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Nour Shems Melehi – Contemplazioni. La fotografia, Tao della quotidianità
La mostra è un lavoro intimistico, modulato dal bianco e nero in cui il termine “tao” -presente nel titolo- è l’elemento che introduce ad un flusso di consapevolezza
Comunicato stampa
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Contemplazioni. La fotografia, Tao della quotidianità è un lavoro intimistico, modulato dal bianco e nero in cui il termine “tao” -presente nel titolo- è l’elemento che introduce ad un flusso di consapevolezza.
“Se la fotografia aiuta a vedere meglio la realtà e ad esservi più presente – di riflesso – questa aiuta a vivere la fotografia in un modo più consapevole.”, spiega l’autrice.
Sulla ricerca del mistero -“lo svelare un significato che va oltre il soggetto stesso”- è incentrato il quotidiano di Nour Shems Melehi. Un’intersezione di frammenti che oscillano tra le due culture, a cui lei stessa appartiene e di cui si fa portavoce. Italia e Marocco, Oriente e Occidente, ma non solo.
“Un racconto che si sposta temporaneamente da un luogo all’altro. Il passo veloce di una donna sui sanpietrini, il volto della sorella, Mujah, che si rivolge alla luce; il cane bianco sulla poltrona velata dall’ombra di una tenda; il manichino nell’atelier dei caffettani; la pista ciclabile di Roma, sovrapposta ai cipressi fiorentini; il portone di legno che si apre e lo scorcio di un vicolo spiato dall’interno di una finestra... Ogni immagine è autonoma, fatta di istanti indipendenti.”, come sottolinea la curatrice Manuela De Leonardis.
Nella formazione di Melehi c’è la laurea in etno-antropologia e, parallelamente, un primo avvicinamento alla fotografia documentato dal lavoro realizzato in occasione del convegno Fuori dall’ombra – Sguardi sui percorsi d’integrazione delle donne dell’Est (promosso da Associazione LIPA e Provincia di Roma), a cui è seguita la doppia personale (insieme a Claudio Velardo), a Palazzo Valentini di Roma nel 2004.
Nel 2007 è a New York per frequentare un corso con Bobbi Lane, all’International Center of Photography, sulle modalità del ritrarre persone e luoghi, a cui è seguito un workshop di fotografia di viaggio tenuto da Rosanne Pennella, famosa per i suoi viaggi intorno al mondo e per uno stile tutto suo, né antropologico, né documentario.
Viaggio e fotografia sono, del resto, temi che accompagnano l’autrice fin dall’infanzia. “Mio nonno non faceva reportage, le sue sono foto simboliche dove ci sono forme, emozione, impeto, delicatezza.” – spiega – “Per lui la fotografia era un modo per conoscere genti, per avvicinare luoghi e culture. Uno strumento per entrare, per innamorarsi del mondo che incontrava”.
Il nonno in questione è Fosco Maraini (1912-2004), scrittore, viaggiatore, alpinista, etnologo, orientalista e, soprattutto, fotografo.
Nour Shems Melehi è consapevole di essere “figlia d’arte”, essendo nata e cresciuta in un crocevia di culture e vocazioni artistiche. La nonna, a cui è molto legata, è Topazia Alliata, pittrice e gallerista, i suoi stessi genitori, Toni Maraini e Mohammed Melehi, noto pittore marocchino tra la metà degli anni ’60 e i primi anni ’70 hanno insegnato all’Ecole des Beaux-Arts di Casablanca e fondato Intégral, la rivista artistica e letteraria d’avanguardia .
In mostra 16 fotografie in bianco e nero, stampate su carta baritata semilucida nel formato 50x40 e montate con passepartout e cornice (tiratura limitata)
Tutte le immagini sono inedite e sono state scattate tra il 2001 e il 2008
Note sull’autore:
Nour Shems Melehi (Casablanca 1978, vive a Roma). Si laurea in Etnoantropologia all’Università di Roma “La Sapienza” con una tesi sul ruolo terapeutico dei sogni, nell’ambito della medicina tradizionale del Marocco. Durante il corso di laurea sostiene anche l’esame di Storia della Fotografia (tenuto dal Prof. Pieroni). Studia tecniche di ripresa in b/n e stampa in camera oscura con Gabriele Agostini e Luisa Briganti, presso il Centro Sperimentale di Fotografia ADAMS di Roma. A New Yok, nel 2007, segue il corso con Bobbi Lane all’International Centre of Photography e il workshop di fotografia di viaggio tenuto da Rosanne Pennella a The New School. Oltre alla pratica, si interessa al ruolo della fotografia applicata alla ricerca etnografica. Pubblicazioni: Fotografie di illustrazione per la sezione di poesia Roma città eterna, in “Quaderni” del Fondo Alberto Moravia, n. 2 – 2002. Mostre: Le donne visibili, Nour Shems Melehi e Claudio Velardo (doppia personale), Palazzo Valentini, Roma – 2004, progetto sviluppato in occasione del convegno Fuori dall’ombra – Sguardi sui percorsi d’integrazione delle donne dell’Est (Fotografie pubblicate insieme agli atti del convegno, promosso da Associazione LIPA e Provincia di Roma).
