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Octavio Floreal – Indagine II’24
GART è lieta di annunciare l’apertura di “Indagine II’24”, la mostra che presenta l’universo in bianco e nero di Octavio Floreal, artista originario delle Isole Canarie. L’esposizione si estende dalle sale della galleria fino agli spazi de La Sbornia a Verduno, la nuova struttura nelle Langhe.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria GART Arte Contemporanea apre ufficialmente la nuova stagione espositiva con “Indagine II’24”, la mostra personale dell’artista spagnolo Octavio Floreal che si estende, dalle sale della galleria, fino alle colline di Verduno, negli spazi de La Sbornia a Verduno.
Inaugurerà questo sabato 10 febbraio alle ore 18:00 la prima mostra dell’anno promossa dalla galleria GART Arte Contemporanea di Neive. L’esposizione porta il titolo “Indagine II’24” e presenta l'universo in bianco e nero di Octavio Floreal, artista originario delle Isole Canarie. Una selezione di opere emblematiche del suo percorso, tre opere inedite e un’installazione site-specific realizzata negli spazi della galleria, inoltrano alle quattro grandi sculture ospitate nei giardini e negli spazi interni de La Sbornia a Verduno. L’esposizione, estesa tra le colline delle Langhe, esplora così uno dei maggiori filoni del lavoro dell’artista, nominato “Indagine”.
“Indagine” per definizione è “un’attività teorica e pratica, indirizzata alla conoscenza o alla scoperta di qualcosa”. [(Sin.) analisi, esame, esplorazione, osservazione, ricerca, studio.]
Questa parola raccoglie all’interno di sé il principio madre che muove l’arte di Floreal sin dall’inizio dei suoi studi e della sua carriera, cominciata a metà degli anni ’90.
Attraverso questo corpo di lavoro, da cui prende il titolo la mostra, Floreal ha dato vita a un alfabeto simbolico unico. Mediante la codificazione di icone, che conducono a un’analisi su concetti esistenziali, l’artista intreccia i racconti della storia dell’uomo e dell'arte con esperienze personali. Le sue icone, originariamente nate dal disegno, vedono la propria tridimensione grazie alla lavorazione di un unico filo di ferro. Questa tecnica conferisce ‘semplicità e leggerezza’ a ogni singolo elemento scultoreo, invitando gli spettatori a esplorare la profondità della storia e del reale attraverso una sintesi visiva, che racconta l'essenza della vita umana e il suo bisogno artistico, collettivo e individuale.
Octavio Floreal nasce nel 1966 a Las Palmas, nelle Isole Canarie, porto di scambio culturale tra tre continenti che ha influenzato la sua visione del mondo. Fin dalla giovane età si è avvicinato al mondo delle arti visive ricercando in queste la possibilità di comprendere l’oceano delle incognite esistenziali. Tutto il suo lavoro ruota intorno al concetto di spazialità. Coscientemente e incoscientemente, influenzato da esperienze di vita e dai suoi continui spostamenti, ha approfondito il concetto di spazio, lo stesso che racchiude una realtà, che come spiega l’artista, “è formata da un senso che caratterizza e una struttura che sostiene”. Traducendo lo spazio come combinazione di una struttura (linea) e un senso (colore) le prime analisi di questa ricerca le ha affrontate con la pittura, ma è stata successivamente la scultura ad avvicinarlo alle prime soluzioni.
Il concetto di spazio, concepito come risultato di una struttura e di un senso, è l’elemento che ha generato l’intesa tra la ricerca dell’artista spagnolo e la filosofia del ristorante La Sbornia a Verduno.
L’estensione della mostra Indagine II’24 di Octavio Floreal a La Sbornia a Verduno:
un connubio tra paesaggio e architettura, arte e enogastronomia
L’estensione della mostra nasce dalla sensibilità delle persone che hanno saputo immaginare e curare nei minimi dettagli l’architettura e la cucina de La Sbornia a Verduno, il nuovo ristorante d’avanguardia nelle Langhe.
