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No Borders
La mostra riunisce tre street-artists, molto diversi tra loro per stile e poetica, in un dialogo attorno al concetto universale del viaggio, inteso ora come scoperta ed esplorazione di realtà sconosciute, ora come cammino spirituale verso una conoscenza più elevata, ora infine come percorso interiore, intima indagine alla ricerca
di sé
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Apre al pubblico il 24 maggio prossimo l’attesissima seconda mostra della stagione artistica 2018-2019
presso il Boutique Hotel & Art Gallery “Piazzadispagna9” di Stefania Grippo: dopo la prima personale italiana della
pluripremiata fotografa francese Muriel Bordier, una collettiva dal titolo “No Borders”, curata anch’essa da Raffaella
Salato.
La mostra “No Borders” riunisce tre street-artists, molto diversi tra loro per stile e poetica, in un dialogo
attorno al concetto universale del viaggio, inteso ora come scoperta ed esplorazione di realtà sconosciute, ora come
cammino spirituale verso una conoscenza più elevata, ora infine come percorso interiore, intima indagine alla ricerca
di sé. I tre artisti protagonisti, Beetroot, Giusy Guerriero e Maupal, espongono lavori per lo più inediti – fatte salve
due opere di Maupal, dedicate rispettivamente a Papa Francesco e al premier Conte, già apparse in città
guadagnandosi la ribalta della cronaca romana – concepiti per sposarsi armoniosamente con lo spazio destinato ad
accoglierli, pur mantenendo la cifra peculiare dell’”arte di strada” che caratterizza la loro produzione artistica, sia
nella scelta dei soggetti che in quella dei supporti da utilizzare (legno, rame, marmo, tela libera).
Beetroot espone tele create per l’occasione e caratterizzate tutte dall’utilizzo della tecnica giapponese
chiamata kintsugi, che consiste nel riparare vasi rotti riempiendo le crepe di oro fuso, in maniera da garantire una
nuova e più sfavillante vita a ciò che si pensava definitivamente rotto e perduto. I volti ritratti nelle opere – che
raffigurano individui diversi per età ed esperienze, ma anche per etnia e religione – sono attraversati da rivoli di oro,
che simboleggiano le crepe risanate, a significare che nessuno di noi conosce il proprio destino, ma che ciascuno ha
sempre una seconda possibilità, a prescindere dal proprio credo o dalla propria provenienza: è il viaggio, inteso come
percorso interiore, a darci la salvezza, e la méta è l’elevazione dello spirito (“La felicità è la via”, recita un detto
buddista). Più intimista è l’opera di Giusy Guerriero, che con la sua arte intende indagare l’essenza del genere
umano, focalizzando la propria ricerca espressiva in particolare sulla donna, portatrice privilegiata di quel mondo
fatto di emozioni, ricordi e sensazioni che per l’artista è, al tempo stesso, rifugio dagli affanni del mondo e viaggio
della coscienza verso il superamento dei limiti impostici dalla società contemporanea. Le figure femminili di Giusy
prendono vita e colore sui supporti più insoliti ed affascinanti, quali ad esempio il rame ed il marmo, arricchendosi di
potenzialità espressive inedite e dando prova dell’abilità tecnica – assai poliedrica – dell’artista. Infine per Maupal –
reduce da due importanti performances in strada, a Bruxelles ad inizio aprile e a Roma, al Pincio, per il Concerto
della Terra del 22 – il viaggio è soprattutto un itinerario critico attraverso il complesso mondo di oggi, con tutte le
sue contraddizioni e le sue problematiche, strizzando sempre un occhio all’attualità: con la sua ironia graffiante, che
lo ha reso famoso nel mondo, Maupal “scomoda” i grandi del globo (Conte, Merkel, il Pontefice) per darci la sua
personale interpretazione delle scottanti situazioni sociali, politiche, economiche ed ideologiche in cui ci dibattiamo
a livello planetario.
Il visitatore si troverà dunque di fronte ad un’esperienza inedita, stimolante e variegata, un’esperienza che
rompe i confini, in realtà solo teorici (da qui il titolo “No Borders”, che significa appunto “nessuna barriera”), tra
l’arte tradizionale e l’arte di strada, tra la ricerca estetica e l’arte portatrice di un messaggio sociale. L’ironia geniale
di Maupal, il tocco femminile di Giusy Guerriero e l’intensità di Beetroot si alternano lungo il percorso espositivo in
un’ideale sintesi della più felice espressione artistica dei nostri giorni, che non riguarda soltanto musei, fiere e
gallerie, ma sempre più e con sempre maggiore incisività anche le strade e gli edifici delle città metropolitane.
