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Octavio Floreal – Indagine 9.7, 1.2.3.11.6, 5.4, 12.13, 14.15.10.8
Negli spazi della Dora Diamanti interverrà con un’inedita installazione site specific nello spazio interrato della galleria partendo però dalla bidimensionalità dei lavori in argento e grafite su tavola e acquaforte nello spazio superiore.
Comunicato stampa
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Giovedì 29 gennaio 2009, dalle ore 18:30, la galleria Dora Diamanti arte contemporanea inaugura la mostra indagine_9.7, 1.2.3.11.6, 5.4, 12.13, 14.15.10.8 personale dell’artista spagnolo Octavio Floreal a cura di Alessandro Facente.
Indagine è un lavoro che Floreal porta avanti dal 1993. Consiste nell’accumulare piccoli elementi (mani, ragazze, piedi, quadri, archi, fiori, cuori…) che danno vita ad un complesso ed affastellato sciame di segni che mano mano si aggiornano con l’incremento di esperienze personali. Negli spazi della DORA DIAMANTI interverrà con un’inedita installazione site specific nello spazio interrato della galleria partendo però dalla bidimensionalità dei lavori in argento e grafite su tavola e acquaforte nello spazio superiore. L’invasività dell’installazione sottostante è determinata dal convertire in fil di ferro ciò che Floreal abitualmente fa in disegno. Costruisce una massa grave al centro della stanza, anticipata da piccoli elementi sospesi in aria che coinvolgono la scala che unisce i due ambienti. La composizione in ferro verrà illuminata dalla luce direzionale che permetterà la “ribidimensionalizzazione” delle forme in ombra sul muro.
Quello di Floreal è un gesto semplice e molto chiaro, ma ciò che interessa ai fini del progetto curatoriale, è la conseguenza di questo atto: piccoli segni in posizioni differenti, ma all’interno di un loro ordine, sovrapposti l’uno all’altro in una concettuale piramide progressiva in cui il nuovo si sovrascrive al vecchio. L’idea di raccolta, unione e quindi amore nei confronti delle esperienze personali formula un istintivo atto di fiducia e solidarietà nei confronti del passato. Ma questo affastellamento ha molto a che fare con un atteggiamento archivistico attualmente molto radicato, in cui l’informazione nuova si sovrappone a quella passata giungendo ad uno stato di mediatica disinformazione e annullamento della stessa. Che cosa ne è stato della fiaccola olimpica e della questione tibetana ad esempio? L’aumento dell’IVA sui canoni Sky può sovrascriversi ad essa? La contemporaneità del progetto indagine sta proprio in questa anomalia che caratterizza la nostra situazione storica in cui la bidimensionalità duttile dell’informazione contemporanea è fallimentare rispetto alla complessità tridimensionale di quella passata nascosta dal procedere del tempo. Quindi indagine è un lavoro sulla memoria, sull’ambivalenza delle esperienze odierne fallimentari in cui scavare all’interno risulta realmente un’operazione pericolosa. Un lavoro, ma in qualche modo una celebrazione del sintetico e della sottrazione in una realtà civile in cui l’afflusso dell’informazione conduce al suo esatto opposto e automaticamente alla morte della memoria. L’intervento curatoriale asseconda questa operazione con una altrettanto sintetica e concettuale, in cui il testo critico del curatore si annulla a tal punto da diventare un rebus anche molto semplice, in cui l’unica frase anagrammata, “Se tu mi trovi da me.”, nasconde il vero titolo della mostra “tu morte es mi vida” la cui soluzione viene suggerita dal sottotitolo numerico 9.7, 1.2.3.11.6, 5.4, 12.13, 14.15.10.8. da inserire nei quadratini vuoti che seguono il testo stampato disponibile in galleria. L’italianizzazione del termine “morte”, correttamente “muerte”, oltre a permettere l’anagramma tra le due frasi, autorizza l’anomalia che scandisce il parallelo con il sociale odierno: “tu morte es mi vida” è la sopravvivenza del presente grazie alla morte del passato, “se tu mi trovi da me” è l’esigenza di scavare l’informazione all’interno di essa per via di un atavico ceppo che comunque il passato rappresenta, individuando in esso la vera sintesi e il legittimo passaggio per una giusta comprensione del presente e del futuro.
