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Occidentalismo. Modernità e arte occidentale nei kimono. 1900-1950
Il Museo della Moda di Gorizia propone una mostra interamente dedicata ai kimono. Non kimono qualunque, ma quelli prodotti in Giappone tra il 1900 e gli anni ’40, pezzi che riflettono la volontà imperiale di occidentalizzare il Paese.
Comunicato stampa
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Il Museo della Moda di Gorizia propone una mostra interamente dedicata ai kimono. Non kimono qualunque, ma quelli prodotti in Giappone tra il 1900 e gli anni 40, pezzi che riflettono la volontà imperiale di occidentalizzare il Paese.
Così come, nel secolo precedente, il Giapponismo era deflagrato in tutta Europa, influenzando una parte significativa della produzione artistica, allinizio del Novecento il gusto occidentale esplode in Giappone. E questa ventata di novità investe anche il capo-simbolo della tradizione: il kimono. Ai motivi tradizionali si affiancano disegni coloratissimi che richiamano, in modo puntuale, il Cubismo, il Futurismo e le altre correnti artistiche europee. Cè anche un singolare kimono che celebra il patto tripartito Roma-Berlino-Tokyo del 1940, dove la bandiera italiana è seminascosta dentro le cuciture mentre il sol levante e la svastica campeggiano ovunque.
Tanto è stato detto e scritto sullOrientalismo e segnatamente sullo Japonisme, ovvero sullinfluenza delle arti giapponesi su quelle europee tra la fine dellOttocento ed i primi del Novecento - anticipano le curatrici della mostra - ma poco si sa ancora dellinverso rapporto, ovvero di quel fenomeno complesso e sfaccettato che portò talune arti giapponesi ad assimilare forme e contenuti di matrice schiettamente occidentale: avvenne con la pittura, che interpretò originalmente la lezione prospettica, ed avvenne con i kimono che, più di ogni altra forma darte, furono influenzati dal mutamento della società giapponese del tempo trasferendone fedelmente gli effetti sul tessuto, utilizzato alla stregua di una superficie pittorica.
A proporre la Mostra è lERPAC - Ente Regionale Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia, nella sede del Museo della Moda e delle Arti Applicate a Borgo Castello (Gorizia), dal 21 novembre prossimo al 17 marzo del 2019. Tra i pochissimi musei dedicati alla moda presenti sul territorio nazionale, il Museo della Moda di Gorizia è ora anche il primo museo italiano a indagare un particolarissimo settore dellarte, offrendo al pubblico uno spaccato inedito e sorprendente di storia culturale dichiara Raffaella Sgubin, direttore del Servizio Musei e Archivi storici di ERPAC e co-curatrice della rassegna.
Il periodo è uno dei più complessi e travagliati della storia giapponese, ovvero quello del passaggio da stato feudale a temuta superpotenza, culminato con il secondo conflitto mondiale.
Da un punto di vista socio-culturale, il Paese del Sol Levante visse questo lasso di tempo (fine Ottocento/anni Quaranta del Novecento) con un atteggiamento conflittuale, in bilico fra il brivido delle novità provenienti da Oltreoceano ed il rassicurante attaccamento alla tradizione.
Nellimmaginario collettivo occidentale il kimono rappresenta licona stessa del Giappone nella sua veste suadente di raffinatezza ed esotismo. Ma pochi sanno che una cospicua parte dei kimono prodotti entro la prima metà del Novecento, cioè i kimono Meisen, sfugge decisamente a questa categoria, adottando fantasie suggerite dai movimenti dAvanguardia (si va dalla Secessione viennese alla Scuola di Glasgow, dal Futurismo al Cubismo, dal Divisionismo allEspressionismo astratto di Jackson Pollock), ispirate a contemporanei fatti di storia oppure ancora alle conquiste tecnologiche, in un eccitante e quanto mai sorprendente caleidoscopio di colori, fantasie, tecniche di decorazione e di tessitura, anche queste ispirate alla produzione tessile occidentale.
La mostra presenta 40 pezzi, tra kimono e haori (sovrakimono), una selezione particolarmente significativa del contesto illustrato, per far conoscere al pubblico un settore della produzione tessile giapponese fino ad oggi poco esplorato. I capi in mostra, come afferma Roberta Orsi Landini, sono vesti raffinate, destinate ad un ceto medio-alto, non confezionate per lesportazione. Potevano essere apprezzate da persone di una certa cultura o anche semplicemente curiose o desiderose di apparire al passo con i tempi. Avevano certo tutte una visione: il loro Paese alla pari con le grandi nazioni del mondo, capace di assimilare le loro conoscenze, i loro costumi ma con lorgoglio della propria diversità.
I 40 esemplari esposti, insieme a obi, stampe, illustrazioni e riviste, provengono da una importante collezione italiana, la collezione Manavello. Tale collezione nel suo complesso è ben più numerosa, includendo capi da uomo, donna e bambino, sia tradizionali che non, oggetti e suppellettili attinenti allabito e al suo contesto, quali calzature e accessori per capelli, oggetti per la cerimonia del tè, bambole e documentazione cartacea.