La mostra “No Borders” conferma la varietà e vitalità del progetto internazionale d’arte di
“Piazzadispagna9”, di cui Stefania Grippo, designer di interni ed esperta d’arte, è proprietaria ed ideatrice. Un
boutique hotel – nel 1800 di proprietà dell'artista tedesco Franz Catel, che lo rese uno dei salotti più illustri della
Capitale – dotato di una magnifica vista sulla piazza per eccellenza di Roma, che offre un’esperienza di accoglienza
fuori dal comune, grazie alla raffinata cura degli interni (gli arredi sono creati o selezionati personalmente dalla
Grippo) ed all’incontro di design, moda, arte ed artigianato di lusso. Dal 2014, “Piazzadispagna9” è un punto di
riferimento per il pubblico più colto ed esigente, romano e non solo, amante dell’arte contemporanea: gli artisti
sono selezionati personalmente da Stefania Grippo, con uno sguardo attento alle tendenze internazionali, in uno
scambio armonioso tra la loro ricerca espressiva da un lato, e la peculiarità della location dall’altro. Non a caso,
“Piazzadispagna9” è stato recentemente segnalato da Vogue Living come uno dei 7 hotel di lusso in Italia che vale la
pena visitare almeno una volta nella vita.
BIO
Beetroot (Riccardo Rapone, Roma, 1974) inizia il suo percorso nella “street art” nel 2009. Lavora da subito al personale progetto
chiamato Picture Crossing, unico nel suo genere: lascia le proprie opere su tela ed altri supporti per strada al loro destino.
Chiunque è libero di appropriarsene liberamente per poi decidere le sorti dell'opera, partecipando così al concetto di libera
circolazione dell'arte. La sua sperimentazione di materiali continua fino ad arrivare allo strano connubio tra stucco ed acrilici
spray, che poi vengono modellati con il trapano per ottenere un risultato materico e poliedrico. Espone a Roma presso la galleria
Mondo Bizzarro, il MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, il centro culturale Morandi a Colori di Roma, lo Spin time
Lab., il Red Lab., Macro Roma, Macro Testaccio, La Pelanda, Il Guido Reni District, Museo Fondazione Pistoletto di Biella, Il
Margutta di Roma, la Graffik Gallery di Londra, ma soprattutto sui muri di Roma, d'Italia e d'Europa.
Giusy Guerriero (Avellino, 1987) inizia a studiare pittura come autodidatta e approfondisce la ricerca sulla pittura antica,
dall’inizio del Cinquecento alla fine dell’Ottocento. E’ diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma, indirizzo Pittura (2016). Nel
primo anno della specialistica ha vinto la borsa di studio come assistente di laboratorio di xilografia presso l’Accademia di Belle
Arti di Roma (2013/14). Ha frequentato nell’anno successivo la Facultad de Bellas Artes de Sevilla (Spagna),
approfondendo nuove tecniche. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia. Nel 2016 ha collaborato come assistente di
Walid Raad e Felix Schramm per conto della Fondazione Volume. Si è avvicinata nel 2017 al mondo della “street art” affiancando
artisti come Moby Dick e Andrea Wan, ed ha partecipato a svariati progetti di decorazione urbana a Roma e altrove. Collabora
occasionalmente con la CT-Group per marchi come Bulgari. Tra le altre esperienze, ha partecipato alla collettiva “ArtInnovation”
ad Innsbruck. Insegna Arte e Immagine a scuole primarie e secondarie.
Maupal (Mauro Pallotta, Roma, 1972) dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti a Roma, rivela da subito una mano
felicissima nel disegno e una spiccata ironia che traspare nei concetti delle sue creazioni. Dopo anni di sperimentazione pittorica,
mostra un vivo interesse per le potenzialità scultoree insite nella lana d’acciaio, che usa come supporto per figurazioni in cui
immagini a prima vista abbozzate si ricompongono con estrema efficacia realistica nella retina dell’osservatore. Espone in tutto il
mondo, principalmente a Londra, Roma, Miami Florida, e dal 2014, anno della sua prima opera in strada (SuperPope), diversifica
il suo percorso sia nella sfera della “fine art” che in quella della “street art”, nell’ambito della quale è universalmente riconosciuto
come uno degli esponenti di spicco dopo aver dipinto Papa Francesco, la Regina Elisabetta e Donald Trump. Nel suo curriculum
sono presenti mostre in tutto il mondo in fiere, musei e gallerie, oltre a partecipazioni in opere di street art, anche a livelli
istituzionali e internazionali. Hanno scritto di lui i più importanti quotidiani del mondo, tra i quali il The Wall Street Journal, USA
Today, NYTimes, The Guardian, The Daily Mail, The Indipendent, Daily Telegraph, The Sun, Times, Le Monde, L’Equipe, F**aro,
LeParisienne, Der Spiegel, El Pais, El Mundo, O Globo ecc. Nel 2016 il famosissimo tabloid newyorkese ARTNET stipula una
classifica dei primi trenta street artists più influenti al mondo e lo posiziona al ventunesimo posto nel pianeta.
presso il Boutique Hotel & Art Gallery “Piazzadispagna9” di Stefania Grippo: dopo la prima personale italiana della
pluripremiata fotografa francese Muriel Bordier, una collettiva dal titolo “No Borders”, curata anch’essa da Raffaella
Salato.
