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Nutrire l’Impero. Storie di alimentazione tra Pompei e Roma
Ideata in occasione dell’EXPO 2015, la mostra racconta il mondo dell’alimentazione in età imperiale quando, intorno al bacino del Mediterraneo, si avviò la prima “globalizzazione dei consumi”
Comunicato stampa
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Comunicato stampa
STORIE DI ALIMENTAZIONE DA ROMA E POMPEI
NUTRIRE L’IMPERO.
Museo dell’Ara Pacis
2 luglio - 15 novembre 2015
La mostra, ideata in occasione dell’EXPO 2015, racconta il mondo dell’alimentazione
in età imperiale quando, intorno al bacino del Mediterraneo,
si avviò la prima “globalizzazione dei consumi”
Cosa e come mangiavano gli antichi romani? Come trasportavano migliaia di tonnellate di provviste
dai più remoti angoli della terra? Come facevano a farle risalire lungo il Tevere fin nel cuore della
città? E come le conservavano durante tutto l'anno? A queste e a tante altre curiosità risponderà la
mostra “Nutrire l’Impero. Storie di alimentazione da Roma e Pompei” ospitata dal Museo
dell’Ara Pacis di Roma dal 2 luglio al 15 novembre 2015 che traccerà un affresco complessivo
sull’alimentazione nel mondo romano grazie a rari e prestigiosi reperti archeologici, plastici,
apparati multimediali e ricostruzioni.
L’esposizione, ideata in occasione dell’EXPO 2015, è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al
Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dall’Assessorato a Roma produttiva
e Città Metropolitana e da EXPO con la cura scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali e della Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, di nuovo insieme a 25
anni di distanza dalla fortunata esperienza della mostra Riscoprire Pompei (1993). L'ideazione e il
coordinamento scientifico sono di Claudio Parisi Presicce e Orietta Rossini. Ricostruzioni
multimediali e catalogo (con testi di C. Parisi Presicce, M. Osanna, E. Lo Cascio, F. Coarelli,
P.Arnaud, C. Virlouvet, S. Keay, P. Braconi, C. Cerchiai, G. Stefani, M. Borgongino, M.P. Guidobaldi,
A. Lagi) sono a cura di l'Erma di Bretschneider.
A seguito della pax romana, intorno al bacino del Mediterraneo si determinò quella che oggi
chiameremmo la prima “globalizzazione dei consumi" con relativa "delocalizzazione della
produzione" dei beni primari. In età imperiale i romani bevevano in grandi quantità vini prodotti
in Gallia, a Creta e a Cipro, oppure, se ricchi, i costosi vini campani; consumavano olio che
giungeva per mare dall’odierna Andalusia; amavano il miele greco e soprattutto il garum, il
condimento che facevano venire dall'Africa, dall'Oriente mediterraneo, dal lontano Portogallo, ma
anche dalla vicina Pompei. Ma, soprattutto, il pane che mangiavano ogni giorno era un prodotto
d'importazione, fatto con grano trasportato via mare su grandi navi dall'Africa e dall'Egitto.
Il percorso espositivo ripercorre le soluzioni adottate dai romani per il rifornimento e la
distribuzione del cibo, con i mezzi di trasporto via terra e soprattutto lungo le rotte marine. Si
affrontano, inoltre, i temi della distribuzione "di massa" e del consumo alimentare nei diversi
ceti sociali in due luoghi per molti versi emblematici: Roma, la più vasta e popolosa metropoli
dell'antichità, e l’area vesuviana, con particolare riguardo a Pompei, Ercolano e Oplontis, fiorenti
centri campani.
Il visitatore è introdotto al tema del movimento delle merci da una grande carta del
Mediterraneo realizzata con tecnica cinematografica. Qui si animeranno i principali flussi alimentari
dei beni a lunga conservazione - grano, olio, vino e garum - e si visualizzano le rotte marine
dai porti più grandi del Mediterraneo, Alessandria e Cartagine. In questa prima sezione è anche
affrontato il problema della lavorazione degli alimenti primari, della loro confezione in anfore
caratteristiche per ogni prodotto, dell'immagazzinamento e della distribuzione del cibo.
Nella seconda sezione le merci arrivano a Roma e a Pompei attraverso i porti di Pozzuoli e di Ostia.
