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Nuccia Sansoni 1941-2007
L’esposizione ricca di quaranta opere su tela ripercorre infatti tutta la vicenda creativa dell’autrice, a partire dalle sue prime opere degli anni Settanta, di stampo paesaggistico, ancora legate alla sua formazione all’Accademia Attività Artistiche di Milano, per arrivare alle ricerche estetiche mature, a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, allineate idealmente alla riflessioni degli “ultimi naturalisti” lombardi.
Comunicato stampa
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Promossa dalla Provincia di Cremona, con il patrocino del Comune di Cremona e la collaborazione del Comune di Castelleone, la mostra di Nuccia Sansoni è la prima antologica dedicata all’artista di Castelleone. L’esposizione ricca di quaranta opere su tela ripercorre infatti tutta la vicenda creativa dell’autrice, a partire dalle sue prime opere degli anni Settanta, di stampo paesaggistico, ancora legate alla sua formazione all’Accademia Attività Artistiche di Milano, per arrivare alle ricerche estetiche mature, a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, allineate idealmente alla riflessioni degli “ultimi naturalisti” lombardi.
«Per quanto negli scritti o nelle testimonianze dedicate al proprio lavoro – si legge nel testo critico a catalogo – non abbia mai dichiarato riferimenti specifici verso la poetica di quel movimento che Francesco Arcangeli definì “ultimo naturalismo”, Nuccia Sansoni sembra però, a ogni buon conto, aver raccolto una tale importante eredità. Se non altro per il carattere lombardo che ne ha distinto la ricerca. Il carattere della sua origine lombarda, frutto della sua appartenenza al tessuto, alla storia, alla tradizione antichissima di una regione distintasi – a sentire Arcangeli – per una lunga catena ideale di maestri dipanata sullo sfondo del territorio padano».
Ne sono la prova opere come Campo di papaveri, Tra le spighe papaveri e Fiordalisi come mare, esito di un certo informale materico, dove la pennellata è densa, spessa, corposa e grassa; e dove il gesto sovrappone veloce filamenti di toni diversi, che a distanza creano un’unica, equilibrata armonia. Un “sesto senso” per la materia che sposa, soprattutto nei primi anni Novanta, periodo indubbiamente felice della sua produzione, la vitalità del gesto, la traccia agile e veloce che ha spinto gli esiti delle sue sperimentazione in una direzione quasi astratta. Direzione in cui Nuccia Sansoni, come si potrà leggere chiaramente dal percorso della mostra, non ha mai perso il contatto con la realtà. «Combatto la mia lotta – asseriva – per la sopravvivenza di un mondo che abbia sempre in vista i segni dell’umano».
Segni rintracciabili nei scuoi scorci di campagna cremonese, quella di Castelleone, suo paese natale; «posti appartati, a tratti selvaggi, come gli scorci campestri nella valle del Serio Morto, come i frutteti sulla collina, le distese di grano incorniciate dai filari dei gelsi, o come i corsi d’acqua espugnati dai canneti e i piccoli ponti di campagna strangolati dai rampicanti. Non semplici brani paesaggistici però, ma pezzi di storie personali, storie di immersione nella natura a caccia di un sentimento da condividere».
Biografia
Nuccia Sansoni nasce a Castelleone il 9 dicembre 1941. Dopo gli studi primari e il diploma di insegnante elementare, che consegue in un Istituto Magistrale di Bergamo nel 1960, si iscrive all’”Accademia Attività Artistiche” di Milano sotto la guida del prof. Franco Mosca Gasparin. Sente prepotentemente il richiamo della pittura ed inizia ad esporre poco più che ventenne, dapprima in Castelleone o nelle località vicine, poi nel capoluogo e via via a Lodi, Parma, Padova, Milano, Livorno, Roma, Ravenna, Nizza, Berlino. La critica che commenta i suoi quadri inizia a collocarla genericamente in una sorta di postimpressionismo emotivo e temperamentale, caratterialmente debitore alle inconsce formazioni dell’immaginario femminile. Più avanti negli anni, e con la progressiva maturazione tecnica conseguita sulla strada di una sempre più esperta cognizione del colore, Nuccia Sansoni avvia la sua pittura nell’ambito di ciò che è stato volta a volta definito “astrattismo figurativo”, “istinto cromatico”, “gestualità coloristica”, “realismo visionario”, ecc.