La visione che sta dietro a questo progetto comprende, non solo la gastronomia come forma d’arte, ma una rete di suggestioni multisensoriali generate dalle connessioni tra paesaggio, architettura, arte e enogastronomia. L’intera esperienza che offre La Sbornia a Verduno è un’immersione in un percorso tra diverse sale, profumi, altezze, panorami e geometrie.
Il nome stesso del ristorante porta il titolo di un’opera realizzata nel 1960 dal noto artista albese Pinot Gallizio che, con la sua “pittura industriale”, ha segnato la storia dell’arte contemporanea italiana.
L’architettura del ristorante è stata ideata rivolgendo attenzione primaria all’inserimento stesso della struttura nel paesaggio circostante. La sua geometria è per questo perfettamente in equilibrio con la linea d’orizzonte che le cime delle Alpi disegnano tutto intorno. La grande componente di pareti di vetro permette allo spazio di creare un’armonica connessione tra interno ed esterno, permettendo alla luce di entrare ad ogni ora del giorno in maniera diversa e performativa. Altri due elementi fondamentali sono ‘la grande bottiglia portante’, che si sviluppa su due piani diventando albero nascente dal terreno e diramante verso il cielo, e la ‘scala centrale’, che ricordando la forma del DNA, connette tutta la struttura del ristorante conducendo i visitatori nel cuore delle sale. Tutti questi elementi, dunque, creano significati ed esprimono concetti attraverso una forma, uno spazio.
La cucina è opera di Carmela Straniero: ogni piatto esprime la sua sensibilità e raffinatezza.
Ispirata dalla mamma ai fornelli durante la sua gioventù passata a Trani, Carmela impara da bambina che cucinare è una forma di amore. Forte di questo credo intraprende il suo percorso in cucina che la porta a coltivare la sua passione, inizialmente, nei ristoranti della sua terra natia, per poi spostarsi a Londra, dove collabora per lo chef Massimiliano Blasone e successivamente con Alain Ducasse At The Dorchester. Rientrata in Italia farà esperienza all’Antica Corona Reale a Cervere, all’Arnolfo a Colle Val D’Elsa in Toscana e al Vescovado a Noli, in Liguria.
Tornerà in Piemonte, dove collabora con lo chef Alessandro Boglione, per decidere dopo pochi anni di fermarsi definitivamente nelle Langhe.
GART Arte Contemporanea e il progetto GARTOUR
La galleria GART Arte Contemporanea attraverso il progetto GARTOUR continua a tessere i fili più intimi di un territorio d’eccellenza con l’arte contemporanea. La galleria, con sede centrale nel cuore del centro storico di Neive, focalizza la sua ricerca su artisti emergenti e mid-career di panorama internazionale, creando connessioni che intrecciano culture e arti del mondo all’interno della galleria. La visione della galleria sconfina oltre le proprie sale generando la possibilità di vivere l’arte contemporanea in luoghi e territori unici. Il progetto si basa sulla creazione di eventi ed esposizioni realizzate all’interno di spazi capaci di svelare e mettere in luce il lavoro di artisti contemporanei selezionati. La progettazione di allestimenti specifici si propone di far vivere esperienze artistiche legate all’atmosfera del luogo, al territorio e alle sue eccellenze. Contesti particolari permettono di esplorare nuove interconnessioni, creare opportunità di conoscenza e di scambio. Il GARTOUR si ispira, di nome e di fatto, al Grand Tour, una vera e propria moda del “Viaggio in Italia” affermatasi nell’Europa nel XVII secolo nel momento in cui, nella storia della mentalità collettiva, il viaggio acquisì valore per le sue intrinseche proprietà: una curiosità fattasi più audace nel nome del sapere e della conoscenza, da un lato, e del piacere dell’evasione e del puro svago dall’altro. L’Italia divenne così meta privilegiata di un itinerario che giovani, uomini di cultura e persone dell’aristocrazia europea cominciarono a intraprendere con regolarità per conoscere la cultura, l’arte antica e le opere contemporanee attraverso le visite, gli studi e gli acquisti di opere d’arte.