“Se la fotografia aiuta a vedere meglio la realtà e ad esservi più presente – di riflesso – questa aiuta a vivere la fotografia in un modo più consapevole.”, spiega l’autrice.
Sulla ricerca del mistero -“lo svelare un significato che va oltre il soggetto stesso”- è incentrato il quotidiano di Nour Shems Melehi. Un’intersezione di frammenti che oscillano tra le due culture, a cui lei stessa appartiene e di cui si fa portavoce. Italia e Marocco, Oriente e Occidente, ma non solo.
“Un racconto che si sposta temporaneamente da un luogo all’altro. Il passo veloce di una donna sui sanpietrini, il volto della sorella, Mujah, che si rivolge alla luce; il cane bianco sulla poltrona velata dall’ombra di una tenda; il manichino nell’atelier dei caffettani; la pista ciclabile di Roma, sovrapposta ai cipressi fiorentini; il portone di legno che si apre e lo scorcio di un vicolo spiato dall’interno di una finestra... Ogni immagine è autonoma, fatta di istanti indipendenti.”, come sottolinea la curatrice Manuela De Leonardis.
Nella formazione di Melehi c’è la laurea in etno-antropologia e, parallelamente, un primo avvicinamento alla fotografia documentato dal lavoro realizzato in occasione del convegno Fuori dall’ombra – Sguardi sui percorsi d’integrazione delle donne dell’Est (promosso da Associazione LIPA e Provincia di Roma), a cui è seguita la doppia personale (insieme a Claudio Velardo), a Palazzo Valentini di Roma nel 2004.
Nel 2007 è a New York per frequentare un corso con Bobbi Lane, all’International Center of Photography, sulle modalità del ritrarre persone e luoghi, a cui è seguito un workshop di fotografia di viaggio tenuto da Rosanne Pennella, famosa per i suoi viaggi intorno al mondo e per uno stile tutto suo, né antropologico, né documentario.
Viaggio e fotografia sono, del resto, temi che accompagnano l’autrice fin dall’infanzia. “Mio nonno non faceva reportage, le sue sono foto simboliche dove ci sono forme, emozione, impeto, delicatezza.” – spiega – “Per lui la fotografia era un modo per conoscere genti, per avvicinare luoghi e culture. Uno strumento per entrare, per innamorarsi del mondo che incontrava”.
Il nonno in questione è Fosco Maraini (1912-2004), scrittore, viaggiatore, alpinista, etnologo, orientalista e, soprattutto, fotografo.
Nour Shems Melehi è consapevole di essere “figlia d’arte”, essendo nata e cresciuta in un crocevia di culture e vocazioni artistiche. La nonna, a cui è molto legata, è Topazia Alliata, pittrice e gallerista, i suoi stessi genitori, Toni Maraini e Mohammed Melehi, noto pittore marocchino tra la metà degli anni ’60 e i primi anni ’70 hanno insegnato all’Ecole des Beaux-Arts di Casablanca e fondato Intégral, la rivista artistica e letteraria d’avanguardia .
In mostra 16 fotografie in bianco e nero, stampate su carta baritata semilucida nel formato 50x40 e montate con passepartout e cornice (tiratura limitata)
Tutte le immagini sono inedite e sono state scattate tra il 2001 e il 2008
Note sull’autore:
Nour Shems Melehi (Casablanca 1978, vive a Roma). Si laurea in Etnoantropologia all’Università di Roma “La Sapienza” con una tesi sul ruolo terapeutico dei sogni, nell’ambito della medicina tradizionale del Marocco. Durante il corso di laurea sostiene anche l’esame di Storia della Fotografia (tenuto dal Prof. Pieroni). Studia tecniche di ripresa in b/n e stampa in camera oscura con Gabriele Agostini e Luisa Briganti, presso il Centro Sperimentale di Fotografia ADAMS di Roma. A New Yok, nel 2007, segue il corso con Bobbi Lane all’International Centre of Photography e il workshop di fotografia di viaggio tenuto da Rosanne Pennella a The New School. Oltre alla pratica, si interessa al ruolo della fotografia applicata alla ricerca etnografica. Pubblicazioni: Fotografie di illustrazione per la sezione di poesia Roma città eterna, in “Quaderni” del Fondo Alberto Moravia, n. 2 – 2002. Mostre: Le donne visibili, Nour Shems Melehi e Claudio Velardo (doppia personale), Palazzo Valentini, Roma – 2004, progetto sviluppato in occasione del convegno Fuori dall’ombra – Sguardi sui percorsi d’integrazione delle donne dell’Est (Fotografie pubblicate insieme agli atti del convegno, promosso da Associazione LIPA e Provincia di Roma).
08
aprile 2008
Nour Shems Melehi – Contemplazioni. La fotografia, Tao della quotidianità
Dall'otto al 15 aprile 2008
fotografia
Location
GALLERIA NAVONA 42
Roma, Piazza Navona, 42, (Roma)
Roma, Piazza Navona, 42, (Roma)
Orario di apertura
lun./ven. 16,00-20,00 - altri orari su appuntamento
Vernissage
8 Aprile 2008, ore 18,00
Autore
Curatore