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Nuove Acquisizioni Francesco Locatelli A Spere in the heart of silence (II)
Il MAC di Lissone arricchisce le sue collezioni permanenti con l’acquisizione dell’opera A Sphere in
the Heart of Silence (II) di Francesco Locatelli, una china su carta montata su legno e vetro fumè.
Comunicato stampa
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Il MAC di Lissone arricchisce le sue collezioni permanenti con l’acquisizione dell’opera A Sphere in
the Heart of Silence (II) di Francesco Locatelli, una china su carta montata su legno e vetro fumè.
Nelle intenzioni dell’artista, «il disegno di una montagna si sviluppa mescolando diverse tipologie di
tratteggio: i volumi, i dettagli delle ombre e i riflessi danno forma ad improvvise geometrie e
inaspettate prospettive. Il vetro che copre l'immagine è racchiuso in una cornice inclinata che offre
al disegno una profondità e una presenza scultorea, il colore scuro del vetro proietta la
composizione in una dimensione notturna, in cui la danza tra il bianco e il nero, l'astratto e il
figurato, è immersa in una silenziosa sospensione».
Tutt’altro che obsoleto, il paesaggio è stato definito il genere «des plus riches, des plus agréables
et des plus féconds de la peinture». Il locus amoenus degli inizi, scenario di miti e temi letterari, ha
conquistato un ruolo di primo piano col vedutismo italiano – divenuto romanticamente sublime alla
fine del XIX secolo – sottoponendosi a continui ribaltamenti di segno e di senso. Francesco
Locatelli non sfugge alla tradizione del paysage moralisé impostosi nel momento in cui gli artisti
avevano compreso di poter infondere nel soggetto qualità e valori umani in un rapporto di
reciprocità emotiva. Con un disegno al tratto, che potremmo equiparare a un’incisione a
puntasecca, Locatelli ha dato vita a uno scenario arido e allo stesso tempo denso, formato da
acrocori imponenti, granitici, vertiginosi – giacimento della materia e del pensiero, oltre che
sorgente del divenire e dell’essere.
Da Annone fino ai giorni nostri la Terra è stata sottoposta a innumerevoli esplorazioni (e
conseguenti spoliazioni), in lungo e in largo, in profondità e in altezza; viaggiatori d’ogni epoca
hanno ricercato un nuovo paradiso terrestre, ma ovunque andassero la loro presenza risultava
incompatibile con gli idilli naturali. Presi dalla smania di conoscere/conquistare dimenticavano di
purificarsi. Proprio per questo motivo Locatelli estromettere l’uomo dal paesaggio, lo relega in
disparte a guardare, quasi volesse costringerlo a riflettere sulle proprie responsabilità
deontologiche.
Immaginando un’altra via – meglio ancora: un altro ciclo della vita – l’artista ci obbliga a espiare e a
purificarci, per meglio comprendere, accettare e rispettare il pianeta in cui viviamo. Non si tratta
tuttavia di ricreare un Eden terrestre, né di dar forma a una novella Arcadia, ma di optare per un
climax di “revisionismo vedutista”, sorta di formazione olistica del mondo che è (sempre e
comunque) un precipitato della natura umana. Palcoscenico geologico che contrappone allo slargo
paesaggistico uno slancio in verticale, un’alta quota in cui la contemplazione si fa più assorta e
intima, com’è lecito aspettarsi dall’arte che funge sia da baricentro sia da barometro. La visione
diventa quindi un vagheggiamento che esorta lo spettatore a tornare ai territori senza veleni
dell’immaginazione.
L’acquisizione dell’opera di Francesco Locatelli è anche un riconoscimento all’attività culturale nonprofit
presente sul territorio. Attento a monitorare il fermento artistico della provincia di Monza e
Brianza, il MAC di Lissone intende infatti rendere merito allo Studio Apeiron di Sovico che nei mesi
scorsi ha ospitato una mostra personale dell’artista.
the Heart of Silence (II) di Francesco Locatelli, una china su carta montata su legno e vetro fumè.
