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Oggetti rurali nello spazio
Govind Sirsat, artista indiano è la prima volta che espone in Italia. La sua ricerca è rivolta al superamento del concetto di tempo. Ha inventato un alfabeto con gli oggetti rurali del suo villaggio, per usare il futuro come chiave dell’oggi. Quattro opere di grandi dimensioni.
Comunicato stampa
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La prima volta che vidi le opere di Govind Sirsat fui colpito da due fattori: l'armonia e la serenità.
Poi ho trovato qualcos'altro: l'unicità.
Amo scegliere artisti che si distinguono dalla massa, convinto che l'unicità e la qualità siano le vie principali per il successo di un artista.
Le sue opere si servono della società rurale per esaltare il rapporto uomo e natura e nello stesso tempo inventano un alfabeto comunicativo universale.
Oggi non basta una buona tecnica, un eccellente cromatismo, una discreta conoscenza dell'arte e dei suoi maggiori attori.
E' importante ma non decisivo.
Devi guardare quello che manca.
E Govind ha trovato il modo di unire, tecnica, cromatismo, insegnamento dei grandi maestri aggiungendo un suo alfabeto distintivo, una cosa che mancava.
Le icone del mondo rurale non sono solo oggetti, sono delle comunità di uomini e donne che non solo le usavano o le usavano ma con cui comunicavano con il resto del pianeta.
Ha inventato un alfabeto che invece delle lettere usa gli oggetti della vita rurale, che sono usati in ogni parte del mondo e quindi universali.
Govind scrive che i suoi riferimenti sono stati e sono Pablo Picasso, Leonardo da Vinci, Raffaello, Michelangelo, V.S. Gaitonde, SH Raza, Prabhakar Barve, Gerhard Richter e Damien Hirst.
Come non credergli!
Ma, ed è questo il punto focale, si differenzia da loro, inventando una pittura che pur usando simboli di un mondo sempre più dimenticato dalla modernità, non li rimpiange, non grida al " Fermate la giostra del mondo moderno, voglio scendere", non dice "meglio il mondo rurale di quello metropolitano", anche se ne avrebbe tutte le ragioni per pensarlo e dipingerlo.
No, lui li usa per parlarci del futuro.
Cosa è il futuro?
Un mondo sconosciuto?
Ne siete certi?
Le sconvolgenti ricerche della fisica quantistica ogni giorno ci impongono di rivedere le nostre opinioni.
Sta qui la sua bellezza della conoscenza, ed il suo opposto la conoscenza della bellezza.
Sia la retrocasualità che la casualità inversa ci offrono degli spunti per immaginare un futuro che interviene sul presente.
Cosa centra Govind con tutto ciò?
Nulla ma siccome il nulla e il tutto sono la stessa cosa, continuando il paradosso, possiamo affermare che centra.
Govind nelle sue opere non parla del passato, ma del futuro, di un futuro che interviene nel presente.
Ne è consapevole?
Non lo so, ma so che molte volte ciò che oggi ci sembra passato o presente in realtà a distanza di tempo ci stupisce per averci trasportati nel futuro.
Vale la pena seguirlo questo artista, perché, per chi come me, non si accontenta di giudicare gli artisti per ciò che fanno ma per ciò che immaginano, fatte salve l'unicità della ricerca e la qualità delle opere, lo ritengo un artista unico capace di parlare del futuro con armonia e serenità.
Un grande ci ammoniva.
La fantasia è più importante del sapere, perché il sapere è limitato.
Ricordardiamolo, quando decidiamo di investire sugli artisti.
Pietro Franesi
Poi ho trovato qualcos'altro: l'unicità.
Amo scegliere artisti che si distinguono dalla massa, convinto che l'unicità e la qualità siano le vie principali per il successo di un artista.
Le sue opere si servono della società rurale per esaltare il rapporto uomo e natura e nello stesso tempo inventano un alfabeto comunicativo universale.
Oggi non basta una buona tecnica, un eccellente cromatismo, una discreta conoscenza dell'arte e dei suoi maggiori attori.
E' importante ma non decisivo.
Devi guardare quello che manca.
E Govind ha trovato il modo di unire, tecnica, cromatismo, insegnamento dei grandi maestri aggiungendo un suo alfabeto distintivo, una cosa che mancava.
Le icone del mondo rurale non sono solo oggetti, sono delle comunità di uomini e donne che non solo le usavano o le usavano ma con cui comunicavano con il resto del pianeta.
Ha inventato un alfabeto che invece delle lettere usa gli oggetti della vita rurale, che sono usati in ogni parte del mondo e quindi universali.
Govind scrive che i suoi riferimenti sono stati e sono Pablo Picasso, Leonardo da Vinci, Raffaello, Michelangelo, V.S. Gaitonde, SH Raza, Prabhakar Barve, Gerhard Richter e Damien Hirst.
Come non credergli!
Ma, ed è questo il punto focale, si differenzia da loro, inventando una pittura che pur usando simboli di un mondo sempre più dimenticato dalla modernità, non li rimpiange, non grida al " Fermate la giostra del mondo moderno, voglio scendere", non dice "meglio il mondo rurale di quello metropolitano", anche se ne avrebbe tutte le ragioni per pensarlo e dipingerlo.
No, lui li usa per parlarci del futuro.
Cosa è il futuro?
Un mondo sconosciuto?
Ne siete certi?
Le sconvolgenti ricerche della fisica quantistica ogni giorno ci impongono di rivedere le nostre opinioni.
Sta qui la sua bellezza della conoscenza, ed il suo opposto la conoscenza della bellezza.
Sia la retrocasualità che la casualità inversa ci offrono degli spunti per immaginare un futuro che interviene sul presente.
Cosa centra Govind con tutto ciò?
Nulla ma siccome il nulla e il tutto sono la stessa cosa, continuando il paradosso, possiamo affermare che centra.
Govind nelle sue opere non parla del passato, ma del futuro, di un futuro che interviene nel presente.
Ne è consapevole?
Non lo so, ma so che molte volte ciò che oggi ci sembra passato o presente in realtà a distanza di tempo ci stupisce per averci trasportati nel futuro.
Vale la pena seguirlo questo artista, perché, per chi come me, non si accontenta di giudicare gli artisti per ciò che fanno ma per ciò che immaginano, fatte salve l'unicità della ricerca e la qualità delle opere, lo ritengo un artista unico capace di parlare del futuro con armonia e serenità.
Un grande ci ammoniva.
La fantasia è più importante del sapere, perché il sapere è limitato.
Ricordardiamolo, quando decidiamo di investire sugli artisti.
Pietro Franesi
14
aprile 2023
Oggetti rurali nello spazio
Dal 14 al 20 aprile 2023
arte contemporanea
Location
Ex Chiesa di San Sebastiano
Città di Castello, Via Sant'Apollinare, (PG)
Città di Castello, Via Sant'Apollinare, (PG)
Orario di apertura
10 -12
17 - 20
Escluso il Lunedì
Vernissage
14 Aprile 2023, 20:00, su invito
Sito web
Editore
PTU Polo Turistico Umbria
Ufficio stampa
PTU Polo Turistico Umbria
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
Progetto grafico
Media partner
Produzione organizzazione