Qui è presentata la ricostruzione in grafica digitale del porto di Traiano, con i risultati inediti
degli scavi recentissimi condotti dalla Soprintendenza di Ostia e dall'Università di Southampton per
la ricostruzione del complesso portuale romano.
Chiude questa parte della mostra il tema della grande distribuzione gratuita dei beni
principali di sostentamento ai cittadini romani adulti, la plebe urbana e romana alla quale era
riconosciuto un privilegio unico: quello di condividere i beni della conquista, dapprima solo grano,
ma dal III secolo d.C. anche olio, vino e carne.
La terza sezione illustra il consumo delle merci e dei prodotti alimentari che poteva avvenire sia
in luoghi pubblici, come le popinae e i thermopolia, gli antichi "bar" o "tavole calde" in cui romani e
pompeiani consumavano il "cibo di strada", sia nei raffinati triclinia (sale da pranzo in cui i
commensali mangiavano stando semidistesi su tipici lettini da banchetto) del ceto abbiente.
Esposizioni di resti di cibo da Ercolano aiuteranno a comprendere la qualità dei consumi in un ricco
centro campano.
Grazie al contributo scientifico e ai prestiti provenienti da Pompei, Ercolano e Oplontis, sarà
possibile ammirare corredi da tavola provenienti sia da contesti di estrema ricchezza - come il
cosiddetto "tesoro di Moregine", un completo da tavola in argento di ritorno da cinque anni di
esposizione al Metropolitan Museum di New York – sia raffinate suppellettili in ceramica, in vetro e
in bronzo, sia infine il vasellame utilizzato in contesti quotidiani più popolari.
Due approfondimenti concludono la mostra: uno dedicato ai diversi alimenti consumati in
epoca romana con la loro diffusione e il relativo prezzo (esemplificato dalla preziosa
testimonianza dell'Edictum de pretiis rerum venalium dell'imperatore Diocleziano, il più famoso dei
"calmieri" dell'antichità) e uno dedicato alla "filosofia del banchetto", laddove l'amore profondo
per la vita e la festa alimentare che la celebra si mescola con la malinconica consapevolezza della
fugacità di ogni piacere.
STORIE DI ALIMENTAZIONE DA ROMA E POMPEI
NUTRIRE L’IMPERO.
Museo dell’Ara Pacis
2 luglio - 15 novembre 2015
La mostra, ideata in occasione dell’EXPO 2015, racconta il mondo dell’alimentazione
in età imperiale quando, intorno al bacino del Mediterraneo,
si avviò la prima “globalizzazione dei consumi”
Cosa e come mangiavano gli antichi romani? Come trasportavano migliaia di tonnellate di provviste
dai più remoti angoli della terra? Come facevano a farle risalire lungo il Tevere fin nel cuore della
città? E come le conservavano durante tutto l'anno? A queste e a tante altre curiosità risponderà la
mostra “Nutrire l’Impero. Storie di alimentazione da Roma e Pompei” ospitata dal Museo
dell’Ara Pacis di Roma dal 2 luglio al 15 novembre 2015 che traccerà un affresco complessivo
sull’alimentazione nel mondo romano grazie a rari e prestigiosi reperti archeologici, plastici,
apparati multimediali e ricostruzioni.
L’esposizione, ideata in occasione dell’EXPO 2015, è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al
Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dall’Assessorato a Roma produttiva
e Città Metropolitana e da EXPO con la cura scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali e della Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, di nuovo insieme a 25
anni di distanza dalla fortunata esperienza della mostra Riscoprire Pompei (1993). L'ideazione e il
coordinamento scientifico sono di Claudio Parisi Presicce e Orietta Rossini. Ricostruzioni
multimediali e catalogo (con testi di C. Parisi Presicce, M. Osanna, E. Lo Cascio, F. Coarelli,
P.Arnaud, C. Virlouvet, S. Keay, P. Braconi, C. Cerchiai, G. Stefani, M. Borgongino, M.P. Guidobaldi,
A. Lagi) sono a cura di l'Erma di Bretschneider.
A seguito della pax romana, intorno al bacino del Mediterraneo si determinò quella che oggi
chiameremmo la prima “globalizzazione dei consumi" con relativa "delocalizzazione della
produzione" dei beni primari. In età imperiale i romani bevevano in grandi quantità vini prodotti
in Gallia, a Creta e a Cipro, oppure, se ricchi, i costosi vini campani; consumavano olio che
giungeva per mare dall’odierna Andalusia; amavano il miele greco e soprattutto il garum, il
condimento che facevano venire dall'Africa, dall'Oriente mediterraneo, dal lontano Portogallo, ma
anche dalla vicina Pompei. Ma, soprattutto, il pane che mangiavano ogni giorno era un prodotto
d'importazione, fatto con grano trasportato via mare su grandi navi dall'Africa e dall'Egitto.
