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Nuovo Gruppo Forme
Boccalatte, Fabiano, Tamagnone: tre nomi, tre artisti per un gruppo: il Nuovo Gruppo Forme. L’incontro fra i tre, in occasione d’una personale di Fabiano nel marzo del 2006
Comunicato stampa
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Boccalatte, Fabiano, Tamagnone: tre nomi, tre artisti per un gruppo: il Nuovo Gruppo Forme. L’incontro fra i tre, in occasione d’una personale di Fabiano nel marzo del 2006. Di qui un’amicizia, un sodalizio. Desiderio di confronto e di critica, passione per il discutere di arte, di estetica – visitando mostre o sfogliando libri; amore per quell’autenticità che – a ben vedere – è ciò che nell’arte di più controverso ci possa essere: sia in sede epistemologica, sia nei tempi passati, ed oggigiorno più che mai.
L’idea di dar vita ad un gruppo è nata per certi versi in maniera spontanea, per altri dal ricordo di quel Gruppo Forme sorto a Vercelli nel 1948 e di cui Fabio, il padre di Fausto Fabiano, è stato uno dei fondatori. Il termine “forme” è una reminiscenza dell’estetica Kantiana. Anche là c’era fervore, discussione, desiderio di autenticità. Del resto è forse solo questo (ma non è poco) che lega insieme artisti così diversi tra di loro come Boccalatte, Fabiano, e Tamagnone. Se l’amore per l’arte è uno, diversa è infatti la maniera di manifestarlo, sui fogli, sulla faesite o sulla tela.
Boccalatte opera all’interno d’un solco di chiara matrice espressionista (pur debitore alle avanguardie del primo ’900), Fabiano si situa nell’ambito di un realismo di tipo nordamericano, vicino ad Hopper, ma con un occhio di riguardo alla lezione di rigore formale e costruttivo di un Casorati, Tamagnone carica la dimensione realistica d’un’enfasi istintiva e barocca che porta a risultati diversi, a volte morbosi, a volte inquietanti, in bilico spesso tra il surrealismo e la pittura grassa e dissacrante di Lucien Freud. Al di là delle etichette e delle derivazioni, resta comunque il fatto che si tratta di lavori originali scaturiti non da una semplice operazione culturale o di bravura (commerciale mai), ma da un desiderio di riversare sul dipinto un proprio modo di sentire, di vedere e di vivere la realtà: quella realtà che è l’urgere del caos dentro il cosmo (Boccalatte), che è itinerario inquieto di luce (Fabiano), che è pulsare primordiale di istinto d’angelo e di belva (Tamagnone).
La mostra che si tiene presso i locali della Galleria Sant’Angelo offre un piccolo spaccato di queste tre diverse personalità. Di Rodolfo Boccalatte sono presenti alcune tele recenti che tentano una sintesi fra il primo espressionismo e il periodo delle “strutture” oltre a due lavori degli anni ’90. Di Fausto Fabiano compaiono lavori di paesaggio perlopiù metropolitano che fanno a volte da sfondo a figure pensose ed inquiete di donna. Tamagnone compare con diversi incisivi disegni dove artificio e realtà s’intrecciano in una ridda di linee quasi ossessiva, e con piccoli lavori ad olio intensa testimonianza delle sue capacità e della sua ispirazione.
Rodolfo Boccalatte è nato a Roma nel 1956.
E’ laureato in filosofia, ed esercita la professione di insegnante. Dipinge, scrive.
Ha esposto in diverse mostre, ha pubblicato due romanzi, Il vessillo del re nel 1997 e La fanciulla e lo stregone nel 2005.
La sua attività pittorica è passata attraverso diverse fasi, suggestionate dall’influsso delle avanguardie storiche. La matrice fondamentale è però quella vitalistico - espressionista.
Si tratta di un espressionismo magico e visionario, legato più al paesaggio che alla figura con connotazioni di stampo esistenziale.
Risulta estraneo a ogni forma di denuncia politica e sociale.
Fausto Fabiano è nato a Vercelli nel 1949.
Si è occupato di grafica e modellismo industriale, espone in alcune gallerie. In passato è stato pittore astrattista e fotografo surrealista. Ha allestito alcune personali. Oggi dipinge per combattere il tempo che manca, per liberare la sua fantasia onirica e metafisica. La sua pittura rappresenta l’immaginario e il modernismo in chiave simbolica. Il suo percorso artistico è stato molteplice. Non vuole essere assegnato a correnti o periodi. Non disdegna la denuncia.
Negli ultimi anni ha manifestato passione per Casorati e De Chirico, attualmente si sente attratto dal simbolismo di Hopper e dal realismo di Pearlstein.
Giampaolo Tamagnone è nato a Torino nel 1959.
Ha lavorato per studi grafici e agenzie pubblicitarie. Ha esposto in alcune gallerie d’arte e aderito a numerose manifestazioni artistiche, tra le quali “Archeologia Futura” presso la Fondazione Pistoletto e le edizioni 2001 / 2002 di “Passaggi Nord / Ovest”, installazioni con opere selezionate.
