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no border 2003/04
Con la mostra che inaugura sabato 14 febbraio giunge al terzo e ultimo appuntamento il progetto espositivo no border, promosso dal Museo d¹Arte della città di Ravenna per lo spazio di Santa Maria delle Croci e specificamente dedicato alle sperimentazioni dell¹arte giovane in Italia.
Il tema di questa quarta edizione di no border , nella pluralità dei linguaggi e delle visioni degli artisti invitati, è stato lo spazio della città e il territorio.
Comunicato stampa
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Il tema di questa quarta edizione di no border , nella pluralità dei linguaggi e delle visioni degli artisti invitati, è stato lo spazio della città e il territorio, un argomento di grande interesse a causa delle forti modificazioni a cui sono sottoposte le concentrazioni urbane, oggi analizzate secondo uno sguardo complesso e interdisciplinare che tiene conto di relazioni, attività, spostamenti, velocità, flussi migratori.
Con quest¹ultima mostra viene presentato il catalogo bilingue dell¹intera rassegna nel quale, oltre agli interventi dei curatori e alla documentazione di artisti e opere, compaiono interviste sul tema allo scrittore Eraldo Baldini e all¹architetto Piera Nobili.
Per [mu] , laboratorio di comunicazione fondato a Imola nel 2000 da Mannes Laffi, l¹intervento creativo nasce dalla collaborazione con altri settori amministrazioni, istituzioni culturali, imprese - per realizzare eventi legati all¹interazione col pubblico. [mu] lavora con le immagini e coi media: l¹invenzione di un logo, un giornale-catalogo (Ad¹a ,2003) di immediata leggibilità da distribuire in luoghi non frequentati dal pubblico dell¹arte, così come l¹intervento di affissione in spazi pubblicitari proposto a Ravenna vogliono instaurare nuove relazioni oltre agli spazi museali. Quattro maxi-manifesti pensati come nuove icone che miscelano realtà diverse frammenti tratti dalla storia e dall¹attualità - immettono nello spazio della strada il clichè cartolina e la fabbrica, vista la presenza delle industrie che incombe sulla città.
Marco Vaglieri (Milano, 1959) intende la propria attività artistica come esperienza di relazione che si formalizza in opere-documento, attraverso le quali verifica la natura del rapporto con altro da sé, persone e luoghi. Dagli Esercizi di cognizione orizzontale (1999) immagini e parole di incontri in cui pone a varie persone le proprie domande e inquietudini, fino ai più recenti lavori sul tema della guerra, la pratica dell¹artista è relazionale. I luoghi del primo conflitto mondiale sono lo spazio fisico da lui attraversato e indagato attraverso una ricerca storica che confluisce nei due video, al momento realizzati, della trilogia progettata sul tema, Il tempo che serve (parte prima) e Il tempo che serve (parte terza). La serie delle Sette svolte (2002) associa immagini e testi poetici in un itinerario scandito dai giorni, nel quale i reperti della guerra si uniscono agli interrogativi esistenziali da disseppellire: il sacrificio, la perdita, la distruzione di sé e dell¹altro.
Nel girato di trenta minuti di Viaggio in eclisse di Cinzia Sarto (1960) l¹isola di Pantelleria si racconta attraverso i suoi paesaggi, tramite la gente che vi abita e i visitatori occasionali, nello scenario di un¹eclisse di luna. La memoria del luogo e le relazioni del passato lasciano spazio alle dimensione presente, legata alle immagini o alle interviste: le contraddizioni dell¹isola si moltiplicano nelle notizie televisive che elencano l¹ennesimo sbarco di clandestini, nelle voci dissonanti degli isolani, fra i vecchi che denunciano una realtà economica che spegne i valori tradizionali, quelle di chi ha invece trovato una dimensione relazionale più umana, fra chi definisce l¹isola il luogo dei vip vacanzieri e allo stesso tempo la stigmatizza ³non Sicilia, ma Africa².
Fabrizio Rivola (Imola, 1969) alterna fotografie e allestimenti a interventi nei luoghi, tenendo conto della relazione con le persone e con gli spazi stessi. Nella serie degli ultimi lavori il tema del paesaggio naturale, della sua identità e dell¹oscillazione fra natura / artificio appare predominante: nell¹intervento site-specific a San Casciano presso Firenze l¹artista ha ricreato artificialmente un laghetto circondato da palmizi, rielaborando con Oasis (1999) uno stereotipo paesaggistico che contrasta con la naturalità del paesaggio toscano, mettendo in luce la fragilità dell¹identità di un luogo e il rapporto complesso che esiste fra natura e cultura. In Locus Amoenus (2002) compare la variante degli aspetti percettivi: il luogo immortalato nella fotografia è giocato fra finzione e autenticità, con un risultato che non dà certezze sull¹identificazione del luogo.
