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Nosrat Panahi Nejad – La mano della sposa
Elementi “distolti dal loro spazio e immersi in una sorta di processo originario. Origine e crescita, o anche genesi e strutturazione, essenza e molteplicità, nucleo generante e polifonia, sono gli elementi di questo processo.
Comunicato stampa
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"La mano della sposa"
di Salvatore Tedesco
Elementi "distolti dal loro spazio e immersi in una sorta di processo originario. Origine e crescita, o anche genesi e strutturazione, essenza e molteplicità, nucleo generante e polifonia, sono gli elementi di questo processo": così Roberto Tassi descriveva Candide e Parco infernale di Paul Klee. Crediamo che queste parole siano le più adatte a cogliere il senso della ricerca di Nosrat Panahi Nejad e di questo suo ultimo lavoro. La mano ne è il soggetto. In ogni senso. Ed è il soggetto meno "naturalistico" che sia immaginabile. Il racconto - perché un racconto, la storia dell'immagine stessa, anzi, è anche questa sequenza - ha come suo antefatto un disegno del secolo scorso; una mano appunto, e l'orlo di un vestito. Nulla sappiamo di quest'altra storia. La storia che Nosrat ci racconta è quella dell'invenzione, della logica combinatoria, che dice il divenire di quest'immagine, il lavoro della mano. Immagini digitali, che dicono di alcune fra le possibili forme - immagini chimiche, che si riscrivono nel loro partecipe materiale. Diese fühlbare Ferne (Questa sensibile, palpabile, distanza: Rilke).
(Tutto il chiacchiericcio sulla creatività e i creativi si riduce ogni giorno di più al feticcio di un prodotto che vuole restare, e mantenere, assolutamente all'oscuro sul modo e le forme della sua produzione - che si riduce a semplice amministrazione per delega di un potere, di una grammatica, in cui coincidono le opposte mitologie dell'originalità e del realismo; la messa in scena della costruzione stessa dell'immaginazione, la plasticità e figuratività inseparabili dalla tensione del pensiero, dalla sua strutturazione, costituiscono la confutazione più radicale del falso concetto di creatività, che la fotografia di Nosrat Panahi critica mediante quelli di invenzione e poeticità.) Scriveva Nosrat Panahi qualche anno fa che "la complessità della tecnologia digitale è qualcosa di prevedibile [...] in altri termini non vi è una grammatica espressiva propria ma un percorso tecnico-linguistico prefatto". Rispetto a tale situazione, un uso estetico del nuovo mezzo sarà possibile solo "rapportando e familiarizzando sempre più l'immagine tecnologica ad una scenografia mentale" tramite il riferimento alla "tradizione chimica dell'immagine". Nulla cambia, nell'essenziale, l'attuale passaggio ad un uso preponderante del mezzo chimico "tradizionale". In altri termini, l'idea di una logica combinatoria, e di un principio costruttivo basato sulla scelta all'interno del repertorio che essa rende immaginabile, è essenziale ad una poetica come quella di Nosrat Panahi, che non dissimula il proprio carattere produttivo e fantastico. Il problema sarà sempre costituito dalla costruzione di una grammatica, che è nello stesso tempo strutturazione dei quadri dell'immaginazione: la forma del pensiero è in uno l'invenzione di nuove strade.
di Salvatore Tedesco
Elementi "distolti dal loro spazio e immersi in una sorta di processo originario. Origine e crescita, o anche genesi e strutturazione, essenza e molteplicità, nucleo generante e polifonia, sono gli elementi di questo processo": così Roberto Tassi descriveva Candide e Parco infernale di Paul Klee. Crediamo che queste parole siano le più adatte a cogliere il senso della ricerca di Nosrat Panahi Nejad e di questo suo ultimo lavoro. La mano ne è il soggetto. In ogni senso. Ed è il soggetto meno "naturalistico" che sia immaginabile. Il racconto - perché un racconto, la storia dell'immagine stessa, anzi, è anche questa sequenza - ha come suo antefatto un disegno del secolo scorso; una mano appunto, e l'orlo di un vestito. Nulla sappiamo di quest'altra storia. La storia che Nosrat ci racconta è quella dell'invenzione, della logica combinatoria, che dice il divenire di quest'immagine, il lavoro della mano. Immagini digitali, che dicono di alcune fra le possibili forme - immagini chimiche, che si riscrivono nel loro partecipe materiale. Diese fühlbare Ferne (Questa sensibile, palpabile, distanza: Rilke).
(Tutto il chiacchiericcio sulla creatività e i creativi si riduce ogni giorno di più al feticcio di un prodotto che vuole restare, e mantenere, assolutamente all'oscuro sul modo e le forme della sua produzione - che si riduce a semplice amministrazione per delega di un potere, di una grammatica, in cui coincidono le opposte mitologie dell'originalità e del realismo; la messa in scena della costruzione stessa dell'immaginazione, la plasticità e figuratività inseparabili dalla tensione del pensiero, dalla sua strutturazione, costituiscono la confutazione più radicale del falso concetto di creatività, che la fotografia di Nosrat Panahi critica mediante quelli di invenzione e poeticità.) Scriveva Nosrat Panahi qualche anno fa che "la complessità della tecnologia digitale è qualcosa di prevedibile [...] in altri termini non vi è una grammatica espressiva propria ma un percorso tecnico-linguistico prefatto". Rispetto a tale situazione, un uso estetico del nuovo mezzo sarà possibile solo "rapportando e familiarizzando sempre più l'immagine tecnologica ad una scenografia mentale" tramite il riferimento alla "tradizione chimica dell'immagine". Nulla cambia, nell'essenziale, l'attuale passaggio ad un uso preponderante del mezzo chimico "tradizionale". In altri termini, l'idea di una logica combinatoria, e di un principio costruttivo basato sulla scelta all'interno del repertorio che essa rende immaginabile, è essenziale ad una poetica come quella di Nosrat Panahi, che non dissimula il proprio carattere produttivo e fantastico. Il problema sarà sempre costituito dalla costruzione di una grammatica, che è nello stesso tempo strutturazione dei quadri dell'immaginazione: la forma del pensiero è in uno l'invenzione di nuove strade.
03
aprile 2004
Nosrat Panahi Nejad – La mano della sposa
Dal 03 al 12 aprile 2004
arte contemporanea
Location
LIBRERIA BROADWAY
Palermo, Via Rosolino Pilo, 18, (Palermo)
Palermo, Via Rosolino Pilo, 18, (Palermo)
Orario di apertura
9.00/13.00 – 16.30/20.00
(tutti i giorni tranne domenica)