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Nona Inescu – Conversation with a stone
Per la mostra negli spazi del project space della galleria, Nona Inescu parte dalla poesia “Conversation with a stone” di Wisława Szymborska e cerca di continuare il dialogo con la pietra aprendo nuove possibilità di interazione attraverso il senso del tatto.
Comunicato stampa
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english text below
Comunicato stampa
SpazioA ha il piacere di presentare, sabato 19 novembre 2016, ore 18, Conversazione con una pietra, una mostra personale di Nona Inescu (1991, Bucharest, Romania) negli spazi del project space della galleria.
Il tatto definisce il confine tra il nostro sé e il mondo. Per questo si dice essere in “con-tatto”, cioè “con il tatto”. Oltre a stabilire un contatto con gli oggetti, abbiamo la possibilità di estendere i nostri corpi attraverso di loro, di farli diventare parte di noi. Basti pensare allo smartphone. Percepiamo, sperimentiamo il mondo attraverso questi oggetti, che dal punto di vista tattile diventano trasparenti. Quando interagiscono con noi, gli oggetti esercitano un “linguaggio del corpo”, si animano di pelle, ossa e muscoli. E nel contatto, non facciamo troppa differenza se l’oggetto con cui siamo in contatto è vivo o no: ci tocca, e in virtù di questo ha un significato affettivo.
Di solito il simbolo del tatto è la mano, anche se il tatto è un’esperienza che coinvolge tutto il corpo. Le mani rappresentano il tatto attivo, mentre il resto del nostro corpo viene toccato in modo più passivo. In ogni interazione fisica, entrambi i fenomeni si verificano in simultanea: tocchiamo e, così facendo, veniamo toccati. Il tatto ci rende reali. È anche rappresentato come il senso che non può essere ingannato o fuorviato. Le sensazioni tattili sono le prime a svilupparsi.
Conversazione con una pietra è una poesia scritta da Wisława Szymborska nel 1962, in cui l’autrice gioca con l’idea del sé che si confronta con il mondo esterno, tramite un dialogo immaginario tra la voce della poesia e una pietra. La persona che sta parlando bussa alla porta della pietra, chiede di entrare e la pietra rifiuta. In sostanza, chi parla rappresenta il desiderio umano di conoscere ogni dettaglio del mondo che ci circonda, e la pietra l’impossibilità della conoscenza. Perché la pietra, come scopriamo, non ha porte. Attraverso i suoi lavori, Nona Inescu cerca di continuare il dialogo con la pietra aprendo nuove possibilità di interazione attraverso il senso del tatto. Usando fotografie, oggetti, video e installazioni, dirige la sua attenzione sui fenomeni culturali che ruotano attorno al senso del tatto. Applicando un linguaggio poetico e spesso metaforico, Nona Inescu cerca di affrontare un’ampia gamma di soggetti in modo stratificato, ama coinvolgere lo spettatore in modo a volte fisico e nei suoi lavori mette in discussione l’idea della forma che segue la funzione”.
Nona Inescu (1991, Bucharest, Romania), dopo aver studiato al Chelsea College of Art & Design di Londra (2009-2010) e alla Royal Academy of Fine Arts in Antwerp (2010-2011), ha completato i suoi studi nell’estate del 2016 alla National University of Arts in Bucharest (Dipartimento Fotografia e Video). Tra le ultime mostre personali: Her latent image, Kube Musette, Bucharest (2016); Hands don’t make magic, Sabot, Cluj-Napoca (2015). Il suo lavoro è stato incluso anche in mostre collettive, tra cui: Gestures of Tomorrow, Kunstverein Nürnberg - Albrecht Dürer Gesellschaft (2016); Künstlich, natürlich!, Sabot, Cluj-Napoca (2016); Events without a cause (II), part of Biennial of Contemporary Photography and Dynamic Image “Camera Plus”, Iasi (2016); Objects of Desire, Sabot, (2015); Megatron, Romanian Cultural Institute, Vienna (2015).
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Press Release
SpazioA is proud to present, Saturday November 19, 2016, 6pm, Conversation with a stone, a solo exhibition by Nona Inescu (1991, Bucharest, Romania) at the gallery project space.
Touch defines the border between our self and the world. Being in “con-tact” means “with touch”. Next to being in touch with objects, we are able to extend our bodies through objects, to make them become part of us. Think of your smartphone. We feel, experience the world through these objects and they become tactually transparent. When interacting with us, objects exert a “body language”, they become animated with skin, bones and muscles. And in touch, we do not really make a difference whether the object we are in touch with is actually alive or not: it is touching us and thereby has affective meaning.
