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Noemi Anthea Chiavazza – Con gli occhi di bambina
E’ nata a Savigliano (CN) il 21-05-1988.Frequenta il 2° anno di Biennio Specialistico di Decorazione presso l’Accademia Albertina di Torino.Collabora a realizzare diversi laboratori con i bambini sulle tecniche espressive.Ha partecipato e tuttora collabora come assistente con l’associazione ARTWELWE
Comunicato stampa
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Per Anthea
Dipingere- illustrare- incidere- far scultura ... sperimentare ...
ricerca in tutte le direzioni- senza preoccupazione- senza regole ed è ritorno all’infanzia- al bambino che
costruisce attraverso il proprio mondo che si identifica e gioca.
Lavoro di ricordi- di situazioni- di fatti in segni scarni, indicativi, essenziali per traduzioni che inducono alle storie- come burattini e labile è il confine tra le varie espressioni- lavoro non ancora ben definito si sente ancora lo spirito accademico.
E l’ingenuità ne fa da padrona ed il tutto si rispecchia nella traduzione pittorica.
Difficile è il dipanarsi nello scrivere e nel leggere il lavoro proposto per molteplicità di formulazioni espressive
per non definita linea per non stabilita finalità.
E i rimandi sono ancora presenti anche se in formulazioni meno ossessive.
I colori infiammano le composizioni e le superfici vengono trattate come luogo di riempimento come traducono i bambini- come vedono i bambini quasi a reinventarne il momento in posizione simile per rifare l’attimo per porsi nelle stesse condizioni, per vivere le stesse emozioni, per identificarsi.
E allora cosa centra la pittura?
Forse nulla... ma la pregnanza del contenuto indica sensibilità̀ straripante voglia di dipingere e la necessit̀à di trascrivere è impellente ed emerge tutta la freschezza del giovane: curioso- indagatore- attento.
Ma in più attenta lettura la trascrizione grafica, meglio calcografica- emerge più esigente per legami più vicini alla illustrazione
ed allora affiora l’esperienza di scuola- la scoperta- il rigore della tecnica.
E l’attesa è per una futura definizione del proprio lavoro per una più attenta ricerca- forse a discapito dell’ ingenuità propria e le capacità esistono come pure la sensibilità ma la necessità delle scelte sono necessarie e sicuramente avverranno per ora accettiamo e viviamo questi attimi freschi- istintivi- giovanili per avere la possibilità di usufruire di quel candore
per godere di quella gioia per assaporare quel mondo che purtroppo il quotidiano ci nega per in definitiva ritornare un po’ bambini senza mai dimenticare che l’artista è comunque un bambino.
Dipingere- illustrare- incidere- far scultura ... sperimentare ...
ricerca in tutte le direzioni- senza preoccupazione- senza regole ed è ritorno all’infanzia- al bambino che
costruisce attraverso il proprio mondo che si identifica e gioca.
Lavoro di ricordi- di situazioni- di fatti in segni scarni, indicativi, essenziali per traduzioni che inducono alle storie- come burattini e labile è il confine tra le varie espressioni- lavoro non ancora ben definito si sente ancora lo spirito accademico.
E l’ingenuità ne fa da padrona ed il tutto si rispecchia nella traduzione pittorica.
Difficile è il dipanarsi nello scrivere e nel leggere il lavoro proposto per molteplicità di formulazioni espressive
per non definita linea per non stabilita finalità.
E i rimandi sono ancora presenti anche se in formulazioni meno ossessive.
I colori infiammano le composizioni e le superfici vengono trattate come luogo di riempimento come traducono i bambini- come vedono i bambini quasi a reinventarne il momento in posizione simile per rifare l’attimo per porsi nelle stesse condizioni, per vivere le stesse emozioni, per identificarsi.
E allora cosa centra la pittura?
Forse nulla... ma la pregnanza del contenuto indica sensibilità̀ straripante voglia di dipingere e la necessit̀à di trascrivere è impellente ed emerge tutta la freschezza del giovane: curioso- indagatore- attento.
Ma in più attenta lettura la trascrizione grafica, meglio calcografica- emerge più esigente per legami più vicini alla illustrazione
ed allora affiora l’esperienza di scuola- la scoperta- il rigore della tecnica.
E l’attesa è per una futura definizione del proprio lavoro per una più attenta ricerca- forse a discapito dell’ ingenuità propria e le capacità esistono come pure la sensibilità ma la necessità delle scelte sono necessarie e sicuramente avverranno per ora accettiamo e viviamo questi attimi freschi- istintivi- giovanili per avere la possibilità di usufruire di quel candore
per godere di quella gioia per assaporare quel mondo che purtroppo il quotidiano ci nega per in definitiva ritornare un po’ bambini senza mai dimenticare che l’artista è comunque un bambino.
04
novembre 2011
Noemi Anthea Chiavazza – Con gli occhi di bambina
Dal 04 al 26 novembre 2011
arte moderna e contemporanea
Location
STUDIO LABORATORIO ANNA VIRANDO
Torino, Corso Giovanni Lanza, 105, (Torino)
Torino, Corso Giovanni Lanza, 105, (Torino)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 16,30 alle 20,00 - Fuori orario su appuntamento
Vernissage
4 Novembre 2011, dalle ore 17,30 alle 23,00
Autore
Curatore