La mostra “No Borders” riunisce tre street-artists, molto diversi tra loro per stile e poetica, in un dialogo
attorno al concetto universale del viaggio, inteso ora come scoperta ed esplorazione di realtà sconosciute, ora come
cammino spirituale verso una conoscenza più elevata, ora infine come percorso interiore, intima indagine alla ricerca
di sé. I tre artisti protagonisti, Beetroot, Giusy Guerriero e Maupal, espongono lavori per lo più inediti – fatte salve
due opere di Maupal, dedicate rispettivamente a Papa Francesco e al premier Conte, già apparse in città
guadagnandosi la ribalta della cronaca romana – concepiti per sposarsi armoniosamente con lo spazio destinato ad
accoglierli, pur mantenendo la cifra peculiare dell’”arte di strada” che caratterizza la loro produzione artistica, sia
nella scelta dei soggetti che in quella dei supporti da utilizzare (legno, rame, marmo, tela libera).
Beetroot espone tele create per l’occasione e caratterizzate tutte dall’utilizzo della tecnica giapponese
chiamata kintsugi, che consiste nel riparare vasi rotti riempiendo le crepe di oro fuso, in maniera da garantire una
nuova e più sfavillante vita a ciò che si pensava definitivamente rotto e perduto. I volti ritratti nelle opere – che
raffigurano individui diversi per età ed esperienze, ma anche per etnia e religione – sono attraversati da rivoli di oro,
che simboleggiano le crepe risanate, a significare che nessuno di noi conosce il proprio destino, ma che ciascuno ha
sempre una seconda possibilità, a prescindere dal proprio credo o dalla propria provenienza: è il viaggio, inteso come
percorso interiore, a darci la salvezza, e la méta è l’elevazione dello spirito (“La felicità è la via”, recita un detto
buddista). Più intimista è l’opera di Giusy Guerriero, che con la sua arte intende indagare l’essenza del genere
umano, focalizzando la propria ricerca espressiva in particolare sulla donna, portatrice privilegiata di quel mondo
fatto di emozioni, ricordi e sensazioni che per l’artista è, al tempo stesso, rifugio dagli affanni del mondo e viaggio
della coscienza verso il superamento dei limiti impostici dalla società contemporanea. Le figure femminili di Giusy
prendono vita e colore sui supporti più insoliti ed affascinanti, quali ad esempio il rame ed il marmo, arricchendosi di
potenzialità espressive inedite e dando prova dell’abilità tecnica – assai poliedrica – dell’artista. Infine per Maupal –
reduce da due importanti performances in strada, a Bruxelles ad inizio aprile e a Roma, al Pincio, per il Concerto
della Terra del 22 – il viaggio è soprattutto un itinerario critico attraverso il complesso mondo di oggi, con tutte le
sue contraddizioni e le sue problematiche, strizzando sempre un occhio all’attualità: con la sua ironia graffiante, che
lo ha reso famoso nel mondo, Maupal “scomoda” i grandi del globo (Conte, Merkel, il Pontefice) per darci la sua
personale interpretazione delle scottanti situazioni sociali, politiche, economiche ed ideologiche in cui ci dibattiamo
a livello planetario.
Il visitatore si troverà dunque di fronte ad un’esperienza inedita, stimolante e variegata, un’esperienza che
rompe i confini, in realtà solo teorici (da qui il titolo “No Borders”, che significa appunto “nessuna barriera”), tra
l’arte tradizionale e l’arte di strada, tra la ricerca estetica e l’arte portatrice di un messaggio sociale. L’ironia geniale
di Maupal, il tocco femminile di Giusy Guerriero e l’intensità di Beetroot si alternano lungo il percorso espositivo in
un’ideale sintesi della più felice espressione artistica dei nostri giorni, che non riguarda soltanto musei, fiere e
gallerie, ma sempre più e con sempre maggiore incisività anche le strade e gli edifici delle città metropolitane.