The hand is often the icon for touch, although touch is a full-body experience. The hands represent the active touch, while the rest of our body is more passively touched. In every physical interaction, both phenomena occur simultaneously: we touch and by that, we are being touched. Touch makes real. It is often depicted as the sense that cannot be deceived or fooled. Tactile sensations are the very first to develop.
Conversation with a stone is a poem written by Wisława Szymborska in 1962, where the author plays with the idea of the self-confronting with the external world, through an imaginary dialogue between the speaker of the poem and a stone. The speaker knocks on the stone’s door, asks the stone to step inside of it and the stone refuses. Essentially, the speaker represents the human desire to know each detail of the world around us, and the stone the impossibility of knowing. For the stone, we find, has no door. Through her works, Nona Inescu tries to continue the conversation with the stone by opening new possibilities of interaction through the tactile sense. Using photographs, objects, videos and installations Nona Inescu directs her attention to the cultural phenomena surrounding the sense of touch. By applying a poetic and often metaphorical language, Nona Inescu tries to approach a wide range of subjects in a multi-layered way, likes to involve the viewer in a way that is sometimes physical and challenges the idea of “form following function” in a work.
Nona Inescu (1991, Bucharest, Romania) after studying at the Chelsea College of Art & Design in London (2009-2010) and at the Royal Academy of Fine Arts in Antwerp (2010-2011), she has completed her studies in the summer of 2016 at the National University of Arts in Bucharest (Photography and Video Department). Recent solo exhibitions include: Her latent image, Kube Musette, Bucharest (2016); Hands don’t make magic, Sabot, Cluj-Napoca (2015). Her work has also been included in group exhibitions including: Gestures of Tomorrow, Kunstverein Nürnberg - Albrecht Dürer Gesellschaft (2016); Künstlich, natürlich!, Sabot, Cluj-Napoca (2016); Events without a cause (II), part of Biennial of Contemporary Photography and Dynamic Image “Camera Plus”, Iasi (2016); Objects of Desire, Sabot, (2015); Megatron, Romanian Cultural Institute, Vienna (2015).
Comunicato stampa
SpazioA ha il piacere di presentare, sabato 19 novembre 2016, ore 18, Conversazione con una pietra, una mostra personale di Nona Inescu (1991, Bucharest, Romania) negli spazi del project space della galleria.
Il tatto definisce il confine tra il nostro sé e il mondo. Per questo si dice essere in “con-tatto”, cioè “con il tatto”. Oltre a stabilire un contatto con gli oggetti, abbiamo la possibilità di estendere i nostri corpi attraverso di loro, di farli diventare parte di noi. Basti pensare allo smartphone. Percepiamo, sperimentiamo il mondo attraverso questi oggetti, che dal punto di vista tattile diventano trasparenti. Quando interagiscono con noi, gli oggetti esercitano un “linguaggio del corpo”, si animano di pelle, ossa e muscoli. E nel contatto, non facciamo troppa differenza se l’oggetto con cui siamo in contatto è vivo o no: ci tocca, e in virtù di questo ha un significato affettivo.
Di solito il simbolo del tatto è la mano, anche se il tatto è un’esperienza che coinvolge tutto il corpo. Le mani rappresentano il tatto attivo, mentre il resto del nostro corpo viene toccato in modo più passivo. In ogni interazione fisica, entrambi i fenomeni si verificano in simultanea: tocchiamo e, così facendo, veniamo toccati. Il tatto ci rende reali. È anche rappresentato come il senso che non può essere ingannato o fuorviato. Le sensazioni tattili sono le prime a svilupparsi.
Conversazione con una pietra è una poesia scritta da Wisława Szymborska nel 1962, in cui l’autrice gioca con l’idea del sé che si confronta con il mondo esterno, tramite un dialogo immaginario tra la voce della poesia e una pietra. La persona che sta parlando bussa alla porta della pietra, chiede di entrare e la pietra rifiuta. In sostanza, chi parla rappresenta il desiderio umano di conoscere ogni dettaglio del mondo che ci circonda, e la pietra l’impossibilità della conoscenza. Perché la pietra, come scopriamo, non ha porte. Attraverso i suoi lavori, Nona Inescu cerca di continuare il dialogo con la pietra aprendo nuove possibilità di interazione attraverso il senso del tatto. Usando fotografie, oggetti, video e installazioni, dirige la sua attenzione sui fenomeni culturali che ruotano attorno al senso del tatto. Applicando un linguaggio poetico e spesso metaforico, Nona Inescu cerca di affrontare un’ampia gamma di soggetti in modo stratificato, ama coinvolgere lo spettatore in modo a volte fisico e nei suoi lavori mette in discussione l’idea della forma che segue la funzione”.
