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Occhiomagico – Infinito relativo
Infinito Relativo è un libro d’artista edito in 8 copie prodotto da OCCHIOMAGICO e Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea
Comunicato stampa
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Relativo a chi, a che cosa?
L’idea di un “infinito relativo” è solo apparentemente paradossale. Come dimostra Breve storia dell’infinito, un bel saggio di Paolo Zellini edito da Adelphi, dal momento che questa dimensione ha iniziato a venir espressa attraverso una parola e un segno matematico, entrambi per forza di cose limitati, ha dismesso ogni pretesa di essere assoluta. Il titolo che Occhiomagico ha voluto dare al suo libro pone semmai una domanda a cui difficile rispondere in un modo che non sia paradossale: relativo a chi, a che cosa? “Relativizzare” vuol dire infatti “riferire”, “agganciare”, “connettere” un elemento a un altro, così come, all’opposto, “assolutizzare” significa etimologicamente “disgiungere”, “sciogliere”, “isolare” (“assoluto” deriva dal participio passato del verbo latino ab-solvere, ovvero letteralmente “sciogliere da”).
Una risposta ovvia ma ineludibile consiste nell’affermare che qui l’infinito è innanzitutto relativo al lavoro di Occhiomagico. Scopriamo in tal modo che, nella poetica di questo artista, si tratta di un luogo abitato da creature arcane che rappresentano quasi degli ostacoli da superare, delle figure con cui misurarsi se si vuole procedere all’interno di un percorso labirintico che si conclude con una catarsi, con una rigenerazione percettiva resa possibile da Il pensiero visivo. L’infinito qui non è illimitato, ma anzi ricco di limiti, di cesure, di soglie che hanno una funzione iniziatica: varcarle serve a prendere coscienza di un avvenuto cambiamento di stato, di un progresso acquisito. L’infinito in questo caso non è neppure perfetto, è semmai intenzionalmente e lietamente imperfetto e prevede la perfezione come uno degli stadi da superare per raggiungere la pienezza estetica. “Rovinare il viso nudo che si erge nel marmo,/ martellare ogni forma, ogni bellezza./ Amare la perfezione perché essa è la soglia,/ ma negarla non appena conosciuta, dimenticarla morta,/ l’imperfezione è la cima” scrive Yves Bonnefoy.
L’idea di un “infinito relativo” è solo apparentemente paradossale. Come dimostra Breve storia dell’infinito, un bel saggio di Paolo Zellini edito da Adelphi, dal momento che questa dimensione ha iniziato a venir espressa attraverso una parola e un segno matematico, entrambi per forza di cose limitati, ha dismesso ogni pretesa di essere assoluta. Il titolo che Occhiomagico ha voluto dare al suo libro pone semmai una domanda a cui difficile rispondere in un modo che non sia paradossale: relativo a chi, a che cosa? “Relativizzare” vuol dire infatti “riferire”, “agganciare”, “connettere” un elemento a un altro, così come, all’opposto, “assolutizzare” significa etimologicamente “disgiungere”, “sciogliere”, “isolare” (“assoluto” deriva dal participio passato del verbo latino ab-solvere, ovvero letteralmente “sciogliere da”).
Una risposta ovvia ma ineludibile consiste nell’affermare che qui l’infinito è innanzitutto relativo al lavoro di Occhiomagico. Scopriamo in tal modo che, nella poetica di questo artista, si tratta di un luogo abitato da creature arcane che rappresentano quasi degli ostacoli da superare, delle figure con cui misurarsi se si vuole procedere all’interno di un percorso labirintico che si conclude con una catarsi, con una rigenerazione percettiva resa possibile da Il pensiero visivo. L’infinito qui non è illimitato, ma anzi ricco di limiti, di cesure, di soglie che hanno una funzione iniziatica: varcarle serve a prendere coscienza di un avvenuto cambiamento di stato, di un progresso acquisito. L’infinito in questo caso non è neppure perfetto, è semmai intenzionalmente e lietamente imperfetto e prevede la perfezione come uno degli stadi da superare per raggiungere la pienezza estetica. “Rovinare il viso nudo che si erge nel marmo,/ martellare ogni forma, ogni bellezza./ Amare la perfezione perché essa è la soglia,/ ma negarla non appena conosciuta, dimenticarla morta,/ l’imperfezione è la cima” scrive Yves Bonnefoy.
03
ottobre 2009
Occhiomagico – Infinito relativo
03 ottobre 2009
presentazione
Location
SABRINA RAFFAGHELLO ARTE CONTEMPORANEA – SR DISTRICT
Alessandria, Via Treviso, 17, (Alessandria)
Alessandria, Via Treviso, 17, (Alessandria)
Vernissage
3 Ottobre 2009, ore 18
Autore
Curatore