Inaugurerà questo sabato 10 febbraio alle ore 18:00 la prima mostra dell’anno promossa dalla galleria GART Arte Contemporanea di Neive. L’esposizione porta il titolo “Indagine II’24” e presenta l'universo in bianco e nero di Octavio Floreal, artista originario delle Isole Canarie. Una selezione di opere emblematiche del suo percorso, tre opere inedite e un’installazione site-specific realizzata negli spazi della galleria, inoltrano alle quattro grandi sculture ospitate nei giardini e negli spazi interni de La Sbornia a Verduno. L’esposizione, estesa tra le colline delle Langhe, esplora così uno dei maggiori filoni del lavoro dell’artista, nominato “Indagine”.
“Indagine” per definizione è “un’attività teorica e pratica, indirizzata alla conoscenza o alla scoperta di qualcosa”. [(Sin.) analisi, esame, esplorazione, osservazione, ricerca, studio.]
Questa parola raccoglie all’interno di sé il principio madre che muove l’arte di Floreal sin dall’inizio dei suoi studi e della sua carriera, cominciata a metà degli anni ’90.
Attraverso questo corpo di lavoro, da cui prende il titolo la mostra, Floreal ha dato vita a un alfabeto simbolico unico. Mediante la codificazione di icone, che conducono a un’analisi su concetti esistenziali, l’artista intreccia i racconti della storia dell’uomo e dell'arte con esperienze personali. Le sue icone, originariamente nate dal disegno, vedono la propria tridimensione grazie alla lavorazione di un unico filo di ferro. Questa tecnica conferisce ‘semplicità e leggerezza’ a ogni singolo elemento scultoreo, invitando gli spettatori a esplorare la profondità della storia e del reale attraverso una sintesi visiva, che racconta l'essenza della vita umana e il suo bisogno artistico, collettivo e individuale.
Octavio Floreal nasce nel 1966 a Las Palmas, nelle Isole Canarie, porto di scambio culturale tra tre continenti che ha influenzato la sua visione del mondo. Fin dalla giovane età si è avvicinato al mondo delle arti visive ricercando in queste la possibilità di comprendere l’oceano delle incognite esistenziali. Tutto il suo lavoro ruota intorno al concetto di spazialità. Coscientemente e incoscientemente, influenzato da esperienze di vita e dai suoi continui spostamenti, ha approfondito il concetto di spazio, lo stesso che racchiude una realtà, che come spiega l’artista, “è formata da un senso che caratterizza e una struttura che sostiene”. Traducendo lo spazio come combinazione di una struttura (linea) e un senso (colore) le prime analisi di questa ricerca le ha affrontate con la pittura, ma è stata successivamente la scultura ad avvicinarlo alle prime soluzioni.
Il concetto di spazio, concepito come risultato di una struttura e di un senso, è l’elemento che ha generato l’intesa tra la ricerca dell’artista spagnolo e la filosofia del ristorante La Sbornia a Verduno.
L’estensione della mostra Indagine II’24 di Octavio Floreal a La Sbornia a Verduno:
un connubio tra paesaggio e architettura, arte e enogastronomia
L’estensione della mostra nasce dalla sensibilità delle persone che hanno saputo immaginare e curare nei minimi dettagli l’architettura e la cucina de La Sbornia a Verduno, il nuovo ristorante d’avanguardia nelle Langhe.
La visione che sta dietro a questo progetto comprende, non solo la gastronomia come forma d’arte, ma una rete di suggestioni multisensoriali generate dalle connessioni tra paesaggio, architettura, arte e enogastronomia. L’intera esperienza che offre La Sbornia a Verduno è un’immersione in un percorso tra diverse sale, profumi, altezze, panorami e geometrie.
Il nome stesso del ristorante porta il titolo di un’opera realizzata nel 1960 dal noto artista albese Pinot Gallizio che, con la sua “pittura industriale”, ha segnato la storia dell’arte contemporanea italiana.
