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Nuovi Arrivi. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini
I capolavori donati da Mario Bertolini arricchiscono il patrimonio del Museo del Novecento di oltre 600 opere realizzate dai protagonisti dell’arte italiana e internazionale, dagli anni sessanta ai primi anni novanta del secolo scorso
Comunicato stampa
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Il Museo del Novecento presenta la mostra “Nuovi Arrivi. Opere della donazione Bianca
e Mario Bertolini”, un omaggio a una delle più significative donazioni nella storia delle
raccolte civiche milanesi cresciute negli anni proprio grazie a importanti lasciti privati.
I capolavori donati da Mario Bertolini arricchiscono il patrimonio del Museo del
Novecento di oltre 600 opere realizzate dai protagonisti dell’arte italiana e internazionale,
dagli anni sessanta ai primi anni novanta del secolo scorso.
Mario Bertolini inizia a interessarsi all’arte contemporanea negli anni sessanta a Milano,
nelle più importanti gallerie della città. È proprio allora che nasce quella passione che per
circa quattro decenni lo porterà a frequentare il mondo dell’arte internazionale e ad
accrescere la sua collezione.
La mostra “Nuovi Arrivi” ricostruisce, in una selezione di 120 opere, i capitoli
fondamentali della raccolta. La Sala Archivi è dedicata alla Pop Art, primo nucleo
acquistato dal collezionista, e s’apre con uno dei suoi protagonisti, Andy Warhol. Il
soggetto più celebre dell’artista americano, la Marilyn, è qui presentato in una insolita
versione su carta dai toni grigio-neri. Segue la serigrafia La Scala Milano di Richard
Hamilton del 1968, un omaggio alla città. A Mario Schifano e al suo disegno Uomini che
camminano (1964) è affidato il dialogo con le collezioni del Museo e in particolare con
l’opera futurista di Giacomo Balla Bambina che corre sul balcone (1912).
Il percorso espositivo continua con le esperienze americane ed europee dell’Arte
Concettuale degli anni sessanta e settanta, dunque con opere della Narrative Art di Mac
Adams, Bill Beckley, Jochen Gerz, Jean Le Gac, Roger Welch; della Land Art di Christo e
Jeanne-Claude, Hamish Fulton, Dennis Oppenheim; delle esperienze performative e
comportamentali di Vito Acconci, Giuseppe Chiari, Urs Lüthi, Joan Jonas, Katharina
Sieverding.
Una selezione di disegni e opere fotografiche di Agnes Denes, John Baldessari, Marcel
Broodthaers, Mel Bochner, Hanne Darboven, Jan Dibbets, William Wegman, anticipano
lavori di dimensioni più ampie della Minimal Art, tra cui un esemplare delle Structures
scultoree di Sol LeWitt e due grandi carte di Robert Morris (Labyrinth, 1973) e Richard
Serra (Untitled – Triangle/s, 1972-74).
Concludono la sezione due opere su carta di Ed Ruscha (Sheet Stained with Motoroil e
Suspended Sheet Stained with Rainwater, entrambi del 1973); due lavori di Vincenzo
Agnetti (Elisabetta d’Inghilterra, 1976 e Lavagna, 1972); due Investigations di Joseph
Kosuth (Titled – Art as Idea as Idea – The Word "Qualitative", 1968, e Clock – One and Five,
1965); due serie fotografiche di Giulio Paolini (La ronde, 1977) e Claudio Parmiggiani
(Interno con pittore, 1972).
La seconda parte del percorso si sviluppa nello Spazio Mostre con un cospicuo nucleo di
dipinti neoespressionisti. Bertolini dimostra anche in questo caso di anticipare le tendenze
dell’epoca. Il ritorno alla pittura, alla gestualità e alle cromie forti segnano, negli anni
ottanta, le ricerche artistiche dei “Nuovi selvaggi” (Neue Wilde) tedeschi. Entrano a far
parte della sua collezione nomi di spicco come Georg Baselitz, con le sue caratteristiche
immagini capovolte (due Ohne Titel del 1982); Anselm Kiefer, con un paesaggio altamente
drammatico (Gebrochene Blumen und Gras, 1980 circa); Rainer Fetting, Helmut
Middendorf, Jörg Immendorf, A.R. Penck, Bernd Zimmer (e altri), artisti interpreti
dell’inquietudine del vivere e della condizione umana, tra amara ironia e beffardo
sarcasmo. Completa la sezione un corpus di opere su carta di Mimmo Paladino e un
dipinto dell’artista austriaca Maria Lassnig (Tote Fliegen, 1981), Leone d’oro alla Carriera
alla 55° Biennale di Venezia (2013).
Il percorso si chiude con una grande Rosa bianca (1967) di Jannis Kounellis, che, prima di
diventare uno dei protagonisti dell’Arte Povera, ha anticipato alcuni dei codici
neoespressionisti, eredità dell’Espressionismo Astratto e dell’Informale. Quest’opera fa da
importante contraltare alla Rosa nera (1964) presente nella collezione permanente del
museo.
La mostra “Nuovi Arrivi. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini” si inserisce nel
programma espositivo che il Museo del Novecento ha ideato in occasione di Expo 2015
insieme al percorso dedicato all’arte italiana del XX e XXI secolo “Un Museo Ideale. Ospiti
d’eccezione nella Collezioni del Novecento dal Futurismo al Contemporaneo”.
e Mario Bertolini”, un omaggio a una delle più significative donazioni nella storia delle
raccolte civiche milanesi cresciute negli anni proprio grazie a importanti lasciti privati.
