Il corpo muto e loquace soggetto al tempo ed alla mutazione infinita. Vettore e recettore di energia, scosso da pensieri elettrici; culla di reazioni chimiche all’origine dei sentimenti. Involucro carnale che anela alla trasparenza… forse l’anima dell’anima…
Lo spettacolo utilizza la proiezione video e delle poesie tratte dall’opera di Antonin Artaud. Lo spazio scenico, luogo mentale che accoglie le presenze solitarie degli interpreti, si relaziona ad uno spazio video, la cui figura principale si trova in una condizione estrema di ricerca della parola, utilizzata, come afferma Artaud stesso, in senso magico, non solo per il loro significato ma anche per la loro forma, le loro emanazioni sensibili. La condizione di mutismo/mutazione del corpo evolve dunque verso un’equazione tra pneuma e logos, illustrata nella relazione danzatore-attore, spazio intimo-paesaggio esteriore