Nelle intenzioni dell’artista, «il disegno di una montagna si sviluppa mescolando diverse tipologie di
tratteggio: i volumi, i dettagli delle ombre e i riflessi danno forma ad improvvise geometrie e
inaspettate prospettive. Il vetro che copre l'immagine è racchiuso in una cornice inclinata che offre
al disegno una profondità e una presenza scultorea, il colore scuro del vetro proietta la
composizione in una dimensione notturna, in cui la danza tra il bianco e il nero, l'astratto e il
figurato, è immersa in una silenziosa sospensione».
Tutt’altro che obsoleto, il paesaggio è stato definito il genere «des plus riches, des plus agréables
et des plus féconds de la peinture». Il locus amoenus degli inizi, scenario di miti e temi letterari, ha
conquistato un ruolo di primo piano col vedutismo italiano – divenuto romanticamente sublime alla
fine del XIX secolo – sottoponendosi a continui ribaltamenti di segno e di senso. Francesco
Locatelli non sfugge alla tradizione del paysage moralisé impostosi nel momento in cui gli artisti
avevano compreso di poter infondere nel soggetto qualità e valori umani in un rapporto di
reciprocità emotiva. Con un disegno al tratto, che potremmo equiparare a un’incisione a
puntasecca, Locatelli ha dato vita a uno scenario arido e allo stesso tempo denso, formato da
acrocori imponenti, granitici, vertiginosi – giacimento della materia e del pensiero, oltre che
sorgente del divenire e dell’essere.
Da Annone fino ai giorni nostri la Terra è stata sottoposta a innumerevoli esplorazioni (e
conseguenti spoliazioni), in lungo e in largo, in profondità e in altezza; viaggiatori d’ogni epoca
hanno ricercato un nuovo paradiso terrestre, ma ovunque andassero la loro presenza risultava
incompatibile con gli idilli naturali. Presi dalla smania di conoscere/conquistare dimenticavano di
purificarsi. Proprio per questo motivo Locatelli estromettere l’uomo dal paesaggio, lo relega in
disparte a guardare, quasi volesse costringerlo a riflettere sulle proprie responsabilità
deontologiche.
Immaginando un’altra via – meglio ancora: un altro ciclo della vita – l’artista ci obbliga a espiare e a
purificarci, per meglio comprendere, accettare e rispettare il pianeta in cui viviamo. Non si tratta
tuttavia di ricreare un Eden terrestre, né di dar forma a una novella Arcadia, ma di optare per un
climax di “revisionismo vedutista”, sorta di formazione olistica del mondo che è (sempre e
comunque) un precipitato della natura umana. Palcoscenico geologico che contrappone allo slargo
paesaggistico uno slancio in verticale, un’alta quota in cui la contemplazione si fa più assorta e
intima, com’è lecito aspettarsi dall’arte che funge sia da baricentro sia da barometro. La visione
diventa quindi un vagheggiamento che esorta lo spettatore a tornare ai territori senza veleni
dell’immaginazione.
L’acquisizione dell’opera di Francesco Locatelli è anche un riconoscimento all’attività culturale nonprofit
presente sul territorio. Attento a monitorare il fermento artistico della provincia di Monza e
Brianza, il MAC di Lissone intende infatti rendere merito allo Studio Apeiron di Sovico che nei mesi
scorsi ha ospitato una mostra personale dell’artista.
16
maggio 2013
Nuove Acquisizioni Francesco Locatelli A Spere in the heart of silence (II)
Dal 16 maggio al 27 luglio 2013
arte moderna e contemporanea
Location
MAC – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI LISSONE
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
Martedì, Mercoledì e Venerdì h 15-19
Giovedì h 15-23;
Sabato e Domenica h 10-12 / 15-19
Vernissage
16 Maggio 2013, ore 21:00
Autore