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Noi Robinson
collettiva
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La parola Energia ha mille sfaccettature e una mostra
sull’Energia si presta a molteplici interpretazioni. Ma
quella che si vuole mettere in luce stavolta è l’energia
positiva, che aiuta l’uomo nel suo percorso, l’uomo di
oggi in balia degli eventi proprio come un naufrago su
un’isola deserta che deve servirsi degli elementi naturali
per sopravvivere.
Ognuno degli artisti invitati, Gilberto Di Stazio, Nino La
Barbera, Beatrice Palazzetti, Roberta Pugno ed Elio Rizzo,
hanno interpretato il tema dell’Energia con la loro
individuale e caratteristica cifra stilistica.
Provenienti da tutta Italia, ma ormai romani d’adozione, i
cinque artisti hanno in comune la ricerca sulla materia,
l’agire su stratificazioni segniche e coloristiche che
assumono molteplici valenze di significato.
Gilberto di Stazio, romano, artista e architetto, ha
realizzato appositamente per Noi Robinson, E se alzo gli
occhi al cielo..., raffigurante un quartiere periferico di
una New York oppressa dal cemento e dal caos quotidiano.
Servendosi della tecnica del carboncino, Di Stazio
ricostruisce la città americana e le sue caotiche
dinamiche, regalando però all’uomo contemporaneo la
speranza di un futuro migliore, rappresentata da un
azzurro e terso angolo di cielo. Di Stazio vuole dirci che
le nuove ricerche scientifiche in campo energetico possono
regalarci una vita migliore ma questa speranza è legata
soprattutto alla sensibilità dell’uomo e alle sue scelte.
In particolare l’opera vuole soffermarsi anche sul
problema del degrado sociale e sulla possibilità
d’integrazione tra realtà molto diverse tra loro. Nel
quadro città e periferia si compenetrano e solo un labile
steccato le divide, ma contemporaneamente le unisce.
Nelle opere di Nino La Barbera, siciliano di Mazara Del
Vallo, la memoria del Big Bang si manifesta attraverso
strutture cosmiche e atomiche, dettagli che sono veri e
propri quadri nel quadro. Ne è un esempio la monumentale
Nascita di Venere, vista anche come nascita della vita e
quindi del genere umano. Fermo restando il soggetto
scelto, sempre figurativo, nei dipinti di La Barbera i
dettagli nascono sulla superficie della tela dai ricordi
ancestrali dell’artista stesso, prolungamento del suo DNA,
a sua volta memoria del cosmo in divenire. Da miliardi di
anni l’Universo trasforma la sua primitiva energia
attraverso una staffetta cosmica che vede la nascita,
l’evolversi e la morte delle stelle e di ciò che le
circonda. Non sarebbe quindi possibile che il ricordo
dell’inizio dell’Universo fosse impresso nel DNA
dell’uomo, e riaffiori nelle opere dell’artista, animo
sensibile e ricettivo per eccellenza? L’arte in questo
modo sarebbe un tassello indispensabile per la scienza e
la conoscenza. Questo l’affascinante l’interrogativo che
impregna le opere di Nino La Barbera.
Beatrice Palazzetti, di Viterbo, è pittrice e scultrice.
Le sue opere pittoriche sono poetiche composizioni, soavi
e leggere, memori anche dell’arte di Prampolini e di Klee.
Le sculture, rigorosamente bianche, in pietra leccese e
pietra di Manoppello, sono Tracce remote della materia in
continuo divenire, materia plasmata dal tempo e dall’uomo
che si trasforma e viene trasformata in energia. Il
progresso umano deriva dalla capacità dell’umanità di
servirsi delle risorse della Terra in modo intelligente
senza causarne la distruzione.
L’artista ha studiato a lungo anche le tecniche della
grafica, in particolare la xilografia, ed ha collaborato
con la musicista Chiara Maresca nella realizzazione di
manifestazioni pluriartistiche. Ultimamente si sta
dedicando anche alla poesia.