Indagine è un lavoro che Floreal porta avanti dal 1993. Consiste nell’accumulare piccoli elementi (mani, ragazze, piedi, quadri, archi, fiori, cuori…) che danno vita ad un complesso ed affastellato sciame di segni che mano mano si aggiornano con l’incremento di esperienze personali. Negli spazi della DORA DIAMANTI interverrà con un’inedita installazione site specific nello spazio interrato della galleria partendo però dalla bidimensionalità dei lavori in argento e grafite su tavola e acquaforte nello spazio superiore. L’invasività dell’installazione sottostante è determinata dal convertire in fil di ferro ciò che Floreal abitualmente fa in disegno. Costruisce una massa grave al centro della stanza, anticipata da piccoli elementi sospesi in aria che coinvolgono la scala che unisce i due ambienti. La composizione in ferro verrà illuminata dalla luce direzionale che permetterà la “ribidimensionalizzazione” delle forme in ombra sul muro.
Quello di Floreal è un gesto semplice e molto chiaro, ma ciò che interessa ai fini del progetto curatoriale, è la conseguenza di questo atto: piccoli segni in posizioni differenti, ma all’interno di un loro ordine, sovrapposti l’uno all’altro in una concettuale piramide progressiva in cui il nuovo si sovrascrive al vecchio. L’idea di raccolta, unione e quindi amore nei confronti delle esperienze personali formula un istintivo atto di fiducia e solidarietà nei confronti del passato. Ma questo affastellamento ha molto a che fare con un atteggiamento archivistico attualmente molto radicato, in cui l’informazione nuova si sovrappone a quella passata giungendo ad uno stato di mediatica disinformazione e annullamento della stessa. Che cosa ne è stato della fiaccola olimpica e della questione tibetana ad esempio? L’aumento dell’IVA sui canoni Sky può sovrascriversi ad essa? La contemporaneità del progetto indagine sta proprio in questa anomalia che caratterizza la nostra situazione storica in cui la bidimensionalità duttile dell’informazione contemporanea è fallimentare rispetto alla complessità tridimensionale di quella passata nascosta dal procedere del tempo. Quindi indagine è un lavoro sulla memoria, sull’ambivalenza delle esperienze odierne fallimentari in cui scavare all’interno risulta realmente un’operazione pericolosa. Un lavoro, ma in qualche modo una celebrazione del sintetico e della sottrazione in una realtà civile in cui l’afflusso dell’informazione conduce al suo esatto opposto e automaticamente alla morte della memoria. L’intervento curatoriale asseconda questa operazione con una altrettanto sintetica e concettuale, in cui il testo critico del curatore si annulla a tal punto da diventare un rebus anche molto semplice, in cui l’unica frase anagrammata, “Se tu mi trovi da me.”, nasconde il vero titolo della mostra “tu morte es mi vida” la cui soluzione viene suggerita dal sottotitolo numerico 9.7, 1.2.3.11.6, 5.4, 12.13, 14.15.10.8. da inserire nei quadratini vuoti che seguono il testo stampato disponibile in galleria. L’italianizzazione del termine “morte”, correttamente “muerte”, oltre a permettere l’anagramma tra le due frasi, autorizza l’anomalia che scandisce il parallelo con il sociale odierno: “tu morte es mi vida” è la sopravvivenza del presente grazie alla morte del passato, “se tu mi trovi da me” è l’esigenza di scavare l’informazione all’interno di essa per via di un atavico ceppo che comunque il passato rappresenta, individuando in esso la vera sintesi e il legittimo passaggio per una giusta comprensione del presente e del futuro.
29
gennaio 2009
Octavio Floreal – Indagine 9.7, 1.2.3.11.6, 5.4, 12.13, 14.15.10.8
Dal 29 gennaio al 14 marzo 2009
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
DORA DIAMANTI ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via del Pellegrino, 60, (ROMA)
Roma, Via del Pellegrino, 60, (ROMA)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 15:30 -19:30 - mattina su appuntamento
Vernissage
29 Gennaio 2009, ore 18:30
Autore
Curatore