Un non trascurabile ventaglio di interessi, ancorché distinto dalla vocazione artistica, Nuccia Sansoni lo dedicò alla ”Croce Rossa”, all’”A.B.I.O.”, alla “Pro Loco” castelleonese, alla promozione ecologica di alcuni siti, alla Scuola Materna e all’accostamento dei piccoli alla manualità creativa. Nuccia Sansoni muore la mattina del 14 dicembre 2007 in un incidente stradale.
«Per quanto negli scritti o nelle testimonianze dedicate al proprio lavoro – si legge nel testo critico a catalogo – non abbia mai dichiarato riferimenti specifici verso la poetica di quel movimento che Francesco Arcangeli definì “ultimo naturalismo”, Nuccia Sansoni sembra però, a ogni buon conto, aver raccolto una tale importante eredità. Se non altro per il carattere lombardo che ne ha distinto la ricerca. Il carattere della sua origine lombarda, frutto della sua appartenenza al tessuto, alla storia, alla tradizione antichissima di una regione distintasi – a sentire Arcangeli – per una lunga catena ideale di maestri dipanata sullo sfondo del territorio padano».
Ne sono la prova opere come Campo di papaveri, Tra le spighe papaveri e Fiordalisi come mare, esito di un certo informale materico, dove la pennellata è densa, spessa, corposa e grassa; e dove il gesto sovrappone veloce filamenti di toni diversi, che a distanza creano un’unica, equilibrata armonia. Un “sesto senso” per la materia che sposa, soprattutto nei primi anni Novanta, periodo indubbiamente felice della sua produzione, la vitalità del gesto, la traccia agile e veloce che ha spinto gli esiti delle sue sperimentazione in una direzione quasi astratta. Direzione in cui Nuccia Sansoni, come si potrà leggere chiaramente dal percorso della mostra, non ha mai perso il contatto con la realtà. «Combatto la mia lotta – asseriva – per la sopravvivenza di un mondo che abbia sempre in vista i segni dell’umano».
Segni rintracciabili nei scuoi scorci di campagna cremonese, quella di Castelleone, suo paese natale; «posti appartati, a tratti selvaggi, come gli scorci campestri nella valle del Serio Morto, come i frutteti sulla collina, le distese di grano incorniciate dai filari dei gelsi, o come i corsi d’acqua espugnati dai canneti e i piccoli ponti di campagna strangolati dai rampicanti. Non semplici brani paesaggistici però, ma pezzi di storie personali, storie di immersione nella natura a caccia di un sentimento da condividere».
Biografia
Nuccia Sansoni nasce a Castelleone il 9 dicembre 1941. Dopo gli studi primari e il diploma di insegnante elementare, che consegue in un Istituto Magistrale di Bergamo nel 1960, si iscrive all’”Accademia Attività Artistiche” di Milano sotto la guida del prof. Franco Mosca Gasparin. Sente prepotentemente il richiamo della pittura ed inizia ad esporre poco più che ventenne, dapprima in Castelleone o nelle località vicine, poi nel capoluogo e via via a Lodi, Parma, Padova, Milano, Livorno, Roma, Ravenna, Nizza, Berlino. La critica che commenta i suoi quadri inizia a collocarla genericamente in una sorta di postimpressionismo emotivo e temperamentale, caratterialmente debitore alle inconsce formazioni dell’immaginario femminile. Più avanti negli anni, e con la progressiva maturazione tecnica conseguita sulla strada di una sempre più esperta cognizione del colore, Nuccia Sansoni avvia la sua pittura nell’ambito di ciò che è stato volta a volta definito “astrattismo figurativo”, “istinto cromatico”, “gestualità coloristica”, “realismo visionario”, ecc.
Un non trascurabile ventaglio di interessi, ancorché distinto dalla vocazione artistica, Nuccia Sansoni lo dedicò alla ”Croce Rossa”, all’”A.B.I.O.”, alla “Pro Loco” castelleonese, alla promozione ecologica di alcuni siti, alla Scuola Materna e all’accostamento dei piccoli alla manualità creativa. Nuccia Sansoni muore la mattina del 14 dicembre 2007 in un incidente stradale.
09
maggio 2009
Nuccia Sansoni 1941-2007
Dal 09 maggio al 02 giugno 2009
arte contemporanea
Location
EX CHIESA DI SAN VITALE – CENTRO CULTURALE
Cremona, Piazza Sant'angelo, 1, (Cremona)
Cremona, Piazza Sant'angelo, 1, (Cremona)
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19
Vernissage
9 Maggio 2009, ore 18
Autore
Curatore