Roberta Pugno, di Bolzano, trasforma la materia in
raffinate visioni in cui l’essere umano e la natura si
fondono tra loro. Nascono allora Uomofiume e Uomo di
Terra, DonnadiLuce, Dea gialla, Nel Bosco e Nel Mare.
I volti femminili dell’artista affiorano enigmatici dalla
materia inserendosi in evanescenti griglie che diventano
un tutto unico con la superficie della tela. Per Roberta
Pugno la donna è la speranza nell’oggi e nel domani, e le
sue opere vogliono essere un messaggio positivo per la
ricerca e la conoscenza. L’artista si è infatti dedicata a
lungo allo studio della Storia e della Filosofia, ed in
particolare al pensiero di Giordano Bruno che è stato il
protagonista di alcune sue recenti esposizioni.
Elio Rizzo, calabrese di Paola ma di origini siciliane, ha
studiato sotto la guida di Leoncillo e Fazzini. Le sue
opere pittoriche, realizzate con l’antica e laboriosa
tecnica della tempera all’uovo, sono delicate epifanie di
luce e raffigurano un mondo naturale e magico che prende
forma sotto i nostri occhi, rapiti da una luce serica che
rende evanescente la composizione. In Cascata con farfalla
l’energia che si sprigiona dall’acqua in movimento viene
resa dal sapiente uso del colore che crea sulla superficie
riflessi cangianti In Susanna e i vecchioni la Natura,
intatta e incontaminata, simboleggiata da Susanna, viene
bramata dai due uomini, che cercano di conquistarla per
sottometterla ai loro biechi fini. Ma la Natura - Susanna
ha la forza di resistere e di vincere la concupiscenza
dell’uomo.
Le sculture in ceramica sono frammenti, reperti fossili in
cui la superficie viene trattata con particolari smalti
che la rendono “vissuta”: Il falconiere, L’albero di Eva e
Icaro rappresentano tutti il legame dell’essere umano con
la natura.
(Cinzia Folcarelli)
sull’Energia si presta a molteplici interpretazioni. Ma
quella che si vuole mettere in luce stavolta è l’energia
positiva, che aiuta l’uomo nel suo percorso, l’uomo di
oggi in balia degli eventi proprio come un naufrago su
un’isola deserta che deve servirsi degli elementi naturali
per sopravvivere.
Ognuno degli artisti invitati, Gilberto Di Stazio, Nino La
Barbera, Beatrice Palazzetti, Roberta Pugno ed Elio Rizzo,
hanno interpretato il tema dell’Energia con la loro
individuale e caratteristica cifra stilistica.
Provenienti da tutta Italia, ma ormai romani d’adozione, i
cinque artisti hanno in comune la ricerca sulla materia,
l’agire su stratificazioni segniche e coloristiche che
assumono molteplici valenze di significato.
Gilberto di Stazio, romano, artista e architetto, ha
realizzato appositamente per Noi Robinson, E se alzo gli
occhi al cielo..., raffigurante un quartiere periferico di
una New York oppressa dal cemento e dal caos quotidiano.
Servendosi della tecnica del carboncino, Di Stazio
ricostruisce la città americana e le sue caotiche
dinamiche, regalando però all’uomo contemporaneo la
speranza di un futuro migliore, rappresentata da un
azzurro e terso angolo di cielo. Di Stazio vuole dirci che
le nuove ricerche scientifiche in campo energetico possono
regalarci una vita migliore ma questa speranza è legata
soprattutto alla sensibilità dell’uomo e alle sue scelte.
In particolare l’opera vuole soffermarsi anche sul
problema del degrado sociale e sulla possibilità
d’integrazione tra realtà molto diverse tra loro. Nel
quadro città e periferia si compenetrano e solo un labile
steccato le divide, ma contemporaneamente le unisce.
