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Nobuyoshi Araki / Hidetoshi Nagasawa – Double dream
La mostra propone due autori contemporanei nipponici, Nobuyoshi Araki e Hidetoshi Nagaswa, che diventano due facce di un percorso visivo all’interno di una stessa sfera culturale di provenienza.
Comunicato stampa
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La mostra propone due autori contemporanei nipponici, Nobuyoshi Araki e Hidetoshi Nagaswa, che diventano due facce di un percorso visivo all’interno di una stessa sfera culturale di provenienza. Un doppio percorso che esprime forme e contesti incogniti dell’identità, che comunica una appropriazione inedita del tempo e dello spazio. Gli artisti invitati innescano, al di là dei processi razionali e semantici, rivolti unicamente alla speculazione mentale, una spirale visionaria nutrita da presenze inquietanti, da spazi misteriosi, da desideri interdetti, da antri sensuali. Double dream rappresenta un tentativo di frequentare la duplicità dell’esistenza umana come alterità inattesa e poliedrica, tra le pieghe di una civiltà informatizzata e velocizzata, dove il tempo per un’immaginazione parallela e differente si è fatto più arduo. E’ in questa esplorazione che incontriamo una lunga serie di figure angeliche e insieme demoniache di Araki, o la grande architettura rivestita di rame, incastrata tra le pareti di una sala, di Nagasawa; chi vuole fruirle dovrà porsi in stretta simbiosi con loro in un prolungato scrutinio emozionale e visivo. Le fotografie emblematiche di Araki rivelano simulacri di giovani donne, prostitute e studentesse, vestite o nude, appese al soffitto o gettate per terra, con mani e gambe legate. Queste immagini non sono intese a esaminare l’erotismo della sottomissione ma a esplorare l’estetica di una realtà immaginaria, mostrando donne che, nonostante il loro assoggettamento, nonostante le corde e il dolore, rimangono sospese nel loro charme e nella loro sensualità esotica. Esse si mettono in scena e, molto spesso, il loro sguardo fisso, reso erotico dalla riproposizione della macchina fotografica, pone lo spettatore di fronte a una lontana arroganza. L’atto di fotografare rappresenta per Araki un’attività quotidiana. Il gesto della fotografia rivela, sia nella sua banalità che nella sua vitalità, la carica intima, terrena e pulsante del tempo. “Dirò –dice l’artista- una cosa che potrà sembrare estrema, assurda: io non so nulla circa la natura delle donne. Tutte sono diverse, ognuna ha il suo fascino e per questo io le fotografo. Attraverso l’obiettivo io cerco di estrarre l’essenza delle cose e, nel caso delle donne, ciò che esse sono, il loro vivere quotidiano, oppure la loro sessualità. Tutte sono però differenti l’una dall’altra, e per questo io continuo a scattare”.
Hidetoshi Nagasawa adoperando il marmo, il bronzo e il rame, volge il suo interesse non solo all’aspetto percettivo dell’opera d’arte in quanto modificatrice dello spazio che alberga o che da essa è determinato, ma anche alla capacità di costruire degli elementi strutturali che siano dei suscitatori di tensioni dimensionali e di modulazioni ambientali. Nagasawa annulla il peso della massa scultorea senza rinunciare all’impatto dei materiali, e genera con volumi a volte imponenti un’atmosfera di sospensione spazio-temporale, un effetto di equilibrio instabile costretto a possibili oscillazioni. Tale instabilità rimanda chiaramente al moto della terra, all’universo imprevedibile in cui si iscrive la parabola della vita umana. L’oscillazione produce un recinto spaziale che permette di ritornare ad una dimensione antica e totale, al vincolo originario, sacrale, fra l’uomo e l’essenza delle cose. All’interno dell’”area in tensione” si scoprono odori, bagliori, fantasie di valore estatico: stimoli sensoriali assunti come le caratteristiche fisiche di una visione non obiettiva, ma quasi astratta. Spesso la presenza diffusa dell’oro contribuisce a raggiungere una dimensione aurea che veicola la rinascita e il riscatto della corporeità e della sensibilità dell’essere. L’arte si pone oltre la morte e il nulla quale luogo per una seconda nascita.
Giacomo Zaza
Hidetoshi Nagasawa adoperando il marmo, il bronzo e il rame, volge il suo interesse non solo all’aspetto percettivo dell’opera d’arte in quanto modificatrice dello spazio che alberga o che da essa è determinato, ma anche alla capacità di costruire degli elementi strutturali che siano dei suscitatori di tensioni dimensionali e di modulazioni ambientali. Nagasawa annulla il peso della massa scultorea senza rinunciare all’impatto dei materiali, e genera con volumi a volte imponenti un’atmosfera di sospensione spazio-temporale, un effetto di equilibrio instabile costretto a possibili oscillazioni. Tale instabilità rimanda chiaramente al moto della terra, all’universo imprevedibile in cui si iscrive la parabola della vita umana. L’oscillazione produce un recinto spaziale che permette di ritornare ad una dimensione antica e totale, al vincolo originario, sacrale, fra l’uomo e l’essenza delle cose. All’interno dell’”area in tensione” si scoprono odori, bagliori, fantasie di valore estatico: stimoli sensoriali assunti come le caratteristiche fisiche di una visione non obiettiva, ma quasi astratta. Spesso la presenza diffusa dell’oro contribuisce a raggiungere una dimensione aurea che veicola la rinascita e il riscatto della corporeità e della sensibilità dell’essere. L’arte si pone oltre la morte e il nulla quale luogo per una seconda nascita.
Giacomo Zaza
08
febbraio 2005
Nobuyoshi Araki / Hidetoshi Nagasawa – Double dream
Dall'otto febbraio al 18 marzo 2005
arte contemporanea
Location
LA NUOVA PESA CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Del Corso, 530, (Roma)
Roma, Via Del Corso, 530, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 10.30-13 e 15.30-19
Vernissage
8 Febbraio 2005, ore 18.30
Autore
Curatore