologo svizzero, Hans Urs von Balthasar “è l'ultima parola che l'intelletto pensante può osare di pronunciare, perché essa non fa altro che incoronare, quale aureola di splendore inafferrabile, il duplice astro del vero e del bene e il loro indissolubile rapporto. „
La maggiore peculiarità della pittura di Nino Tricarico (incentrata sulla “liricità del colore” e sulla “poetica del gesto”) insieme con il suo disegno (“minimalista” nella quantità e nella tipologia dei “segni ornati” adoperati per l’estensione dell’opera) è di esaltare sia il profondo “senso del sublime” che appartiene all’arte; sia la “dimensione intellettuale” nella quale si colloca - dal punto di vista filosofico - il pensiero umano e sia, anche, di aprire delle “finestre” (delle vere e proprie fenditure) nella percezione di quel “mondo metempirico” e di quella “dimensione metaformale” (fatta di forma/non forma) che trovano la loro “camera di compensazione” in quella “realtà d’intramezzo” della creatività umana, che si colloca a metà strada tra il finito e l’infinito, tra il conosciuto e l’ignoto, tra l’aperto dell’utopia, del sogno, del desiderio e dell’immaginazione, e il chiuso della “realtà esistenziale”, che come spiegò il filosofo danese, Søren Kierkegaard si dipana nei tre stadi dell'essere: quello estetico, quello etico e quello religioso. Ne deriva che le “quinte immaginifiche”, visive e narrative - create da Nino Tricarico - sono in grado di descrivere e di sublimare la grandezza dell’essere umano e il suo continuo innamoramento della Bellezza.
Note biografiche
Nino Tricarico è nato a Potenza dove vive e lavora.
Le sue esperienze formative nascono nell'ambiente dell’avanguardia napoletana degli anni sessanta. Sceglie di tornare in Basilicata e volge la sua ricerca, sempre più in chiave astratta, a quella verve lirica che connoterà il suo lavoro.
Mostre significative sono: Palms Shore Gallery, New York 1970; Istituto Italiano di Cultura Amterdam, con testo di Filiberto Menna; K 18 Università di Kassel; Gummeson's Kunst Gallery Stoccolma; Joensuun Taide Museum, Finlandia; Stern Gallery, Luzern;Palazzo delle esposizioni Remar Bersj Parigi; happening d'arte: Agorà del terzo millennio Place Kleber e personale al Palace de la Musique Strasburgo.
Ha tenuto personali: Roma, Firenze, Milano, Bologna, Salerno, Padova, Bari, Pescara, Pisa, Verona, Piacenza, Catanzaro ecc. Del 2009 è la personale a Matera al Museo di Arte Contemporanea di Palazzo Lanfranchi. Del 2014 è la mostra antologica alla Galleria Civica di Potenza, al Maschio Angioino di Napoli: Sala Carlo V e al Museo FRAC di Baronissi diretto dallo storico dell'arte Bignardi.
Della sua cospicua letteratura critica vanno citati: La pittura in Italia, il novecento la Storia dell’arte italiana ed. Electa-Elemond, Milano 1993; Storia dell’arte italiana del Novecento generazione anni trenta, a cura di Giorgio Di Genova, ed. Bora Bologna; Il limite e il suo fantasma di Pietro Bonfiglioli ed. Niccoli Pescara; La pittura in Italia Meridionale 1945/1990, ed. Electa Napoli 2003; Lirismo astratto XI Quadriennale di Roma ed. Fabbri Milano,1986; Limen et Lumen libro monografico ed. Gutemberg (Sa) 2014 di Massimo Bignardi.