I capolavori donati da Mario Bertolini arricchiscono il patrimonio del Museo del
Novecento di oltre 600 opere realizzate dai protagonisti dell’arte italiana e internazionale,
dagli anni sessanta ai primi anni novanta del secolo scorso.
Mario Bertolini inizia a interessarsi all’arte contemporanea negli anni sessanta a Milano,
nelle più importanti gallerie della città. È proprio allora che nasce quella passione che per
circa quattro decenni lo porterà a frequentare il mondo dell’arte internazionale e ad
accrescere la sua collezione.
La mostra “Nuovi Arrivi” ricostruisce, in una selezione di 120 opere, i capitoli
fondamentali della raccolta. La Sala Archivi è dedicata alla Pop Art, primo nucleo
acquistato dal collezionista, e s’apre con uno dei suoi protagonisti, Andy Warhol. Il
soggetto più celebre dell’artista americano, la Marilyn, è qui presentato in una insolita
versione su carta dai toni grigio-neri. Segue la serigrafia La Scala Milano di Richard
Hamilton del 1968, un omaggio alla città. A Mario Schifano e al suo disegno Uomini che
camminano (1964) è affidato il dialogo con le collezioni del Museo e in particolare con
l’opera futurista di Giacomo Balla Bambina che corre sul balcone (1912).
Il percorso espositivo continua con le esperienze americane ed europee dell’Arte
Concettuale degli anni sessanta e settanta, dunque con opere della Narrative Art di Mac
Adams, Bill Beckley, Jochen Gerz, Jean Le Gac, Roger Welch; della Land Art di Christo e
Jeanne-Claude, Hamish Fulton, Dennis Oppenheim; delle esperienze performative e
comportamentali di Vito Acconci, Giuseppe Chiari, Urs Lüthi, Joan Jonas, Katharina
Sieverding.
Una selezione di disegni e opere fotografiche di Agnes Denes, John Baldessari, Marcel
Broodthaers, Mel Bochner, Hanne Darboven, Jan Dibbets, William Wegman, anticipano
lavori di dimensioni più ampie della Minimal Art, tra cui un esemplare delle Structures
scultoree di Sol LeWitt e due grandi carte di Robert Morris (Labyrinth, 1973) e Richard
Serra (Untitled – Triangle/s, 1972-74).
Concludono la sezione due opere su carta di Ed Ruscha (Sheet Stained with Motoroil e
Suspended Sheet Stained with Rainwater, entrambi del 1973); due lavori di Vincenzo
Agnetti (Elisabetta d’Inghilterra, 1976 e Lavagna, 1972); due Investigations di Joseph
Kosuth (Titled – Art as Idea as Idea – The Word "Qualitative", 1968, e Clock – One and Five,
1965); due serie fotografiche di Giulio Paolini (La ronde, 1977) e Claudio Parmiggiani
(Interno con pittore, 1972).
La seconda parte del percorso si sviluppa nello Spazio Mostre con un cospicuo nucleo di
dipinti neoespressionisti. Bertolini dimostra anche in questo caso di anticipare le tendenze
dell’epoca. Il ritorno alla pittura, alla gestualità e alle cromie forti segnano, negli anni
ottanta, le ricerche artistiche dei “Nuovi selvaggi” (Neue Wilde) tedeschi. Entrano a far
parte della sua collezione nomi di spicco come Georg Baselitz, con le sue caratteristiche
immagini capovolte (due Ohne Titel del 1982); Anselm Kiefer, con un paesaggio altamente
drammatico (Gebrochene Blumen und Gras, 1980 circa); Rainer Fetting, Helmut
Middendorf, Jörg Immendorf, A.R. Penck, Bernd Zimmer (e altri), artisti interpreti
dell’inquietudine del vivere e della condizione umana, tra amara ironia e beffardo
sarcasmo. Completa la sezione un corpus di opere su carta di Mimmo Paladino e un
dipinto dell’artista austriaca Maria Lassnig (Tote Fliegen, 1981), Leone d’oro alla Carriera
alla 55° Biennale di Venezia (2013).
Il percorso si chiude con una grande Rosa bianca (1967) di Jannis Kounellis, che, prima di
diventare uno dei protagonisti dell’Arte Povera, ha anticipato alcuni dei codici
neoespressionisti, eredità dell’Espressionismo Astratto e dell’Informale. Quest’opera fa da
importante contraltare alla Rosa nera (1964) presente nella collezione permanente del
museo.
La mostra “Nuovi Arrivi. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini” si inserisce nel
programma espositivo che il Museo del Novecento ha ideato in occasione di Expo 2015
insieme al percorso dedicato all’arte italiana del XX e XXI secolo “Un Museo Ideale. Ospiti
d’eccezione nella Collezioni del Novecento dal Futurismo al Contemporaneo”.
15
maggio 2015
Nuovi Arrivi. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini
Dal 15 maggio al primo novembre 2015
fotografia
arte contemporanea
disegno e grafica
arte contemporanea
disegno e grafica
Location
MUSEO DEL NOVECENTO
Milano, Piazza Del Duomo, (Milano)
Milano, Piazza Del Duomo, (Milano)
Biglietti
intero 5 euro | ridotto 3 euro
Orario di apertura
lunedì 14.30 – 19.30 | martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30, giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Ufficio stampa
STUDIO DE ANGELIS
Curatore