Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Not ordinary = extraordinary
La creatività è uno stile di pensiero che si esprime in processi mentali caratteristici. Procede essenzialmente per associazioni tra idee, concetti, fatti, e dà origine a idee e concetti nuovi, invenzioni, scoperte: insomma, a risultati tanto originali quanto efficaci.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Non è semplice dare una definizione sintetica e non riduttiva della creatività: la capacità di produrre pensiero creativo, come quella di comunicare o di apprendere, è una metacompetenza, cioè un'abilità trasversale, che può essere applicata a campi diversi (arti, scienze, tecnologia, impresa...).
Ognuno di noi ha oggetti che ci rappresentano e ci raccontano nel tempo per non dimenticare e non dimenticarci. Il “buon design” è prima di tutto design dell’idea, in quanto è il significato che plasma l’oggetto; si basa sulla contaminazione fra discipline, perché da questo nasce l’identità del progetto; sperimenta linguaggi e diviene messaggio. Compito del designer è dunque quello di ideare concetti che scaturiscano da riflessioni sul vivere quotidiano, dalla sua interpretazione e di costruire un prodotto nuovo, con un’utilità intima, capace sì di variare al mutamento degli stili e delle mode, ma di rimanere sempre attuale, in quanto muove da bisogni e necessità che l’uomo ha sempre avver¬tito. Il gesto diventa stimolatore di nuove idee in quanto ci offre la possibilità di disegnare un oggetto parten¬do dal movimento insito in esso; allo stesso modo, a livello di modalità progettuale, diviene un nuovo, inedito pretesto per avvicinarsi al progetto. Porre l’attenzione ai gesti è risultato fondamentale anche per capire le modalità di utilizzo dell’oggetto, in particolare quei modi naturali e istintivi, compiuti senza consapevolezza. Non ultimo il gesto rappresenta un modo intimo, semplice e discreto per interagire con gli oggetti. Specificando che creatività significa capacità di produrre nuove idee , inoltre, il dizionario conferma che l'atto creativo è preliminare all'atto di innovare (cioè di trasformare introducendo sistemi o metodi nuovi, De Mauro). La creatività (fenomeno mentale) precede sempre l'innovazione (fenomeno economico, sociale e culturale) generando idee che, una volta comunicate, condivise e adottate dalla collettività, sviluppano innovazione. Spiegando che la capacità creativa produce invenzioni,il dizionario sottolinea che la creatività si può applicare indifferentemente alle arti, alle scienze o alla tecnologia. Sia a ciò che di nuovo produciamo che al modo (nuovo) in cui produciamo qualcosa, quindi sia ai prodotti che ai processi di produzione.
Le profonde trasformazioni che investono il mercato richiedono al mondo produttivo nuove forme di pensiero e metodologie di azione. Che cosa significa progettare ciò che è stato interpretato come sistema prodotto, senza il rischio di ridurlo o la pretesa di esaurirlo? E, soprattutto, "è concepibile, e in che termini, ideare, studiare le possibilità di attuazione o di esecuzione di ciò che è stato percepito e inteso caotico, pluripolare, dipendente dal rischio, difficile da governare, controllare, prevedere, predeterminare, delimitare". La strada appare in salita e da un'analisi più attenta emerge che, come scrive J. L. Le Moigne, "la complessità è nel codice e non nella natura delle cose... e dunque... se costruita, la complessità più inestricabile diventa progettabile". Il fenomeno prodotto non è in sé né semplice né complesso; quindi è chi lo osserva che lo percepisce, sulla base della sua esperienza cognitiva ed emozionale in termini di disordine, molteplicità di elementi, difficoltà..."Il problema dell'osservatore progettista", afferma Edgar Morin, "appare capitale, critico, decisivo (...) deve disporre di un metodo che gli permetta di progettare la molteplicità dei punti di vista e poi di passare da un punto di vista all'altro. Deve disporre di concetti teorici che invece di chiudere e isolare le entità, gli permettano di circolare produttivamente". “Per me, il design è un modo di discutere la vita. È un modo di discutere la società, la politica, l'erotismo, il cibo e persino il design. Infine, è un modo di costruire, una possibile utopia figurativa o di costruire una metafora della vita. Certo, per me il design non è limitato dalla necessità di dare più o meno forma a uno stupido prodotto destinato a un'industria più o meno sofisticata; per cui, se devi insegnare qualcosa sul design, devi insegnare prima di tutto qualcosa sulla vita e devi insistere anche spiegando che la tecnologia è una delle metafore della vita”…da un pensiero di Ettore Sottsas. Il pensiero creativo consiste nel farsi domande e nell'affrontare problemi o quesiti a partire da solide conoscenze , ma adottando nuove prospettive, con l'obiettivo di trovare soluzioni innovative ed efficaci qualsiasi sia l'ambito di applicazione. Questo stile di pensiero si esprime in un processo che ha andamenti non sempre lineari, e consiste nel raccogliere, selezionare e riconfigurare le informazioni necessarie tra tutte quelle disponibili, individuando connessioni utili a generare conclusioni nuove. Un'idea che funziona -in qualsiasi ambito, compreso quello delle arti- è un seme che ha la capacità di germogliare e che, germogliando, crea un ambiente adatto alla diffusione di altri semi, che a loro volta germoglieranno. Ma, senza una quantità di buoni semi, messi in terra nel modo giusto, non si raccoglie niente. E, alla fin fine, non si produce niente di buono.