E’ uno dei fondatori e protagonisti del gruppo “Il nuovo lirismo italiano”(1986)
Nino Tricarico
Testo di Franco Corrado
La Lucania e il suo suggestivo avvincente paesaggio, è una costante nella ricerca di tanti pittori ed anche di gran nome. Per un acquarellista, - lucano per giunta - quale Nino Tricarico, è un soggetto obbligato. L’artista potentino - impegnato da sempre a interpretare la realtà ambientale e umana di una terra che sa aprirsi e parlare a pittori e poeti - offre, una stagione dopo l’altra della sua intensa attività, sempre più convincente, immagini di una natura unica, irripetibile. Una natura vista con l’occhio dell’anima, reinventata più che riprodotta, fissata nella sua essenzialità con l’immediatezza compositiva che nasce da emozioni non dispersive, ma controllate per essere trasferite, con il tramite di ricchi valori coloristici, sulla grana dei fogli. Nascono così “i lievi dipinti significanti di un amore” di cui parla Ernesto Treccani; i cieli che piacciono tanto a Michele Prisco, percorsi a intervalli da “grossi squarci di nuvolaglie a sottolineare la drammaticità e improvvisi morbidi languori rosati, a suggerire quali slanci di tenerezza e di umanità, il mondo Lucano sa offrire se soltanto si apre”; le “immagini fragranti, distese sui fogli con mutissima grazia e felicità cromatica” richiamata in un giudizio critico da Mario De Micheli. Nino Tricarico, offrendo anche significative prove di un solido mestiere (esperienza e capacità tecniche, messe al servizio del talento non gustano mai), continua dunque a proporci nuovi fascinosi frammenti di una realtà ambientale colta “en plei air”, sul piano di un sobrio lirismo senza indulgenza alcuna al facile e all’affettistico, ma tendendo ad una sorta di astrazione sottolineata da tagli e trasparenze che esaltano la vocazione dell’artista potentino ad agire sempre più per sintesi, con essenzialità di linguaggio[….].
Franco Corrado in: La bellezza del paesaggio Lucano nei temi dei grandi della pittura. Il Tempo 28 agosto 1984
Il vernissage, alla presenza dell'artista, prevede l'intervento del critico d'arte Rino Cardone, che ha curato il testo di presentazione in catalogo.
In esposizione trentacinque opere, acquerelli su carta, di recente produzione del Maestro potentino fondatore e protagonista del gruppo “Il nuovo lirismo italiano”, nonchè significativo esponente dell'arte contemporanea lucana e non solo.
Con la personale di Nino Tricarico si apre ufficialmente l'anno espositivo 2015/2016 in cui ricorre il ventennale dell'attività della Galleria Idearte che celebrerà la ricorrenza con una fitta programmazione di mostre ed eventi.
La mostra, a cura di Grazia Lo Re,sarà visitabile tutti i giorni fino al 20 novembre prossimo.
IL SILENZIO HA IL COLORE DELL’ACQUA:
ACQUERELLI DI NINO TRICARICO
“Il silenzio è come il colore dell'acqua:
non si vede ma è essenziale”.
Luca Englaro
Rino Cardone -
Hegel (il filosofo che può essere indicato come il rappresentante più significativo dell’”idealismo tedesco”) sostenne, nei suoi scritti, che qualsiasi forma sensibile si dimostra insufficiente, in natura, per esprimere, in maniera adeguata, l’intimità dello spirito. E fu lo stesso Hegel ad affermare che l’intuizione artistica, si rivela imperfetta e lacunosa di fronte ad una forma di conoscenza assoluta e totale, qual è la filosofia: che reca con sé - come affermava il filosofo - la “morte dell'arte”, che lo storico Giulio Carlo Argan ricondusse alla crisi irreversibile del sistema delle tecniche tradizionali della pittura, sorpassate da metodiche, estetiche e stilistiche, che possono essere ricondotte alla nascita e allo sviluppo della società industriale e capitalistica.
Le considerazioni di Hegel e di Argan hanno segnato, di fatto, un periodo storico dell’arte italiana e internazionale in cui l’espressione creativa, vuoi per il superamento delle diverse tecniche della pittura, vuoi per il crescere di un’arte di relativo “impegno sociale”, non fu più in grado di mostrare e di rappresentare - in maniera aulica com’era stato fino allora - il principio immateriale dell’universo, che è lo spirito. Questo non significa che in questa età di mezzo, tra Novecento e Terzo Millennio, non si è prodotta buona arte significa, invece, che una precisa scelta di campo, compiuta nel mondo dell’arte, portò a una parziale messa da parte della “fabulazione pittorica” a tutto vantaggio di una “fabulazione speculativa” in senso concettuale.