Si occupa di disegno, pittura e installazioni, bozzetti teatrali, scenografie con interventi pittorici sulle stesse.
L’idea di dar vita ad un gruppo è nata per certi versi in maniera spontanea, per altri dal ricordo di quel Gruppo Forme sorto a Vercelli nel 1948 e di cui Fabio, il padre di Fausto Fabiano, è stato uno dei fondatori. Il termine “forme” è una reminiscenza dell’estetica Kantiana. Anche là c’era fervore, discussione, desiderio di autenticità. Del resto è forse solo questo (ma non è poco) che lega insieme artisti così diversi tra di loro come Boccalatte, Fabiano, e Tamagnone. Se l’amore per l’arte è uno, diversa è infatti la maniera di manifestarlo, sui fogli, sulla faesite o sulla tela.
Boccalatte opera all’interno d’un solco di chiara matrice espressionista (pur debitore alle avanguardie del primo ’900), Fabiano si situa nell’ambito di un realismo di tipo nordamericano, vicino ad Hopper, ma con un occhio di riguardo alla lezione di rigore formale e costruttivo di un Casorati, Tamagnone carica la dimensione realistica d’un’enfasi istintiva e barocca che porta a risultati diversi, a volte morbosi, a volte inquietanti, in bilico spesso tra il surrealismo e la pittura grassa e dissacrante di Lucien Freud. Al di là delle etichette e delle derivazioni, resta comunque il fatto che si tratta di lavori originali scaturiti non da una semplice operazione culturale o di bravura (commerciale mai), ma da un desiderio di riversare sul dipinto un proprio modo di sentire, di vedere e di vivere la realtà: quella realtà che è l’urgere del caos dentro il cosmo (Boccalatte), che è itinerario inquieto di luce (Fabiano), che è pulsare primordiale di istinto d’angelo e di belva (Tamagnone).
La mostra che si tiene presso i locali della Galleria Sant’Angelo offre un piccolo spaccato di queste tre diverse personalità. Di Rodolfo Boccalatte sono presenti alcune tele recenti che tentano una sintesi fra il primo espressionismo e il periodo delle “strutture” oltre a due lavori degli anni ’90. Di Fausto Fabiano compaiono lavori di paesaggio perlopiù metropolitano che fanno a volte da sfondo a figure pensose ed inquiete di donna. Tamagnone compare con diversi incisivi disegni dove artificio e realtà s’intrecciano in una ridda di linee quasi ossessiva, e con piccoli lavori ad olio intensa testimonianza delle sue capacità e della sua ispirazione.
Rodolfo Boccalatte è nato a Roma nel 1956.
E’ laureato in filosofia, ed esercita la professione di insegnante. Dipinge, scrive.
Ha esposto in diverse mostre, ha pubblicato due romanzi, Il vessillo del re nel 1997 e La fanciulla e lo stregone nel 2005.
La sua attività pittorica è passata attraverso diverse fasi, suggestionate dall’influsso delle avanguardie storiche. La matrice fondamentale è però quella vitalistico - espressionista.
Si tratta di un espressionismo magico e visionario, legato più al paesaggio che alla figura con connotazioni di stampo esistenziale.
Risulta estraneo a ogni forma di denuncia politica e sociale.
Fausto Fabiano è nato a Vercelli nel 1949.
Si è occupato di grafica e modellismo industriale, espone in alcune gallerie. In passato è stato pittore astrattista e fotografo surrealista. Ha allestito alcune personali. Oggi dipinge per combattere il tempo che manca, per liberare la sua fantasia onirica e metafisica. La sua pittura rappresenta l’immaginario e il modernismo in chiave simbolica. Il suo percorso artistico è stato molteplice. Non vuole essere assegnato a correnti o periodi. Non disdegna la denuncia.
Negli ultimi anni ha manifestato passione per Casorati e De Chirico, attualmente si sente attratto dal simbolismo di Hopper e dal realismo di Pearlstein.
Giampaolo Tamagnone è nato a Torino nel 1959.
Ha lavorato per studi grafici e agenzie pubblicitarie. Ha esposto in alcune gallerie d’arte e aderito a numerose manifestazioni artistiche, tra le quali “Archeologia Futura” presso la Fondazione Pistoletto e le edizioni 2001 / 2002 di “Passaggi Nord / Ovest”, installazioni con opere selezionate.
Si occupa di disegno, pittura e installazioni, bozzetti teatrali, scenografie con interventi pittorici sulle stesse.
15
settembre 2007
Nuovo Gruppo Forme
Dal 15 al 30 settembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA SANT’ANGELO
Biella, Corso Del Piazzo, 18, (Biella)
Biella, Corso Del Piazzo, 18, (Biella)
Orario di apertura
Ogni giorno dalle 15.30 alle 19.30. Chiuso lunedì
Vernissage
15 Settembre 2007, ore 18
Autore