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Not Feeling at Home
Fluttuando nello spazio pubblico, deprivato della sua funzione pubblica, i protagonisti di questo metaracconto con sorprendente chiarezza mettono alla luce una vasta gamma di pensieri, critiche, contraddizioni, denuncie, interventi e riflessioni.
Comunicato stampa
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Che cosa hanno in comune trenta giovani che per quasi un anno hanno lavorato sul concetto non-univoco di arte pubblica – confrontandosi in presa diretta con una metropoli alla scala di Milano? Che cosa mettono in luce tramite i loro lavori, trenta individui provenienti dalle più diverse parti d’Italia, dell’estero, dalle periferie Milanesi, villaggi remoti, con background, provenienza e autobiografie diverse? Quale territorio rappresentativo condividono questi giovani artisti - pendolari, skater, amanti del fumetto, fantasy, dark, videogiochi e altri generi?
Seguendo alcuni suggerimenti teorici di Paolo Virno sembra che questa “moltitudine” contemporanea non si trovi d’accordo se non sul forte sentimento condiviso di “non sentirsi mai a casa propria”. Fluttuando nello spazio pubblico, deprivato della sua funzione pubblica, i protagonisti di questo metaracconto con una sorprendente chiarezza mettono alla luce una vasta gamma di pensieri, critiche, contraddizioni, denuncie, interventi, riflessioni, indagine completate sotto la guida dei docenti Stefano Boccalini e Angelo Sarleti.
Partendo dal lavoro emblematico di Cosimo Casoni – la scritta sotto lo skateboard – “E io concedo sempre udienza ai giovani” – una promessa fatta agli skater di Firenze (anche se il luogo fisico non ha nessuna importanza) che viene man mano cancellata strisciando la tavola da skate sopra i bordi della pista, direi che la mostra raccoglie lavori di una generazione giovanissima a cui l’udienza viene promessa ma quasi mai concessa. Una generazione costretta a consumare lo spazio pubblico espropriato della sua funzione politica e sociale, costretti ad arrangiarsi, autoinventarsi, auto identificarsi e costruire la propria identità, comunità, la propria ripetitività per infantilmente sentirsi al sicuro – per avere se non “un sentimento di essere a casa propria” almeno un desiderio di tale utopia.
Dal 14 giugno al 15 luglio i due primi ambienti della galleria ARTRA per il periodo della mostra s’impregneranno di questo disagio e schizofrenia metropolitana invitando ad udire in questa polifonia di voci le storie (voci) individuali, che distinte dallo rumore assordante di questo coro avranno ciascuna da raccontare (dire) qualcosa.
(testo di Andris Brinkmanis)
Seguendo alcuni suggerimenti teorici di Paolo Virno sembra che questa “moltitudine” contemporanea non si trovi d’accordo se non sul forte sentimento condiviso di “non sentirsi mai a casa propria”. Fluttuando nello spazio pubblico, deprivato della sua funzione pubblica, i protagonisti di questo metaracconto con una sorprendente chiarezza mettono alla luce una vasta gamma di pensieri, critiche, contraddizioni, denuncie, interventi, riflessioni, indagine completate sotto la guida dei docenti Stefano Boccalini e Angelo Sarleti.
Partendo dal lavoro emblematico di Cosimo Casoni – la scritta sotto lo skateboard – “E io concedo sempre udienza ai giovani” – una promessa fatta agli skater di Firenze (anche se il luogo fisico non ha nessuna importanza) che viene man mano cancellata strisciando la tavola da skate sopra i bordi della pista, direi che la mostra raccoglie lavori di una generazione giovanissima a cui l’udienza viene promessa ma quasi mai concessa. Una generazione costretta a consumare lo spazio pubblico espropriato della sua funzione politica e sociale, costretti ad arrangiarsi, autoinventarsi, auto identificarsi e costruire la propria identità, comunità, la propria ripetitività per infantilmente sentirsi al sicuro – per avere se non “un sentimento di essere a casa propria” almeno un desiderio di tale utopia.
Dal 14 giugno al 15 luglio i due primi ambienti della galleria ARTRA per il periodo della mostra s’impregneranno di questo disagio e schizofrenia metropolitana invitando ad udire in questa polifonia di voci le storie (voci) individuali, che distinte dallo rumore assordante di questo coro avranno ciascuna da raccontare (dire) qualcosa.
(testo di Andris Brinkmanis)
14
giugno 2010
Not Feeling at Home
Dal 14 giugno al 15 luglio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTRA
Milano, Via Francesco Burlamacchi, 1, (Milano)
Milano, Via Francesco Burlamacchi, 1, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a domenica 15-19
Vernissage
14 Giugno 2010, ore 18.30
Autore
Curatore