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Nudo per Stalin
La trasformazione dell’iconografia del corpo dalla seconda metà degli anni venti al culmine del regime stalinista negli anni trenta, attraverso un’articolata selezione di 71 fotografie storiche
Comunicato stampa
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La mostra “Nudo per Stalin”, attraverso un’articolata selezione di 71 foto artistiche storiche realizzate dai più grandi fotografi russi del secolo scorso, si pone l’obbiettivo di spiegare la trasformazione iconografica del corpo, dalla seconda metà degli anni Venti, al culmine del regime stalinista degli anni Trenta.
Partendo dai fotografi pittorialisti russi, Ida Napel’baum, Jurij Eremin, Nikolaj Sviscov-Paola, Aleksandr Grinberg, Nikolaj Vlas’evskij, Andrei Telesov, Vasilij Divago, Grigorij Zimin, che scelsero il corpo femminile, spesso nudo come soggetto idoneo a rappresentare le diverse possibilità di movimento del corpo attraverso una serie di esperimenti, la mostra traccia un percorso di continuità
ottura con le rappresentazioni del corpo nella decade successiva. I risultati di tali studi furono esposti alle quattro mostre dell’ “Arte del Movimento” che si tennero a Mosca tra il 1925 e il 1927.
Oltre alle foto, in esposizione sono presenti 3 documenti originali: si tratta di lettere autografe, sia manoscritte che dattiloscritte, del fotografo Aleksandr Grinberg internato in un lager per aver trasgredito alle disposizioni di Stalin in materia di nudo.
Curatrice della mostra è la Professoressa Nicoletta Misler, grande esperta in materia e già docente di Storia dell'Arte Moderna dell'Europa Orientale presso l’Università di Napoli “L’Orientale”.
La mostra “Nudo per Stalin” - Sala Santa Rita in Via Montanara, adiacente Piazza Campitelli, dal 29 ottobre 2009 all’11 gennaio 2010 - è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma ed è organizzata dalla Fondazione Internazionale Accademia Arco, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
La mostra intende riassumere l’evoluzione dell’atteggiamento della cultura e dell’ufficialità sovietica verso il soggetto del corpo. Ciò che colpisce è lo stridente contrasto tra le fotografie della metà degli anni Venti, che prendono in esame il corpo attraverso lo sguardo voyeuristico dell’ammiratore, e quelle della fine degli anni Trenta, nelle quali il corpo è visto con lo sguardo distaccato e opportunistico della propaganda.
Negli anni Trenta le raffigurazioni dei nudi suscitarono scandali e censure, ma il tema del corpo, del nudo, sopravvisse anche all’epoca di Stalin, durante la quale dalle stesse foto dell’Arte del Movimento vennero mutuate le pose acrobatiche, le piramidi umane, le posizioni ginniche a scopo coreografico per le grandi parate volute dal regime. In queste, il singolo diventava membro di un collettivo, annullando la propria individualità e lo sport acquistava finalità educative, contribuendo all’organizzazione del tempo libero e alla costruzione dell’immagine del cittadino sovietico: bello, forte, giovane, sano.
L’uomo e la donna sovietici diventavano modello di una nuova iconografia volta ad esaltare le conquiste del socialismo reale. Esempi di questa tendenza sono le fotografie di Aleksandr Rodčenko o di Elizaveta Ignatovič dove il corpo diveniva “ornamento” delle gigantografie del dittatore.
Nondimeno, non mancarono gli artisti-fotografi che continuarono a coltivare il genere del nudo anche ai tempi di Stalin. Le condanne inflitte a questi artisti e le critiche mosse alle loro fotografie, dimostrano come la politica dominasse sull’arte. Esemplari i casi dei tre principali fotografi presenti in mostra: Jurij Eremin (1881-1948), Aleksandr Grinberg (1885-1979), Grigorij Zimin (1901-1985).
L’allestimento, studiato per valorizzare le fotografie ed evidenziare la netta separazione tra le foto “ufficiali” e il genere “proibito”, è stato realizzato, su ideazione dell’architetto Maria Alessandra Giuri, da Art In Work e Progetto Artiser.
Nella sala espositiva saranno anche collocati degli schermi che proietteranno un filmato-documentario sulla figura di Stalin, realizzato con materiale proveniente dagli archivi russi.
Per questi contenuti la mostra “Nudo per Stalin” si inserisce nel contesto delle commemorazioni per il ventennale della caduta del Muro di Berlino e celebra il recupero della libertà di espressione dell’arte rispetto alla politica.
La Fondazione Internazionale Accademia Arco ha realizzato, in collaborazione con la Gangemi Editore, un catalogo della mostra, arricchito di testi scientifici e con l’intera selezione delle foto esposte, tratte dagli archivi russi e da collezioni private.
In occasione dell’inaugurazione, mercoledì 28 ottobre alle ore 18, alla presenza dell’Assessore alle Politiche Culturali e della Comunicaizone Umberto Croppi, del Vice Ministro della Cultura della Federazione Russa Pavel Khoroshilov e della Presidente della Fondazione Internazionale Accademia Arco, Larissa Anisimova, il violoncellista Cristiano Rodilosso eseguirà la Suite n. 1 in sol maggiore di J. S. Bach, come fece Rostropovič alla caduta del Muro di Berlino. Seguirà un aperitivo.
