Nuova Icona è una esposizione di arte contemporanea che si terrà nel mese di marzo 2009 presso il Palazzo Ducale di Urbino nelle Sale del Castellare.

Nuova Icona è una mostra che intende sondare alcune delle modalità contemporanee della pratica pittorica che insistono sul concetto di “figuratività” dell’immagine. Una figurazione che tuttavia non si esercita sulle fascinazione del rinvio, allusivo o evocativo, alla “natura”; una figurazione che dunque non ha nulla a che vedere con un concetto ingenuo di “realismo”.

Altrettanto Nuova Icona pare escludere ogni recupero della poetica Informale: la sua profonda carica emozionale, la partecipazione esistenziale alla creazione dello spazio dell’immagine, il culto del gesto e del segno-materia, non sono percepibili.

Ma, ancora, Nuova Icona non lascia spazio all’adesione alle variegate esperienze figurative che ormai tre decenni or sono diedero origine al fenomeno della Transavanguardia.

Nuova Icona è un’ipotesi di lavoro, una pratica operativa ulteriore, che sembra recuperare immagini che provengono da una rivisitazione aggiornata delle culture di massa, ma anche delle nuove tecnologie, di nuove tecniche espressive e di nuovi linguaggi che non sono immuni dalle arti performative e dalla riflessione sul corpo.

Tuttavia – e qui risiede la caratteristica di fondo – sempre di pittura si tratta. Comunque sia, l’esito della riflessione degli artisti che questa mostra intende visualizzare è l’esercizio pittorico, lo spazio cromatico che si traduce attraverso l’impiego di un mezzo solo in apparenza “arcaico”.

Un po’ come dire: osservare la pittura nella liquidità iconica delle sue varianti.

Si tratta dunque di artisti che comunque dipingono; comunque generano immagini “figurative”; comunque la loro figuratività è connotata da un forte impianto concettuale.

In occasione della mostra è stato pubblicato un volume edito dalla casa editrice Damiani contenente le immagini delle opere in mostra, il testo critico del curatore Bruno Bandini e le schede dei singoli artisti curate da Ilaria Siboni.