Angelo Minisci
coordinatore alla didattica corso Design LABA
Ognuno di noi ha oggetti che ci rappresentano e ci raccontano nel tempo per non dimenticare e non dimenticarci. Il “buon design” è prima di tutto design dell’idea, in quanto è il significato che plasma l’oggetto; si basa sulla contaminazione fra discipline, perché da questo nasce l’identità del progetto; sperimenta linguaggi e diviene messaggio. Compito del designer è dunque quello di ideare concetti che scaturiscano da riflessioni sul vivere quotidiano, dalla sua interpretazione e di costruire un prodotto nuovo, con un’utilità intima, capace sì di variare al mutamento degli stili e delle mode, ma di rimanere sempre attuale, in quanto muove da bisogni e necessità che l’uomo ha sempre avver¬tito. Il gesto diventa stimolatore di nuove idee in quanto ci offre la possibilità di disegnare un oggetto parten¬do dal movimento insito in esso; allo stesso modo, a livello di modalità progettuale, diviene un nuovo, inedito pretesto per avvicinarsi al progetto. Porre l’attenzione ai gesti è risultato fondamentale anche per capire le modalità di utilizzo dell’oggetto, in particolare quei modi naturali e istintivi, compiuti senza consapevolezza. Non ultimo il gesto rappresenta un modo intimo, semplice e discreto per interagire con gli oggetti. Specificando che creatività significa capacità di produrre nuove idee , inoltre, il dizionario conferma che l'atto creativo è preliminare all'atto di innovare (cioè di trasformare introducendo sistemi o metodi nuovi, De Mauro). La creatività (fenomeno mentale) precede sempre l'innovazione (fenomeno economico, sociale e culturale) generando idee che, una volta comunicate, condivise e adottate dalla collettività, sviluppano innovazione. Spiegando che la capacità creativa produce invenzioni,il dizionario sottolinea che la creatività si può applicare indifferentemente alle arti, alle scienze o alla tecnologia. Sia a ciò che di nuovo produciamo che al modo (nuovo) in cui produciamo qualcosa, quindi sia ai prodotti che ai processi di produzione.
Le profonde trasformazioni che investono il mercato richiedono al mondo produttivo nuove forme di pensiero e metodologie di azione. Che cosa significa progettare ciò che è stato interpretato come sistema prodotto, senza il rischio di ridurlo o la pretesa di esaurirlo? E, soprattutto, "è concepibile, e in che termini, ideare, studiare le possibilità di attuazione o di esecuzione di ciò che è stato percepito e inteso caotico, pluripolare, dipendente dal rischio, difficile da governare, controllare, prevedere, predeterminare, delimitare". La strada appare in salita e da un'analisi più attenta emerge che, come scrive J. L. Le Moigne, "la complessità è nel codice e non nella natura delle cose... e dunque... se costruita, la complessità più inestricabile diventa progettabile". Il fenomeno prodotto non è in sé né semplice né complesso; quindi è chi lo osserva che lo percepisce, sulla base della sua esperienza cognitiva ed emozionale in termini di disordine, molteplicità di elementi, difficoltà..."Il problema dell'osservatore progettista", afferma Edgar Morin, "appare capitale, critico, decisivo (...) deve disporre di un metodo che gli permetta di progettare la molteplicità dei punti di vista e poi di passare da un punto di vista all'altro. Deve disporre di concetti teorici che invece di chiudere e isolare le entità, gli permettano di circolare produttivamente". “Per me, il design è un modo di discutere la vita. È un modo di discutere la società, la politica, l'erotismo, il cibo e persino il design. Infine, è un modo di costruire, una possibile utopia figurativa o di costruire una metafora della vita. Certo, per me il design non è limitato dalla necessità di dare più o meno forma a uno stupido prodotto destinato a un'industria più o meno sofisticata; per cui, se devi insegnare qualcosa sul design, devi insegnare prima di tutto qualcosa sulla vita e devi insistere anche spiegando che la tecnologia è una delle metafore della vita”…da un pensiero di Ettore Sottsas. Il pensiero creativo consiste nel farsi domande e nell'affrontare problemi o quesiti a partire da solide conoscenze , ma adottando nuove prospettive, con l'obiettivo di trovare soluzioni innovative ed efficaci qualsiasi sia l'ambito di applicazione. Questo stile di pensiero si esprime in un processo che ha andamenti non sempre lineari, e consiste nel raccogliere, selezionare e riconfigurare le informazioni necessarie tra tutte quelle disponibili, individuando connessioni utili a generare conclusioni nuove. Un'idea che funziona -in qualsiasi ambito, compreso quello delle arti- è un seme che ha la capacità di germogliare e che, germogliando, crea un ambiente adatto alla diffusione di altri semi, che a loro volta germoglieranno. Ma, senza una quantità di buoni semi, messi in terra nel modo giusto, non si raccoglie niente. E, alla fin fine, non si produce niente di buono.
Angelo Minisci
coordinatore alla didattica corso Design LABA
24
maggio 2011
Not ordinary = extraordinary
Dal 24 al 29 maggio 2011
design
fotografia
arte contemporanea
performance - happening
presentazione
incontro - conferenza
serata - evento
fotografia
arte contemporanea
performance - happening
presentazione
incontro - conferenza
serata - evento
Location
GALLERIA TANNAZ
Firenze, Via Dell'oche, 9-11r, (Firenze)
Firenze, Via Dell'oche, 9-11r, (Firenze)
Orario di apertura
da lunedì a sabato orario 16 - 20
Autore
Curatore