Il percorso espositivo ripercorre le soluzioni adottate dai romani per il rifornimento e la
distribuzione del cibo, con i mezzi di trasporto via terra e soprattutto lungo le rotte marine. Si
affrontano, inoltre, i temi della distribuzione "di massa" e del consumo alimentare nei diversi
ceti sociali in due luoghi per molti versi emblematici: Roma, la più vasta e popolosa metropoli
dell'antichità, e l’area vesuviana, con particolare riguardo a Pompei, Ercolano e Oplontis, fiorenti
centri campani.
Il visitatore è introdotto al tema del movimento delle merci da una grande carta del
Mediterraneo realizzata con tecnica cinematografica. Qui si animeranno i principali flussi alimentari
dei beni a lunga conservazione - grano, olio, vino e garum - e si visualizzano le rotte marine
dai porti più grandi del Mediterraneo, Alessandria e Cartagine. In questa prima sezione è anche
affrontato il problema della lavorazione degli alimenti primari, della loro confezione in anfore
caratteristiche per ogni prodotto, dell'immagazzinamento e della distribuzione del cibo.
Nella seconda sezione le merci arrivano a Roma e a Pompei attraverso i porti di Pozzuoli e di Ostia.
Qui è presentata la ricostruzione in grafica digitale del porto di Traiano, con i risultati inediti
degli scavi recentissimi condotti dalla Soprintendenza di Ostia e dall'Università di Southampton per
la ricostruzione del complesso portuale romano.
Chiude questa parte della mostra il tema della grande distribuzione gratuita dei beni
principali di sostentamento ai cittadini romani adulti, la plebe urbana e romana alla quale era
riconosciuto un privilegio unico: quello di condividere i beni della conquista, dapprima solo grano,
ma dal III secolo d.C. anche olio, vino e carne.
La terza sezione illustra il consumo delle merci e dei prodotti alimentari che poteva avvenire sia
in luoghi pubblici, come le popinae e i thermopolia, gli antichi "bar" o "tavole calde" in cui romani e
pompeiani consumavano il "cibo di strada", sia nei raffinati triclinia (sale da pranzo in cui i
commensali mangiavano stando semidistesi su tipici lettini da banchetto) del ceto abbiente.
Esposizioni di resti di cibo da Ercolano aiuteranno a comprendere la qualità dei consumi in un ricco
centro campano.
Grazie al contributo scientifico e ai prestiti provenienti da Pompei, Ercolano e Oplontis, sarà
possibile ammirare corredi da tavola provenienti sia da contesti di estrema ricchezza - come il
cosiddetto "tesoro di Moregine", un completo da tavola in argento di ritorno da cinque anni di
esposizione al Metropolitan Museum di New York – sia raffinate suppellettili in ceramica, in vetro e
in bronzo, sia infine il vasellame utilizzato in contesti quotidiani più popolari.
Due approfondimenti concludono la mostra: uno dedicato ai diversi alimenti consumati in
epoca romana con la loro diffusione e il relativo prezzo (esemplificato dalla preziosa
testimonianza dell'Edictum de pretiis rerum venalium dell'imperatore Diocleziano, il più famoso dei
"calmieri" dell'antichità) e uno dedicato alla "filosofia del banchetto", laddove l'amore profondo
per la vita e la festa alimentare che la celebra si mescola con la malinconica consapevolezza della
fugacità di ogni piacere.
01
luglio 2015
Nutrire l’Impero. Storie di alimentazione tra Pompei e Roma
Dal primo luglio al 15 novembre 2015
Location
MUSEO DELL’ARA PACIS
Roma, Lungotevere In Augusta, (Roma)
Roma, Lungotevere In Augusta, (Roma)
Biglietti
Biglietto integrato Museo dell’Ara Pacis + Mostra € 17 intero, € 13 ridotto Solo mostra € 11 intero, € 9 ridotto
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Vernissage
1 Luglio 2015, ore 12 per la stampa
Editore
L'ERMA DI BRETSCHNEIDER
Ufficio stampa
ZETEMA
Curatore