ERPAC Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia - Servizio Musei e Archivi storici Museo della Moda e delle Arti applicate
Borgo Castello 13 34170 Gorizia h 9.00-19.00 chiuso il lunedì
Così come, nel secolo precedente, il Giapponismo era deflagrato in tutta Europa, influenzando una parte significativa della produzione artistica, allinizio del Novecento il gusto occidentale esplode in Giappone. E questa ventata di novità investe anche il capo-simbolo della tradizione: il kimono. Ai motivi tradizionali si affiancano disegni coloratissimi che richiamano, in modo puntuale, il Cubismo, il Futurismo e le altre correnti artistiche europee. Cè anche un singolare kimono che celebra il patto tripartito Roma-Berlino-Tokyo del 1940, dove la bandiera italiana è seminascosta dentro le cuciture mentre il sol levante e la svastica campeggiano ovunque.
Tanto è stato detto e scritto sullOrientalismo e segnatamente sullo Japonisme, ovvero sullinfluenza delle arti giapponesi su quelle europee tra la fine dellOttocento ed i primi del Novecento - anticipano le curatrici della mostra - ma poco si sa ancora dellinverso rapporto, ovvero di quel fenomeno complesso e sfaccettato che portò talune arti giapponesi ad assimilare forme e contenuti di matrice schiettamente occidentale: avvenne con la pittura, che interpretò originalmente la lezione prospettica, ed avvenne con i kimono che, più di ogni altra forma darte, furono influenzati dal mutamento della società giapponese del tempo trasferendone fedelmente gli effetti sul tessuto, utilizzato alla stregua di una superficie pittorica.
A proporre la Mostra è lERPAC - Ente Regionale Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia, nella sede del Museo della Moda e delle Arti Applicate a Borgo Castello (Gorizia), dal 21 novembre prossimo al 17 marzo del 2019. Tra i pochissimi musei dedicati alla moda presenti sul territorio nazionale, il Museo della Moda di Gorizia è ora anche il primo museo italiano a indagare un particolarissimo settore dellarte, offrendo al pubblico uno spaccato inedito e sorprendente di storia culturale dichiara Raffaella Sgubin, direttore del Servizio Musei e Archivi storici di ERPAC e co-curatrice della rassegna.
Il periodo è uno dei più complessi e travagliati della storia giapponese, ovvero quello del passaggio da stato feudale a temuta superpotenza, culminato con il secondo conflitto mondiale.
Da un punto di vista socio-culturale, il Paese del Sol Levante visse questo lasso di tempo (fine Ottocento/anni Quaranta del Novecento) con un atteggiamento conflittuale, in bilico fra il brivido delle novità provenienti da Oltreoceano ed il rassicurante attaccamento alla tradizione.
Nellimmaginario collettivo occidentale il kimono rappresenta licona stessa del Giappone nella sua veste suadente di raffinatezza ed esotismo. Ma pochi sanno che una cospicua parte dei kimono prodotti entro la prima metà del Novecento, cioè i kimono Meisen, sfugge decisamente a questa categoria, adottando fantasie suggerite dai movimenti dAvanguardia (si va dalla Secessione viennese alla Scuola di Glasgow, dal Futurismo al Cubismo, dal Divisionismo allEspressionismo astratto di Jackson Pollock), ispirate a contemporanei fatti di storia oppure ancora alle conquiste tecnologiche, in un eccitante e quanto mai sorprendente caleidoscopio di colori, fantasie, tecniche di decorazione e di tessitura, anche queste ispirate alla produzione tessile occidentale.
La mostra presenta 40 pezzi, tra kimono e haori (sovrakimono), una selezione particolarmente significativa del contesto illustrato, per far conoscere al pubblico un settore della produzione tessile giapponese fino ad oggi poco esplorato. I capi in mostra, come afferma Roberta Orsi Landini, sono vesti raffinate, destinate ad un ceto medio-alto, non confezionate per lesportazione. Potevano essere apprezzate da persone di una certa cultura o anche semplicemente curiose o desiderose di apparire al passo con i tempi. Avevano certo tutte una visione: il loro Paese alla pari con le grandi nazioni del mondo, capace di assimilare le loro conoscenze, i loro costumi ma con lorgoglio della propria diversità.
I 40 esemplari esposti, insieme a obi, stampe, illustrazioni e riviste, provengono da una importante collezione italiana, la collezione Manavello. Tale collezione nel suo complesso è ben più numerosa, includendo capi da uomo, donna e bambino, sia tradizionali che non, oggetti e suppellettili attinenti allabito e al suo contesto, quali calzature e accessori per capelli, oggetti per la cerimonia del tè, bambole e documentazione cartacea.
ERPAC Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia - Servizio Musei e Archivi storici Museo della Moda e delle Arti applicate
Borgo Castello 13 34170 Gorizia h 9.00-19.00 chiuso il lunedì
20
novembre 2018
Occidentalismo. Modernità e arte occidentale nei kimono. 1900-1950
Dal 20 novembre 2018 al 17 marzo 2019
arti decorative e industriali
arte etnica
arte etnica
Location
MUSEO DELLA MODA E DELLE ARTI APPLICATE
Gorizia, Località Borgo Castello, 13, (Gorizia)
Gorizia, Località Borgo Castello, 13, (Gorizia)
Orario di apertura
h 9.00-19.00 chiuso il lunedì
Vernissage
20 Novembre 2018, h 18
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Curatore