Con i suoi quadri, Nino Tricarico mette adesso, per intero, da parte il concetto della “morte dell’arte” e segna - con i suoi dipinti e con i suoi disegni - il riemergere e il rinnovarsi di una pittura e di un disegno fondati su modelli elevati di qualità. E lo fa percorrendo due vie estetiche e stilistiche. La prima è di una “manualità tecnica” (che passa dall’abilità tecnica dell’artista) che è in grado di evocare l’impalpabilità delle emozioni e dei sentimenti: i quali vivono dentro di ognuno, ma non si toccano; si avvertono, ma non appartengono alla dimensione materiale dell’esistere. La seconda via, percorsa da quest’artista, è di dimostrare che esistono (all’interno delle arti figurative e plastiche) dei percorsi di “affabulazione visiva” che portano l’artista (e di conseguenza il fruitore delle sue opere) a beneficiare di quei “processi creativi” che sono affini e adiacenti: alla “natura sapienziale” della gnosi, agli “elementi peculiari” dell’ingegno umano, alle “proprietà creative” dell’immaginazione e agli “attributi mistici” della spiritualità.
Tanto basta per affermare che l’arte di Nino Tricarico segna l’inizio di un nuovo Umanesimo artistico, fondato su un linguaggio della pittura e della scultura dove s’incontrano: armonia, simmetria e perfezione, requisiti, questi, indispensabili - per il cuore e per lo spirito - per trarre piacere e godimento sotto l’”ombrello tutelare” di quel “criterio di verità” che è rappresentato dalla bellezza, che come voleva il teologo svizzero, Hans Urs von Balthasar “è l'ultima parola che l'intelletto pensante può osare di pronunciare, perché essa non fa altro che incoronare, quale aureola di splendore inafferrabile, il duplice astro del vero e del bene e il loro indissolubile rapporto. „
La maggiore peculiarità della pittura di Nino Tricarico (incentrata sulla “liricità del colore” e sulla “poetica del gesto”) insieme con il suo disegno (“minimalista” nella quantità e nella tipologia dei “segni ornati” adoperati per l’estensione dell’opera) è di esaltare sia il profondo “senso del sublime” che appartiene all’arte; sia la “dimensione intellettuale” nella quale si colloca - dal punto di vista filosofico - il pensiero umano e sia, anche, di aprire delle “finestre” (delle vere e proprie fenditure) nella percezione di quel “mondo metempirico” e di quella “dimensione metaformale” (fatta di forma/non forma) che trovano la loro “camera di compensazione” in quella “realtà d’intramezzo” della creatività umana, che si colloca a metà strada tra il finito e l’infinito, tra il conosciuto e l’ignoto, tra l’aperto dell’utopia, del sogno, del desiderio e dell’immaginazione, e il chiuso della “realtà esistenziale”, che come spiegò il filosofo danese, Søren Kierkegaard si dipana nei tre stadi dell'essere: quello estetico, quello etico e quello religioso. Ne deriva che le “quinte immaginifiche”, visive e narrative - create da Nino Tricarico - sono in grado di descrivere e di sublimare la grandezza dell’essere umano e il suo continuo innamoramento della Bellezza.
Note biografiche
Nino Tricarico è nato a Potenza dove vive e lavora.
Le sue esperienze formative nascono nell'ambiente dell’avanguardia napoletana degli anni sessanta. Sceglie di tornare in Basilicata e volge la sua ricerca, sempre più in chiave astratta, a quella verve lirica che connoterà il suo lavoro.