Nona Inescu (1991, Bucharest, Romania), dopo aver studiato al Chelsea College of Art & Design di Londra (2009-2010) e alla Royal Academy of Fine Arts in Antwerp (2010-2011), ha completato i suoi studi nell’estate del 2016 alla National University of Arts in Bucharest (Dipartimento Fotografia e Video). Tra le ultime mostre personali: Her latent image, Kube Musette, Bucharest (2016); Hands don’t make magic, Sabot, Cluj-Napoca (2015). Il suo lavoro è stato incluso anche in mostre collettive, tra cui: Gestures of Tomorrow, Kunstverein Nürnberg - Albrecht Dürer Gesellschaft (2016); Künstlich, natürlich!, Sabot, Cluj-Napoca (2016); Events without a cause (II), part of Biennial of Contemporary Photography and Dynamic Image “Camera Plus”, Iasi (2016); Objects of Desire, Sabot, (2015); Megatron, Romanian Cultural Institute, Vienna (2015).
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Press Release
SpazioA is proud to present, Saturday November 19, 2016, 6pm, Conversation with a stone, a solo exhibition by Nona Inescu (1991, Bucharest, Romania) at the gallery project space.
Touch defines the border between our self and the world. Being in “con-tact” means “with touch”. Next to being in touch with objects, we are able to extend our bodies through objects, to make them become part of us. Think of your smartphone. We feel, experience the world through these objects and they become tactually transparent. When interacting with us, objects exert a “body language”, they become animated with skin, bones and muscles. And in touch, we do not really make a difference whether the object we are in touch with is actually alive or not: it is touching us and thereby has affective meaning.
The hand is often the icon for touch, although touch is a full-body experience. The hands represent the active touch, while the rest of our body is more passively touched. In every physical interaction, both phenomena occur simultaneously: we touch and by that, we are being touched. Touch makes real. It is often depicted as the sense that cannot be deceived or fooled. Tactile sensations are the very first to develop.
Conversation with a stone is a poem written by Wisława Szymborska in 1962, where the author plays with the idea of the self-confronting with the external world, through an imaginary dialogue between the speaker of the poem and a stone. The speaker knocks on the stone’s door, asks the stone to step inside of it and the stone refuses. Essentially, the speaker represents the human desire to know each detail of the world around us, and the stone the impossibility of knowing. For the stone, we find, has no door. Through her works, Nona Inescu tries to continue the conversation with the stone by opening new possibilities of interaction through the tactile sense. Using photographs, objects, videos and installations Nona Inescu directs her attention to the cultural phenomena surrounding the sense of touch. By applying a poetic and often metaphorical language, Nona Inescu tries to approach a wide range of subjects in a multi-layered way, likes to involve the viewer in a way that is sometimes physical and challenges the idea of “form following function” in a work.
Nona Inescu (1991, Bucharest, Romania) after studying at the Chelsea College of Art & Design in London (2009-2010) and at the Royal Academy of Fine Arts in Antwerp (2010-2011), she has completed her studies in the summer of 2016 at the National University of Arts in Bucharest (Photography and Video Department). Recent solo exhibitions include: Her latent image, Kube Musette, Bucharest (2016); Hands don’t make magic, Sabot, Cluj-Napoca (2015). Her work has also been included in group exhibitions including: Gestures of Tomorrow, Kunstverein Nürnberg - Albrecht Dürer Gesellschaft (2016); Künstlich, natürlich!, Sabot, Cluj-Napoca (2016); Events without a cause (II), part of Biennial of Contemporary Photography and Dynamic Image “Camera Plus”, Iasi (2016); Objects of Desire, Sabot, (2015); Megatron, Romanian Cultural Institute, Vienna (2015).
19
novembre 2016
Nona Inescu – Conversation with a stone
Dal 19 novembre 2016 al 13 gennaio 2017
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
SPAZIOA GALLERY
Pistoia, Via Amati, 13, (Pistoia)
Pistoia, Via Amati, 13, (Pistoia)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 11-14 e 15-19
Vernissage
19 Novembre 2016, ore 18
Autore