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Nüwa city
La mostra Nüwa city prende il nome dalla nuova capitale che sorgerà su Marte, collocata sul pendio di una scogliera marziana e anche dalla divinità che nella mitologia cinese ha costruito l’intera umanità. In mostra una costellazione di opere che spaziano dalla pittura alla scultura e al video.
Comunicato stampa
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La Galleria Paola Verrengia presenta la mostra collettiva Nüwa city con gli artisti Mattia Sugamiele (Erice 1984), Luca Staccioli (Imperia 1988), Ambra Viviani (Napoli 1993) e una costellazione di opere che spaziano dalla pittura alla scultura e al video, a cura di Anna Vittoria Magagna.
La mostra prende il nome dalla nuova capitale che sorgerà su Marte, collocata sul pendio di una scogliera marziana e anche dalla divinità che nella mitologia cinese ha costruito l’intera umanità. Con questa denominazione, il lavoro degli artisti in mostra guarda alle tematiche centrali attuali proiettandole nel prossimo futuro, con una serie di lavori che indagano il nostro presente e la sua storia come possibilità di evoluzione e trasformazione, esasperando anche tanti paradossi della nostra società contemporanea.
Nüwa city non parla di un immaginario costruito su parametri fantascientifici, ma ci racconta la distopia della tecnologia, della condizione umana, di luoghi di aggregazione, della massificazione, dei nuovi culti, di storie tramandate, delle pandemie e delle rinnovate sostenibilità. Non si sta guardando quindi a un futuro lontano, bensì al nostro contemporaneo, di cui si approfondiscono fratture e spiragli in un paesaggio in continuo divenire, che si potrebbe trasformare in un nuovo pianeta o in un mondo possibile su cui saremo pronti ad approdare.
Mattia Sugamiele si concentra su temi legati al rapporto con la tecnologia, in particolare si interessa alle nostre nuove vite connesse, ibride e duali tra mondo digitale e reale. La serie Gates, come suggerisce il termine, apre veri e propri portali digitali, come finestre che affacciano su grandi luoghi di aggregazione iconici e di culto, che vengono snaturati digitalmente e si trasformano in nuovi paesaggi del futuro o distopici.
Le tele stratificano pittura digitale insieme alla giustapposizione del colore a olio lavorato con l’aerografo, con il risultato di una superficie su cui appaiono territori fluidi, arcipelaghi e croste terrestri che emergono e diventano mondi sintetici.
Le opere di Luca Staccioli sono pensate come narrazioni che indagano i limiti di valori e preconcetti prestabiliti, attraverso l’analisi delle immagini nomadiche che prolificano nei nuovi media e in internet. La prima immagine su cui si sofferma l’artista, nella serie Checkout, è il carrello, icona della massificazione e del consumismo, presentato con colori pop accessi che ne celebrano ancor di più la presenza estetica. La serie Familiar pics sembra, invece, il ritratto e la storia degli abitanti del nuovo mondo marziano di Nüwa, con una raffigurazione che attinge a un repertorio contemporaneo di immagini, video, pubblicità, tutorial, istruzioni d’uso, loghi e immagini storiche d’archivio. Le resine dei supporti sembrano quasi fossili, calchi di memoria del nostro mondo o appartenenti a un’era precedente.
Ambra Viviani si concentra sulla narrazione, in particolare sulla possibilità di pluralità di sfaccettature tra reale, fittizio e magico. Le sculture in mostra sono ognuna portatrici di una storia legata alla letteratura, ai culti, ai riti e alle storie tramandate, che vengono intese come amuleti magici in grado di proteggere idealmente il visitatore durante questo viaggio verso un nuovo mondo. L’artista si concentra poi sulla figura divina di Nüwa che conferisce il nome alla nuova metropoli marziana in costruzione, storicamente raffigurata con tentacoli e code che abbracciano e generano l’umanità intera.
La mostra prende il nome dalla nuova capitale che sorgerà su Marte, collocata sul pendio di una scogliera marziana e anche dalla divinità che nella mitologia cinese ha costruito l’intera umanità. Con questa denominazione, il lavoro degli artisti in mostra guarda alle tematiche centrali attuali proiettandole nel prossimo futuro, con una serie di lavori che indagano il nostro presente e la sua storia come possibilità di evoluzione e trasformazione, esasperando anche tanti paradossi della nostra società contemporanea.
Nüwa city non parla di un immaginario costruito su parametri fantascientifici, ma ci racconta la distopia della tecnologia, della condizione umana, di luoghi di aggregazione, della massificazione, dei nuovi culti, di storie tramandate, delle pandemie e delle rinnovate sostenibilità. Non si sta guardando quindi a un futuro lontano, bensì al nostro contemporaneo, di cui si approfondiscono fratture e spiragli in un paesaggio in continuo divenire, che si potrebbe trasformare in un nuovo pianeta o in un mondo possibile su cui saremo pronti ad approdare.
Mattia Sugamiele si concentra su temi legati al rapporto con la tecnologia, in particolare si interessa alle nostre nuove vite connesse, ibride e duali tra mondo digitale e reale. La serie Gates, come suggerisce il termine, apre veri e propri portali digitali, come finestre che affacciano su grandi luoghi di aggregazione iconici e di culto, che vengono snaturati digitalmente e si trasformano in nuovi paesaggi del futuro o distopici.
Le tele stratificano pittura digitale insieme alla giustapposizione del colore a olio lavorato con l’aerografo, con il risultato di una superficie su cui appaiono territori fluidi, arcipelaghi e croste terrestri che emergono e diventano mondi sintetici.
Le opere di Luca Staccioli sono pensate come narrazioni che indagano i limiti di valori e preconcetti prestabiliti, attraverso l’analisi delle immagini nomadiche che prolificano nei nuovi media e in internet. La prima immagine su cui si sofferma l’artista, nella serie Checkout, è il carrello, icona della massificazione e del consumismo, presentato con colori pop accessi che ne celebrano ancor di più la presenza estetica. La serie Familiar pics sembra, invece, il ritratto e la storia degli abitanti del nuovo mondo marziano di Nüwa, con una raffigurazione che attinge a un repertorio contemporaneo di immagini, video, pubblicità, tutorial, istruzioni d’uso, loghi e immagini storiche d’archivio. Le resine dei supporti sembrano quasi fossili, calchi di memoria del nostro mondo o appartenenti a un’era precedente.
Ambra Viviani si concentra sulla narrazione, in particolare sulla possibilità di pluralità di sfaccettature tra reale, fittizio e magico. Le sculture in mostra sono ognuna portatrici di una storia legata alla letteratura, ai culti, ai riti e alle storie tramandate, che vengono intese come amuleti magici in grado di proteggere idealmente il visitatore durante questo viaggio verso un nuovo mondo. L’artista si concentra poi sulla figura divina di Nüwa che conferisce il nome alla nuova metropoli marziana in costruzione, storicamente raffigurata con tentacoli e code che abbracciano e generano l’umanità intera.
09
aprile 2022
Nüwa city
Dal 09 aprile al 31 maggio 2022
arte contemporanea
Location
GALLERIA PAOLA VERRENGIA
Salerno, Via Fieravecchia, 34, (Salerno)
Salerno, Via Fieravecchia, 34, (Salerno)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 16:30-20:30
Vernissage
9 Aprile 2022, dalle ore 18, su invito
Sito web
Autore
Curatore
Produzione organizzazione