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Nove artisti del colore. Continuità di un impegno nella pittura
La seconda delle tre mostre programmate nel corrente anno all’insegna della continuità di un impegno nella pittura
Comunicato stampa
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Il 17 maggio 2008 alle ore 18,00 a Palazzo Pretorio di Cittadella sarà inaugurata la seconda delle tre mostre programmate nel corrente anno all'insegna della continuità di un impegno nella pittura.
Dopo la prima tornata, nella quale due giovani artisti, Sonia Costantini e Paolo Iacchetti, si sono confrontati con un maestro dell'astrattismo italiano, Vincenzo Satta, ora e' la volta di un giovane artista, Domenico D'Oora, che si misura con due personalità indiscusse della pittura italiana, Claudio Olivieri e Valentino Vago. Dal settembre prossimo saranno impegnati sullo stesso tema altri nomi prestigiosi: Mauro Cappelletti, Carlo Nangeroni, Sergio Sermidi.
Lontana dall'idea di riproporre sterili schieramenti di tendenza, la Fondazione Palazzo Pretorio intende richiamare, con questo ciclo di mostre, l'attenzione di un pubblico motivato sul lavoro appartato ma fecondo di due generazioni di artisti, volti ad esplorare le potenzialità espressive del colore in una comune tensione alla bellezza. Ogni artista, disponendo di un ampio spazio espositivo, puo' documentare, nel confronto istituito, la specificità della propria ricerca con una serie di opere anche di grandi dimensioni. Insomma, nove personali esaustive all'interno di un progetto unitario.
Nel catalogo Antiga, con la riproduzione a colori delle opere esposte e la registrazione dei curricula, sono pubblicate le dichiarazioni di poetica degli artisti, i quali spiegano, in modo chiaro e persuasivo, il significato della loro ricerca. A titolo di prova, riprendiamo tre passaggi significativi delle dichiarazioni di D'Oora, Olivieri, Vago.
-Desidero che una mia opera definisca, sfidando l'inconsistente vacuità richiesta dall'attualità, un suo tempo fuori dal tempo, che si dia, che instauri un presente in grado di comprendere passato e futuro. E' per me essenziale chiamare in causa un'inscindibile relazione spazio-superficie-colore, ove nessuno degli elementi prevalga, e dove l'opera nel suo complesso sia un'ipotesi coerente di rigore formale - dalle risultanze indotte sempre aleatorie - in una transitoria situazione di sospensione, di confronto con l'assenza-, (D'Oora)
-Verso il 1969-70 ho cercato di far rientrare il segno nel corpo del colore che e' via via diventato, per me, il tramite della spazialità. Ma i traguardi non sono mai troppo definibili e mi sono reso conto che stava accadendo qualcosa di sempre meno intenzionale, imprevedibile ma certo non casuale. Era come se avessi totalmente interiorizzato le premesse, le scelte, come se non mi fosse possibile piu' agire secondo una volontà, o una ideologia, ma fossi condotto a dare ascolto a qualcosa di piu' misterioso. Avvertivo, in certi momenti, che quello che riuscivo a fare non consentiva ritorni o correzioni o astuzie del mestiere.- (Olivieri)
-Dipingere l'invisibile, ossia non cio' che lo sguardo rileva dall'esperienza materiale delle cose ma che la mente elabora dal patrimonio visivo depositato nella coscienza: questo io realizzo nel mio lavoro d'artista, questo e' il principio del mio fare pittura. Quindi, non aprioristici progetti, non precise poetiche affidate al mezzo espressivo, ma l'impiego della materia pittorica animata dall'afflato interiore per dare immagine colorata all'ineffabile, all'inesprimibile-. (Vago)
Dopo la prima tornata, nella quale due giovani artisti, Sonia Costantini e Paolo Iacchetti, si sono confrontati con un maestro dell'astrattismo italiano, Vincenzo Satta, ora e' la volta di un giovane artista, Domenico D'Oora, che si misura con due personalità indiscusse della pittura italiana, Claudio Olivieri e Valentino Vago. Dal settembre prossimo saranno impegnati sullo stesso tema altri nomi prestigiosi: Mauro Cappelletti, Carlo Nangeroni, Sergio Sermidi.
Lontana dall'idea di riproporre sterili schieramenti di tendenza, la Fondazione Palazzo Pretorio intende richiamare, con questo ciclo di mostre, l'attenzione di un pubblico motivato sul lavoro appartato ma fecondo di due generazioni di artisti, volti ad esplorare le potenzialità espressive del colore in una comune tensione alla bellezza. Ogni artista, disponendo di un ampio spazio espositivo, puo' documentare, nel confronto istituito, la specificità della propria ricerca con una serie di opere anche di grandi dimensioni. Insomma, nove personali esaustive all'interno di un progetto unitario.
Nel catalogo Antiga, con la riproduzione a colori delle opere esposte e la registrazione dei curricula, sono pubblicate le dichiarazioni di poetica degli artisti, i quali spiegano, in modo chiaro e persuasivo, il significato della loro ricerca. A titolo di prova, riprendiamo tre passaggi significativi delle dichiarazioni di D'Oora, Olivieri, Vago.
-Desidero che una mia opera definisca, sfidando l'inconsistente vacuità richiesta dall'attualità, un suo tempo fuori dal tempo, che si dia, che instauri un presente in grado di comprendere passato e futuro. E' per me essenziale chiamare in causa un'inscindibile relazione spazio-superficie-colore, ove nessuno degli elementi prevalga, e dove l'opera nel suo complesso sia un'ipotesi coerente di rigore formale - dalle risultanze indotte sempre aleatorie - in una transitoria situazione di sospensione, di confronto con l'assenza-, (D'Oora)
-Verso il 1969-70 ho cercato di far rientrare il segno nel corpo del colore che e' via via diventato, per me, il tramite della spazialità. Ma i traguardi non sono mai troppo definibili e mi sono reso conto che stava accadendo qualcosa di sempre meno intenzionale, imprevedibile ma certo non casuale. Era come se avessi totalmente interiorizzato le premesse, le scelte, come se non mi fosse possibile piu' agire secondo una volontà, o una ideologia, ma fossi condotto a dare ascolto a qualcosa di piu' misterioso. Avvertivo, in certi momenti, che quello che riuscivo a fare non consentiva ritorni o correzioni o astuzie del mestiere.- (Olivieri)
-Dipingere l'invisibile, ossia non cio' che lo sguardo rileva dall'esperienza materiale delle cose ma che la mente elabora dal patrimonio visivo depositato nella coscienza: questo io realizzo nel mio lavoro d'artista, questo e' il principio del mio fare pittura. Quindi, non aprioristici progetti, non precise poetiche affidate al mezzo espressivo, ma l'impiego della materia pittorica animata dall'afflato interiore per dare immagine colorata all'ineffabile, all'inesprimibile-. (Vago)
17
maggio 2008
Nove artisti del colore. Continuità di un impegno nella pittura
Dal 17 maggio al 13 luglio 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO PRETORIO
Cittadella, Via Guglielmo Marconi, 30, (Padova)
Cittadella, Via Guglielmo Marconi, 30, (Padova)
Orario di apertura
Feriali 15.30-19 Festivi 10-12.30 /15-19
Vernissage
17 Maggio 2008, ore 18
Autore
Curatore