Mostre significative sono: Palms Shore Gallery, New York 1970; Istituto Italiano di Cultura Amterdam, con testo di Filiberto Menna; K 18 Università di Kassel; Gummeson's Kunst Gallery Stoccolma; Joensuun Taide Museum, Finlandia; Stern Gallery, Luzern;Palazzo delle esposizioni Remar Bersj Parigi; happening d'arte: Agorà del terzo millennio Place Kleber e personale al Palace de la Musique Strasburgo.
Ha tenuto personali: Roma, Firenze, Milano, Bologna, Salerno, Padova, Bari, Pescara, Pisa, Verona, Piacenza, Catanzaro ecc. Del 2009 è la personale a Matera al Museo di Arte Contemporanea di Palazzo Lanfranchi. Del 2014 è la mostra antologica alla Galleria Civica di Potenza, al Maschio Angioino di Napoli: Sala Carlo V e al Museo FRAC di Baronissi diretto dallo storico dell'arte Bignardi.
Della sua cospicua letteratura critica vanno citati: La pittura in Italia, il novecento la Storia dell’arte italiana ed. Electa-Elemond, Milano 1993; Storia dell’arte italiana del Novecento generazione anni trenta, a cura di Giorgio Di Genova, ed. Bora Bologna; Il limite e il suo fantasma di Pietro Bonfiglioli ed. Niccoli Pescara; La pittura in Italia Meridionale 1945/1990, ed. Electa Napoli 2003; Lirismo astratto XI Quadriennale di Roma ed. Fabbri Milano,1986; Limen et Lumen libro monografico ed. Gutemberg (Sa) 2014 di Massimo Bignardi.
E’ uno dei fondatori e protagonisti del gruppo “Il nuovo lirismo italiano”(1986)
Nino Tricarico
Testo di Franco Corrado
La Lucania e il suo suggestivo avvincente paesaggio, è una costante nella ricerca di tanti pittori ed anche di gran nome. Per un acquarellista, - lucano per giunta - quale Nino Tricarico, è un soggetto obbligato. L’artista potentino - impegnato da sempre a interpretare la realtà ambientale e umana di una terra che sa aprirsi e parlare a pittori e poeti - offre, una stagione dopo l’altra della sua intensa attività, sempre più convincente, immagini di una natura unica, irripetibile. Una natura vista con l’occhio dell’anima, reinventata più che riprodotta, fissata nella sua essenzialità con l’immediatezza compositiva che nasce da emozioni non dispersive, ma controllate per essere trasferite, con il tramite di ricchi valori coloristici, sulla grana dei fogli. Nascono così “i lievi dipinti significanti di un amore” di cui parla Ernesto Treccani; i cieli che piacciono tanto a Michele Prisco, percorsi a intervalli da “grossi squarci di nuvolaglie a sottolineare la drammaticità e improvvisi morbidi languori rosati, a suggerire quali slanci di tenerezza e di umanità, il mondo Lucano sa offrire se soltanto si apre”; le “immagini fragranti, distese sui fogli con mutissima grazia e felicità cromatica” richiamata in un giudizio critico da Mario De Micheli. Nino Tricarico, offrendo anche significative prove di un solido mestiere (esperienza e capacità tecniche, messe al servizio del talento non gustano mai), continua dunque a proporci nuovi fascinosi frammenti di una realtà ambientale colta “en plei air”, sul piano di un sobrio lirismo senza indulgenza alcuna al facile e all’affettistico, ma tendendo ad una sorta di astrazione sottolineata da tagli e trasparenze che esaltano la vocazione dell’artista potentino ad agire sempre più per sintesi, con essenzialità di linguaggio[….].
Franco Corrado in: La bellezza del paesaggio Lucano nei temi dei grandi della pittura. Il Tempo 28 agosto 1984
25
ottobre 2015
Nino Tricarico – Il silenzio ha il colore dell’acqua
Dal 25 ottobre al 20 novembre 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA IDEARTE
Potenza, Via Londra, 75, (Potenza)
Potenza, Via Londra, 75, (Potenza)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 11.00/13.00 - 17.30/20.30
Vernissage
25 Ottobre 2015, ore 18.00
Autore