Con quest¹ultima mostra viene presentato il catalogo bilingue dell¹intera rassegna nel quale, oltre agli interventi dei curatori e alla documentazione di artisti e opere, compaiono interviste sul tema allo scrittore Eraldo Baldini e all¹architetto Piera Nobili.
Per [mu] , laboratorio di comunicazione fondato a Imola nel 2000 da Mannes Laffi, l¹intervento creativo nasce dalla collaborazione con altri settori amministrazioni, istituzioni culturali, imprese - per realizzare eventi legati all¹interazione col pubblico. [mu] lavora con le immagini e coi media: l¹invenzione di un logo, un giornale-catalogo (Ad¹a ,2003) di immediata leggibilità da distribuire in luoghi non frequentati dal pubblico dell¹arte, così come l¹intervento di affissione in spazi pubblicitari proposto a Ravenna vogliono instaurare nuove relazioni oltre agli spazi museali. Quattro maxi-manifesti pensati come nuove icone che miscelano realtà diverse frammenti tratti dalla storia e dall¹attualità - immettono nello spazio della strada il clichè cartolina e la fabbrica, vista la presenza delle industrie che incombe sulla città.
Marco Vaglieri (Milano, 1959) intende la propria attività artistica come esperienza di relazione che si formalizza in opere-documento, attraverso le quali verifica la natura del rapporto con altro da sé, persone e luoghi. Dagli Esercizi di cognizione orizzontale (1999) immagini e parole di incontri in cui pone a varie persone le proprie domande e inquietudini, fino ai più recenti lavori sul tema della guerra, la pratica dell¹artista è relazionale. I luoghi del primo conflitto mondiale sono lo spazio fisico da lui attraversato e indagato attraverso una ricerca storica che confluisce nei due video, al momento realizzati, della trilogia progettata sul tema, Il tempo che serve (parte prima) e Il tempo che serve (parte terza). La serie delle Sette svolte (2002) associa immagini e testi poetici in un itinerario scandito dai giorni, nel quale i reperti della guerra si uniscono agli interrogativi esistenziali da disseppellire: il sacrificio, la perdita, la distruzione di sé e dell¹altro.
Nel girato di trenta minuti di Viaggio in eclisse di Cinzia Sarto (1960) l¹isola di Pantelleria si racconta attraverso i suoi paesaggi, tramite la gente che vi abita e i visitatori occasionali, nello scenario di un¹eclisse di luna. La memoria del luogo e le relazioni del passato lasciano spazio alle dimensione presente, legata alle immagini o alle interviste: le contraddizioni dell¹isola si moltiplicano nelle notizie televisive che elencano l¹ennesimo sbarco di clandestini, nelle voci dissonanti degli isolani, fra i vecchi che denunciano una realtà economica che spegne i valori tradizionali, quelle di chi ha invece trovato una dimensione relazionale più umana, fra chi definisce l¹isola il luogo dei vip vacanzieri e allo stesso tempo la stigmatizza ³non Sicilia, ma Africa².
Fabrizio Rivola (Imola, 1969) alterna fotografie e allestimenti a interventi nei luoghi, tenendo conto della relazione con le persone e con gli spazi stessi. Nella serie degli ultimi lavori il tema del paesaggio naturale, della sua identità e dell¹oscillazione fra natura / artificio appare predominante: nell¹intervento site-specific a San Casciano presso Firenze l¹artista ha ricreato artificialmente un laghetto circondato da palmizi, rielaborando con Oasis (1999) uno stereotipo paesaggistico che contrasta con la naturalità del paesaggio toscano, mettendo in luce la fragilità dell¹identità di un luogo e il rapporto complesso che esiste fra natura e cultura. In Locus Amoenus (2002) compare la variante degli aspetti percettivi: il luogo immortalato nella fotografia è giocato fra finzione e autenticità, con un risultato che non dà certezze sull¹identificazione del luogo.
14
febbraio 2004
no border 2003/04
Dal 14 febbraio al 07 marzo 2004
arte contemporanea
Location
SANTA MARIA DELLE CROCI
Ravenna, Via Girotto Guaccimanni, 5/7, (Ravenna)
Ravenna, Via Girotto Guaccimanni, 5/7, (Ravenna)
Orario di apertura
da venerdì a domenica 10-13 e 15-18
Vernissage
14 Febbraio 2004, ore 18