La mostra “No Borders” conferma la varietà e vitalità del progetto internazionale d’arte di
“Piazzadispagna9”, di cui Stefania Grippo, designer di interni ed esperta d’arte, è proprietaria ed ideatrice. Un
boutique hotel – nel 1800 di proprietà dell'artista tedesco Franz Catel, che lo rese uno dei salotti più illustri della
Capitale – dotato di una magnifica vista sulla piazza per eccellenza di Roma, che offre un’esperienza di accoglienza
fuori dal comune, grazie alla raffinata cura degli interni (gli arredi sono creati o selezionati personalmente dalla
Grippo) ed all’incontro di design, moda, arte ed artigianato di lusso. Dal 2014, “Piazzadispagna9” è un punto di
riferimento per il pubblico più colto ed esigente, romano e non solo, amante dell’arte contemporanea: gli artisti
sono selezionati personalmente da Stefania Grippo, con uno sguardo attento alle tendenze internazionali, in uno
scambio armonioso tra la loro ricerca espressiva da un lato, e la peculiarità della location dall’altro. Non a caso,
“Piazzadispagna9” è stato recentemente segnalato da Vogue Living come uno dei 7 hotel di lusso in Italia che vale la
pena visitare almeno una volta nella vita.
BIO
Beetroot (Riccardo Rapone, Roma, 1974) inizia il suo percorso nella “street art” nel 2009. Lavora da subito al personale progetto
chiamato Picture Crossing, unico nel suo genere: lascia le proprie opere su tela ed altri supporti per strada al loro destino.
Chiunque è libero di appropriarsene liberamente per poi decidere le sorti dell'opera, partecipando così al concetto di libera
circolazione dell'arte. La sua sperimentazione di materiali continua fino ad arrivare allo strano connubio tra stucco ed acrilici
spray, che poi vengono modellati con il trapano per ottenere un risultato materico e poliedrico. Espone a Roma presso la galleria
Mondo Bizzarro, il MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, il centro culturale Morandi a Colori di Roma, lo Spin time
Lab., il Red Lab., Macro Roma, Macro Testaccio, La Pelanda, Il Guido Reni District, Museo Fondazione Pistoletto di Biella, Il
Margutta di Roma, la Graffik Gallery di Londra, ma soprattutto sui muri di Roma, d'Italia e d'Europa.
Giusy Guerriero (Avellino, 1987) inizia a studiare pittura come autodidatta e approfondisce la ricerca sulla pittura antica,
dall’inizio del Cinquecento alla fine dell’Ottocento. E’ diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma, indirizzo Pittura (2016). Nel
primo anno della specialistica ha vinto la borsa di studio come assistente di laboratorio di xilografia presso l’Accademia di Belle
Arti di Roma (2013/14). Ha frequentato nell’anno successivo la Facultad de Bellas Artes de Sevilla (Spagna),
approfondendo nuove tecniche. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia. Nel 2016 ha collaborato come assistente di
Walid Raad e Felix Schramm per conto della Fondazione Volume. Si è avvicinata nel 2017 al mondo della “street art” affiancando
artisti come Moby Dick e Andrea Wan, ed ha partecipato a svariati progetti di decorazione urbana a Roma e altrove. Collabora
occasionalmente con la CT-Group per marchi come Bulgari. Tra le altre esperienze, ha partecipato alla collettiva “ArtInnovation”
ad Innsbruck. Insegna Arte e Immagine a scuole primarie e secondarie.
Maupal (Mauro Pallotta, Roma, 1972) dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti a Roma, rivela da subito una mano
felicissima nel disegno e una spiccata ironia che traspare nei concetti delle sue creazioni. Dopo anni di sperimentazione pittorica,
mostra un vivo interesse per le potenzialità scultoree insite nella lana d’acciaio, che usa come supporto per figurazioni in cui
immagini a prima vista abbozzate si ricompongono con estrema efficacia realistica nella retina dell’osservatore. Espone in tutto il
mondo, principalmente a Londra, Roma, Miami Florida, e dal 2014, anno della sua prima opera in strada (SuperPope), diversifica
il suo percorso sia nella sfera della “fine art” che in quella della “street art”, nell’ambito della quale è universalmente riconosciuto
come uno degli esponenti di spicco dopo aver dipinto Papa Francesco, la Regina Elisabetta e Donald Trump. Nel suo curriculum
sono presenti mostre in tutto il mondo in fiere, musei e gallerie, oltre a partecipazioni in opere di street art, anche a livelli
istituzionali e internazionali. Hanno scritto di lui i più importanti quotidiani del mondo, tra i quali il The Wall Street Journal, USA
Today, NYTimes, The Guardian, The Daily Mail, The Indipendent, Daily Telegraph, The Sun, Times, Le Monde, L’Equipe, F**aro,
LeParisienne, Der Spiegel, El Pais, El Mundo, O Globo ecc. Nel 2016 il famosissimo tabloid newyorkese ARTNET stipula una
classifica dei primi trenta street artists più influenti al mondo e lo posiziona al ventunesimo posto nel pianeta.
23
maggio 2019
No Borders
Dal 23 maggio al 31 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
PIAZZADISPAGNA9
Roma, Piazza Di Spagna, 9, (Roma)
Roma, Piazza Di Spagna, 9, (Roma)
Vernissage
23 Maggio 2019, h 18.30
Autore
Curatore