Nelle opere di Nino La Barbera, siciliano di Mazara Del
Vallo, la memoria del Big Bang si manifesta attraverso
strutture cosmiche e atomiche, dettagli che sono veri e
propri quadri nel quadro. Ne è un esempio la monumentale
Nascita di Venere, vista anche come nascita della vita e
quindi del genere umano. Fermo restando il soggetto
scelto, sempre figurativo, nei dipinti di La Barbera i
dettagli nascono sulla superficie della tela dai ricordi
ancestrali dell’artista stesso, prolungamento del suo DNA,
a sua volta memoria del cosmo in divenire. Da miliardi di
anni l’Universo trasforma la sua primitiva energia
attraverso una staffetta cosmica che vede la nascita,
l’evolversi e la morte delle stelle e di ciò che le
circonda. Non sarebbe quindi possibile che il ricordo
dell’inizio dell’Universo fosse impresso nel DNA
dell’uomo, e riaffiori nelle opere dell’artista, animo
sensibile e ricettivo per eccellenza? L’arte in questo
modo sarebbe un tassello indispensabile per la scienza e
la conoscenza. Questo l’affascinante l’interrogativo che
impregna le opere di Nino La Barbera.
Beatrice Palazzetti, di Viterbo, è pittrice e scultrice.
Le sue opere pittoriche sono poetiche composizioni, soavi
e leggere, memori anche dell’arte di Prampolini e di Klee.
Le sculture, rigorosamente bianche, in pietra leccese e
pietra di Manoppello, sono Tracce remote della materia in
continuo divenire, materia plasmata dal tempo e dall’uomo
che si trasforma e viene trasformata in energia. Il
progresso umano deriva dalla capacità dell’umanità di
servirsi delle risorse della Terra in modo intelligente
senza causarne la distruzione.
L’artista ha studiato a lungo anche le tecniche della
grafica, in particolare la xilografia, ed ha collaborato
con la musicista Chiara Maresca nella realizzazione di
manifestazioni pluriartistiche. Ultimamente si sta
dedicando anche alla poesia.
Roberta Pugno, di Bolzano, trasforma la materia in
raffinate visioni in cui l’essere umano e la natura si
fondono tra loro. Nascono allora Uomofiume e Uomo di
Terra, DonnadiLuce, Dea gialla, Nel Bosco e Nel Mare.
I volti femminili dell’artista affiorano enigmatici dalla
materia inserendosi in evanescenti griglie che diventano
un tutto unico con la superficie della tela. Per Roberta
Pugno la donna è la speranza nell’oggi e nel domani, e le
sue opere vogliono essere un messaggio positivo per la
ricerca e la conoscenza. L’artista si è infatti dedicata a
lungo allo studio della Storia e della Filosofia, ed in
particolare al pensiero di Giordano Bruno che è stato il
protagonista di alcune sue recenti esposizioni.
Elio Rizzo, calabrese di Paola ma di origini siciliane, ha
studiato sotto la guida di Leoncillo e Fazzini. Le sue
opere pittoriche, realizzate con l’antica e laboriosa
tecnica della tempera all’uovo, sono delicate epifanie di
luce e raffigurano un mondo naturale e magico che prende
forma sotto i nostri occhi, rapiti da una luce serica che
rende evanescente la composizione. In Cascata con farfalla
l’energia che si sprigiona dall’acqua in movimento viene
resa dal sapiente uso del colore che crea sulla superficie
riflessi cangianti In Susanna e i vecchioni la Natura,
intatta e incontaminata, simboleggiata da Susanna, viene
bramata dai due uomini, che cercano di conquistarla per
sottometterla ai loro biechi fini. Ma la Natura - Susanna
ha la forza di resistere e di vincere la concupiscenza
dell’uomo.
Le sculture in ceramica sono frammenti, reperti fossili in
cui la superficie viene trattata con particolari smalti
che la rendono “vissuta”: Il falconiere, L’albero di Eva e
Icaro rappresentano tutti il legame dell’essere umano con
la natura.
(Cinzia Folcarelli)
20
gennaio 2007
Noi Robinson
Dal 20 gennaio al 20 febbraio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL TEMPO RITROVATO
Roma, Lungotevere Degli Altoviti, 4, (Roma)
Roma, Lungotevere Degli Altoviti, 4, (Roma)
Orario di apertura
Martedì - Venerdì, ore 16.00 - 19.30; Sabato 16.30 - 20; chiuso Domenica e Lunedì
Vernissage
20 Gennaio 2007, ore 18
Autore
Curatore