L’architettura del ristorante è stata ideata rivolgendo attenzione primaria all’inserimento stesso della struttura nel paesaggio circostante. La sua geometria è per questo perfettamente in equilibrio con la linea d’orizzonte che le cime delle Alpi disegnano tutto intorno. La grande componente di pareti di vetro permette allo spazio di creare un’armonica connessione tra interno ed esterno, permettendo alla luce di entrare ad ogni ora del giorno in maniera diversa e performativa. Altri due elementi fondamentali sono ‘la grande bottiglia portante’, che si sviluppa su due piani diventando albero nascente dal terreno e diramante verso il cielo, e la ‘scala centrale’, che ricordando la forma del DNA, connette tutta la struttura del ristorante conducendo i visitatori nel cuore delle sale. Tutti questi elementi, dunque, creano significati ed esprimono concetti attraverso una forma, uno spazio.
La cucina è opera di Carmela Straniero: ogni piatto esprime la sua sensibilità e raffinatezza.
Ispirata dalla mamma ai fornelli durante la sua gioventù passata a Trani, Carmela impara da bambina che cucinare è una forma di amore. Forte di questo credo intraprende il suo percorso in cucina che la porta a coltivare la sua passione, inizialmente, nei ristoranti della sua terra natia, per poi spostarsi a Londra, dove collabora per lo chef Massimiliano Blasone e successivamente con Alain Ducasse At The Dorchester. Rientrata in Italia farà esperienza all’Antica Corona Reale a Cervere, all’Arnolfo a Colle Val D’Elsa in Toscana e al Vescovado a Noli, in Liguria.
Tornerà in Piemonte, dove collabora con lo chef Alessandro Boglione, per decidere dopo pochi anni di fermarsi definitivamente nelle Langhe.
GART Arte Contemporanea e il progetto GARTOUR
La galleria GART Arte Contemporanea attraverso il progetto GARTOUR continua a tessere i fili più intimi di un territorio d’eccellenza con l’arte contemporanea. La galleria, con sede centrale nel cuore del centro storico di Neive, focalizza la sua ricerca su artisti emergenti e mid-career di panorama internazionale, creando connessioni che intrecciano culture e arti del mondo all’interno della galleria. La visione della galleria sconfina oltre le proprie sale generando la possibilità di vivere l’arte contemporanea in luoghi e territori unici. Il progetto si basa sulla creazione di eventi ed esposizioni realizzate all’interno di spazi capaci di svelare e mettere in luce il lavoro di artisti contemporanei selezionati. La progettazione di allestimenti specifici si propone di far vivere esperienze artistiche legate all’atmosfera del luogo, al territorio e alle sue eccellenze. Contesti particolari permettono di esplorare nuove interconnessioni, creare opportunità di conoscenza e di scambio. Il GARTOUR si ispira, di nome e di fatto, al Grand Tour, una vera e propria moda del “Viaggio in Italia” affermatasi nell’Europa nel XVII secolo nel momento in cui, nella storia della mentalità collettiva, il viaggio acquisì valore per le sue intrinseche proprietà: una curiosità fattasi più audace nel nome del sapere e della conoscenza, da un lato, e del piacere dell’evasione e del puro svago dall’altro. L’Italia divenne così meta privilegiata di un itinerario che giovani, uomini di cultura e persone dell’aristocrazia europea cominciarono a intraprendere con regolarità per conoscere la cultura, l’arte antica e le opere contemporanee attraverso le visite, gli studi e gli acquisti di opere d’arte.
10
febbraio 2024
Octavio Floreal – Indagine II’24
Dal 10 febbraio al 24 marzo 2024
arte contemporanea
Location
GART Arte Contemporanea
Borgonovo, Via Rocca, 31, (CN)
Borgonovo, Via Rocca, 31, (CN)
Orario di apertura
da venerdì a domenica ore 10-12:30 e 15-18
Vernissage
10 Febbraio 2024, 18:00
Sito web
Autore
Curatore