Partendo dai fotografi pittorialisti russi, Ida Napel’baum, Jurij Eremin, Nikolaj Sviscov-Paola, Aleksandr Grinberg, Nikolaj Vlas’evskij, Andrei Telesov, Vasilij Divago, Grigorij Zimin, che scelsero il corpo femminile, spesso nudo come soggetto idoneo a rappresentare le diverse possibilità di movimento del corpo attraverso una serie di esperimenti, la mostra traccia un percorso di continuità
ottura con le rappresentazioni del corpo nella decade successiva. I risultati di tali studi furono esposti alle quattro mostre dell’ “Arte del Movimento” che si tennero a Mosca tra il 1925 e il 1927.
Oltre alle foto, in esposizione sono presenti 3 documenti originali: si tratta di lettere autografe, sia manoscritte che dattiloscritte, del fotografo Aleksandr Grinberg internato in un lager per aver trasgredito alle disposizioni di Stalin in materia di nudo.
Curatrice della mostra è la Professoressa Nicoletta Misler, grande esperta in materia e già docente di Storia dell'Arte Moderna dell'Europa Orientale presso l’Università di Napoli “L’Orientale”.
La mostra “Nudo per Stalin” - Sala Santa Rita in Via Montanara, adiacente Piazza Campitelli, dal 29 ottobre 2009 all’11 gennaio 2010 - è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma ed è organizzata dalla Fondazione Internazionale Accademia Arco, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
La mostra intende riassumere l’evoluzione dell’atteggiamento della cultura e dell’ufficialità sovietica verso il soggetto del corpo. Ciò che colpisce è lo stridente contrasto tra le fotografie della metà degli anni Venti, che prendono in esame il corpo attraverso lo sguardo voyeuristico dell’ammiratore, e quelle della fine degli anni Trenta, nelle quali il corpo è visto con lo sguardo distaccato e opportunistico della propaganda.
Negli anni Trenta le raffigurazioni dei nudi suscitarono scandali e censure, ma il tema del corpo, del nudo, sopravvisse anche all’epoca di Stalin, durante la quale dalle stesse foto dell’Arte del Movimento vennero mutuate le pose acrobatiche, le piramidi umane, le posizioni ginniche a scopo coreografico per le grandi parate volute dal regime. In queste, il singolo diventava membro di un collettivo, annullando la propria individualità e lo sport acquistava finalità educative, contribuendo all’organizzazione del tempo libero e alla costruzione dell’immagine del cittadino sovietico: bello, forte, giovane, sano.
L’uomo e la donna sovietici diventavano modello di una nuova iconografia volta ad esaltare le conquiste del socialismo reale. Esempi di questa tendenza sono le fotografie di Aleksandr Rodčenko o di Elizaveta Ignatovič dove il corpo diveniva “ornamento” delle gigantografie del dittatore.
Nondimeno, non mancarono gli artisti-fotografi che continuarono a coltivare il genere del nudo anche ai tempi di Stalin. Le condanne inflitte a questi artisti e le critiche mosse alle loro fotografie, dimostrano come la politica dominasse sull’arte. Esemplari i casi dei tre principali fotografi presenti in mostra: Jurij Eremin (1881-1948), Aleksandr Grinberg (1885-1979), Grigorij Zimin (1901-1985).
L’allestimento, studiato per valorizzare le fotografie ed evidenziare la netta separazione tra le foto “ufficiali” e il genere “proibito”, è stato realizzato, su ideazione dell’architetto Maria Alessandra Giuri, da Art In Work e Progetto Artiser.
Nella sala espositiva saranno anche collocati degli schermi che proietteranno un filmato-documentario sulla figura di Stalin, realizzato con materiale proveniente dagli archivi russi.
Per questi contenuti la mostra “Nudo per Stalin” si inserisce nel contesto delle commemorazioni per il ventennale della caduta del Muro di Berlino e celebra il recupero della libertà di espressione dell’arte rispetto alla politica.
La Fondazione Internazionale Accademia Arco ha realizzato, in collaborazione con la Gangemi Editore, un catalogo della mostra, arricchito di testi scientifici e con l’intera selezione delle foto esposte, tratte dagli archivi russi e da collezioni private.
In occasione dell’inaugurazione, mercoledì 28 ottobre alle ore 18, alla presenza dell’Assessore alle Politiche Culturali e della Comunicaizone Umberto Croppi, del Vice Ministro della Cultura della Federazione Russa Pavel Khoroshilov e della Presidente della Fondazione Internazionale Accademia Arco, Larissa Anisimova, il violoncellista Cristiano Rodilosso eseguirà la Suite n. 1 in sol maggiore di J. S. Bach, come fece Rostropovič alla caduta del Muro di Berlino. Seguirà un aperitivo.
28
ottobre 2009
Nudo per Stalin
Dal 28 ottobre 2009 all'undici gennaio 2010
fotografia
Location
SALA SANTA RITA
Roma, Via Montanara, 8, (Roma)
Roma, Via Montanara, 8, (Roma)
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18 chiuso sabato e domenica
Vernissage
28 Ottobre 2009, ore 18.00
Editore
GANGEMI
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore