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Nunzio Scibilia – Fiato primitivo
personale
Comunicato stampa
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FIATO PRIMITIVO
Nella penombra mistica di un’antica caverna, si risveglia Fiato Primitivo.
Dalla terra riemergono presenze ctonie, si ridesta Mater Matuta. Dalle pareti avanzano animali selvaggi, pesci, delfini, donne violino. L’argilla graffiata si anima di figure antropomorfe, ominidi filiformi a gambe e braccia allargate che si racchiudono in schemi metanomorfi, figure cruciformi che si dilatano e si assottigliano, fino a somigliare ad insetti. Appendici arcuate, corpi fusiformi, triangoli come pugnali. Esortazione alla caccia. Cunei come corna. E poi guerrieri semicircolari e pettiniformi. Si evoca il canto di uno sciamano mentre dipinge idoli globosi, simili a bottiglie e clessidre.
Forse Nunzio Scibilia ha sognato tutto questo o semplicemente si è lasciato catturare da ricordi trascendenti ed inconsapevoli. Così anche lui, moderno sciamano, ha saputo ascoltare il Fiato Primitivo del mondo.Quel pneuma catartico che lo ha indotto a ricreare un linguaggio pittorico senza tempo, dialettico ed al contempo segreto.Un metalinguaggio che parla di natura e forze primigenie, di Caos e Cosmos.
Antiche teogonie tessute nel viaggio di un fiume o nel sussurro di un vento.
Sembra che in questa ultima collezione presentata a Roma, Scibilia assembli il vissuto al non vissuto, la memoria al domani, il rifiuto alla speranza, in un mondo teso a ritrovare la sua anima universale. Scibilia si pone come un narratore di mythos che dipana un racconto a mezza strada tra un’intellettualità imperfetta ed un discorso logico perchè deduttivo. Il suo obiettivo è quello di spiegare razionalmente la natura attraverso procedimenti emotivi, simbolici ed estetici.
Tuttavia il suo pensiero resta autonomo, indipendente, perché ogni conoscenza dipende dal soggetto e su questo piano l’artista è incorruttibile. Ma se i soggetti hanno un’unica origine? Allora per lui le verità possono essere tante,
ma riconducibili ad un’unica fonte. E’ l’Archetipo il grande respiro che avvolge l’uomo e lo modella, lui che pur essendo artefice di sé stesso, non può ignorare l’Origine. Non può ignorare quella simpatia cosmica che l’attrae o lo respinge.
Il racconto poetico di quest’artista insulare – nato in Sicilia – è sufffragato da un caleidoscopio cromatico: la terra si racconta con le terre, fiorite di rivoli rossi o arancio, magmatici. I riflessi acquosi si nutrono di verdi e azzurri scoloriti domini di plancton. Altrove l’aggressione decisa del blu o del nero od il ritorno alla terracotta, come nel raffinatissimo Grecale. Splendida allegoria di un vento che evoca nel suo stesso nome la magia dell’Olimpo. Ma qualunque sia il soggetto delle opere, dalla donna-carne-bianca che avvolge e possiede come una Grande Madre od alla commovente tappezzeria, sintesi di No-ma-di, il ritmo narrativo non presenta cedimenti. Di più, si rafforza grazie anche alle variabili tecniche controllate con grande equilibrio. Io credo che nessuno dei materiali usati abbia segreti per Scibilia. Legno, ceramica, mosaico in dialogo con una miriade di tecniche pittoriche, antiche o sperimentali. Fedele a sé stessa prima che alle mode, questa è la poetica di Scibilia, artista raro che ama imporsi con i suoi silenzi, stupendo ogni volta il pubblico semplicemente raccontando di sé, vagabondo solubile nell’universo.
presentazione in catalogo di Anna Maria Baratto
Nella penombra mistica di un’antica caverna, si risveglia Fiato Primitivo.
Dalla terra riemergono presenze ctonie, si ridesta Mater Matuta. Dalle pareti avanzano animali selvaggi, pesci, delfini, donne violino. L’argilla graffiata si anima di figure antropomorfe, ominidi filiformi a gambe e braccia allargate che si racchiudono in schemi metanomorfi, figure cruciformi che si dilatano e si assottigliano, fino a somigliare ad insetti. Appendici arcuate, corpi fusiformi, triangoli come pugnali. Esortazione alla caccia. Cunei come corna. E poi guerrieri semicircolari e pettiniformi. Si evoca il canto di uno sciamano mentre dipinge idoli globosi, simili a bottiglie e clessidre.
Forse Nunzio Scibilia ha sognato tutto questo o semplicemente si è lasciato catturare da ricordi trascendenti ed inconsapevoli. Così anche lui, moderno sciamano, ha saputo ascoltare il Fiato Primitivo del mondo.Quel pneuma catartico che lo ha indotto a ricreare un linguaggio pittorico senza tempo, dialettico ed al contempo segreto.Un metalinguaggio che parla di natura e forze primigenie, di Caos e Cosmos.
Antiche teogonie tessute nel viaggio di un fiume o nel sussurro di un vento.
Sembra che in questa ultima collezione presentata a Roma, Scibilia assembli il vissuto al non vissuto, la memoria al domani, il rifiuto alla speranza, in un mondo teso a ritrovare la sua anima universale. Scibilia si pone come un narratore di mythos che dipana un racconto a mezza strada tra un’intellettualità imperfetta ed un discorso logico perchè deduttivo. Il suo obiettivo è quello di spiegare razionalmente la natura attraverso procedimenti emotivi, simbolici ed estetici.
Tuttavia il suo pensiero resta autonomo, indipendente, perché ogni conoscenza dipende dal soggetto e su questo piano l’artista è incorruttibile. Ma se i soggetti hanno un’unica origine? Allora per lui le verità possono essere tante,
ma riconducibili ad un’unica fonte. E’ l’Archetipo il grande respiro che avvolge l’uomo e lo modella, lui che pur essendo artefice di sé stesso, non può ignorare l’Origine. Non può ignorare quella simpatia cosmica che l’attrae o lo respinge.
Il racconto poetico di quest’artista insulare – nato in Sicilia – è sufffragato da un caleidoscopio cromatico: la terra si racconta con le terre, fiorite di rivoli rossi o arancio, magmatici. I riflessi acquosi si nutrono di verdi e azzurri scoloriti domini di plancton. Altrove l’aggressione decisa del blu o del nero od il ritorno alla terracotta, come nel raffinatissimo Grecale. Splendida allegoria di un vento che evoca nel suo stesso nome la magia dell’Olimpo. Ma qualunque sia il soggetto delle opere, dalla donna-carne-bianca che avvolge e possiede come una Grande Madre od alla commovente tappezzeria, sintesi di No-ma-di, il ritmo narrativo non presenta cedimenti. Di più, si rafforza grazie anche alle variabili tecniche controllate con grande equilibrio. Io credo che nessuno dei materiali usati abbia segreti per Scibilia. Legno, ceramica, mosaico in dialogo con una miriade di tecniche pittoriche, antiche o sperimentali. Fedele a sé stessa prima che alle mode, questa è la poetica di Scibilia, artista raro che ama imporsi con i suoi silenzi, stupendo ogni volta il pubblico semplicemente raccontando di sé, vagabondo solubile nell’universo.
presentazione in catalogo di Anna Maria Baratto
11
novembre 2006
Nunzio Scibilia – Fiato primitivo
Dall'undici al 27 novembre 2006
arte contemporanea
Location
AKKADEMIA DEI PROSSIMALI
Roma, Via Alcamo, 4, (Roma)
Roma, Via Alcamo, 4, (Roma)
Orario di apertura
martedì e giovedì 15.00 / 18.30
mercoledì 14.00 / 16.00
altri giorni per app.to
Vernissage
11 Novembre 2006, ore 17
Autore